giovedì 2 ottobre 2014
UNA BUONA SCUOLA? Capitolo 3: Iniqui e irrazionali gli aumenti “due su tre”. Una modesta proposta sostitutiva
In sintesi, il capitolo Trattamento
economico e progressione di carriera della “Buona scuola” prevede che gli
scatti automatici in base all’anzianità di servizio lascino il posto a “scatti
di competenza” triennali, “legati all’impegno e alla qualità del proprio
lavoro”. Riservati, però, solo a due terzi del corpo docente di ogni istituto. Continua.
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43 commenti:
Invece, malgrado quello che sostenete, almeno un terzo dei docenti è incapace e spesso assenteista.
Fabio, naturalmente tu sei in grado di dimostrare che questo "almeno un terzo dei docenti" è distribuito in parti uguali in tutte le scuole, sicché è possibile determinarlo a priori, prescindendo da ordine, grado, indirizzo, collocazione territoriale e reputazione presso genitori e alunni.
Inoltre sei in grado di dimostrare che il metodo proposto da "La Buona Scuola" selezionerà gli altri due terzi dei docenti e che nessun docente incapace potrà essere tra questi, magari perché si è assunto compiti aggiuntivi che con l'insegnamento non hanno nulla a che fare.
Perché se non fossi in grado di dimostrare queste due cose, avresti detto una fesseria.
Perché il punto della discussione non è quanti siano gli insegnanti inadeguati (possono essere l'1% come il 99%). I punti sono:
1. se sia corretto individuarli a priori in una percentuale uguale per tutte le scuole;
2. se i criteri di selezione della proposta governativa siano adeguati o meno.
Questo se ci si propone di migliorare la qualità dell'insegnamento. Se poi l'intento è solo di denigrare e polemizzare, allora lasciamo perdere.
La proposta esposta in questo articolo è giusta e sensata, a mio avviso, ma il problema centrale è sempre lo stesso: COME stabilire il valore individuale e quindi il merito di ciascun docente? E soprattutto: CHI deve stabilire tutto ciò? Se non si risolvono questi due quesiti possiamo esser certi che la progressione delle carriere per merito non avverrà mai, e si continuerà con l'egualitarismo avvilente che continua nella scuola italiana da molti decenni, per cui il docente bravo e preparato viene pagato quanto l'assenteista e incapace. Sul primo quesito io avrei una proposta: cominciare a valutare i carichi effettivi di lavoro di clascuno, in quanto è grottesco - secondo me - che un docente di latino e greco in un liceo classico o una di matematica e fisica allo scientifico sia pagato quanto il collega di religione (che chiacchiera per un'ora con la classe senza dover preparare né correggere nulla) o quello di educazione fisica. Per il secondo quesito mi pare che l'unica possibilità di stabilire in ogni istituto quali siano i docenti più meritevoli sia quella di affidare questo compito ai dirigenti ed ai docenti più anziani; soltanto loro sono in grado di sapere, all'interno della loro scuola, chi merità di più o di meno. E poi credo che l'interesse dei dirigenti sia quello di valorizzare e di motivare i propri docenti, non quello di mortificarli. Se po qualcuno ritenesse che il dirigente ha agito per simpatie personali o per clientelismo, potrebbe ricorrere ad una commissione esterna che, di fronte a richieste motivate, operi un controllo successivo. Non credo invece possibile che il merito individuale possa essere stabilito da persone estranee alla scuola o, peggio, da studenti e genitori.
I presidi hanno serenità di giudizio o, come molti capi, privilegiano chi dice sempre sì?
Gli insegnanti migliori sono quelli che aderiscono ai progetti o quelli che giorno dopo giorno fanno in casse il proprio lavoro senza apparire?
A voi l'ardua risposta.
Condivido e mi associo a Papik.f 2 ottobre 2014 15:53nella sua risposta a Fabio. Più volte ho sostenuto e segnalato che il vero problema è quello della inadeguatezza delle retribuzioni di TUTTI i docenti e chi governa cerca di mistificarlo e ridurlo con idee, proposte, sfide basate sul merito (generico, non definito) , su un’inesistente e impossoibile meritometria, sull’ introduzione artificiale di un agonismo didattico irreale, assurdo, pero benefico e virtuoso e che migliorerebbe la qualità dell’insegnamento.
segnalo il Sondaggio Gilda con circa 2.000 risposte e i seguenti risultati:
Siete d'accordo con l'abolizione degli scatti di anzianità
Poco 9,69%
Per niente 83,31%
Poco + Per niente 93,00%
Come giudicate la proposta di istituire un percorso di carriera che premi soltanto il 66% degli insegnanti ogni triennio
Discreta 11,09%
Pessima 80,66%
Poco + Per niente 91,75%
questo il link:
https://it.surveymonkey.net/results/SM-Y7ZFN7JL/
Lo sostengo da docente e da genitore.A voi non risulta? Fortunati.
