martedì 29 gennaio 2013

SUL "CORRIERE" TORNA ILTEMA DELLE COPIATURE ALL'ESAME. IL TEMPO PER PROVVEDERE C'È

Anche Luciano Canfora pone il problema delle copiature all'esame di Stato, suggerendo la sua ricetta. Si fa un po' più difficile fare finta di nulla per il prossimo ministro, Dio non voglia che sia lo stesso di ora. Ma è doveroso ricordare anche che: 1) è tassativo dovere dello Stato fare di tutto per impedire che si imbrogli; 2) che di conseguenza devono esserci anche sanzioni chiare e immediatamente applicabili, istruzioni precise ai docenti e una sostanziosa deterrenza per eventuali samaritani nelle loro file; 3) che la tecnologia copiogena si può sconfiggere con la tecnologia anticopioni, come suggeriva anche il preside Rembado l'anno scorso e come accade altrove; 4) che si educano i giovani molto più applicando che predicando le regole. Vedremo. (GR) Leggi l'articolo.

11 commenti:

Antonello ha detto...

Ma siamo sicuri?
Sono almeno trent'anni che al Ministero si canticchia la canzonetta "Tutto va ben Madama la Marchesa....tutto va ben, tout va trés bien...." in voga negli anni '30......
Siamo sicuri che al Ministero una percentuale di bocciati diciamo del dieci o quindici per cento farebbe piacere?
Ho scritto molto su questo argomento e non vorrei sembrare tedioso.....

Giorgio Ragazzini ha detto...

Se è per questo, il problema non è il ministero, è l'Italia.

mario ha detto...

E' un cancro italiano e fin da piccini si abituano a truffare con destrezza e a sentirsi per questo dei furbi. Per Profumo e per tanti sedicenti insegnanti il problema non esiste.

Massimo Rossi ha detto...

Per Profumo il problema non esiste, certo, anzi ha strizzato l'occhio ai furbetti nostrani quando, interrogato sull'argomento, disse di non avere la mentalità dei servizi segreti.
Quanto al rimedio suggerito da Canfora, ci avevo pensato anch'io, ma personalmente ne adotto un altro: scelgo il brano da assegnare al compito in classe da internet (i testi si trovano quasi tutti, ad es. all'url www.thelatinlibrary.com), lo trasferisco su un file word, poi lo modifico fino a renderlo irriconoscibile (cambiando costruzioni, ordine delle parole, omettendo dei passi e aggiungendone altri di mia creazione ecc.) in modo che gli studenti non possano trovarlo con lo smartphone o col cellulare. Di solito i ragazzi digitano sul cell le prime parole della versione collegandosi a siti manigoldi che, dietro un minimo compenso, forniscono la traduzione. Ma se la versione non è più quella originale, se le parole non corrispondono più, non possono più trovarla. A me finora questo è sembrato il rimedio migliore, e sto constatando che funziona.

Antonello ha detto...

Per quanto mi riguarda, i compiti importanti vengono personalizzati con valori numerici differenti tra un alunno e l'altro.
La difficoltà è quindi esattamente la medesima ma i risultati diversi, la possibilità di copiare zero.
Ma, ripeto sino alla nausea, il problema non è"copiare" o non copiare.
Non affermo affatto che al giorno d’oggi TUTTI (scusate il maiuscolo) gli studenti siano impreparati, anzi proprio in questi anni ho avuto modo di avere in Classe intelligenze vivacissime: il problema è che a fronte di studenti al giorno d'oggi impegnati seriamente (pochissimi) vi è un esorbitante numero di studenti con preparazione carente (eufemismo) che, comunque, passano alle classi successive.
Trentatré anni fa, quando iniziai la mia carriera di Insegnante, in una Classe vi erano i voti espressi con tutti i numeri reali dall’uno al dieci: oggi in una classe ci sono due o tre studenti con votazioni altissime, il resto è abulia e impreparazione indifferenziata.
E’ questo che voleva chi ha introdotto il 6* fortunatamente scomparso dalle pagelle ma ancora ben radicato nelle capocce dei docimologi à la page ?
I Dirigenti scolastici in tutti i modi ci costringono ad abbassare in maniera indecorosa i livelli di insegnamento e poi i vari Maître à penser, Docenti universitari perlopiù, che campano benone scrivendo libri o articoli su prestigiose testate, assumono l’aria di vergini violate alla scoperta che gli alunni copiano?
Il Ministero si guarda bene dal prendere seri provvedimenti, naturalmente.....tanto, la colpa é solo ed esclusivamente dei Docenti......
“Professore, Lei non riesce proprio ad interessarmi.......” mi disse un’Alunna quattordicenne alla quale tentavo invano di spiegare i primi rudimenti delle Proiezioni Ortogonali......
Copiare...... ma perché non diciamo che gli Studenti vengono promossi anche senza copiare, vale a dire con i compiti totalmente sbagliati o addirittura in bianco?
Il Presidente della Commissione di Maturità lo scorso anno guardava con più sospetto il sottoscritto che faceva qualche domanda appena fuori dagli schemi usuali (Mi vuole parlare della Legge Urbanistica del 1942? Benissimo........Che cosa stava succedendo in Italia in quell’anno? Bohh... la Candidata rispose .....) rispetto alla scena muta degli Alunni messi di fronte a domande o problemi di sconcertante facilità.
Purtroppo, note Marche di alimenti per l'infanzia non sono stati ancora in grado di fornire omogeneizzati alla "Matematica", al "Latino", all'"Elettrotecnica" così come sono in grado di fornire quelli al vitello, al pollo, alle verdure, da spedire con un cucchiaino direttamente nella gola degli studenti.....
Studiare e apprendere sono fatica, noia, frustrazione, rinuncia...... tutti vocaboli smarriti nella Scuola Italiana di oggi.

