martedì 14 ottobre 2008

LE OKKUPAZIONI E LA POLITICA

di Valerio Vagnoli
Così stanno ripartendo le occupazioni, come era nell’aria e come molti auspicavano. Sul Corriere Fiorentino di domenica scorsa si riferisce quanto avrebbe dichiarato il Preside del Michelangelo, che ci sono state pressioni di parlamentari del PD perché gli studenti passassero a questa forma di protesta. Oggi il Preside smentisce, ma chi scrive questa nota è testimone di un episodio a dir poco sconcertante, almeno se si pensa al futuro della sinistra, chiamiamola così, di governo.
In occasione della recentissima festa nazionale del PD qui a Firenze, durante un dibattito dedicato ai problemi della scuola, l’on. Vita si rivolse al rappresentante della Consulta nazionale degli studenti ricordandogli, più o meno, che non dimenticasse “ che esistevano anche le occupazioni” per combattere la riforma Gelmini. E le occupazioni, appunto, dopo anni, cominciano a tornare con i loro riti di sempre e con l’illusione, per molti, che da lì possa ripartire l’interesse dei giovani per la politica, di sinistra s’intende.
Ne abbiamo viste troppe di occupazioni per pensare che ciò possa accadere e se anche accadesse la cosa ci farebbe comunque impensierire. Siamo convinti che riportare i giovani ad occuparsi di politica e in particolare dei problemi della scuola, sia importantissimo e del tutto auspicabile. Ma siamo altrettanto convinti che ciò debba essere il frutto di una lenta, critica e progressiva maturazione di idee che debba trovare innanzitutto i suoi riferimenti nel rispetto delle regole proprie della democrazia e della legalità.
Auspicare, da parte delle forze politiche dell’opposizione, che i giovani occupino le scuole per dimostrare la loro contrarietà alla Gelmini e al governo Berlusconi ci appare, almeno come educatori, avvilente. (Quando sarà la destra, perché all’opposizione, a stimolare gli studenti ad occupare le scuole, quali saranno le reazioni della sinistra?)
Una sinistra di governo si deve giustamente preoccupare di riportare i giovani alla politica, ma non lo faccia in modo così palesemente strumentale e “investa” invece su di loro con pazienza e convinzione: magari spiegandogli che non si è credibili se si fa politica esclusivamente come alternativa all’attività scolastica.
Le occupazioni sono quasi sempre, anche perché vissute come eventi, inevitabilmente risultate dei fuochi di paglia che hanno poi rigettato i ragazzi, nella migliore delle ipotesi, nella routine e nel solito distacco dalla politica.

* * *
Sulla stampa, accanto alle cronache delle okkupazioni, con l'immancabile repertorio di pezzi di colore e di prevedibilissime dichiarazioni di studenti, presidi e docenti, prosegue il dibattito pro o contro la "riforma" Gelmini. A difesa del Ministro e delle sue scelte un intervento sul "Giornale" di Giorgio Vittadini , della "Fondazione per la Sussidiarietà", mentre contrarissima a tagli e accorpamenti di scuole è Mariangela Bastico, viceministro dell'Istruzione nel Governo Prodi. Infine un articolo di Francesco Merlo che ci sembra confermare, almeno ai nostri occhi, di avere smarrito in una polemica politica molto schierata, in questo caso persino mistificante, il carattere molto libero e spesso eccentrico dei suoi commenti di un tempo. Di seguito una breve lettera che gli abbiamo inviato a commento del pezzo.

Vorrei informare il dottor Merlo che il rinsavimento della scuola italiana - cioè il recupero di un po' di serietà e di rigore - è in corso da pochissimi mesi più che da anni ed è quindi tutt'altro che acquisito e consolidato. Aggiungo che non si tratta per nulla di un'iniziativa originale della Gelmini, che è non ha fatto che proseguire la svolta meritoriamente iniziata da Fioroni: esami più seri, recupero reale dei debiti, revisione in senso rigorista dello Statuto degli Studenti. E il voto di condotta, che può in casi estremi portare alla bocciatura, è solo una diversa regolamentazione di quest'ultimo provvedimento (novembre 2007). Gli ricordo infine - visto che sembra averlo dimenticato - che il primo a farsi sostenitore, nel più perfetto isolamento iniziale, di una maggiore disciplina e di una scuola più esigente è stato il suo collega di "Repubblica" Mario Pirani, che per questo motivo apprezza l'operato dell'attuale ministro.

Giorgio Ragazzini - Docente nella scuola media

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dato che vengono citati alcuni articoli sulla scuola apparsi ieri su alcuni giornali nazionali vorrei far presente l'articolo di Lodoli sulla Repubblica "Quei docenti in trincea" apparso ieri nello stesso inserto in cui e' apparso quello di Merlo . L'articolo in questione mi e' sembrato molto interessante e mi stupisce che non sia stato segnalato. Spero sinceramente che non sia stata una svista voluta.

Gruppo di Firenze ha detto...

Non è stata voluta. Per altro non abbiamo nessuna pretesa di completezza, anche perché per questo basta utilizzare l'ottima rassegna stampa del Ministero della Pubblica Istruzione. Esprimiamo soltanto il nostro punto di vista. Grazie comunque. GR