martedì 20 marzo 2012

DEPENALIZZIAMO IL SOMARO

Un professore catanese di scuola media denunciato dal padre di un allievo a cui aveva dato del “somaro” è stato rinviato a giudizio per “abuso di potere”. Le informazioni sull’episodio sono molto scarse nel breve articolo apparso su "La Repubblica", ma la vicenda ne ricorda un’altra, quella della docente palermitana che fece scrivere cento volte “Sono un deficiente” a un bullo che aveva infierito su un compagno. Anche senza saperne molto, cascano le braccia all’idea che episodi di questo tipo arrivino in un tribunale della Repubblica, con tutto l’immaginabile arretrato da smaltire e dopo che il Pubblico Ministero aveva chiesto l’archiviazione (è stato il Giudice delle Indagini preliminari a decidere diversamente). Nel caso meno favorevole al docente, si dovrebbe arrivare al massimo a un richiamo del dirigente; e semmai ci si può rammaricare per l’ennesima volta che da noi la deontologia professionale e gli organismi incaricati di verificarne il rispetto (senza far passare anni come i tribunali) non siano ancora neppure all’orizzonte. È un po’ come se per un fallo di gioco si denunciasse chi l’ha commesso invece di dare un calcio di punizione. Abbiamo (purtroppo) depenalizzato il falso in bilancio e il blocco stradale, per poi incriminare per un "somaro" un insegnante spazientito?
La notizia è stata ripresa da “Tuttoscuola” che si chiede se “rientra ancora, tra i ‘poteri’ (compiti, funzioni) dell’insegnante quello di rivolgersi agli alunni con quel tono burbero, tra brusco e paterno, ben noto alle precedenti generazioni di studenti”. Commenta con molto equilibrio l’episodio anche il blog  "LaProfonline".
(GR)

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Lidia ha detto...
Quando si decideranno gli egregi insegnanti a contrattaccare con querele nei confronti dei cari parenti dei somari e denunce ai tribunali dei minori?
Quando si decideranno a sporgere denuncia e a chiedere risarcimenti danni (e a non ritirarla per tutto l'oro del mondo) per essere stati umiliati con scherzi di vario tipo e dileggi o peggio per essere stati picchiati?
Non è difficile...e risulterà molto remunerativo.

Anonimo ha detto...

Lidia ha detto...
Ho ancora fresco il ricordo di un insegnante di sostegno denunciato presso i carabinieri da zelanti genitori perchè aveva bloccato un ragazzo portatore di handicap munito di un bastone appuntito in procinto di accecare una compagna. L'insegnante sporse anche lui denuncia per "culpa educando" contro i genitori e si stava preparando a segnalare al Tribunale dei minori il fatto.
I genitori piangenti quasi gli si stavano inginocchiando davanti.
Peccato che si sia fatto commuovere e abbia rinunciato a tutto.
Bisognerebbe pubblicare su tutte le testate italiane i casi di denuncia di insegnanti verso ragazzi e genitori violenti.

giuseppe ha detto...

Quando si decideranno gli insegnanti a organizzarsi in associazioni professionali?

Papik.f ha detto...

Dalla "Cenerentola" di Gioachino Rossini, libretto di Jacopo Ferretti.
Atto primo, scena prima, cavatina di Don Magnifico, "Fertilissima Regina": "Chi vi guarda vede chiaro / che il somaro è il genitor / sì / il somaro è il genitor!" ...
In realtà non conosco i fatti e non posso dare un giudizio, ma l'impulso è stato irresistibile.

rossana ha detto...

