Michele Zappella, neuropsichiatra infantile e docente nell'Università di Siena, è molto noto soprattutto per i suoi studi sull'autismo. Negli ultimi anni ha approfondito il fenomeno del bullismo. Per il nostro blog ha scritto questo commento alla proposta di archiviazione di cui abbiamo parlato nel precedente post.
La decisione della Procura milanese sulle occupazioni suscita grande perplessità, creando un precedente che può ripetersi, e ha vari risvolti. Quello legale è ben commentato da Giorgio Ragazzini e lo condivido in pieno, aggiungendo che mi auguro che la decisione del pm di turno venga impugnata dal giudice competente. Ma vi sono altri punti di vista che vanno presi in considerazione. Certo, per dirla col pm, la scuola è 'anche' degli studenti: forse, sarebbe stato meglio dire che la scuola è stata fatta 'per' gli studenti ma non è di loro proprietà: la scuola appartiene alla comunità e va gestita da persone qualificate (i dirigenti) cui la comunità stessa ha conferito un mandato con regole precise e condivise. La scuola ha innanzitutto lo scopo di trasmettere cultura e democrazia, obiettivi che si raggiungono anche aprendo dibattiti, chiedendo democraticamente un'aula per svolgerli, non occupando. Quella della occupazione è una pseudocultura vecchia e stantìa, nata nelle università nelle quali gli occupanti, però, sono tutti maggiorenni, e in quarant'anni abbiamo avuto modo di constatare quanto spesso sia una palestra di conformismo. Viceversa, nelle scuole prese in esame dal pm milanese i protagonisti delle occupazioni sono dei minorenni e, prima di archiviare la denuncia, il pm di Milano aveva il dovere di valutare e prevedere tutti i rischi di qualunque tipo, dagli spinelli alla promiscuità, impliciti nell'abbandonare a questi giovani, di giorno e di notte, i locali della scuola, chiusi con lucchetti e catene.
4 commenti:
La sentenza milanese si ispira ad una logica di velleitaria tolleranza e di applicazione della norma a senso unico.
Vi invito a leggere, anche quale contributo alla discussione che mi sembra si intenda avviare, la sintesi normativa che compare in questo sito:
http://www.agoravox.it/Occupare-una-scuola-e-reato.html
Letto l'articolo penso che ogni commento diventerà superfluo e che le implicazioni del problema, sul lato giuridico, oltre che su quello educativo, aprano scenari inquietanti sui quali dovrebbero riflettere, visto il loro diretto coinvolgimento, anche quei docenti che, troppo spesso, tendono a "tollerare", se non addirittura a schierarsi apertamente, a favore di questa modalità di "protesta" studentesca.
Roberto Curtolo
Dirigente ITCG Calamandrei di Sesto Fiorentino
Condivido il commento e ringrazio per l'utile segnalazione.
Alberto Moreni
E' un vero piacere Professore, leggerla e condividere anche qui quello che scrive.
Purtroppo in Italia siamo ancora condizionati dalle disastrose e fallimentari ideologie del secolo scorso, e non si riesce a fare un dibattito serio sui temi importanti. Di fatto la scuola italiana è stata devastata negli ultimi 10-15 anni, da scelte politiche demenziali che ci hanno fatto perdere tantissimo in qualità. E' molto corretto ciò che dice il Prof. Zappella.
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