giovedì 25 gennaio 2018

BERLINGUER E I PROFESSORI

Lo scorso dicembre, l'ex ministro Berlinguer è intervenuto al Congresso dell'Associazione Nazionale Presidi e ha colto l’occasione per lanciare un attacco sprezzante all’appello dei docenti universitari “contro il declino dell’italiano a scuola” di un anno fa. Una scuola degna di questo nome, ha detto, non può riconoscersi in coloro che avevano elaborato e firmato il cosiddetto manifesto dei Seicento,  in cui si auspica – ha sostenuto – il ritorno a un passato in cui si espellevano dalle scuole i meno bravi e in cui questi ultimi erano definiti – ha esclamato testualmente) “con un termine che designava animali, capito? ANIMALI!” Si riferiva naturalmente alla parola “asini”, che tuttavia non ha pronunciato, quasi volesse far intendere quanto fosse profondo l'orrore che il termine gli avrebbe provocato solo a pronunciarlo.
Alla fine del suo intervento ha lasciato il convegno. Insomma, se ce n'era bisogno, l'ex Ministro ha confermato di far parte della numerosa schiera che, invece di argomentare le proprie posizioni, preferisce demonizzare chi non la pensa allo stesso modo, anche rispetto a tematiche così determinanti per lo sviluppo civile e culturale del nostro Paese, che meriterebbero un confronto costruttivo. E questo a dispetto della diffusa retorica del Dialogo con l’Altro e col Diverso.
In realtà l’appello nasce dai ripetuti allarmi di molti professori universitari. I quali avevano ben capito, e purtroppo ampiamente sperimentato nella loro attività d'insegnamento all'università, che senza una conoscenza appropriata della lingua non si è cittadini degni di questo nome, ma sudditi. Perché, come scriveva l'educatore più saccheggiato e forse più impropriamente preso a modello, “È solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l'espressione altrui”. Era quindi del tutto logico chiedere “una scuola davvero esigente nel controllo degli apprendimenti oltre che più efficace nella didattica”, in modo da assicurare “il raggiungimento, al termine del primo ciclo, di un sufficiente possesso degli strumenti linguistici di base”.
E invece no! Guai a pretendere una scuola di qualità, perché questo significherebbe, per certi amici dei poveri, penalizzare i meno bravi. Come se porsi l'obiettivo di elevare le competenze linguistiche di tutti i nostri ragazzi fosse una sorta di operazione passatista e nostalgica della scuola che fu! Ed ancora, come se sfornare laureati che abbiano una conoscenza approssimativa della nostra lingua potesse essere alla lunga compatibile con il nostro sviluppo sociale e civile. En passant: a Berlinguer e ad altri che come lui hanno ribattuto all’appello con formule generiche di biasimo e categoriche prese di distanza, potrei anche far presente che gran parte della mia attività professionale l'ho dedicata proprio a salvaguardare il diritti di chi partiva da situazioni svantaggiate. E questo non lo si fa chiedendo poco, lasciando correre, indulgendo; ma, per dirla con Machiavelli, facendo “come gli arcieri prudenti, e quali parendo el loco dove disegnano ferire troppo lontano e conoscendo fino a quanto va la virtù del loro arco, pongono la mira assai più alta che il loco destinato, non per aggiungere con la loro freccia a tanta altezza, ma per potere con l’aiuto di sì alta mira pervenire al disegno loro”. Scuola “esigente” non significa dunque arcigna e repressiva, significa che è determinata a far emergere tutto il potenziale degli allievi chiedendo loro il massimo impegno e garantendo senza se e senza ma la qualità dell’insegnamento. In gioco c’è il destino delle nuove generazioni e forse anche la sopravvivenza della nostra democrazia.
Valerio Vagnoli

43 commenti:

"Il diabolico VP" ha detto...

ok, ma come fare per rimediare? qualcuno formuli un'ipotesi realistica che tenga conto della situazione attuale.

Stelio ha detto...

Berlinguer non ha mai smesso di fare una sorta di ministro ombra. Al Miur è sempre stato ed è di casa qualunque sia l'inquilino e di qualunque colore esso sia. Il suo portaborse, credo un fiorentno, è stato consigliere di ben due ministre. L'era berlingueriana non si concluderà se non quando la scuola sarà definitivamente riciclata ad altri scopi.

