giovedì 20 ottobre 2016

LETTERA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: SCUOLA PIÙ FACILE O SCUOLA PIÙ SERIA?


 Possiamo avere gli insegnanti più appassionati,
i genitori più attenti e le scuole migliori del mondo: nulla basta
se voi non tenete fede alle vostre responsabilità.
(Barack Obama agli studenti americani)
Gentile Presidente Renzi,
come insegnanti e come cittadini sentiamo la responsabilità e l’urgenza di scriverle su un’importante questione riguardante la scuola, il cui buon funzionamento, come Lei ha spesso sottolineato, è decisivo per il futuro del Paese.
Di recente sono stati anticipati i punti più importanti del decreto legislativo sulla valutazione. Dobbiamo purtroppo constatare che anche questo provvedimento è ispirato al principio base della pedagogia ministeriale degli ultimi decenni: facilitare sempre di più il percorso scolastico, minimizzare o ridurre a un pro forma i momenti di verifica. In sintesi si prevede:
-    l’abolizione delle bocciature nella scuola primaria, oggi rarissime (forse il 2 per mille) e sicuramente ben ponderate nell’interesse del bambino, anche perché consentite solo con l’unanimità del Consiglio di classe. Nella scuola media saranno possibili solo in casi eccezionali. Ma eccezionali già lo sono; e certo non decise a cuor leggero.
-    la riduzione del numero di prove scritte nei due esami di Stato: da cinque a due in terza media, da tre a due nell’esame di  “Maturità”;  per il quale  si ipotizza anche il ritorno alle commissioni tutte interne;
-    l’abolizione del voto numerico in tutto il primo ciclo e il ritorno alle mai rimpiante lettere, per “evitare di limitare l’azione valutativa alla mera registrazione del successo o dell’insuccesso di ogni giovane allievo”. Dove si fa passare l’idea che gli insegnanti si siano comportati finora come notai, non interessati  a incoraggiare e a valorizzare gli allievi.
Nell’ultima puntata di “Politics” su Raitre, Lei ha giustamente affermato che  si è perso il rispetto sociale per la figura degli insegnanti. Di conseguenza si è indebolita agli occhi degli studenti la loro autorevolezza, essenziale per la relazione didattica e educativa. Questa svalutazione è testimoniata dalla sempre più aggressiva interferenza di molti genitori nelle questioni di competenza dei docenti, così come da molte sentenze della magistratura, che spesso appare pregiudizialmente dalla parte degli studenti e delle loro famiglie, a sostegno di rivendicazioni di ogni tipo, anche prive di fondamento. È una deriva che si deve anche a documenti ministeriali e dichiarazioni di pedagogisti che in modo ideologico e semplicistico addebitano agli insegnanti la responsabilità di qualunque insuccesso scolastico. Manca sempre, e il testo di questo decreto non fa eccezione, un qualsiasi richiamo al contributo di responsabilità e di impegno degli allievi, senza di cui non c’è possibilità di vero “successo formativo”. In altre parole manca la consapevolezza che se la scuola vuole essere un “ascensore sociale” per i ragazzi economicamente e culturalmente svantaggiati, è indispensabile che sia seria e rigorosa sia sul piano didattico che su quello educativo.
Negli ultimi anni abbiamo spesso letto e commentato con i nostri allievi lo splendido discorso che il Presidente Obama rivolse agli studenti americani nel settembre del 2009, in occasione del primo giorno di scuola, e il cui senso può essere riassunto dalla frase in esergo. Ci piacerebbe molto che gli studenti italiani potessero finalmente ascoltare parole come queste.
Grazie, Presidente, per la Sua attenzione.

Valerio Vagnoli          Dirigente Scolastico Alberghiero Saffi
Sergio Casprini          Insegnante di Storia dell’arte          
Andrea Ragazzini      Insegnante di Storia dell’arte
Giorgio Ragazzini     Insegnante di Lettere nella scuola media
(“Corriere Fiorentino”, 20 ottobre 2016, p. 1)
  

14 commenti:

Claudio ha detto...

