venerdì 20 novembre 2009

DOCENTI E PRESIDI CONTRO LE OCCUPAZIONI: UN RITORNO AD OBSOLETE FORME DI AUTORITARISMO?

di Sergio Casprini

In un editoriale in prima pagina del Corriere della Sera, Pierluigi Battista, acuto osservatore della società italiana, coglie la novità nella scuola di un diverso atteggiamento da parte dei docenti e dei dirigenti scolastici nei confronti delle rituali manifestazioni di protesta degli studenti delle superiori, che si esprimono soprattutto con occupazioni ed autogestioni, interrompendo per un periodo non breve l’ordinato svolgimento dei corsi. Dopo anni di supina acquiescenza, in alcuni casi di implicito consenso, talora con la conferma autorevole dei responsabili del ministero (la proposta per esempio del ministro Berlinguer di autorizzare ogni anno una settimana di autogestione nelle scuole), finalmente si comincia a dire basta a queste forme di infantilismo politico, promosse per lo più da una minoranza di studenti contro il diritto allo studio della maggioranza dei loro compagni. E Battista nel suo articolo lo riconosce, anche lui consapevole dell’inutilità di questo rituale di proteste che di in anno in anno si ripete e non produce alcun risultato, anzi frustra anche gli stessi studenti contestatori. Però alla fine del suo editoriale, quasi contraddicendosi, mostra un atteggiamento di maggior comprensione verso gli studenti, i quali evidenziano un disagio ed un malessere nel loro stare a scuola, a cui va data una diversa risposta, che non sia “di rancore e di appello all’ordine da parte degli insegnanti”.
Va riaffermato invece quel principio di autorità (non di autoritarismo!) che dal’68 in poi era stato messo in discussione e che solo negli ultimi tempi comincia ad essere praticato (e lo diciamo senza alcun timore di passare da reazionari): il ritorno al voto di condotta, la verifica settembrina del recupero dei debiti, la revisione dello statuto degli studenti, le iniziative contro il bullismo. Le prese di posizione di questi giorni contro le occupazioni sono appunto il frutto di un clima diverso nelle scuole, ove il rispetto delle regole, il senso di responsabilità per lo studio cominciano a valere com’è giusto che sia. Se ai primissimi segni di una ritrovata fermezza da parte di presidi e docenti si teme che la scuola si “abbandoni al rancore” contro gli studenti, ciò significa avere un'idea molto vaga degli ultimi decenni, che hanno visto gli insegnanti spogliati (e spogliarsi) del loro fondamentale ruolo di guida. Se poi come chiede Battista bisogna ritrovare un “senso alla scuola, in cui gli studenti possano sentirsi parte decisiva e centrale”, sarebbe già tanto se si recuperasse il Dna della scuola italiana, in cui il rigore dei saperi disciplinari ed il riconoscimento dei meriti nello studio garantiscano una vera partecipazione alla vita scolastica e costituiscano il lievito di una vera crescita democratica degli studenti.

Sempre dal "Corriere della Sera" di oggi, la situazione del "fronte antioccupazioni" in un servizio di Fabrizio Caccia e Annachiara Sacchi.
"La Stampa" dà invece largo spazio alla sentenza di un tribunale canadese, che in seguito a una battaglia legale deì genitori di due ragazzi, li ha liberati dal dovere di fare i compiti. Sacrosanto il sarcasmo con cui Paola Mastrocola commenta da par suo la vicenda sulla prima della "Stampa". (GR)

5 commenti:

Intervistato Mario Rusconi ha detto...

Sulla scuola bisogna investire, parola dei presidi!

30-10-2008 - Intervista esclusiva di Skuola.net a Mario Rusconi, preside del liceo Newton di Roma nonché vicepresidente dell' ANP

vai a:
http://skuola.tiscali.it/diritti-studenti/diritti-consigli/intervista-rusconi.html

VERONICA CURSI ha detto...

Il Messaggero - Giovedì 19 Novembre 2009

Il manifesto dei presidi: basta occupazioni. E per gli studenti è arrivato il 5 in condotta

di VERONICA CURSI

ROMA - Non vogliono più contare altri danni, fermare le lezioni a metà quadrimestre, ritrovarsi a dover prendere provvedimenti estremi quando una scuola viene sequestrata per giorni: «Adesso basta con le occupazioni, un inganno pedagogico, che lascia credere agli studenti che a una certa età si possa impunemente violare la legge senza conseguenze...».

