giovedì 9 ottobre 2008

BRUNETTA HA UN’IDEA ECCELLENTE PER SVELENIRE IL CLIMA: DENIGRARE IN BLOCCO GLI INSEGNANTI ITALIANI

Come ricorderanno i lettori più fedeli di questo blog, non ci dispiacque che il ministro Brunetta, al suo esordio, si presentasse come il castiga-fannulloni, convinti come siamo che la prima forma di valorizzazione di chi fa bene il suo lavoro stia nella puntuale sanzione di chi demerita. Purtroppo con i provvedimenti anti-assenteismo il ministro ha poi percorso la strada più semplice e più “antimeritocratica”, decurtare lo stipendio a chiunque si ammali, senza alcuna distinzione, suscitando con questo la comprensibile indignazione soprattutto di chi ha fatto sempre il suo dovere. Ma a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate ieri, almeno come riportate da “La Repubblica”, il ministro sembra davvero pensare che proprio tutti gli insegnanti sono dei fannulloni: “ I nostri insegnanti lavorano poco, quasi mai sono aggiornati e in maggioranza non sono neppure entrati per concorso, ma grazie a sanatorie. E poi 1.300 euro sono comunque due milioni e mezzo di vecchie lire, oggi l’insegnamento è part-time e come tale è ben pagato”. È grave che un ministro abbia sulla scuola opinioni improntate a un tale sgangherato qualunquismo, ma ci si chiede soprattutto per quale motivo abbia deciso di esternarle, senza curarsi, così sembrerebbe, delle conseguenze, in un clima già di scontro frontale.
Sulla questione del “maestro unico” segnaliamo l’opinione, favorevole, di Lorenzo Strik Lievers, che di scuola elementare si è sempre occupato nel suo lavoro di docente universitario e che come parlamentare radicale si oppose, tra i pochi, all’istituzione del “modulo”.
Infine una nostra lettera a “Liberal”, a commento di alcune affermazioni del professor Panebianco sul presunto tentativo di Berlinguer di introdurre per la prima volta, con il cosidetto “concorsaccio”, seri criteri di valutazione degli insegnanti, insieme a una prospettiva di carriera. Non è, secondo noi, un merito che si può attribuire all’ex ministro, come tanti altri.

3 commenti:

argo50 ha detto...

Penso che adesso Brunetta incominci ad esagerare con questi giudizi gratuiti. In linea di massima è vero che ci sono insegnanti che vanno a scuola solo per lo stipendio, ognuno di noi ne conosce almeno tre o quattro, questo lo posso affermare senza ombra di dubbio. Però credo che la maggioranza. io dico un buon 55/60% lavori bene e con coscienza. Mandiamo tutti una lettera a Brunetta.

Carlo Scognamiglio ha detto...

A me sembra che, come spesso accade, partire da un fatto parzialmente vero per sferrare un attacco, predispone a un assalto ancor più pesante. Mi spiego. L'apparentemente condivisa campagna anti-fannulloni, piena di contraddizioni secondo me, faceva leva su un sentire comune, perché di fatto i fannulloni ci sono. Però si è costruita in primo luogo in modo tale da colpire chi fannullone non è (prendi il caso della malattia, chi non esercita il diritto è il docente coscenzioso che continua ad andare a scuola pure se mezzo malato, mentre il bighellone sta a casa fino alle 19,00 e poi scappa in discoteca).
Ora si vede il vero scopo della campagna. Distinguere in chi lavora meglio o peggio (i criteri, soprattutto nella scuola, immagino che saranno assai discutibili) e poi regalare qualche spicciolo agli ossequiosi, per ridurre - e sottolineo ridurre - la paga a la grande massa di lavoratori.
Che vi devo dire, io di questo governo non riesco proprio a fidarmi.

Papik.f ha detto...

Condivido appieno il contenuto della lettera inviata a Liberal e vorrei fare un commento in proposito. Diversi anni fa, in un convegno a Fiuggi (ebbene sì, ho fatto parte della commissione Brocca, mea culpa), quando mi espressi a favore della progressione di carriera e di retribuzione per chi svolgesse mansioni aggiuntive rispetto al puro insegnamento, si scatenò una veemente reazione da parte dei Presidi presenti. Ciò perché io pensavo a concorsi per titoli, mentre per i Dirigenti scolastici, in genere, l'unica ipotesi proponibile è quella di incarichi pro-tempore conferiti, e revocati, a loro insindacabile giudizio. A distanza di anni, tuttavia, anche questa soluzione mi sembrerebbe accettabile (come pure la diretta contrattazione tra docente e dirigente), purché il dirigente fosse a sua volta responsabile dei risultati conseguiti davanti a un Consiglio di Amministrazione (anziché dittatore incontrastato di uno pseudo-democratico Consiglio d'Istituto). Ma non credo ci siano molte speranze nell'uno o nell'altro senso e probabilmente si escogiterà la solita soluzione all'italiana, che punterà soprattutto al risalto mediatico e finirà col premiare i furbi e punire gli onesti: proprio com'è accaduto con il provvedimento di Brunetta sulle assenze per malattia.