Romano ha detto...


Politici come Berlinguer se ne strafottono di una scuola seria. Sono casta da secoli e nella sua medesim famiglia allargata vi sono due ex presidenti della Repubblica, un Segretario di un partito politico, un segretario Generale del Quirinale, un paio di parlamentari e i figli di tutta questa casta sistemati dappertutto, a partire dalle televisioni pubbliche e private compresa quella del nemico Berlusconi. Ma er popolo asino è proprio contento quando cià li ricchi e i potenti dalla sua parte.

Anonimo ha detto...

Il male fatto da quest'uomo alla scuola italiana è indicibile. Purtroppo non sparisce mai e soprattutto non spariscono le sue pessime riforme.
Ha trasformato il diploma in un foglio di carta igienica e l'università in un istituto per l'erogazione dei crediti (a ignoranti).
Bella sinistra, complimenti!
Tutto il mio profondo disprezzo.
RR

Anonimo ha detto...

Rimediare è molto semplice:
- classi piccole;
- cura della grafia a mano;
- preparazione delle maestre come una volta, con il latino;
- concorsi fatti sulla conoscenza delle materie e non della antropopsicopedagogia;
- ritorno a programmi fino ai primi anni '90;
- scuola media unificata con meno materie (magari alcune a scelta) e un paio d'ore di latino;
- severità e non impunità verso gli studenti;
- rivorrei la quarta ora di greco al triennio del classico;
- basta riforme, no licei quadriennali, no semplificazione della maturità;
- temi di italiano tutti i mesi, studio del nostro patrimonio letterario.
VEDRETE I RISULTATI (e anche per i ragazzini stranieri, che spesso sono più determinati dei nostri).
RR

Romano ha detto...

Ha distrutto la scuola e non ha mai smesso di occuparsene per riscattarsi rispetto alla umiliazione di aver scatenato la più imponente protesta da parte dei docenti che mai si sia vista nella storia repubblicana. È un vanitoso che vorrebbe far credere di aver percorso i tempi. Il guaio è che i ministri che si sono alternati dopo di lui e dopo i suoi disastri gli hanno sempre dato credito a partire dalla Gelmina.

Vishnu ha detto...

Dunque se in classe uno balbetta tutti gli altri devono balbettare?

ST ha detto...

Ma i figli di questi ministri che scuole hanno frequentato?

Vishnu ha detto...

E poi mente. Insegnare l'italiano non significa espellere I meno bravi dalla scuola. V.

ST ha detto...


Che andasse ai convegni dei docenti.Sintomatico che vada a quelli dei dirigenti.

paniscus ha detto...

"Dunque se in classe uno balbetta tutti gli altri devono balbettare? "
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In effetti è una moda psicopedagogica che si sta diffondendo a oltranza.

Nella maggior parte dei corsi di formazione riguardo alla presunta "didattica inclusiva" per i casi di DSA e di BES vari, viene raccomandato sempre più spesso di trattare TUTTI come se avessero un DSA, e di concedere a tutti gli stessi strumenti di ausilio che sarebbero previsti per i DSA... in base al principio che si tratta comunque di strumenti utili e virtuosi, e che quindi fanno bene a tutti, anche a chi non ne ha bisogno.

In classe c'è qualcuno che ha un problema strutturale per cui non riesce a ricordarsi le formule a memoria, e quindi ha diritto a portarsi dietro un formulario da consultare? Bene, perché non concedere il formulario a tutti, così il ragazzo problematico non si sente diverso dagli altri, e tanto si sa che "ricordarsi le formule non serve a niente", ed è solo una vessazione inutile che la scuola impone senza motivo, solo per tradizione arcaica che dovrebbe essere superata?

Purtroppo, dopo almeno dieci anni di martellamento indottrinante, comincia a esserci una significativa percentuale di docenti che ci credono davvero.

paniscus ha detto...

"- cura della grafia a mano;"
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Ecco, parliamo anche di questo.

Io ho una figlia di 13 anni, che sta per iscriversi alle superiori.

