Pochi giorni fa ha suscitato
scalpore la sospensione dall’insegnamento per quindici giorni di una docente
palermitana che non aveva corretto il contenuto di un video elaborato da suoi
studenti. Nel video tra l’altro si equiparano le leggi razziali fasciste e il
decreto sicurezza del ministro Salvini e si sosteneva l’analogia tra il
rastrellamento e la deportazione degli ebrei romani nel ’43 e il ricollocamento
di migranti dopo lo sgombero di un Centro di accoglienza. La durezza della
misura disciplinare, spropositata e paradossale, ha colpito perfino il ministro
dell’interno Salvini e quello della Pubblica istruzione Bussetti e ha fatto
passare in secondo piano le pur evidenti responsabilità sul piano deontologico
della docente, che non ha
corretto le sciocchezze dei suoi allievi durante la preparazione del video e
neppure ne ha preso le distanze a lavoro ultimato. Ieri invece analogo scalpore
ha suscitato il quadro di uno studente del liceo artistico Russoli di Pisa
raffigurante il volto del ministro Salvini costruito unendo tra loro centinaia
di microimmagini di barconi, di donne e di uomini scomparsi o a stento
sopravvissuti al viaggio nel Mediterraneo. Il lavoro, come quello degli altri
studenti che avevano frequentato il corso di potenziamento di arte contemporanea,
è stato esposto in una Galleria d’arte esterna alla scuola e sarà il pubblico a
giudicarne il valore artistico. Intanto la sindaca di Cascina, dove il liceo ha
una sua succursale, lo ha giudicato severamente sul piano politico, ritenendolo
un’opera vergognosa e un vero e proprio «falso ideologico» (sic). Esattamente
il contrario pensa il critico d’arte Luca Nannipieri, suo ex assessore e
anch’egli leghista, che difende pienamente il lavoro dei ragazzi e del loro
docente. Siamo comunque certi che non mancheranno in futuro altre discussioni e
altri scontri a proposito di quanto più o meno politicamente corretto uscirà
dalle scuole, anche perché il dibattito politico è spesso alla ricerca di
argomenti su cui strepitare: se l’occasione si presenta, guai a lasciarsela
scappare! Indipendentemente da ciò, è veramente opportuno fare tutto il
possibile per evitare che le scuole diventino occasione per conflitti e che
nelle aule si faccia divulgazione ideologica. La scuola pubblica è per
definizione di tutti e non può tornare a essere, come spesso avveniva negli
anni ‘70 e ‘80, luogo di propaganda più o meno velata. Benissimo ha fatto la
preside del Russoli a vietare che il mosaico su Salvini comparisse sul sito
della scuola: pur trattandosi di un lavoro artistico e in quanto tale
interpretabile da ciascuno secondo la propria sensibilità, credo sia stato
giusto non istituzionalizzarla come espressione di una intera comunità
scolastica anziché del solo studente che l’ha pensata e creata. