domenica 9 ottobre 2016

CHE ERRORE, MINISTRO, UNA SCUOLA CHE SI PIEGA DAVANTI AI VIOLENTI

("Corriere Fiorentino", 9 ottobre 2016)
Gli studenti italiani scesi in strada venerdì scorso agitavano allo stesso tempo, come ha scritto Sabino Cassese, “speranze smisurate e speranze ragionevoli”, facendo non poca confusione tra le une e le altre. I motivi per protestare non mancano in nessun settore della società. In democrazia per fortuna molto è lecito: anche (anzi soprattutto) che protestino delle minoranze estreme (sia chiaro, infatti, che a Firenze ieri l'altro non hanno protestato “gli” studenti: lo ha fatto qualche centinaio di loro, mentre il resto dei loro compagni era a scuola). Quello che non può essere lecito è consentire a esigue minoranze di usare forme di violenza, per le quali non vengono chiamati a rispondere, forse nell’illusione che così non ve ne saranno altre e magari di peggiori. Perciò di anno in anno molti ragazzi costruiscono la loro formazione umana e culturale nella convinzione che tutto sia lecito. Così stando le cose, si consuma l’idea che la democrazia è fatta di diritti, ma anche di doveri; e tra questi quello di rispettare il diritto allo studio, di cui si fanno portavoce anche quelli che tentano di entrare in un liceo sfondandone il portone per interrompere le lezioni e occupare le aule. Da anni però si evita che simili episodi abbiano delle conseguenze per i responsabili; e quando la protesta sfocia in violenza, le autorità, in primis quelle scolastiche, trattengono il fiato in attesa che passi 'a nuttata; o invitano al “dialogo”, che non sempre è un modo per fare chiarezza e per rendere consapevoli i giovani dei loro errori. Talvolta è solo il giunco che si piega in attesa che la piena passi. Probabilmente un pensiero analogo ha ispirato la ministra della Pubblica istruzione, che di fronte alle  manifestazioni e agli atti di violenza ha subito fatto sapere che è pronta a incontrare gli studenti e a dialogare con loro. E questi si saranno a ragione convinti che più non si rispettano le leggi e più aumenta il loro potere contrattuale. Ma cosa vuol far credere la ministra a questi ragazzi? Che forse non conosce quali siano i problemi concreti della scuola italiana e che il loro contributo è importante per meglio individuarli e saperli risolvere? Siamo seri! Inoltre con i giovani, gentile Ministra, si deve sempre essere disponibili, ma solo fintanto che si comportano responsabilmente. Quando ciò non accade e la contrapposizione, salutare e indispensabile alla creazione di futuri cittadini maturi e in grado di pensare con la propria testa, sconfina nella violenza, si deve poter contare su adulti in grado di prendersi le loro responsabilità di educatori e di rappresentanti delle istituzioni che siano in grado, se non di indignarsi, almeno di saper dire dei no decisi ed educativi. Né la risposta può essere quella di una scuola sempre più facile e “comprensiva”. Un ministro della Pubblica Istruzione dovrebbe invece dire ai giovani quanto scrive Maurizio Viroli nel suo ultimo libro. E cioè che “un popolo composto di individui che credono nei diritti, ma non sanno praticare i doveri, non è una comunità di persone libere, ma una moltitudine dove impera la legge del più forte e dove i deboli, quale che sia la ragione della loro debolezza, hanno soltanto il diritto di rassegnarsi a non avere diritti”. Se queste parole, se non proprio le stesse, ma almeno i medesimi concetti avessero ispirato la “pedagogia” di gran parte dei ministri della Pubblica istruzione, forse avremmo un Paese diverso e dei giovani in grado di farci meglio sperare per il loro futuro.

Valerio Vagnoli

13 commenti:

"Il diabolico VP" ha detto...

credo che VV si riferisca a questo episodio:

La Rete degli Studenti Medi di Firenze che oggi ha organizzato una manifestazione studentesca mobilitando più di 500 studenti, alla quale hanno aderito altre associazioni e i collettivi fiorentini scrive in una nota: "A metà percorso, una piccola parte che rispondeva alla rete dei collettivi fiorentini (circa 50 studenti posti alla coda del corteo) ha preso d'assalto le porte del liceo Galilei, azione dalla quale la Rete degli Studenti Medi di Firenze ha subito preso le distanze, ritenendola un'azione di vandalismo insensato, che niente aveva in comune con le rivendicazioni proposte dal corteo. Così facendo la Rete degli Studenti Medi avanzava con le restante parte degli studenti del corteo fino a piazza Santa Maria Novella, dove si è svolta un'assemblea di piazza. È un'azione priva di senso e controproducente, che si discosta completamente dalle nostre rivendicazioni e dalle nostre idee, il cui risultato sono soltanto alcuni ragazzini ignari che si sono trovati travolti dalle cariche della polizia - afferma Anita Fallani, cordinatrice della Rete degli Studenti Medi di Firenze, che aggiunge - È ingiusto che per l'azione di pochi irresponsabili, ci debbano rimettere molti studenti che erano scesi in piazza per i propri diritti. Massima solidarietà e vicinanza nei confronti degli studenti feriti".

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paniscus ha detto...

Come si spiega che ministri e sottosegretari siano sempre "pronti a dialogare" con gli studenti che protestano (più o meno pacificamente), ma non hanno mai mostrato la sia pur minima disponibilità al confronto con gli insegnanti e gli altri operatori della scuola, quando questi criticavano i progetti di riforma (poi concretizzati) anche senza spaccare portoni o occupare edifici?

Papik.f ha detto...

... E li ministri de qualunque Stato
so' sempre stati tutti de 'na setta
Irre, orre, te porteno in barchetta
E te fanno contento e cojonato ...

Cesare Pascarella, La Scoperta dell'America

Giorgio Ragazzini ha detto...

Per essere onesti, sulla buona scuola (le linee guida iniziali di 136 pagine) ci sono state un'infinità di assemblee, più la pregiudizialmente snobbata consultazione in rete. Noi del Gruppo di Firenze abbiamo partecipato sia agli incontri a cui siamo stati invitati, sia alla consultazione telematica. La disponibilità a modificare alcuni orientamenti è stata certo molto parziale. Detto questo, abbiamo sempre sostenuto che lo strumento migliore per conoscere a fondo la situazione della scuola sarebbe quello dell'inchiesta, come del resto fu fatto nell'Italia postunitaria. Per esempio, gli annunciati provvedimenti sulla valutazione sembrano partoriti, data l'astrattezza e il buonismo ideologico che li caratterizza, solo all'interno della cerchia degli "esperti" ministeriali e paraministeriali.

Busiride ha detto...

Paniscus: si spiega appunto col fatto che "questi criticavano i progetti di riforma (poi concretizzati) anche senza spaccare portoni o occupare edifici".

"Il diabolico VP" ha detto...

MA GLI STUDENTI AVRANNO PURE QUALCHE RAGIONE, E NON SOLO LORO ....

Firenze, cattedre vuote, assegnazioni in ritardo: l'ufficio scolastico richiama i pensionati

Chiesto aiuto ad esterni e dipendenti in congedo. I telefoni suonano a vuoto, sportelli ridotti. L'allarme dei prof: posti vacanti negli istituti, programmi a rischio

Papik.f ha detto...

Appunto, il principio esposto nei celebri versi di Pascarella può essere applicato, oggi, sia ricevendo con toni amichevoli dei contestatori (cosa che certo sarebbe meglio non fare, se questi hanno commesso violenze), sia promuovendo consultazioni telematiche.
Tanto, nei fatti, in nessun caso si sposterà una virgola di quanto si è già deciso.
Il metodo è collaudato da millenni, i mezzi si adeguano ai tempi.

"Il diabolico VP" ha detto...

Due presidi testimoniano il caos peggiore degli ultimo 40 anni, quindi ora c'è qualcosa di nuovo, diverso e peggiore nel rito che si ripete da un cinquantennio....

“L’amministrazione centrale della scuola peggio di così non poteva fare neanche andando a caso. Quest’anno è stato fatto il peggior pasticcio in 40 anni e chi ci va di mezzo sono i nostri studenti”.

«Nella mia storia professionale, che è lunga ormai 40 anni, è la prima volta che vedo la scuola iniziare con l’orario ridotto. Una situazione come quella di quest’anno non si era mai vista. Stiamo impazzendo "

Stante questa situazione meraviglia e sorprende che la protesta non si stata massiccia e invece che protestino delle minoranze estreme (sia chiaro, infatti, che a Firenze ieri l'altro non hanno protestato “gli” studenti: lo ha fatto qualche centinaio di loro, mentre il resto dei loro compagni era a scuola).