Fino a due anni fa aveva una bellissima grafia corsiva, fluida, leggibilissima, abbastanza personalizzata nel corso degli anni (quindi, NON legata alla copia passiva degli alfabetieri delle elementari), ma comunque armoniosa e coerente.

Adesso scrive con un orrendo maiuscoletto artificioso che imita i caratteri della carta stampata. E fa così, appunto, in maniera artificiosa, perché se lo è autoimposto, contro l'istinto di grafia spontanea che aveva prima, solo perché evidentemente "va di moda" tra le adolescenti.

E il fatto che se lo sia autoimposto in maniera innaturale lo si vede benissimo:

- innanzi tutto, perché alcune lettere le stacca come nella scrittura stampata, mentre altre continua a legarle istintivamente, come nel corsivo che usava prima...

- e poi perché, comunque, a scrivere in questo modo ci impiega DI PIU' e fa più fatica, rispetto a quando scriveva in corsivo.

Se le si chiede quale sia il senso di tutto questo, si limita a rispondere che "tanto i professori delle medie ci dicono che possiamo scrivere come ci pare".

"Il diabolico VP" ha detto...

provo a dare una prima risposta puntuale ad Anonimo RR, vedi dopo ►

Anonimo ha detto...

Rimediare è molto semplice: ► non è affatto semplice, ci vorrà tempo, e non c’è nessun proposito né indizio di inizio;

- classi piccole; ► OK, 20 alunni, 12 dove c’è dispersione alta;

- cura della grafia a mano; ► OK;

- preparazione delle maestre come una volta, con il latino; ► e i maestri, no? ancora latino?! domanda: ma è davvero necessaria la laurea? cinque anni si scuola superiore ben fatta non bastano?

- concorsi fatti sulla conoscenza delle materie e non della antropopsicopedagogia; ► entrambe con prevalenza delle prime;

- ritorno a programmi fino ai primi anni '90; ► OK, o quanto meno percorsi didattici identificati e marcabili;

- scuola media unificata con meno materie (magari alcune a scelta) e un paio d'ore di latino; ► OK, meglio ancora sarebbe una fusione tra la scuola media che fu e l’avviamento al lavoro;

- severità e non impunità verso gli studenti; ► serietà, non severità; abolire bocciature (sic!) ma VOTI VERI per ciascuna materia, abolire voto di consiglio, ciascun docente esprima anche il suo voto di condotta/comportamento/partecipazione/impegno;

- rivorrei la quarta ora di greco al triennio del classico; ► ??!! no! salvo a restaurare un liceo classico doc se ci fossero richieste e iscrizioni;

- basta riforme, no licei quadriennali, no semplificazione della maturità; ► sì, basta riforme “epocali” calate dall’alto da ministri improvvisati, ma potature con cesoie, tronchesi, asce, cominciando dalle 4 moratorie di “appello per la scuola pubblica”; no, licei brevi amputati; sì, maturità di una volta con tutte le materie, ma anche qui niente bocciature e VOTI VERI;

- temi di italiano tutti i mesi, studio del nostro patrimonio letterario. ► temi? non so; patrimonio letterario ma senza esagerare e anche quello altrui; elementi di storia delle scienze, tecnologie, aspetti pratici;

VEDRETE I RISULTATI (e anche per i ragazzini stranieri, che spesso sono più determinati dei nostri).
RR

Romano ha detto...

Prendiamo a modello la scuola frequentata dai figli di Berlinguer. Ce la dicesse e ci illuminasse su come si fa a riuscire nella vita.

Anonimo ha detto...

Mi chiedo se non si possa raggiungere un accordo tra docenti per evitare di trattare tutti gli studenti come handicappati, lasciando gli handicappati veri ai progetti e al personale di sostegno.

Per VP: caro VP, il latino è necessario a migliorare le competenze linguistiche di chi insegna italiano, prima ancora che ai discenti. Le materie umanistiche hanno una falcata diacronica e se a qualcuno ciò non è piaciuto, non so che farci: tutte le lingue romanze sono un portato della latinizzazione, che è uno dei fenomeni principali della storia mondiale: vogliamo rendercene conto o no? Oppure preferiamo avere dei ragazzi (e purtroppo anche insegnanti) che credono si possa dire 'presidenta' e 'complementarietà'?

