mercoledì 14 novembre 2012

QUANDO DOCENTI E PRESIDE COLLUDONO CON GLI OCCUPANTI

A quanto riferisce “La Repubblica”, in una scuola fiorentina (e chissà in quante altre) la decisione di occupare è stata prima discussa con i professori e poi messa ai voti “con la supervisione” della Preside, che evidentemente voleva garantirne la regolarità. Una prova indiscutibile di quanto poco molti insegnanti e dirigenti siano consapevoli del loro ruolo istituzionale (che in genere il Ministero si guarda bene dal ricordargli), al punto che gli uni pianificano con i ragazzi un comportamento illegale e la dirigente sovrintende alla votazione in cui lo si decide. Così gli studenti sono indotti a pensare che l'occupazione sia così legittimata. Bel risultato educativoIn questo quadro così collusivo, si inserisce perfettamente il dettaglio che la mozione per l’occupazione non aveva neppure raggiunto la maggioranza (42%), cosa che avrebbe potuto e dovuto consentire alla preside di dichiararla non approvata.  (GR)
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9 commenti:

mario ha detto...

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Unknown ha detto...

Un episodio gravissimo. C'è da augurarsi che la dichiarazione della studentessa riferita dall'articolo non sia fondata.
Altrimenti la sola indignazione non basterebbe
Donatella Purger

Enrico D ha detto...

C'è stata una sentenza nei primi anni novanta che ha assolto i ragazzi perché il comportamento dei docenti li aveva fuorviati, facendogli pensare che la cosa fosse lecita.

Francesca Romana Poleggi ha detto...

Sono anni che si propongono corsi, dibattiti e seminari sull'educazione alla legalità. Poi, in occasione dell'occupazione, e quindi della configurazione di 2 o 3 fattispecie di reato, il 95% dei colleghi e il Preside sono solidali con i ragazzi ( che giocano a carte, a palla e si fanno le canne, giorno e notte). Ho provato a chiedere: come possiamo avallare un'ipotesi di reato?
Se per protesta si bruciassero le macchine dei professori, quello sarebbe un reato che non si deve fare. Invece questo si può? Chi decide quali reati si possono e quali non si possono fare?
Dicono che tanto in un paio di giorni passa. E non è il caso di prendere provvedimenti, ma facciamo finta di niente. E così saremmo "educatori"? Chi trasgredisce sapendo di trasgredire, pensando di essere nel giusto, dovrebbe anche avere il coraggio di affrontare le logiche conseguenze. Se non educhiamo i giovani alle responsabilità, avremo adulti irresponsabili....
Esistono forme di protesta civili, che non comportano la violazione di legge. Perché non vanno bene? Scusate lo sfogo. Dopo 25 anni di onorato servizio, oggi, ho avuto veramente voglia di dimettermi.
Francesca Romana Poleggi

V.P. ha detto...

Nessuna collusione, nessuna illegalità

1) Il titolo del post “Quando docenti e preside colludono con gli occupanti” mi sembra improprio, esagerato, atto a indurre in errore. Da un dizionario possiamo averne conferma: “Collusione: Accordo fraudolento che una parte stabilisce con la parte avversa per ottenere vantaggi” o “Intesa segreta, a scopo di lucro, con la parte avversa a quella di cui si dovrebbero curare gli interessi”. Nel caso specifico, non c’è segreto, non c’è frode, nemmeno parti avverse e vantaggi indebiti.

2) E’ ben possibile che, per evitare illegalità, i ragazzi abbiano seguito a puntino le “istruzioni” disponibili in rete, tipo “Occupazioni a scuola, istruzioni per l'uso” (http://www.studenti.it/superiori/scuola/come-si-occupa-una-scuola.php) o altro sito simile.

3) La notizia su Repubblica (*), per quanto sintetica e da verificare, non giustifica la ricostruzione “gli uni pianificano con i ragazzi un comportamento illegale e la dirigente sovrintende alla votazione”. Se poi GR ha informazioni diverse da altra fonte, dovrebbe specificarlo.

4) A mio giudizio, non è da criticare la preside che ha garantito la regolarità della votazione e 162 voti su 385 corrispondono sì il 42% ma costituiscono la maggioranza relativa dei voti espressi.