Meraviglia e sorprende anche il fatto che i commenti di Sabino Cassese e Valerio Vagnoli trattino e stigmatizzino le proteste di queste "minoranze estreme", che ne sono conseguenze minime ed effimere, e non trattino affatto della causa massiccia e devastante che le ha prodotte cioè la legge 107/2015 (aggravata dall'inadeguatezza e dal caos organizzativo degli uffici ministeriali).

Infine è da notare la ricorrente ovvietà di estendere il giudizio negativo e condivisibile su quanto hanno fatto i "circa 50 studenti posti alla coda del corteo" a tutti gli studenti
della "Rete degli Studenti Medi di Firenze" che hanno protestato civilmente.

Riassumendo:
1) non si critica l'enorme causa (l. 107) ma si criticano le minime conseguenze (sciopero):
2) il giudizio sui violenti viene esteso implicitamente a tutti.

Busiride ha detto...

"Stante questa situazione meraviglia e sorprende che la protesta non si stata massiccia".
Invece non sorprende affatto. Anche nella mia città si può dire che non c'è stata protesta.
Con governi di altro segno invece, per molto meno, c'erano occupazioni che duravano dieci giorni, i professori sui tetti delle scuole, la piazza principale della città ridotta a campeggio perché studenti e professori assieme vi avevano piantato le loro tende come segno di protesta.
Nessuno stupore, dunque, ma solo la conferma che gli studenti (e, ahimè, anche molti insegnanti) altro non sono che una massa di manovra nelle mani di una precisa parte politica, che pertanto vengono sobillati quando a governare sono gli altri, mentre con un governo che, per quanto maltratti la scuola, è comunque considerato "politicamente amico" l'ordine è quello di non disturbare il manovratore. Al massimo si fa qualche corteo-sceneggiata, proprio per non essere troppo sfacciatamente di parte, ma nulla di più. Qui l'ultima occupazione risale, guardate il caso, all'autunno 2011... eppure da allora le condizioni della scuola non sono certamente migliorate.

"Il diabolico VP" ha detto...

le considerazioni di Busiride possono essere estese ai Sindacatoni della scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals) in chiara situazione di letargo, sonno, non-belligeranza, sostanziale sostegno occulto, .... e la cui azione si limita a sporadici bau-bau, flebili guaiti, tanto per rimarcare l'esistenza in vita e per pietire qualche osso o biscotto (vedi convocazioni e sterili "tavoli delle trattative").

"Il diabolico VP" ha detto...

Buona Scuola? Caro Matteo, credi davvero di darla a bere a qualcuno chiamando una porcata del genere “Buona scuola”? Questi giovani non si fanno prendere per il culo!

"Il diabolico VP" ha detto...

Perché gli studenti italiani sono sempre in piazza

Io Non Sto con Oriana ha detto...

I tentativi del signor Vagnoli di far credere di non avere alcuna contezza delle nequizie di cui sono capaci la gendarmeria e la giustizia penale dello stato che occupa la penisola italiana destano più tenerezza che irritazione.
Ad attivisti di mia conoscenza tornati in piazza dopo venticinque anni è capitato di essere riconosciuti e chiamati per nome e cognome da personale della gendarmeria.
Nella pratica, è sufficiente parlar male a voce alta di qualcosa che desti la sua attenzione per essere oggetto di cure continue ed amorevoli da parte della polizia politica.
A tutto questo si aggiungono un disimpegno ed una depoliticizzazione divoranti, al punto che lo stato che occupa la penisola italiana è arrivato ad intromettersi minuzioso in ogni àmbito della vita associata: a chi ha lasciato da venticinque anni il mondo dell'istruzione superiore riesce impossibile capire perché mai la recente e putigliosa regolamentazione di quanto può essere consumato o introdotto nelle mense scolastiche sia stata persino presa in considerazione anziché restare per lo meno lettera morta o -meglio- diventare oggetto di dileggio, come sarebbe stato logico che fosse.
L'ingenuità delle nuove generazioni arriva al punto che manifestazioni e presidi vengono convocati tramite il Libro dei Ceffi, e pazienza se la gendarmeria non chiede di meglio!
Condizioni letteralmente da galera, roba che la STASI dei vecchi tempi fino a ieri demonizzata come paradigma dell'occhiuta intolleranza del potere può letteralmente andarsi a nascondere. Al signor Vagnoli tuttavia, e con lui ai fautori di un legaritarismo repellente non solo per i suoi effetti pratici ma anche e soprattutto perché nessun prestigio, nessuna autorevolezza, nessuna autorità la persona seria può accordare alle istituzioni dello stato che occupa la penisola italiana, tutto questo non sembra ancora abbastanza.