La cultura è cambiata. Avanza a grandi passi una cultura diversa, io direi con la "c" minuscola, facile e pronta all'uso, quasi un Fast food i cui ingredienti sono banali informazioni oppure sterili nozioni. Il bello è che la scuola legittima e consacra questa cultura o forse è costretta a farlo, non lo so. Di certo so che nella scuola c'è tanta confusione su questo argomento. Mi si potrà obiettare che la scuola non è la sede della cultura ma dell'istruzione, okay, su questo non ci piove! Ma l'istruzione che dà la scuola a quale uso è destinata? Che istruzione è? Io penso che essa è un un insieme di strumenti, di mezzi che devono servire in ultima analisi ad impossessarsi della cultura, che è conoscenza, capacità, abilità da spendere in futuro in ogni campo. Ebbene, se l'istruzione è finalizzata alla cultura, i suoi contenuti debbono essere culturali, o no?
Il dilemma mi è sorto stamattina in classe nel momento in cui, interrogando un allievo su Tacito, per tutta risposta mi sono sentita un guazzabuglio di informazioni, diciamo di nozioni che l'allievo aveva "scaricate" da Wikipedia. Voi direte: "Bene, il ragazzo ha voluto approfondire l'argomento!" E invece no. Il ragazzo, invitato ad elaborare autonomamente qualche concetto fondamentale, si è sorpreso della sua stessa incapacità e sicuramente mi ha odiato pensando ad una persecuzione contro di lui. Anche perché mi sono infuriata e mi è scappato di dire a gran voce: "Wikipedia lo deve usare tuo padre e quanti come lui sono fuori dal mondo della scuola, unicamente per informarsi su ciò che non sanno! Voi invece dovete studiare sui libri e capire le spiegazioni dell'insegnante!" Da questa mia battuta è scaturito un putiferio: il ragazzo si è sentito offeso perchè ho fatto riferimento al padre non capendo che era lui che si doveva sentire offeso in quanto studente liceale. La discussione è un pò degenerata, perchè io ho voluto rimarcare l'importanza della cultura umanistica in un liceo scientifico, cosa che i ragazzi, alcuni insegnanti e il clima culturale in genere stanno mettendo sotto i piedi. Il latino è ridotto ai minimi termini, la letteratura non conta nulla, la lingua italiana è un optional; abbiamo casi estremi di alunni che in quinta non sanno leggere e scrivere, e ciò nonostante...
Vi assicuro, non sono esagerazioni le mie, i ragazzi copiano tutti i compiti e non c'è nulla da fare, a meno che non vuoi inimicarti genitori e presidi. Il liceo scientifico garantisce la promozione solo a coloro che sanno fare qualche calcolo matematico, le materie umanistiche non sono tenute in grande considerazione. Molti cominciano a pensare che la cultura umanistica serva da corollario a quella tecnica e scientifica. Se così fosse , quale nuova cultura sta emergendo? A questo punto, a che serve che noi docenti ci adeguiamo all'uso dei computer? Mi piacerebbe aprire un dibattito serio su questi problemi, sulla credibilità della scuola , sul futuro delle giovani generazioni...

rossana ha detto...

chiedo scusa: Il commento è fuori tema

V.P. ha detto...

rossana ha detto:

"Vi assicuro, non sono esagerazioni le mie, i ragazzi copiano tutti i compiti e non c'è nulla da fare, a meno che non vuoi inimicarti DI BRUTTO genitori, COLLEGHI e presidi."

le aggiunte in MAIUSCOLO sono mie.

V.P. ha detto...

Non è sempre colpa degli altri

V.P. ha detto...

forse, nel suo piccolo e fatte le debite proporzioni, la scuola e l'istruzione stanno compiendo una trasformazione da sostanza solida e partecipata a solo forma effimera e rappresentata come deve essere avvenuto - nei secoli - per il cristianesimo e la chiesa.
con tutto il rispetto per chi va in chiesa, per i preti ecc., la messa si è trasformata quasi in una lezione di ginnastica posturale dolce: in piedi-seduti-in ginocchio, cantate questo o quest'altro, scambiatevi un segno di pace, questua, a volte patetici o orrendi "canti" e tristi accordi di chitarre, poi andate in pace, cioè tornate a peccare tranquillamente.

Teresa ha detto...

Quest'ultimo commento che paragona la scuola di oggi a una messa vuota è particolarmente azzeccato. Dovrebbero leggerlo i colleghi che insegnano religione i quali, tranne qualche eccezione, sono i primi buonisti di comodo, quelli che alzano sempre la mano per votare a maggioranza su tutte le promozioni che dovrebbero essere bocciature. E come potrebbe essere altrimenti? A poco lavoro corrisponde molto buonismo. Ovviamente il discorso non vale solo per i colleghi di religione, ci mancherebbe; ma secondo me da parte loro è particolarmente grave avallare queste prassi di nullafacenza, dove la scuola è un luogo dove si socializza e basta. Non erano le scuole cattoliche rinomate per la severità e la preparazione degli insegnanti? Ma forse quelle erano frequentati da figli di famiglie bene, il popolino che si arrangi, la scuola pubblica sprofondi mentre noi riceviamo il nostro basso ma sicuro stipendio. E' forse un atteggiamento cristiano questo? Naturalmente esaminando la questione dal punto di vista puramente laico le argomentazioni contro lo sfascio della scuola sono altrettanto stringenti. Eppure le cose vanno diversamente. Sono d'accordo con quanto detto nel forum segnalato: più che le riforme sbagliate, è la classe docente che ha perso la propria dignità. Ogni anno che passa ho sempre più grane, e solo per voler fare il mio lavoro. A Rossana dico: la situazione delle materie scientifiche è ugualmente pessima: insegno in un liceo scientifico-tecnologico, dove quasi tutti i ragazzi vogliono proseguire con corsi di laurea scientifici eppure ...vabbè meglio non parlare di cosa mi tocca sentire ogni giorno, a me che insegno chimica. La verità è che quando manca il substrato della cultura umanistica tutto si svuota, non solo la letteratura o il latino. Io non riesco a fare una lezione che non sia pedissequa applicazione di regolette pronte all'uso. O meglio, a fare delle lezioni fatte come si deve ci provo pure, e per questo mi sono presa la fama di quella che tortura gli studenti; i quali oggi sono entrati quasi tutti alle 8:30, perchè "non si può pretendere di iniziare la lezione alle 8:15 quando siamo ancora mezzi addormentati". Se provo a non farli entrare in classe mi metto contro tutti (come ho già fatto): tutti i colleghi assecondano l'andazzo, perchè io no? Insomma, ti prendono per sfinimento. E anche se la tua etica e la tua coerenza professionale sono più forti, ogni anno che passa ti porta nuove disillusioni. A scuola avere un pizzico di sano idealismo è un peccato che si paga caro. La scuola di oggi è per chi cerca situazioni di comodo: le otterrà facilmente. Chi si ostina a lavorare con passione è fregato.
Scusate lo sfogo.