Le ricordo inoltre che qualsiasi materia sotto le tre ore settimanali serve a poco. Nelle scuole dove hanno adottato i moduli da 50 minuti per fare la settimana breve, poi, si perde mezz'ora di lezione la settimana (10+10+10 minuti saltati ogni volta): faccia Lei il conto di quanto si perde in un anno (si devono pure aggiungere le ore di alternanza scuola-lavoro). A me sembrano forme di sterminio silenzioso.
RR

Anonimo ha detto...

Porterò alcuni dei post pubblicati qui alla discussione nel corso di aggiornamento per docenti di lettere che inizio a marzo.
In particolare le osservazioni di Paniscus mi sembrano assai importanti.
RR

Anonimo ha detto...

Un figlio di Berlinguer catapultato da Siena a fare l'assessore in Basilicata. Altro giro altra corsaaaaaa

Vishnu ha detto...

Fatto carrierone nell'ateneo del padre, con tanto di intrallazzi e denunce. V.

Papik.f ha detto...

Non insegno materie letterarie quindi non ho voce in capitolo. Ma posso riferire quello che ha sempre sostenuto mia mamma, insegnante di Lettere alla Scuola media a cavallo della riforma che tolse il Latino, poi di Italiano e Latino al Liceo Classico e poi preside.
L’Italiano è discriminante, perché emerge chi ha solide basi culturali familiari ed è abituato alla lettura. Nel Latino tutti partono alla pari o quasi, perché è nuovo per tutti.
Ma vai a dire una cosa simile ai nipotini di Don Milani.
PS Agghiacciante ma, temo, veritiero il primo post di Paniscus.

Anonimo ha detto...

Ed ignorate che tale figlio è stato condannato a restituire sette centomila e passa euro presi senza diritti alla umana società. Una bella classe dirigente non c'è che dire

Clan destino ha detto...

Il suo collaboratore è stato assessore all'istruzione a Firenze. Da quel che mi risulta acerrrrimo antirenziano da sempre fino a quando il Bomba non diventò presidente. Da allora altra spedita carriera. Da consigliere di due ministre a consigliere d'amministrazione dell'INDIRE. In tutta la sua luminosa carriera a rincorrere poltrone dovrebbe aver insegnato per sei-sette anni.

Vishnu ha detto...

Gli insegnanti stessi partono da basi culturali piu' deboli. V.

paniscus ha detto...


Papik: " Agghiacciante ma, temo, veritiero il primo post di Paniscus."
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In effetti non è una deduzione "ipotetica" mia, ma è proprio una tesi che ho sentito sostenere da qualcuno che ci crede sul serio, e che si sta diffondendo sempre di più.

Inizialmente era partita per una motivazione ancora più surreale: ossia, che, nei casi effettivi di DSA, esistono perfino genitori che richiedono che il figlio usufruisca di tutte le facilitazioni possibili, previste dal PDP, ma contemporaneamente pretendono che la cosa sia tenuta segreta e che i compagni non vengano a saperlo.

Ad esempio, Luigino ha diritto a consultare un formulario scritto durante un compito di matematica in cui gli altri invece non possono usarlo, oppure Paoletta ha diritto di portarsi dietro schemi e appunti da cui copiare pedissequamente concetti e definizioni intere... però la famiglia pretende che i compagni non se ne accorgano, e che ci pensi l'insegnante a trovare il modo che non se ne accorgano.

Invece di mandare a quel paese tali genitori, e di spiegare loro che spetta a LORO responsabilizzare il figlio, metterlo davanti alla realtà dei fatti, e lavorare sull'obiettivo di fargli accettare la sua situazione particolare...

...no, col cavolo, la scuola china la testa e accetta la pretesa che spetti unicamente all'insegnante trovare la soluzione magica in cui Luigino e Paoletta possono tirarsi fuori schemi, mappe e formulari sotto il naso dei compagni, ma con la garanzia che i compagni non se ne accorgano.

Casomai se ne accorgessero, e chiedessero "Perché loro sì e io no?" la colpa è dell'insegnante, che non ha fatto abbastanza per strutturare gli strumenti compensativi nel modo giusto (cioè, nel modo preteso dai genitori).