5) Personalmente sono contrario alle occupazioni perché la “controparte” è il Miur e non la singola scuola, poi le occupazioni stesse non reggono nel tempo e c’è il rischio di episodi spiacevoli da parte di infiltrati. Infatti saggiamente i ragazzi dell’Alberti andranno “avanti fino a venerdì alternando lavoretti di tinteggiatura, dibattiti, lezioni e cineforum per spiegare i motivi della protesta ….”. Insomma una specie di settimana con didattica alternativa praticata, quasi di diritto, in alcune scuole.

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(*) Uno slogan chiaro: «La lotta - dice uno dei rappresentanti della Rete questa volta non è una prova di forza fra noi e i prof. Questa volta siamo insieme, tanto che le occupazioni si sono decise e pianificate proprio dialogando con loro». Così hanno fatto all' Alberti. «L' occupazione - spiega Serena è stata decisa con il voto e lo spoglio è avvenuto con la supervisione della preside. Su 385 votanti, oltre a una ventina di schede nulle, 162 ragazzi hanno votato per la linea dura, altri 127 per l' autogestione e 63 per la didattica. Andremo avanti fino a venerdì alternando lavoretti di tinteggiatura, dibattiti, lezioni e cineforum per spiegare i motivi della protesta e i contenuti delle manovre con cui il governo sferra un nuovo attacco alla scuola pubblica».

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/11/14/contro-tagli-tornano-le-occupazioni.fi_019contro.html

Giorgio Ragazzini ha detto...

Il punto di fondo che molti proprio non capiscono è che della scuola NESSUNO si può impossessare. E' preoccupante che a VP sembri la cosa più normale di questo mondo, basta seguire i prontuari studenteschi! LA SCUOLA E' DELLA COLLETTIVITA' E DI NESSUN ALTRO: né dei docenti, né del preside, né dei ragazzi, né dei genitori, né di chi passa per strada. Che si voti o meno non ha alcuna importanza, perché la votazione stessa è illegittima.Se un comitato popolare votasse a maggioranza con "regolare" procedura l'esproprio della cas di VP, la cosa gli sembrerebbe normale? No, non starebbe né in cielo né in terra e la stessa cosa vale per qualsiasi altro spazio, pubblico o privato che sia. E così è per l'occupazione di una scuola. Non c'è modo di evitare le illegalità. Anche volendo tenere conto della strabiliante sentenza della Cassazione sul reato di invasione, c'è pur sempre l'interruzione di pubblico servizio. E, se gli adulti non hanno del tutto smarrito il ben dell'intelletto, anche apposite norme del regolamneto di istituto. Adulti che, sì, a volte COLLUDONO stoltamente con chi dovrebbero educare ("colludere" è ampiamente usato in psicologia a proposito di chi, coscientemente o meno, favorisce un comportamento disfunzionale anziché aiutare qualcuno a liberarsene).
Come ha ricordato giustamente Enrico D, ci sono sentenze su questa collusione. Nel '91 la pretura di Pistoia, di fronte a un'occupazione, affermava che c'era l'invasione e c'era l'interruzione del servizio pubblico, ma al tempo stesso si osservava come “da parte del preside, della polizia e del corpo docente siano stati posti in essere comportamenti tali da indurre in errore i giovani studenti in ordine all’antigiuridicità della condotta". Pertanto "appare evidente che gli studenti abbiano erroneamente supposto" di fare qualcosa di lecito. E per questo furono assolti

Papik.f ha detto...

Quanto mi piacerebbe vivere in un Paese normale! nel quale, ad esempio, i reati vengono normalmente perseguiti e non diventano tradizioni da perpetuare negli anni.

V.P. ha detto...

L'avvocato d'ufficio del diavolo - parte 1 di 2

Non aspiro a essere o apparire un azzeccagarbugli o l’avv. d’ufficio del diavolo, ma alcune questioni vanno chiarite, zumate. O almeno, ci provo.

Sul caso specifico in questione le informazioni sono incomplete e lacunose, ma nessuno sembra si sia “impossessato” della scuola anche se una maggioranza relativa di ragazzi ha scelto di non fare lezioni per alcuni giorni.

La scuola in termini astratti e di principio è della collettività? va bene, e cioè dei ragazzi, dei docenti, dei genitori, …. Ognuno per il suo ruolo che vi svolge.