V.P. ha detto...

Teresa ha detto...

«Quest'ultimo commento che paragona la scuola di oggi a una messa vuota è particolarmente azzeccato. Dovrebbero leggerlo i colleghi che insegnano religione i quali, tranne qualche eccezione, sono i primi buonisti di comodo, quelli che alzano sempre la mano per votare a maggioranza su tutte le promozioni che dovrebbero essere bocciature. E come potrebbe essere altrimenti? A poco lavoro corrisponde molto buonismo.....»

1) non servono le scuse, ma invece grazie per lo sfogo.

2) anche i prof di religione difendono il loro cadreghino e il loro stipendio. vescovi e curia approvano e forse incitano.

3) una altro aspetto dei danni della religione.

Edoardo ha detto...

E' da un po' di anni che a scuola bisogna vergognarsi di sapere. Pullulano crocerossini/e ignoranti esperti/e in bla bla bla, ipocrisie di ogni specie, buonismi faciloni e così via. In un articolo su El Paìs di qualche anno fa, lo scrittore Manuel Vicent si chiedeva che senso avesse per i genitori affidare i propri figli a gente, gli insegnanti, che disprezzano, denunciano, aggrediscono, offendono, calunniano, denigrano ecc. Perché consegnare i figli a queste persone fallite e impecorite? Se il diritto alla promozione ha sostituito quello allo studio, perché non chiedere l'abolizione dei docenti, o la cacciata sistematica dei peggiori, cioè... dei migliori, e sostituirli con 'facilitatori' giocherelloni. La sinistra è la prima responsabile di questo andazzo disperante, perché ha rinnegato sé stessa. Non più una scuola del conoscere, ma delle teste vuote 'ben fatte'. E talmente 'ben fatte' da essere pronte a tutto.

V.P. ha detto...

Edoardo ha detto...
«... La sinistra è la prima responsabile di questo andazzo disperante,...»

d'accordo sulla tragica situazione. ma è un diversivo che non serve attribuire a casaccio, o secondo i propri gusti/disgusti, responsabilità auto assolventi.

non erano certo di sinistra gli ultimi ministri: moratti (per 5 anni!), fioroni (quasi 2), gelmini (più di 3), e ora profumo (da 4 mesi) che, pur capace, appare però sbandato e incredulo.

rossana ha detto...

Facciamo una class action, dotiamoci di uno strumento di tutela collettiva risarcitoria di gruppo, naturalmente composto da tutti i "meritevoli" che si dedicano a questo lavoro ingrato!

Edoardo ha detto...

Non è una questione di ministri, ma di idea di scuola. Il vero pescecane è stato L. Berlinguer, che ha scimmiottato il peggiore e fallimentare americanismo scolastico. Oggi raccogliamo i frutti amari degli alberi da lui piantati. Fioroni e Gelmini sono solo corsi ai ripari, a innestare gli alberi. Al mercato le arance amare non le vuole nessuno.

Teresa ha detto...

In riferimento a quanto detto da Rossana: occorrerebbe costituirsi in associazione professionale, dove ogni membro che aderisce sia presentato da altri membri che garantiscano merito e responsabilità. In breve, dove possano entrare a far parte insegnanti preparati, aggiornati, non crocerossini, attenti alla disciplina e contro la promozione facile. Si formerebbe una associazione che lentamente potrebbe imporsi all'attenzione dell'opinione pubblica, e che eventualmente preveda strumenti di tutela contro i rischi che derivano dalla semplice coerenza etica e professionale richieste da questo lavoro. Inutile dire che la proposta di adesione a un nuovo socio dovrebbe avvenire dopo che il socio presentatore lo ha osservato durante la pratica professionale conoscendone l'idea di scuola.

V.P. ha detto...

Esiste nella scuola la questione morale?