Ovviamente non esiste nessun modo praticabile di realizzare tale pretesa, eppure questa viene fatta comunque gravare sulle spalle dell'insegnante, che deve arrangiarsi a trovare il modo di realizzarla lo stesso, anche se è impossibile.

Allora è arrivato qualche genio che ha detto: "Ma sapete cosa possiamo fare? Concediamo di consultare i formulari e i riassunti a tutti, così risparmiamo a Luigino e a Paoletta il disagio di sentirsi diversi, e noi ci togliamo dall'imbarazzo di dover spiegare perché loro sì e qli altri no!"

Ovviamente, all'inizio era solo una miserevole scappatoia per evitare le polemiche con i genitori.

Poi, purtroppo, è anche arrivato qualche ulteriore genio che si è sforzato di dare a questa scemenza una base teorica: ossia, l'idea che consentire lo scopiazzamento da mappe, schemi, formulari e riassunti a tutti, anche a chi non ha nessun problema, abolendo completamente qualsiasi richiesta di sforzo di memoria e di rielaborazione personale... sia un bene per tutti, e sia una forma di didattica innovativa che porterà progressi a tutti.

E proviamo a dargli torto: è evidente che consentendo a tutti di copiare da formulari, tabelle, riassunti, la sufficienza arriva più facilmente e i voti si innalzano. E quindi il genio pedagoghesco di cui sopra conclude trionfante che tali metodi "migliorano i risultati della didattica".

Davvero non lo sapevate? Sapevàtelo!

Anonimo ha detto...

Purtroppo io lo sapevo.
Ma questi sono insegnanti o servi? E i genitori di Paolino, Luigino, Paoletta etc. come li vogliamo chiamare?
RR

Stelio ha detto...

Questi nostri post certificano il trionfo della mediocrità e dei mediocri

"Il diabolico VP" ha detto...

Anonimo RR ha detto...

"Purtroppo io lo sapevo.
Ma questi sono insegnanti o servi? E i genitori di Paolino, Luigino, Paoletta etc. come li vogliamo chiamare?"

belle domande! osservo che anche RR scivola nel vizietto di considerare i docenti responsabili di tutto il sistema scolastico mentre riforme, leggi, norme scritte o solo usanze e abitudini vecchie e nuove vengono determinate, scelte e imposte da altri (più in alto e fino ai presidi, ai genitori, ai cdc servizievoli); altri che se ne attribuiscono meriti e vanti.

altra osservazione: la scuola è ingolfata di burocrazia e gerarchia, di rappresentazioni errate e fasulle ma gradite e pretese. a cui non corrisponde più sostanza e realtà; parlo di voti, scrutini. esami e diplomi; didattica e apprendimenti risultano marginalizzati o ridotti; c'è un libro (che però non ho ancora letto) "La fabbrica di voti finti" di Francesco Scoppetta che dovrebbe riassumere e testimoniare la situazione.

"Il diabolico VP" ha detto...

Stelio ha detto...

"Questi nostri post certificano il trionfo della mediocrità e dei mediocri"

esatto. aggiungo "e dell'ipocrisia"; siamo nella situazione delle rane bollite a fuoco lento;
mediocrità spesso compiaciuta, auspicata, rassegnata, negata;

Papik.f ha detto...

Il diabolico VP: “... rappresentazioni errate e fasulle ma gradite e pretese a cui non corrisponde più sostanza e realtà; parlo di voti, scrutini esami e diplomi ...”.
Si potrebbero aggiungere le certificazioni di eccellenza basate sull’acquisizione di strumentazioni che non si hanno i fondi per mantenere in efficienza, tipo LIM ridotte a videoproiettori perché non si possono acquistare gli specifici pennarelli, o forse neanche a quello perché si è anche bruciata la lampadina, laboratori informatici che non sono in grado di stampare perché non c’è il toner né la carta e magari il tamburo è da sostituire da tre anni, videoterminali (dei quali, a tutti gli effetti, fanno parte le succitate LIM) impiegati in assenza della schermatura delle sorgenti luminose naturali prevista dalla normativa …

Vishnu ha detto...

Il valore della scuola non dipende dalla quantita' di tecnologia contenuta in un'aula.

Anonimo ha detto...

