mercoledì 8 febbraio 2012

LO STRESS DEGLI INSEGNANTI E LA SORDITÀ DEI GOVERNI

In un’intervista sul “Sussidiario.net”, il dottor Lodolo D’Orìa torna sul tema dello stress degli insegnanti e del nulla che si sta facendo, nonostante le sue documentate denunce, per prevenire le patologie psichiatriche e oncologiche che sono in aumento. Interventi in questo senso erano previsti dal decreto 81/08, ma sono rimasti sulla carta. “Al contrario il governo – in completa controtendenza col decreto – allunga l’età lavorativa senza premurarsi di accertare prima la vera condizione della categoria professionale. E ciò che fa più specie è il silenzio assordante dei sindacati che hanno paura degli stereotipi dell’opinione pubblica a fronte di quei pochi dati (raccapriccianti) disponibili sui loro iscritti”. Naturalmente Lodolo D’Orìa con il termine “stereotipi” si riferisce alla presunta condizione privilegiata della categoria. Leggi l’intervista.         (GR)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Vedo che dopo un paio di giorni non vi è alcun commento-Intelligentemente siamo stufi di essere presi per i fondelli.Ho letto da qualche parte che nella categoria diversi rassednano anche le dimissioni anticipatamente .Alla faccia della piagnucolosa ministra in molti non siamo proprio figli di operai della Fiat

mario ha detto...

Stipendi penalizzanti rispetto a quelli europei, ma per nostra fortuna non siamo proprio figli di operai fiat. Lo stress da lavoro correlato sembra a confronto delle condizioni di lavoro di molte categorie una trovata per signorine e signorini dai nervi deboli.
Anche i pazienti non sono più quelli di una volta ma i medici non mi sembra siano così disperati.

Giorgio Ragazzini ha detto...

Lo stress degli insegnanti è risaputo e documentato da tempo, checché ne dica Mario, per cui solo la classe operaia ha diritto al burn out.

Chi vuole può leggere:

http://www.edscuola.it/archivio/psicologia/burnout.htm

Papik.f ha detto...

A proposito di cause di stress, si legga questo link.
http://www3.lastampa.it/i-tuoi-diritti/sezioni/responsabilita-sicurezza/news/articolo/lstp/442020/
Sembra di capire che sia accaduto quanto segue: in viaggio d'istruzione una ragazza, dopo aver probabilmente fumato uno spinello fornito da un compagno, si è arrampicata sul davanzale della finestra e di lì sulla copertura senza parapetto dell'albergo, dalla quale è caduta rimanendo purtroppo irreversibilmente invalida.
Di chi è la colpa secondo la Cassazione? certamente non della ragazza stessa o del compagno fornitore di spinelli, ma naturalmente degli insegnanti che non si sono assicurati della sicurezza della stanza; evidentemente dovevano trovarne una sul cui davanzale non fosse possibile arrampicarsi oppure spostarsi in un altro albergo (quale?) ove le stanze avessero queste caratteristiche, andando nottetempo alla ricerca di un altro alloggio per tutto il gruppo in viaggio girovagando magari per ore con il pullman e probabilmente pagando di tasca loro la differenza di spesa per tutti.
Se ho interpretato male il senso dell'articolo, o se questo ha frainteso la sentenza, spero che qualcuno mi smentisca. Ma in ogni caso resta rafforzata la mia idea alla quale sono fedele ormai da anni: i viaggi d'istruzione, tanto più con alunni minorenni, sono un'usanza che deve, semplicemente, essere abbandonata per sempre. E i colleghi che li accompagnano, altrettanto semplicemente, non si rendono conto di quello che fanno (è accaduto, in passato, anche a me).

Papik.f ha detto...

Dimenticavo una nota: vorrei conoscere l'opinione di quanti usano affermare (in genere con una certa supponenza) che "per uno spinello non è morto mai nessuno"...

Giorgio Ragazzini ha detto...

Piccola nota personalissima: è statisticamente molto probabile che le ormai numerose sentenze che sanzionano assurdamente i docenti siano emesse da giudici che fanno muro sdegnati contro la possibilità di essere chiamati a rispondere civilmente per colpa grave o dolo.

V.P. ha detto...

CONCORDO.

Papik.f ha detto...

«Ma in ogni caso resta rafforzata la mia idea alla quale sono fedele ormai da anni: i viaggi d'istruzione, tanto più con alunni minorenni, sono un'usanza che deve, semplicemente, essere abbandonata per sempre. E i colleghi che li accompagnano, altrettanto semplicemente, non si rendono conto di quello che fanno (è accaduto, in passato, anche a me».

pienamente d'accordo. vale anche per le uscite di un solo giorno in città