Per la precisione Papik.f sostiene che non è corretto individuare a priori una percentuale uguale per tutte le scuole di esclusi dagli aumenti.
Credo che siamo quasi tutti d'accordo, anche senza ricorrere ai sondaggi, che l'idea del governo non va. Credo che siamno quasi altrettanto d'accordo che fare una graduatoria di valore fra gli insegnanti è impresa azzardata e tendenzialmente controproducente.
La nostra proposta riguarda constatazioni molto più terra terra: il tal docente ha dimostrato di possedere una sufficiente correttezza etico-deontologica? Di questo stiamo parlando. E non dovrebbe essere arduo stabilirlo: è arrivato spesso in ritardo? A volte ha maltrattato un genitore? Ha umiliato spesso i suoi allievi? Non ha segnalato gravi mancanze di rispetto da parte loro? Più volte ha restituito i compiti dopo un mese? Ha fatto copiare durante gli esami? Si è assentato senza valido motivo?..........
"La nostra proposta riguarda constatazioni molto più terra terra: il tal docente ha dimostrato di possedere una sufficiente correttezza etico-deontologica? Di questo stiamo parlando. E non dovrebbe essere arduo stabilirlo: è arrivato spesso in ritardo? A volte ha maltrattato un genitore? Ha umiliato spesso i suoi allievi? Non ha segnalato gravi mancanze di rispetto da parte loro? Più volte ha restituito i compiti dopo un mese? Ha fatto copiare durante gli esami? Si è assentato senza valido motivo?.........."
saranno terra-terra (assomigliano un po' al galateo e alla buona educazione) ma chi le "misura"?
e così non ci si mette sulla scia della "buona scuola"? ma de gustibus ....
Il Galateo, ma per favore! Spero che Monsignor Della Casa la tormenti nottetempo. Dunque secondo lei i comportamenti elencati da GR sono questioni di bon ton. Lei ha una ben strana idea della professione di insegnante.
I comportamenti che ho indicato non si misurano, si constatano.
Sono stato forse approssimativo sulle percentuali, ma per la mia esperienza una parte consistente di colleghi era da "riformare".
Come genitore mio figlio ha incontrato un pessimo maestro su due e mezzo. Alle medie si è portato dietro due docenti( uno di matematica e l'altro di inglese)borderline. Risultato: mio figliop ha contato sul mio aiuto. la gran parte degli altri ragazzi sono ai professionali a dannarsi l'anima perché non hanno le basi.
La preside era infastidita dalle mie inutili rimostranze di inizio d'anno e ripeteva che non c'era nulla da fare. Visto quello che si dice in merito all'art.18, penso che avesse ragione.
La scuola è anche fatta di VP che non vogliono rendersi conto della realtà e continuano a sognare una scuola che non c'è.
x fabio
sono anni che segnalo l'abbassamento dei livelli di apprendimento e dei programmi svolti e il lavoro e-o il lavorio dei presidi (su input politici dall'alto) per promuovere a tutti i costi.
io non giudico praticabile l'aumento del n. delle bocciature ma (FORSE) bisognerebbe lasciare alla responsabilità di ogni singolo docente il voto nella sua materia evitando i condoni del voto di consiglio.
la statistica (?) basata sul caso individuale è una testimonianza non generalizzabile, secondo me.
io non sogno una scuola che non c'è e sarei curioso di sapere su cosa è fondata l'affermazione di fabio.
a disposizioone per ulteriori chiarimenti e confronti.
GR ha interpretato correttamente quello che intendevo dire.
Non nego affatto che ci sia una parte dei docenti che non fa bene il suo lavoro. Come ho avuto occasione di raccontare allo stesso GR in una e-mail personale, non molto tempo fa sono stato sul punto di venire alle mani con un collega che mi aveva fatto indignare in sede di scrutinio (segnalo che sono tutt'altro che incline alla violenza, passo in generale per una persona mite e accomodante, non faccio a pugni dai tempi della terza media, e ne sono passati di lustri ...).