Antonello ha detto...

Ci sono inoltre molti metodi per evitare che si copi e per valutare la preparazione e l’idoneità di una persona.
Qualcuno dei Colleghi presenti su questo Blog ha mai fatto un colloquio per l’assunzione in una grande Impresa?
Io si...... IBM, un grande Istituto bancario....
Guarda caso, le Aziende non scelgono mai il loro personale mediante test scritti, men che meno quelli enigmistici proposti nell'ultimo Concorsone, ma solo attraverso colloqui personali.
Il fatto è che viviamo in un mondo dove deve essere massimizzata la “produzione” e quindi dove la velocità deve essere forsennata: il guadagno non è altro che produzione diviso velocità e nella Scuola Italiana questo modo di fare è al suo peggio, vedi, appunto, il Concorsone.
Se si tornasse ai sani metodi antichi....... mi sia permesso un breve ricordo scolastico personale.
All’esame di maturità classica (1971) fui molto fortunato agli scritti: il compito di Italiano verteva su una frase dell’Architetto Le Corbusier, su cui ero molto documentato, visto che dopo il diploma già pensavo di iscrivermi in Ingegneria o Architettura e la versione di Latino era facile ( anche se nonostante mi lambiccassi il cervello per ore, non riuscii a tradurre in maniera del tutto corretta corretta il termine utria.....)
All’orale la Commissione voleva evidentemente vederci chiaro: il Commissario di Greco apri a caso il volumetto della Tragedia in programma, l’Ifigenia in Aulide, puntò il dito su un verso e mi intimò: “Legga e traduca”.
Quei versi non erano nel programma e quindi i casi erano due: o protestare affermando che i versi non li avevo visti o spremermi le meningi e cercare di tradurre.
Indovinare quale sarebbe l’atteggiamento di uno studente d’oggidì.

Anonimo ha detto...

Canfora ha molta ragione a proporre di ampliare la rosa di autori e testi da proporre agli esami.
Il problema è che anche Dante, Newton, Galileo e Cartesio finiranno su Internet quando si sarà capito che sono autori che possono capitare.

Pur essendo convinto che l'abitudine a copiare sia pura corruzione morale, io credo che dovrebbe cambiare tutto il sistema della valutazione.

Oggi l'unico obiettivo di uno studente è prendere buoni voti. Non capire, non apprendere, non sperimentare, non incuriosirsi. Solo prendere un voto, in qualsiasi modo.

E tutto quello che noi facciamo è mettere voti. E' il nostro unico contatto istituzionale con i nostri studenti. Non è strano che questa impostazione, insieme con il grigiore morale della nostra società, produca dei mostri.

FR

francini ha detto...

Io ritengo che, perché l'Esame di Stato possa avere un senso preciso di accertamento della preparazione in uscita (e non si limiti ad essere un semplice rito di passaggio, quale è diventato), le Commissioni debbano tornare ad essere esterne, possibilmente con membri da altre regioni, ma è costosa. In alternativa, si può prevedere di imbustare i compiti anonimamente e farli correggere a commissioni sorteggiate in tutto il territorio nazionale, in forma anonima, come avviene in Francia.

Nulla impedisce che le prove vengano svolte a inizio maggio anziché a metà giugno, lasciando un mesetto per la correzione. Si potrebbero fare anche più prove scritte, invece che solo 3.

Il nostro esame di Stato è troppo contestualizzato, finendo per non essere più "di Stato". Non è percepito, di fatto, come momento in cui gli studenti sono chiamati alla verifica di obiettivi nazionali comuni, ma è una sorta di minaccia esterna, che turba la serena autarchia irresponsabile nel segno dell'autonomia e della retorica del "territorio", minaccia dalla quale le scuole tendono a difendersi rinunciando al proprio ruolo di valutatori e favorendo l'aiuto reciproco e, in certi casi, anche la frode aperta, sentendosi giustificate ad agire nel nome della resistenza ad un comune nemico.

Nasce di qui il problema della copiatura e della scarsa vigilanza nei nostri esami, non è solo un problema di malcostume o solo un problema di carattere etico. E' prima di tutto un problema legato a come la scuola, oggi, si rappresenta e come essa vive questo appuntamento.

Molte cose debbono mutare per cambiare questa situazione.

paniscus ha detto...

Antonello: "Purtroppo, note Marche di alimenti per l'infanzia non sono stati ancora in grado di fornire omogeneizzati alla "Matematica", al "Latino", all'"Elettrotecnica" così come sono in grado di fornire quelli al vitello, al pollo, alle verdure, da spedire con un cucchiaino direttamente nella gola degli studenti....."
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A te sembra di aver fatto una battuta, ma in realtà il paragone è serissimo: mica solo nello studio, ma ANCHE nell'alimentazione, gli omogeneizzati industriali "appositi" non dovrebbero aver ragione di esistere e rappresentano una distorsione inutile.

Per quale motivo si dovrebbe comprare un alimento di marca fatto apposta, quando si può benissimo svezzare un bambino con normalissimi alimenti freschi, identici a quelli che gli adulti comprano per sé, e frullati in casa?

I genitori li comprano perché c'è stato un battage propagandistico cinquantennale che ha fatto credere loro (erroneamente) che siano migliori, più sani, più digeribili, e più "adatti", ma questo mica è vero...

...e soprattutto, li comprano perché il medesimo battage propagandistico ha messo loro in testa che siano "più moderni", e che perdere tempo a frullare in casa le verdure e il petto di pollo lesso sia roba da trogloditi.

Esattamente quello che oggi si comincia a pensare anche dell'apprendimento: studiare è roba superata e retrograda :)

Lisa

Anonimo ha detto...

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