È quanto sostiene Luca Ricolfi in un'analisi pubblicata questa settimana da "Panorama". Ci sembra quindi opportuno pubblicare, dopo l'intervista di ieri, anche questo ragionamento piuttosto dettagliato. Anche se rimane doveroso prendere con le pinze i risultati delle analisi internazionali e nazionali, resta il fatto che da qualche settimana in qua il luogo comune della scuola media "anello debole" è stato almeno rimesso in discussione.
Segnaliamo anche un intervento di Giuseppe Bertagna su "Liberal", utile anche perché ricapitola le "visioni" sulla scuola degli ultimi anni. Bisognerebbe lavorare, dice lo studioso, a un "cambiamento strategico", cioè a "un progetto complessivo di ricostruzione delle forme istituzionali e ordinamentali della scuola e dell'università". Pur apprezzando i "correttivi ad alta carica simbolica", come gli esami di settembre e la disciplina più severa, c'è ancora però, a nostro avviso, anche in Bertagna una certa sottovalutazione del ruolo fondantementale del versante educativo ed etico-deontologico del problema, quindi della perseveranza che è necessaria per fare rotta con decisione verso la scuola seria tenendo ferma la barra del timone (vedi rapido accantonamento dell'opera di Fioroni all'interno del PD), e quindi dell'estrema precarietà delle sole riforme "di sistema".
(GR)
venerdì 3 ottobre 2008
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1 commento:
Le elementari credo che non siano l'anello debole, non le difendo per spirito di corpo, ma perchè in questi ultimi vent'anni le riformine, le innovazioni le abbiamo noi, molti colleghi delle medie sono vissuti di rendita.
Solo con la riforma Moratti si sono dati una svegliata. Una riforma deve investire contemporaneamente tutti è chiaro, riusciranno i nostri eroi a portare l'Istruzione a quei livelli che le competono? Speriamo bene.
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