La questione è se la proposta del governo sia veramente idonea a mettere costoro in condizione di non nuocere, e per quanto mi riguarda la risposta è no, sia per il criterio dei due terzi prestabiliti, sia perché pone l'accento su aspetti che non riguardano affatto il lavoro quotidiano in classe e le capacità relazionali e didattiche.
Quanto poi all'idea che gli insegnanti validi, ma esclusi dal novero dei "migliori" della loro scuola, debbano spostarsi in altre scuole con livello medio inferiore, così elevandolo, ho una sola considerazione da esporre, quella classica di Totò.
"Ma ci facciano il piacere ..."
Altra considerazione (scherzosa, sia chiaro): la percentuale dei 2/3, espressa in millesimi, potrebbe indurre qualche complottista a sospettare un riferimento al satanismo ...
La riforma mi sembra si ispiri piuttosto ai fioretti di san francesco (siamo in data )che non alla logica del realismo che manca anche a questo governo che abusa troppo di parole e promesse.
Senza una buona qualità scolastica media il paese non cresce. Senza soldi il ministero vende fuffa. Renzi pubblicizza la scuola come se fosse un detersivo.
Oltre ai pareri contro la proposta del governo, ci sarebbero utili anche altre valutazioni su quella avanzata in questo post.
Non ascoltano mai chi ne sa veramente qualcosa. Pagano consulenti americani che spacciano idee micidiali per una scuola senza cultura.
perché non chiedete di far rispondere gli studenti e i loro genitori ad un questionario sui problemi reali della scuola e su quale sia il loro livello di soddisfazione sui docenti e dirigenti?
ne vedremmo delle belle e forse la percentuale di un terzo, nata dalla mia esperienza personale, salirebbe ancora. Possibile che non vogliate vedere la trave del sistema scolastico e riducete tutto a pagliuzze?
Eccovi servita la mia proposta. la raccoglierete?
Non capisco perché Fabio continui a fingere di non capire quale sia l'argomento qui in discussione e continui a ripetere monotonamente una sua personale valutazione che non porta alcun contributo alla discussione.
Per quanto riguarda la proposta del GdF, sono sostanzialmente d'accordo, come lo sono del resto sul sul Dossier in 13 punti, con il quale vi sono molti elementi di contatto.
La proposta, lo segnalo a Fabio che evidentemente non l'ha letta, contiene anche elementi per una sanzione dei comportamenti scorretti.
Se poi si vuole che il livello medio degli insegnanti debba elevarsi di molto, ritengo che ciò possa avvenire solo rendendo appetibile l'insegnamento ai migliori tra i giovani laureati. Ma da decenni si è andati, invece, nella direzione opposta, e così si sta continuando a fare.
Un ministero serio avrebbe fatto da decenni le indagini che chiede Fabio e la sola loro esistenza, indipendentemente dai successivi provvedimenti, avrebbe già migliorato la situazione. In Italia (giustamente definito da Raffaele Simone "il paese del pressappoco") le opinioni sui problemi ne sostituiscono quasi sempre lo studio approfondito. Non so però se Fabio si rende conto che punta il dito accusatore contro un gruppo che da anni in completa solitudine chiede di dare l'assoluta precedenza al demerito nella valutazione dei docenti e dei dirigenti.Altro che pagliuzze.
Segnalo l'intervista a Valeria Pinto:
Valutare e punire nella scuola di Matteo Renzi
"Altra considerazione (scherzosa, sia chiaro): la percentuale dei 2/3, espressa in millesimi, potrebbe indurre qualche complottista a sospettare un riferimento al satanismo ... "
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Io invece penserei alla sua denominazione ufficiale di "Numero della Bestia".
Ma NON in senso satanico, proprio in senso zoologico!
L.
Le vostre proposte sono molto buone e corrette. Le manderete alla Giannini? Trovo importante farsi sentire.
Grazie.
@ Paniscus: mi sa che questa volta hai ragione tu!
Per quanto riguarda le considerazioni di Valeria Pinto, le conoscevo già avendole lette su Roars e sono in sostanziale disaccordo.
"Rendendo le diseguaglianze accettabili su basi razionali e eticamente legittime, la meritocrazia risponde all’esigenza di mantenere fermo questo ordine. Essa non combatte le diseguaglianze, ma si preoccupa di legittimarle. In questa cornice l’istruzione è l’arma per la perfetta razionalizzazione dell’esclusione. Il modello che si prospetta per la scuola è questo".