La scuola poi è sì edificio, strutture, attrezzature ma è anche soprattutto attività che vi si svolgono e persone che vi partecipano e ne sono protagonisti.

Le attività nella scuola possono essere descritte e ripartite in attività essenziali e attività di supporto e complementari. Le prime, che costituiscono il nucleo essenziale (senza il quale NON c’è scuola), sono le attività didattiche e precisamente la relazione docente-discente/i. Le seconde, che sono quelle esterne alla relazione detta e anch’esse utili, utilissime ma non essenziali, sono le attività organizzative, amministrative, di sorveglianza, di supporto alle persone e simili. L’essenzialità della didattica è palese se solo si pensa che l’assenza del docente la vanifica per tutta la classe e l’assenza del discente l’annulla per lo stesso. Solo per l’assenza del docente si verifica quanto detto, tutte le altre assenze (preside compreso!) possono, in qualche modo, con difficoltà, temporaneamente, sopperite e tamponate. Non consideriamo – perché non è attinente ma solo paradossale - il caso del custode assente con le chiavi e della scuola che quindi non si può aprire!

Per fare un paragone (*), la essenzialità della relazione docente-discente/i è un po’ come per i coniugi che sono i ministri del matrimonio nel sacramento secondo la Chiesa. Anche se questa, per questioni di potere ed economiche, puntualizza sulla opportuna presenza del prete o sacerdote e della relativa cerimonia!

La votazione è illegittima? I votanti tutti l’hanno accettata (o subita) e di conseguenza è legittimata, per quello che si sa. Se è illegale qualcuno dovrà dimostrarlo e magari sentenziarlo avendone però gli elementi, le competenze e l’autorità.

Il paragone con la casa privata di V.P. non mi sembra pertinente ed è invece ingannevole, e ciò capita con i paragoni (*). Infatti la casa non è della collettività. E può succedere, a volte, che qualche componente la famiglia si chiuda in camera o nel bagno!

Interruzione di pubblico servizio? Chi ha votato vi ha in qualche modo rinunciato. Non ci sono state azioni di forza. E poi il pubblico servizio consiste nella cennata relazione didattica fra due parti. Se una parte vi rinuncia, c’è sì interruzione ma è del tutto volontaria. E se scioperano le poste o i trasporti pubblici?

Le sentenze, strabilianti o no, sono tutte sentenze. Le emettono i giudici. Si possono sì criticare ma non sostituire con quelle che ci piacerebbero.

Collude chi favorisce un comportamento disfunzionale? Può andare bene questa definizione. Ma non è detto che il comportamento disfunzionale sia proprio quello poi adottato. Ci potrebbe essere stata una collusione virtuosa che è iniziata magari da un’ipotesi di comportamento caotico, sregolato, inaccettabile o più inaccettabile. In questo senso l’operato della preside potrebbe essere stato preveggente e meritorio, avendo evitato aggressioni, sopraffazioni fisiche, danneggiamenti, altri esiti imprevedibili.

SEGUE

V.P. ha detto...

L'avvocato d'ufficio del diavolo - parte 2 di 2

SEGUITO

In conclusione, osservo che sto (o stiamo) spaccando il capello in 4, in 8 o in più parti mentre il governo e il ministro non si fanno il minimo scrupolo, non vanno affatto per il sottile! Hanno tagliato appena 8 mld in tre anni! Hanno alzato l’età pensionabile fino a 67 anni! Hanno proposto, e non per sbaglio!, + 33% di ore di lezione gratis! E anche tutto il resto: concorso per 300mila, scuole fatiscenti e non a norma, classi-pollaio, esercito di 100mila precari storici, dispersione scolastica e universitaria in crescita e altro ancora.

Stiamo forse parlando della pagliuzza o del fuscello per trascurare la trave o le travi?!

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(*) I paragoni nei discorsi e nei confronti dialettici vanno proposti e recepiti con cautela. Possono aiutare a capire situazioni per confronto ma possono anche ingannare. Credo che ci siano due tipi di paragoni: quelli per far capire una situazione nuova e quelli per facilitare la conclusione di un ragionamento. In questo secondo caso, può accedere che il paragone venga confezionato sulla conclusione voluta e poi adattato, con una sorta di retromarcia, al ragionamento e non viceversa.
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