Le forme più appropriate di partecipazione studentesca al governo della scuola (s’intende, nelle scuole superiori) non dovrebbero consistere, come si è accennato nella prima di queste tre note, in una presenza diretta, specie se numericamente significativa (e quindi potenzialmente decisiva) all’interno del Consiglio d’Istituto (di Amministrazione, di Indirizzo...), ma nella possibilità di rappresentare in vari modi le proprie esigenze, far valere il proprio punto di vista, avanzare proposte, ottenere informazioni e via dicendo. Oltre a questo, però, sarebbe di grandissima importanza che venisse favorito all’interno delle scuole un autonomo associazionismo degli studenti, con relative libertà e responsabilità. La creazione di associazioni o circoli culturali dotati di statuto, di assemblee elettive e di organismi direttivi costituirebbe infatti un’alternativa molto più soddisfacente e formativa alle estemporanee “autogestioni”, non di rado deludenti, per non parlare dello stanco e diseducativo rituale delle occupazioni. Conservo ancora lo statuto del “Circolo culturale Enea Silvio Piccolomini”, che con alcuni compagni di terza liceo fondammo a Siena con l’accordo e il sostegno del Preside e dei professori (era l’anno scolastico 1967/68). Prevedeva un’assemblea con tre rappresentanti eletti per classe e un consiglio direttivo con tanto di presidente e vicepresidente. Il circolo promosse autonomamente incontri pomeridiani con personalità della cultura e con docenti universitari per l’orientamento di noi maturandi, bandì un concorso di poesia, pubblicò un giornale e organizzò la grande festa di fine anno (con l’Equipe 84: i cachet erano ancora contenuti). Senza perdere un’ora di scuola.
(Giorgio Ragazzini)
giovedì 3 settembre 2009
NOTE SUL GOVERNO DELLA SCUOLA - 3. Organismi studenteschi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
La ringrazio per Blog intiresny
good start
Posta un commento