domenica 30 giugno 2013

MARGHERITA HACK, DONNA DI PASSIONI CHE DIVERTENDO RACCONTAVA L’UNIVERSO

Sottoscrivo il documento. Sarebbe ora che i politici si rendessero conto dell'importanza della scuola e fosse rivalutata la funzione del docente, che non si esaurisce certo con le  ore di lezione in cattedra”. Con questa dichiarazione di stringente buon senso Margherita Hack sottoscrisse prontamente sei mesi fa la lettera aperta ai partiti da noi promossa in vista della elezioni politiche (Chi vuole davvero una scuola seria?). Fiorentinaccia trapiantata da cinquant’anni a Trieste, dove risollevò le sorti del locale osservatorio astronomico, è piaciuta per la sua straripante simpatia e l’indipendenza intellettuale anche a chi non condivideva in tutto e per tutto le sue prese di posizione politiche, sempre espresse con rara franchezza. Prima di morire, tra l’altro, ha fatto a tempo a dare del grullo a Beppe Grillo, che pure ne aveva caldeggiato la nomina a senatrice a vita.
L’astronomia le deve parecchio della sua grande popolarità, grazie a un'intensa e divertita attività divulgativa al cui servizio metteva la capacità di tradurre i fenomeni scientifici in un linguaggio quotidiano e spesso popolaresco (a volte fin troppo: come quando, per spiegare ai bambini il Big Bang, lo ha definito la più grande scorreggia dell'universo da cui è nato tutto quello che noi possiamo osservare).  Attraverso i suoi libri e i tanti video disponibili continuerà quindi a parlarci anche in futuro di stelle (“le mamme della vita”), di extraterrestri, di etica laica, di difesa degli animali e di tutte le altre passioni della sua lunga vita. (GR)

mercoledì 26 giugno 2013

LE BELLE LEGGI “PROGRESSISTE” CHE SI ABBATTONO SULLA SCUOLA

Come sappiamo, nella scuola vi sono docenti in grado di personalizzare il loro insegnamento tenendo conto dei problemi degli allievi e altri che neanche si pongono il problema, anche quando uno studente manifesta un disagio che va ben al di là delle canoniche crisi umorali dell’adolescente. Continua a leggere.

giovedì 20 giugno 2013

QUATTRO SGUARDI SULLA PROVA DI ITALIANO

Le polemiche sulla prova di italiano si rinnovano  a ogni nuovo esame “di maturità” – dizione eliminata sull’altare del nuovismo, forse nell’inconscio timore di pretendere troppo dai ragazzi come suole l'educazione buonista. Quest’anno però le obbiezioni sollevate dai commentatori sono parecchie e la discussione (una volta tanto) non montata artificiosamente dai giornali. Alberto Alesina condanna giustamente la tendenza tuttologica che emerge dalle tracce,  ma sbaglia a prendersela con l’incolpevole tema, secondo una polemica ormai quarantennale avviata da Tullio De Mauro: il problema sono i titoli (contenuto e forma), non il genere testuale in realtà molto comprensivo, anche perché dopo tutto “tema” significa semplicemente “argomento”. Giovanni Belardelli ricorda giustamente  che una scuola appiattita sulla contemporaneità viene meno a un suo  compito essenziale, quello di dare ai ragazzi la possibilità di riflettere distaccandosi temporaneamente dal qui e ora, per capire meglio il presente attraverso il confronto con il nostro patrimonio culturale. Paola Mastrocola insiste sulla necessità di dare la parola ai ragazzi perché “si raccontino” liberamente, anche attraverso titoli semplici e vicini alla loro esperienza; e avanza il sospetto che la complessità degli argomenti proposti rifletta una buona dose di narcisismo da parte di chi li sceglie. Giorgio Israel, infine, in sostanziale sintonia con Alesina (però salvando il tema) e con la Mastrocola, giudica i titoli con estrema severità:  si tratta - dice - di "brevi cenni sull'universo" che sarebbero già troppo pretenziosi per una tesi di laurea. (GR)
Leggi: AlesinaBelardelliMastrocola  Israel .

martedì 18 giugno 2013

"DIVIETO DI SOSTA" SU RAI 2 CON LA PARTECIPAZIONE DI VALERIO VAGNOLI DEL GRUPPO DI FIRENZE

Il video, relativo alla puntata di venerdì 14 giugno, dura circa un'ora. Il programma tratta - e a volte sfiora appena - molti temi più o meno collegati alla scuola.

giovedì 13 giugno 2013

LA "MEDIA" NON HA BISOGNO DI RIVOLUZIONI MA DI REALTÀ. RISPOSTA ALLA PRESIDE FALCO

Davvero il lavoro degli insegnanti è "praticamente part-time, a carattere quasi stagionale"? Siamo certi che la scuola media sia l'anello debole del sistema? Su "ilsussidiario.net".    