Ora, se si riferisse soltanto alla "meritocrazia", che è una caricatura del merito, sarei d'accordo, ma non è così, ma dal contesto del discorso sembra chiaro che intende invece riferirsi a qualsiasi tipo di selezione.
Ma ci dovrà pur essere in una società chi svolge compiti diversi oppure no? E chi svolge i compiti più avanzati e difficili dovrà pur superare una selezione di qualche tipo, oppure Valeria Pinto pensa alla rivoluzione culturale di Mao Zedong, con i fisici nucleari e i neurochirurghi che vanno a fare i contadini mentre i contadini vanno a fare i fisici nucleari e i neurochirurghi a rotazione?
E perché continua a parlare di "esclusione"? non vale di più - non guadagna di più, non riceve più soddisfazione dal suo lavoro, non merita maggiore riconoscimento sociale - un artigiano qualificato di un mediocre laureato disoccupato?
Mi sembrano discorsi legati a un'ideologia veramente datata e obsoleta.
Abbiamo per ora inviato le nostre proposte alla grande maggioranza dei parlamentari, al ministro Giannini e ai sottosgretari D'Onghia e Toccafondi.
Mi complimento ancora per la vostra azione. Speriamo che capiscano che della scuola deve parlare chi la vive e la considera una missione.
Questo libro distopico è probabilmente l'origine di tutta la questione "meritocrazia".
http://www.edizionidicomunita.it/avvento-della-meritocrazia/
Quanto segue è una mia ricostruzione ipotetica e del tutto personale, che potrebbe essere del tutto errata.
L'opera di Michael Young, a quanto sembra (non l'ho ancora letta), definiva come meritocrazia un modello di società basato sul predominio ossessivo del merito.
Il libro uscì in italiano nel 1961 per le Edizioni di Comunità e fu probabilmente diffuso (mia illazione) da qualche studioso e docente legato alla matrice olivettiana (Franco Ferrarotti?)
I sessantottini e i loro epigoni, qualche anno dopo, fecero un loro slogan della "guerra alla meritocrazia", espandendola però a qualsiasi forma di riconoscimento del merito. Ricordo ancora, viste con i miei occhi, le scritte all'Università "Chi studia avvelena anche te. Digli di smettere" (parodia di una campagna contro il fumo degli anni settanta).
In questo modo, però, i figli di papà sessantottini si assicurarono la successione ai posti di potere occupati dai papà stessi bloccando ogni "ascensore sociale".
Successivamente, i danni fatti in quel periodo sono risultati così evidenti che il termine "meritocrazia", il cui valore negativo era stato completamente consumato dal sovrautilizzo fattone dai sessantottini, è stato ripreso con valore positivo.
Il termine, però, rimane sgradevole, e sarebbe angosciante una società basata sulla "misurazione" ossessiva del merito attraverso test continui.
In particolare trovo esecrabili le idee di un noto (autoproclamato) "esperto di istruzione" che del termine "meritocrazia" si è fatto un'etichetta.
Una società nella quale il merito non viene riconosciuto in alcun modo, d'altra parte, fa la fine dell'Italia di questi anni, che sta agonizzando sul piano economico e costringe i suoi giovani migliori ad andarsene dopo averli formati a caro prezzo per il contribuente.
Mi riprometto, comunque, di leggere il libro di Young perché credo ne valga la pena.
Per quanto riguarda la "missione", ritengo che qualsiasi lavoro fatto con serietà, passione e pensando al bene comune sia definibile come tale. E, purtroppo, proprio definendo l'insegnamento in questo modo, agli insegnanti sono state rifilate le peggiori buggerature.
Vergognose le proposte confindustriali di tagliare un anno di scuola. Ma nessuno ha niente da dire?
Vergognose le proposte confindustriali di tagliare un anno di scuola. Ma nessuno ha niente da dire?
Non me la prendo contro la professione e il ruolo dell'insegnante ma con gli insegnanti. Ora una scusa, stipendi bassi, ora l'altra, scarso riconoscimento sociale, alla fine si giustifica la difesa della nostra categoria ad ogni costo, anche in questo blog.