I presidi del centro di Roma lanciano «un appello al mondo della scuola affinché gli studenti sviluppino un senso di responsabilità» e lo fanno sottoscrivendo un manifesto, che da lunedì circolerà in tutte le 430 scuole che aderiscono all’Anp (l’Associazione nazionale presidi), mentre in tutta la città i ragazzi si passano il testimone delle occupazioni.

Ed è proprio contro le occupazioni, «una forma di protesta illegale», che nasce questo documento, ideato e voluto da Mario Rusconi, vicepresidente dell’Anp e dirigente scolastico del liceo scientifico Newton di Roma, dove nero su bianco si punta il dito contro l’interruzione di pubblico servizio ma allo stesso tempo si favorisce «il dialogo e la partecipazione per una scuola dove gli studenti possano trovare sempre più spazio per esprimere le loro opinioni senza dover per forza ricorrere a forme di lotta estreme».

Nel documento, a cui hanno aderito diversi presidi tra cui quelli del Tasso, Giulio Cesare e Galilei, l’idea è quella di una scuola sempre più europea, una «palestra di democrazia», che «abbia come fine la crescita di studenti istruiti, formati nella personalità e cittadini di una comunità libera».

I dirigenti chiedono una scuola che comprenda spazi di didattica flessibile, «perché è giusto che i ragazzi si formino una propria opinione, che venga lasciato spazio anche al dissenso, ma nel pieno rispetto della legalità». Così si pensa a giorni di didattica alternativa che siano d’esempio a tutte le altre scuole «come al Newton dove io stesso organizzo da anni giorni di didattica alternativa - spiega Rusconi - Ogni anno per quattro giorni le lezioni vengono bloccate, studenti e insegnanti organizzano insieme corsi sull’attualità, dalla riforma della scuola ai temi più scottanti del momento: un modo per parlare, per discutere se necessario, ma senza incorrere in un reato».
Perché l’idea dei dirigenti sull’occupazione è chiara: «la scuola è un bene della comunità, l’occupazione lede il diritto allo studio e deve essere contrastata».

E il perché del manifesto, ora che l’autunno caldo della scuola è cominciato, appare sempre più chiaro: «Questa forma di protesta è ormai vecchia e obsoleta, non ci sono più le condizioni storiche e sociali per occupare, è ora che la scuola alzi la voce una volta per tutte». Regole? «Non ci sono regole vere e proprie in questo manifesto, ma una serie di si e no sui temi che consideriamo centrali per il futuro della scuola: si al dialogo e a forme di protesta alternative, no all’occupazione e alla sopraffazione».

Atteggiamenti che spesso possono essere dannosi per l’intera comunità scolastica. Basta contare i danni, gli ultimi, tanto per citare una scuola, al liceo Tasso, dove la preside si è ritrovata a dover mettere mano a una scuola sottosopra con porte rotte ed estintori svuotati. Non c’è scritto quali provvedimenti sia giusto adottare nel manifesto dei presidi «certo è che di fronte alla consapevolezza dei ragazzi di compiere un reato come l’occupazione - dice Rusconi - è giusto che paghino. Si, se necessario anche con un’insufficienza in condotta».



http://sfoglia.ilmessaggero.it/view.php?data=20091119&ediz=20_CITTA&npag=13&file=H_269
.xml&type=STANDARD

inviatospeciale.com ha detto...

http://www.inviatospeciale.com/2009/09/bagni-a-pagamento-in-una-scuola-romana/

Bagni a pagamento in una scuola romana

Scritto il 15 settembre 2009

I disastri prodotti dal ministro Gelmini non hanno più limiti.

“Viviamo una situazione di crisi economica, il governo ci deve oltre 100 mila euro: per questo oltre ai purtroppo consueti 100 euro volontari che chiediamo alle famiglie per sostenere le spese necessarie per l’attività didattica, chiederemo 50 centesimi a famiglia per acquistare dispenser di sapone disinfettante per i wc”.

È quanto ha reso noto il preside del liceo scientifico romano ‘Newton’, Mario Rusconi. Il docente, anche vice-presidente dell’Associazione Italiana dei Presidi, è lo stesso che ha consigliato i suoi studenti a non baciarsi come misura anti-influenza A.