Per quanto riguarda il passaggio dai voti alle lettere, per le valutazioni insufficienti non cambierebbe nulla (D,E anziché 5,4; le valutazioni inferiori alle medie non si usano), sempre che si possano continuare a utilizzare nelle verifiche anche le valutazioni intermedie. Per quelle sufficienti si passerebbe invece da 5 livelli (6,7,8,9,10) a 3 soltanto (C,B,A) con un generale appiattimento che mortificherebbe soprattutto gli alunni più bravi e quelli che si impegnano di più. E sarà molto più difficile mettere in evidenza i progressi degli alunni: mentre prima impegnandosi si poteva passare abbastanza facilmente dal 6 al 7, il passaggio da C a B corrisponderà a un salto maggiore, quindi più difficile. Per quanto riguarda poi la filosofia generale del provvedimento ("limitare le ansie della corsa al voto e far capire che il successo scolastico sia un percorso, e non una media delle performance") per molti alunni apparirà come un chiaro invito a non studiare e a non fare nulla per gran parte dell'anno, tanto poi basterà impegnarsi un po' alla fine per dimostrare di aver compiuto questo "percorso". Esattamente il contrario di quella meritocrazia che il governo dice a parole di voler perseguire ma che in questo caso, evidentemente, non vale.

Giorgio ha detto...

Condivido ampiamente. In particolare sono molto preoccupato per l'esame di maturità. Bisognerebbe fare qualcosa

Gruppo di Firenze ha detto...

Seguirà a breve un'iniziativa in merito, con invio di lettere al governo da parte dei docenti.

Angelo ha detto...



Rottamiamo i rottamatori

Papik.f ha detto...

Condivido tutto quanto scritto nel post e approvo l'idea delle lettere da parte dei docenti.
Se si apre una campagna di raccolta firme, sono disponibile come sempre, per dare una testimonianza, quanto meno.
Se si tratta di ritenere che possa servire a qualcosa, sono spiacente ma penso che questo richiederebbe dalla controparte una buona fede e un vero interesse per i destini della Scuola e dell'Italia che, sperando di sbagliarmi, non credo ci siano, perché mai mi è sembrato, sempre sperando di essere in errore, di riscontrarli nel comportamento dell'attuale Governo.

vittorio ha detto...

Bisognerebbe avere la forza anche di fare proposte che vadano nella direzione opposta a quella dell'indirizzo ministeriale: per esempio affidare le commissioni di maturità solo a docenti esterni. Senza aumentare i costi, così da disinnescare ogni eventuale obiezione economica. Attiverebbe un processo virtuoso anche tra i colleghi che sarebbero più incentivati a preparare i propri studenti con maggior rigore, sapendo che comunque saranno valutati da altri. Ora non è raro che colleghi che prevedono di essere commissari interni facciano poco o nulla e Poi all'esame concordano con gli studenti le domande della terza prova e del colloquio. Ma il Ministro e i funzionari del ministero queste cose le sanno?

Angelo ha detto...



Il ministero rilancia Berlinguer, l'Indire è nelle mani di Biondi, il sottosegretario alla veraa guida del Miur è Faraone...Un bel rinnovamento e una bella rottamazione non c'è che dire.. Bravo Renzi.

Busiride ha detto...

Il passaggio dai numeri alle lettere è particolarmente grave perché denota sudditanza culturale. L'unica ragion d'essere di tale passaggio sussiste nel fatto che nei paesi anglosassoni, che qualcuno vuole patria di un'umanità superiore, si usano le lettere. D'accordo che inglesi e americani hanno vinto la guerra, ma è stato più di settant'anni fa, potremmo anche smetterla di continuare a scimmiottarli, peraltro sempre negli aspetti più facili da scimmiottare, ovvero quelli deteriori.

Anonimo ha detto...

La solita italietta provinciale

Papik.f ha detto...

@ Vittorio: temo che lo sappiano benissimo.
Quanto alla tua proposta, prevedo che ti accuseranno di essere un gentiliano (accusa infamante per molti), poiché l'impostazione che tu proponi (e sulla quale sono d'accordo, diversamente dalla proposta di ritornare all'orrida formula con un membro interno unico), era appunto quella degli esami di Maturità secondo Gentile.

Giorgio ha detto...

@Gruppo di Firenze
Benissimo. Sapete che su questo punto potete sempre contare su di me. Tenete presente che nel 2014 sugli esami di maturità raccolsi 6.000 firme contro l'abolizione dei commissari esterni
Giorgio Allulli

Anonimo ha detto...

Per non parlare della sciocchezza di valutare nell'esame di maturità i percorsi di alternanza scuola-lavoro. Insegnando al liceo, i miei studenti semplicemente certificano le ore svolte nelle associazioni, oratori. Cose che già fanno. E invece chiedono di essere preparati al meglio per il percorso universitario a cui sono naturalmente destinati.

stefania ha detto...