Secondo me non è corretto in linea di principio, e non porta ad alcun risultato valido, parlare di categorie, quali che siano, nel loro complesso, a meno che non si possiedano dati attendibili basati su seri rilevamenti statistici. Ciascun singolo è responsabile di quello che fa, sia quando si comporta male, sia quando non prende i provvedimenti che gli competerebbe prendere nei confronti di chi si comporta male.
Stipendi bassi e scarso riconoscimento sociale non giustificano chi non svolge le proprie funzioni in modo adeguato. Ma abbassare gli stipendi, peggiorare le condizioni di lavoro, aumentare le prestazioni richieste e contestualmente denigrare la categoria nel suo insieme non credo invoglino i giovani migliori ad entrare a farne parte.
Salvo eccezioni dotate di una passione e predisposizione particolare, temo, quindi, che la naturale conseguenza delle condizioni nelle quali si svolge attualmente in Italia l'insegnamento, sia che molti lo vedano come un ripiego, con tutte le inevitabili conseguenze di questa situazione.
In Germania, il cui sistema scolastico non è peraltro l'optimum che si dice, c'è una abilitazione ogni due anni. I precari non esistono (o si passa il concorso o niente). Gli stipendi sono alti e ciò attrae anche molti insegnanti maschi, figura scarsa nella nostra Scuola.
Perché non organizzare ingressi siffatti? Perché concorsi ogni quindici anni, che fanno scappare i giovani laureati?
La cosa interessante da sapere, volendo fare un confronto con la Germania o con qualsiasi altro Paese, sarebbe come si fa lì a sostituire gli insegnanti che si ammalano o comunque si assentano per vari motivi (familiari, di studio e ricerca, ecc.), perché è stato questo il vero punto dolente del sistema italiano.
In Italia per decenni sono stati fatti concorsi che erano contemporaneamente abilitanti e a cattedra. Il numero delle abilitazioni non era in alcun modo legato al numero delle cattedre disponibili, tanto che in alcuni casi sono stati fatti anche con assegnazione dei posti previsti uguale a zero.
Era quindi possibile "passare" uno o anche molti esami abilitanti - sia contemporaneamente in diverse classi, sia consecutivamente nella stessa classe - senza "vincere" alcun posto, e la proporzione spesso era di una dozzina di cattedre assegnate a varie centinaia di abilitazioni.
A causare la catastrofica situazione dei precari, tuttavia, è stato l'impiego di docenti a tempo determinato per coprire le supplenze, in possesso o meno di abilitazione che essi fossero, ed è per questo che il dato veramente interessante su quanto avviene altrove riguarderebbe proprio questo punto.
Sembra adesso che il governo voglia assumere i precari e impiegarli appunto con questa funzione, e se si fosse fatto qualcosa di simile trent'anni fa oggi non ci troveremmo come ci troviamo.
Non è avvenuto perché sarebbe costato troppo: era più semplice non pagare le ferie e risparmiare sugli scatti di anzianità (che infatti oggi si intende eliminare per tutti, salvo i vincitori della raccolta punti-fedeltà).
Però la soluzione che si è adottata era in contrasto con le normative comunitarie sul lavoro a tempo indeterminato, o comunque vi è entrata in contrasto dopo l'adozione delle normative stesse, ma i vari governi hanno italianamente deciso di fare finta di niente, continuando a esercitare uno sfruttamento immorale di queste persone (aggravato dalle condizioni vergognose nelle quali avveniva e avviene la procedura di assegnazione dei posti disponibili).
Ciò è vero a prescindere dalle loro capacità professionali, il cui accertamento è una questione seria, ma si pone su di un altro piano e, soprattutto, dovrebbe avvenire "a priori". Se un insegnante fa dei danni, li farà sia a tempo determinato che indeterminato, come è del tutto ovvio.
Il mio migliore allievo, un ragazzo eccezionale per serietà e competenza, ha abbandonato l'Italia dopo sette anni di nulla. Fatto il concorso in Svizzera, dopo due mesi aveva un posto alle medie, dopo un anno è stato confermato in ruolo, dopo due insegna al liceo. Mi dice che i programmi non valgono granché, ma la paga è ottima e i ragazzi rispettosi.
Renzi oltre alla lontana Silicon Valley potrebbe visitare qualche vicino cantone svizzero, magari insieme a Giannini.
(congratulazioni al "miglior allievo" che ha dovuto emigrare; vergogna per il ns governo che fa fuggire i cervelli formati in casa nostra: dalla culla alla laurea un giovane ci costa qualcosa come 300mila euro)
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