Il preside ha chiesto al ministro Gelmini di mettere a norma urgentemente la sua scuola, che nelle sue due diverse sedi conta circa 1.200 studenti, ha inoltre pubblicato sul sito dell’istituto un glossario sulle regole di comportamento al Newton: “No a pance e natiche scoperte, perchè la scuola merita rispetto, no al fumo se non in cortile e al telefonino in classe. In questa scuola non ci saranno occupazioni, ma quattro giorni di attività di approfondimento su temi concordati coi ragazzi”.

Tra incompetenza ministeriale e presidi sopra le righe l’istruzione pubblica italiana sembra affrontare un lungo inverno da incubo.

Gruppo di Firenze ha detto...

Siamo molto interessati alle opinioni personali e ai commenti dei lettori del blog,incluse ovviamente le critiche. Assai meno, in tutta franchezza, al copia e incolla di articoli e di editoriali.

Genitori del Mamiani ha detto...

Oggetto: iniziativa dell’assessore regionale Di Stefano per martedì 24 novembre 2009, di indire un tavolo con tutte le componenti interessate e gli organi di governo territoriali, sulla situazione delle scuole, le occupazioni e le agitazioni studentesche.


RISPETTIAMO LE REGOLE


Il Comitato dei Genitori del Liceo Terenzio Mamiani di Roma aderisce all’iniziativa.
A tale proposito vuole sottolineare che non si è di fronte ad una reiterata tradizione, perpetuata da studenti che hanno voglia di saltare qualche lezione, ma all’emergere di un disagio profondo che non va sottovalutato.
Come genitori e in quanto cittadini siamo indignati per quanto si dice sulla stampa in questi giorni in merito alle scuole occupate.
Siamo infatti assolutamente favorevoli a che le regole vengano rispettate, in qualunque situazione della vita pubblica italiana, e a maggior ragione nella sua istituzione basilare, dove si formano i cittadini: la scuola.
Rispettiamo le scelte degli studenti, anche se non pensiamo che siano le occupazioni lo strumento adatto per risolvere i problemi della scuola italiana.
Siamo convinti che i nostri figli debbano rispettare le regole, ma non vogliamo che gli studenti che protestano siano trattati quale capro espiatorio.
Siamo indignati perché i nostri figli vanno tutti i giorni a scuola in edifici illegali: quante sono le scuole in sicurezza in Italia?
Siamo indignati perché i nostri figli sono ospitati in aule che non rispecchiano gli standard volumetrici obbligatori.
Siamo indignati per i tagli ai finanziamenti che rendono dubbio e precario il servizio e che rendono impossibili da realizzare i corsi di recupero previsti dalla normativa.
Siamo indignati perché i nostri figli frequentano scuole male attrezzate, senza laboratori, con pochi, vecchi e fatiscenti computer, ed in alcuni casi, anche senza palestre
Siamo indignati per l’uso illegittimo che viene fatto del 5 in condotta, strumento che nato per colpire il bullismo viene oggi, in contrasto con lo stesso regolamento ministeriale, utilizzato per minacciare gli studenti che sono costretti ad occupare scuole insicure, vecchie e inefficienti.
Le responsabilità per quanto sta succedendo nella scuola italiana vengono da lontano e sono di tanti: è ora che ognuno si assuma le sue.
Noi siamo profondamente preoccupati dal deterioramento della scuola: ci appelliamo ai docenti, ai dirigenti, ai genitori e agli studenti, come a tutti coloro che amano la scuola, invitandoli ad unirsi per ottenere le misure che davvero servono e possono contribuire a realizzare la scuola italiana che spetta a noi e i nostri figli quale diritto sancito dalla Costituzione, per cui contribuiamo fiscalmente e di cui chiediamo conto ai nostri politici e amministratori.

Al Dirigente Scolastico e al Collegio dei docenti del Mamiani chiediamo il coraggio di costruire un percorso nuovo, fuori dagli schemi pregiudiziali di cui troppo spesso rimaniamo prigionieri, per capire i nuovi bisogni che gli studenti esprimono e per trovare adeguate soluzioni, quelle consone ad un contesto educativo dove l’interruzione del dialogo, specialmente da parte degli educatori, di chi detiene le responsabilità, degli adulti formati è grave e pesante. Da parte nostra siamo sempre disponibili a dare il nostro contributo.

Comitato genitori del Mamiani - Roma