Gentile VP, non scivolo no nel vizietto.
Osservo solo che molti insegnanti hanno paura di pretendere e che molti genitori sono disposti a far bollare i loro figli come disabili mentali pur di ottenere per loro la dispensa dallo studio (concessa a pagamento con facilità...).
Ha ragione Vagnoli quando dice che ne va del futuro dei giovani: questi ragazzini così poco abituati a lavorare e ad andare avanti senza aver appreso saranno in grado di attraversare la vita con coscienza e spirito critico o si venderanno come schiavi al primo lavoro precario offerto dal pescecane di turno?
La deriva attuale è davvero preoccupante e da un pezzo è arrivata anche all'università (molti iniziano a pretendere il voto minimo senza aver studiato 'per fare presto').
Ripeto che bisogna creare tra docenti di ogni ordine e grado gruppi di persone disposte a lavorare in modo serio, anche prendendosi qualche grana, ma credendo nel valore dell'istruzione e anche, se necessario, della punizione.
Insomma, tornare indietro è davvero un imperativo non dilazionabile.
RR

VV ha detto...

Berlinguer dette con la sua riforma una sorta di colpo di grazia al sistema scolastico italiano mettendosi nelle mani della cgil, a cui allora ero iscritto, che pensò essere arrivato il momento in cui la scuola italiana sarebbe passata direttamente al controllo dei quadri sindacali. Infatti erano davvero convinti di rappresentare il meglio della scuola, la testa d'ariete più avanzata e capace di formare cittadini nuovi e impegnati. Finì con lo svelare agli italiani che, proprio come pensava la cgil, più o meno il settanta per cento dei docenti non meritava aumenti di stipendio, quindi impreparati e paria della pubblica amministrazione, e che da gente del genere non era pertanto il caso di vedersi sanzionare o " penalizzare con brutti voti " i propri figli. Era quasi digiuno di problemi scolastici e li affrontò e continua ad affrontarli, con le armi della retorica e con il tormentone dei don Milani, della scuola inclusiva, delle varie educazioni compresa quella musicale fondamentale anch'essa a creare cittadini migliori etc etc etc. banalità in quanto in un paese civile certe istanze le si dovrebbero dare per scontate. Se non lo sono, un ex ministro può tuttalpiù chiedere scusa per non averle realizzate. Ebbe a disposizione soldi per edificare scuole con laboratori efficienti e sicuri ed ebbe ben quattro anni ( cosa rara vista la durata media dei ministri dell'istruzione ) per attuare o almeno strutturare la scuola secondo i criteri che ora rivendica.

"Il diabolico VP" ha detto...

Vishnu ha detto...

“Il valore della scuola non dipende dalla quantità di tecnologia contenuta in un'aula.”

(tentativo mal riuscito di brevettare un aforisma.)

la tecnologia serve, è utile o può esserlo se è in ordine e funziona, se dispone del software necessario, se c’è chi la sa usare, se gli studenti fruitori non sono in numero eccessivo.

chi può negare l’utilità di un film in inglese per lo studio della lingua? o di esperimenti o dimostrazioni di chimica o fisica? oppure di lezioni di storia supportaste da mappe o altre immagini? ed altro ancora.

la tecnologia rafforza e implementa il linguaggio verbale o scritto, è essa stessa un linguaggio potente e essenziale in certe situazioni.

Vishnu ha detto...

Cum grano salis.

Papik.f ha detto...

Vishnu ha detto...
“Il valore della scuola non dipende dalla quantità di tecnologia contenuta in un'aula.”
Se è riferito al mio commento, non ho mai detto una cosa simile e non capisco come mi si possa attribuire una tale opinione.
Ho criticato il fatto che la valutazione dell'eccellenza si basi sull'aver acquistato degli strumenti tecnologici e avviato delle procedure (classe 2.0, 3.0 ecc.) che a volte non sono poste nelle condizioni di un utilizzo reale.
La questione se, in piena efficienza, tali strumenti e procedure sarebbero davvero utili, era del tutto estranea al mio commento e nulla c'entra.
Sul punto, comunque, il mio parere personale coincide con quello del "diabolico V.P.".

"Il diabolico VP" ha detto...

Papik.f ha detto...