mercoledì 12 giugno 2013

GLI ESAMI SI AVVICINANO, MA IL MINISTRO TACE SULLA RICHIESTA DELL’ANP DI GARANTIRNE LA CORRETTEZZA

Un mese fa Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, inviò una lettera al ministro Carrozza, chiedendo i seguenti provvedimenti per garantire la regolarità delle prove d’esame. 
 - Ricordare in modo circostanziato i doveri di sorveglianza che incombono ai commissari e i provvedimenti da prendere nel caso di studenti sorpresi a copiare.
- Rafforzare tali indicazioni con l’adozione di strumenti giuridicamente più vincolanti degli attuali (secondo alcune pronunce giudiziarie, la mancanza di una normativa primaria in merito renderebbe illegittima l’adozione di sanzioni).
- Valutare la possibilità di disporre l’utilizzo nelle sedi d’esame di apparecchiature elettroniche atte a rilevare la presenza di cellulari accesi, anche in stand-by. Tali apparecchiature, di basso costo, non emettono radio-frequenze (che potrebbero interferire con le comunicazioni), essendo soltanto rilevatori passivi delle frequenze emesse dai cellulari.
- Prendere tutte le iniziative consentite dalle norme per contrastare l’attività dei siti che offrono il loro aiuto a chi vuole copiare e che comunque pubblicano le soluzioni delle prove d’esame durante l’orario in cui si svolgono, valutando ad esempio la possibilità di stabilire uno  specifico divieto in tal senso e di rafforzare le possibilità di intervento della Polizia postale.
A tutt’oggi non ci consta che Maria Chiara Carrozza abbia avuto tempo di rispondere alla maggiore organizzazione professionale dei dirigenti scolastici. E sarebbe il terzo ministro che ignora le molteplici sollecitazioni giunte dalla scuola negli ultimi tre anni. Eppure non si tratta di richieste corporative, ma della credibilità dello Stato, del rispetto della legge e della formazione morale dei giovani.
Intanto anche Rosario Salamone, già preside e da sempre compagno di strada del Gruppo di Firenze, è intervenuto due volte per ricordare il problema delle copiature. Prima su Rai Scuola, ieri sull’edizione romana del “Corriere della Sera”, dove tiene una rubrica settimanale, con un articolo intitolato Etica, responsabilità e arte della destrezza. 

sabato 8 giugno 2013

LE FALSE PREMESSE DELLE RIFORME SCOLASTICHE

Su “il sussidiario.net” c’è oggi un articolo di Annamaria Falco, preside dell’istituto comprensivo “Martiri della libertà” di Sesto San Giovanni, a proposito della scuola media. Nel secondo capoverso ci si imbatte nelle seguenti strabilianti affermazioni:
"Dovrebbe essere rivisto in ambito contrattuale il profilo professionale dei docenti della scuola pubblica, che non può più delinearsi quale lavoro eminentemente femminile, praticamente part time, a carattere quasi stagionale".
Su premesse di questo genere non si può e anzi non si deve riformare nulla. Di più: non vale neppure la pena di leggere tutto l'articolo. (GR)
http://bit.ly/16Scdx0

martedì 4 giugno 2013

L'ECCEZIONE E LA REGOLA

Un collega stamattina mi ha telefonato per dirmi che doveva leggermi la lettera di una mamma. Di solito ci sentiamo per trovare reciproco conforto rispetto alle quotidiane, talvolta esose, circolari o per scambiarci pareri su uno dei tanti problemi che un preside si trova a gestire: dall'insegnante che esce di matto alla carcassa del piccione morto trovata in mezzo all'erba del giardino. Quindi ho pensato che si trattasse di una madre che si era lasciata andare alla  solita immotivata, vaga e penosa difesa del povero figlio, magari inventandosi chissà quali crimini da parte della scuola. E invece no. Il collega tutto d'un fiato mi ha letto una lettera che mi ha lasciato sbigottito e nello stesso tempo entusiasta. Da anni non mi capitava di leggere delle frasi così  dignitose e degne, appunto, di una  madre che sa essere tale fino in fondo. La donna chiedeva scusa a nome della figlia (che aveva usato più volte in classe il cellulare per fotografare delle compagne e aveva risposto con maleducazione a un educatore), definendo il suo comportamento scorretto "indecoroso e poco educato...”. E aggiungeva: “E questo mi dispiace moltissimo, perché ho creduto di educarla nel rispetto delle istituzioni e delle persone adulte... E per questo ho provveduto a parlare  severamente con lei..., confidando che le darete la possibilità di recuperare la Vostra stima". Al piacere è però immediatamente seguito lo sgomento, nel prendere atto che lettere del genere sono talmente rare da risultare eccezionali, quando invece dovrebbero rappresentare la norma. (VV)