Gent.mi tutti,
sono solo la mamma di un alunno che frequenta la I superiore dell alberghiero Saffi di Firenze.
Vorrei solo aggiungere il mio commento da mamma e non certo da esperta.
Personalmente mi trovo in disaccordo con il fatto di rimettere le commissioni composte solo da commossari esterni e non certo perchè penso che la vita degli alunni debba essere resa più facile far passare messaggi sbagliati.Solo perchè i commissari interni composti da professori che hanno seguito per tutto l'arco dei 5 anni la vita e il percorso di un ragazzo sicuramente sapranno valutare meglio il rendimento finale del ragazzo.
Io mi sono trovata all' esame di maturità con una commissione di commissari esterni composta solo da docenti decisi a far furoi una intera classe solo perchè ... era la scuola privata " Mantellate " di Firenze , cattolica e loro proveninvano da un liceo di sinistra completamente ideologizzato. E non scherzo su questo! Ero candidata al 60 mi hanno cambiato di punto in bianco tutte le materie e fortuna che avevo sempre studiato tutto. Sono passata con 42/60 . Altri ragazzi non candidati al 60 a cui riservarono trattamenti anche peggiori sono stati bocciati senza meritarselo. provate a pensare cosa vuol dire per una famiglia far perdere un anno di studio al proprio figlio... provate a pensare cosa vuol dire anche in termini economici.. Ovviamente sto parlando di bocciature non meritate realmente e subite per il capriccio altrui. Eppure succedono anche ora!
La vicenda qui narrata risale al 1989 e finì sui giornali di tutta Firenze... Questo fu il risultato di avere tutti commissari esterni. Una cosa che a mio figlio NON AUGUREREI MAI.
Quindi intanto siano i docenti a spogliarsi delle loro ideologie ed entrare in classe con l'unico obiettivo di educare in modo neutro e super partes i ragazzi.. Poi secondo me al di là del Decreto o legge del governo di cui si sta parlando occorre una vera rivoluzione morale da parte di tutti genitori ed educatori.
Ovvio, a partire dalle famiglie e dal recupero di un rapporto dialogante con gli stessi professori.. a volte guardate che non è facile interloquire con alcuni di essi.. e troppo spesso noto più un atteggiamento repressivo che costruttivo.. Io capisco le frustrazioni di tutti ( orari di lavoro che non tornano, stipendi non adeguati, precariato..) ma tutto questo non può e non deve riflettersi su ciò che accade in classe).
Trovo farraginosa poi tutta la machina burocratica che sta dietro le elezioni dei vari rapprensentanti di classee di isituto. Spesso troppe e troppo lasciate da sole dalle stesse famiglie degli studenti che si disinteressano della vita scolastica dei propri figli ma anche senza spesso la possibilità di instaurare rapporti sinceri con professori che e mi dispiace dirlo hanno paura di "mettersi nel mezzo" per non avere noie oltre l'orario di lavoro..... Spero di essere stata chiara . Saluti,
Stefania mamma alunno del Saffi di Firenze

Stefania ha detto...

Per essere più chiara io la penso esattamente come questo signore Nevio Santini ex allievo di Don Milani:

Presidi e professori sostengono che eliminando i voti e la possibilità di bocciare si fa un danno sia ai ragazzi che ai docenti.
«Perché hanno una concezione sbagliata della bocciatura. Basta cambiare paradigma. Ogni volta che si boccia un ragazzo non si compie un atto negativo solo nei confronti del destinatario del provvedimento ma del gruppo classe all’interno del quale è inserito». Cosa intende?
«Vede, la missione di ogni insegnante, così come lo intendeva don Milani, non è preoccuparsi del primo ma dell’ultimo e insegnare al primo della classe — il secchione lo chiameremo oggi — ad aiutare il compagno che è rimasto indietro. Bocciandolo, il professore non permette ai ragazzi di comprendere il valore dell’aiuto reciproco».
La bocciatura impedisce di misurarsi con il valore della solidarietà?
«Sì, in sostanza è così. Agli svogliati devi dare uno scopo, così vedrai che si appassionano, ripeteva don Milani». Quindi non è un metodo educativo? «No, affatto».
In una scuola che spesso si trova a dover gestire le ingerenze dei genitori e le sentenze della magistratura, alcuni docenti pensano che questo decreto possa contribuire a deresponsabilizzare i ragazzi. È un pericolo reale?
«No, non credo. È vero che la scuola è cambiata. E insieme ad essa i rapporti tra insegnanti e genitori. Ma i ragazzi, in fondo, sono sempre gli stessi. I professori devono agire pensando di avere davanti delle anime a cui mostrare il mondo. Un po’ come faceva il don Lorenzo».
La missione di ogni insegnante, come diceva don Milani, è insegnare al primo ad aiutare chi è rimasto indietro.
Pubblicato da Gruppo di Firenze a 22:30 Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest