martedì 25 settembre 2012

LA LEGGE NON È UGUALE PER TUTTI: SE SI È BRAVI O UN PO' ANSIOSI SI PUÒ COPIARE

Andateglielo a dire ai vostri allievi che le regole si rispettano e basta, a maggior ragione se si tratta di esami di Stato. Continuate a parlare di merito, di lealtà, di responsabilità. Perseverate pure nella convinzione che la scuola, insieme alla famiglia, abbia il compito di educare futuri cittadini degni di questo nome. Sappiate però che il Consiglio di Stato si è schierato dalla parte dei copioni, con una sentenza che dichiara illegittima l'esclusione dagli esami di una candidata sorpresa a copiare da un palmare. La giustificazione di questa “curiosa decisione”, come la definisce “ItaliaOggi” “è che l’esclusione sia stata disposta senza tener conto dell’intero curriculum scolastico della candidata e del fatto che l’episodio fosse da attribuire ad «uno stato d’ansia probabilmente riconducibile anche a problemi di salute»”. In un paese già devastato dalla carenza di etica pubblica, dalla corruzione e dall’indulgenza programmatica di molte vulgate pedagogiche ammantate di moderno approccio relazionale, ci mancava anche la corrività del Consiglio di Stato verso chi imbroglia agli esami.
L’articolo di “ItaliaOggi”.
La sentenza del Consiglio di Stato. 

17 commenti:

Giorgio Ragazzini ha detto...

Il "buon curriculum" - che ha giocato a favore della candidata - è anzi da considerare un'aggravante: che bisogno ha di copiare uno studente bravo? Si può semmai umanamente comprendere lo "stato d'ansia" del ragazzo con un curriculum scadente e a più forte rischio di bocciatura.

pippo ha detto...

Er Colleggio ha ggettato
la spugna
e a buttato er diritto
nella fogna
ha sarvato alla fine 'na copiona
e ch'er bon dio ce la manni bbona


Pippo, che s'encazza se er diritto
se manna de gran lena ner soffitto

Sirio ha detto...

il diritto trova i suoi riferimenti nelle sensazioni dell'anima e non nelle leggi. La china è preoccupante quanto e più delle ruberie, come direbbe pippo, de' fregnoni dalle gran ganasce.

Andrea Ragazzini ha detto...

La sentenza del Consiglio di Stato è un ingiurioso sberleffo a tutti coloro che ogni giorno si adoperano per radicare nei giovani il rispetto delle regole in un paese che, a tutti i livelli, le considera buone per i fessi. Secondo le contorte argomentazioni con cui i magistrati giustificano il comportamento della ragazza, non si può escludere “che anche per gli esami di Stato possa prevedersi sanzione espulsiva per i candidati che incorrano in condotte fraudolente”, ma “ non prescindendo dal contesto valutativo dell’intera personalità e del percorso scolastico dello studente” e quindi non si poteva ignorare “il brillante curriculum scolastico della candidata”. Ci si chiede con quali criteri le commissioni d’esame d’ora in poi opteranno per il calcio nel sedere o per un affettuoso buffetto, valutando se il reo ha maturato o meno il diritto a commettere gratis una grave scorrettezza. È probabile che si suggerirà di predisporre all’uopo una griglia. Ma secondo i magistrati la commissione ha sbagliato anche, nel suo superficiale ossequio alle norme, a non considerare “le peculiari circostanze, che caratterizzavano il fatto contestato”, in parole povere lo “stato d’ansia” che ha indotto la studentessa a utilizzare il palmare. I magistrati fingono di non sapere che all’inizio di ogni prova scritta si chiede agli studenti di consegnare i cellulari e si fa sempre presente che l’utilizzo degli stessi è proibito, pena l’invalidazione della prova. La tesi dei magistrati è dunque risibile, poiché la ragazza, nascondendo un secondo apparecchio, ne ha evidentemente programmato l’utilizzo. Non manca poi nelle conclusioni della sentenza un vero e proprio festival dell’ipocrisia, con la studentessa “profondamente e sinceramente pentita del suo comportamento” e i magistrati che, con toni quasi elegiaci, ne certificano la “rivalutazione”.

Enrico D ha detto...

E' evidente che per quanto riguarda la scuola la giurisprudenza è un disastro: si tratti di occupazioni, di sospensioni, di bocciature, di vigilanza in classe o nelle gite e ora pure di copiature, è tutto un paludato festival del buonismo all'italiana.

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

E' di pochi giorni fa la sentenza di Cassazione contro una docente di Palermo che confermava la sua condanna per aver fatto scrivere diverse volte su un quaderno "deficiente" ad un bullo.

Secondo voi che messaggio può passare?

Anonimo ha detto...

Una sentenza può fare a meno di riferimenti normativi e basarsi invece sulle interpretazioni psicologiche del giudice che la emana?
Perché non aprite una campagna da inoltrare al Presidente della Repubblica?

Antonello ha detto...

La Legge è uguale per tutti.
Ma evidentemente ci sono studenti più uguali di altri........