<>

OK.Aggiungo una osservazione che ritengo importante e strategica.

Le tecnologie e le innovazioni didattiche per "entrare" a scuola devono seguire il percorso didattico (o orizzontale) attraverso i docenti e non il percorso buro-gerarchico (o verticale) attraverso i presidi (magari sollecitati dai politici che hanno - o potrebbero avere - interessi commerciali vari collegati alle tecnologie e alle innovazioni.

Il docente che riceve tecnologie e innovazioni dall'alto diventa responsabile del buono o cattivo esito delle stesse al presente e soggetto a valutazione. Mentre chi ha deciso viene gratificato sia dalla decisione sia dall'esito futuro e ipotizzato positivo. Assomiglia un pochino alla situazione di <<‘A gallina fa ll’uovo e a ‘o gallo nce abbruscia ‘o culo.>>

"Il diabolico VP" ha detto...

nel post precedente, l'editor ha cancellato perte dell'inizio che riporto di seguito.

Papik.f ha detto...

Sul punto, comunque, il mio parere personale coincide con quello del "diabolico V.P.".

"Il diabolico VP" ha detto...

E COSA NE PENSATE DELL'APPELLO PER LA SCUOLA PUBBLICA?

Appello per la Scuola Pubblica

E DELLE QUATTRO MORATORIE PROPOSTE?

In virtù di queste considerazioni:

1) Chiediamo un’azione di moratoria su:

►obbligo dei percorsi di alternanza-scuola lavoro e del requisito di effettuazione per l’accesso all’esame di Stato conclusivo del II ciclo

►obbligo di impiego metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning, apprendimento integrato di contenuti disciplinari in lingua straniera)

►uso dei dispositivi INVALSI a test censuario per la valutazione degli esiti scolastici, obbligatorietà della somministrazione funzionale all’ammissione agli esami di licenza del primo e secondo ciclo

►modifiche relative all’esame di Stato, che renderebbero di fatto sempre più marginale la didattica disciplinare.

2) Chiediamo l’apertura di un ampio dibattito governo-Scuola di base-organizzazioni sindacali-cittadinanza sulle questioni di cui al punto precedente e su tutto l’impianto della Legge 107/2015.

paniscus ha detto...

c'è un libro (che però non ho ancora letto) "La fabbrica di voti finti" di Francesco Scoppetta che dovrebbe riassumere e testimoniare la situazione.
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A quanto ho capito dai link disponibili, Francesco Scoppetta è uno che caldeggia tutte le peggiori fuffologie innovative, dall'abolizione della lezione frontale, all'abolizione dei compiti a casa, fino alla riforma radicale degli orari scolastici perché i ragazzi hanno diritto di dormire a lungo la mattina e sarebbe bellissimo se la scuola iniziasse dopo le 10.

Quindi, non gli concedo una briciola di fiducia.

Se le cose si modificassero realmente nel senso che intende lui, cioè lezioni vere sostituite da sfiziosi laboratori di gruppo, compiti a casa sostituiti da patetico tutoraggio pomeridiano direttamente a scuola (perchè è noto che a un adolescente normale non può essere richiesta una fatica così abnorme come studiare per conto suo, che è contro natura ed è drammaticamente al di fuori della sua portata), e varie amenità del genere, i voti finti diventerebbero veri?

Ne dubito.

Romano ha detto...

Lo sapevate che Berlinguer ha ancora l'ufficio con segreteria al miur?

Vishnu ha detto...

Sono d'accordo con le moratorie. Sarebbe bello proporle a qualche forza politica. V.

"Il diabolico VP" ha detto...

Santa Maria a Vico, Caserta: studente di 16 anni accoltella al volto la docente di Lettere che voleva interrogarlo

Romano ha detto...

Datemi del paranoico ma dal mio privilegiato osservatorio vo confermo che il ministro ombra da sempre è Berlinguer. Che schifo di paese mafioso. E si tratta di scuola. Se questo accade al miur che succede agli altri ministeri? Per il miur ci sono prove intangibili. Succede in altre nazioni che un ex ministro conservi per altri 20 anni un ufficio e due segretarie? Vorrei un parere
Grazie

Vishnu ha detto...

Ha ragione. E imperversa insieme a Ichino. Altro buono.