Antonello ha detto...

Cosa faranno la prossima volta, in base a questa sentenza, i Colleghi che, scoperta la palese violazione commessa da questa studentessa, l'hanno denunciata e si sono, con ogni evidenza, sobbarcati un enorme lavoro e un'enorme perdita di tempo con relazioni, convocazioni, testimonianze in tribunale, etc.?
La prossima volta gireranno la faccia dall'altra parte......
E ci lamentiamo dei politici di oggi?

Papik.f ha detto...

Immaginiamo le seguenti situazioni:
1. Tizio è sorpreso a guidare in stato di ebbrezza. Il Consiglio di Stato lo scagiona perché i Carabinieri, prima di farlo soffiare nel palloncino, non hanno accertato se per caso non fosse affetto da una forte depressione che lo spingeva a bere per sentirsi meglio e a correre a centocinquanta all'ora per sfogarsi. Quindi la patente non gli va ritirata.
2. Caio non presenta la dichiarazione dei redditi. Il Consiglio di Stato lo scagiona perché la redazione della medesima gli avrebbe generato uno stress incompatibile con l'ipertensione arteriosa della quale soffre. Inoltre i redditi non dichiarati sono frutto del suo lavoro per cui non deve pagare alcuna sanzione.
3. Sempronio ha dichiarato una falsa invalidità e vive dei contributi non dovuti. Scoperto, è dichiarato non punibile dal Consiglio di Stato perché si è comportato così a causa del complesso di inferiorità che gli generava il confronto con i suoi amici che disponevano di redditi propri. Per lo stesso motivo, non deve restituire quanto illecitamente percepito.
E' chiaro che potrei continuare all'infinito. E' altresì evidente che simili episodi non potrebbero verificarsi neanche nell'insopportabilmente buonista Italia di oggi. Hanno ragione Enrico D. e l'anonimo delle 8.55: sembra che la scuola sia considerata un mondo a parte, nel quale la ricerca di ogni possibile giustificazione per qualsiasi comportamento illecito debba sempre prevalere su ogni altra considerazione.
Una ragione di tutto questo, a mio parere, è inconscia, e sta nel terrore del vedere i propri figli, i ragazzi delle generazioni successive, crescere e diventare adulti maturi e responsabili. Questo dato naturale, che porta a dover prendere atto del proprio invecchiamento, non è mai stato un fatto allegro per nessuno, presumibilmente; ma genera un vero e proprio panico in chi, a suo tempo, ha fatto del proprio essere giovane la sua principale ragione di merito e un glorioso segno distintivo dalle generazioni precedenti, com'è appunto accaduto per le persone della fascia d'età attualmente (ancora) al comando (in Italia).
Bisogna dunque continuare a coccolare e tenere a balia i giovani il più a lungo possibile, ed evitare di metterli di fronte alle conseguenze dei loro comportamenti. Altrimenti - non sia mai - potrebbero maturare.

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...
Ho, allora, ragione quando dico che siamo affetti da una malattia chiamata sessantotto?

Papik.f ha detto...

@Lidia: su questo punto siamo perfettamente d'accordo.

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

@Papik.f: Ma, secondo te, come possiamo tirarci fuori?

Papik.f ha detto...

@Lidia: in senso stretto, ce ne tirerà fuori presto il dato anagrafico. Ma dalle devastazioni attuate, non so se e quando i nostri figli e nipoti usciranno. Speriamo nelle giovani generazioni, negli immigrati e in quanti tornano da esperienze di studio e lavoro all'estero.
Per quanto riguarda i danni apportati alla scuola pubblica, spero di sbagliarmi ma temo che ormai ci siano poche speranze. Quello che possiamo fare è cercare di fare seriamente il nostro lavoro ed evidenziare almeno i problemi principali.
In questo senso, almeno una sentenza come quella del Consiglio di Stato ha il merito involontario di attrarre l'attenzione dell'opinione pubblica su un argomento che non sono i soliti prof sfaticati o le solite mirabilia tecnologiche tipo LIM: un articolo in prima pagina sul Corsera e una puntata di una delle rubriche più ascoltate di Radio24 non sono poi cose da nulla.

Anonimo ha detto...

siamo nella cacca

Papik.f ha detto...

A riprova che l'aria sta cambiando, in un sondaggio del Corriere della Sera l'81% dei votanti si dichiara favorevole all'uso del grembiule da parte degli alunni:
http://www.corriere.it/appsSondaggi/votazioneDispatch.do?method=risultati&idSondaggio=11201
Che duro colpo dev'essere per i reduci del 68.

Enrico D ha detto...

Sì, bravo Papik.f, l'aria dell'economia globalizzata che induce a go go bisogni di consumo! Ci sono dietro senz'altro le multinazionali del vestiario e non a caso la Gelmini è del bresciano, della cui economia il tessile e l'abbigliamento costituiscono uno dei punti di forza. Non si muove foglia che il capitale non voglia! ;-)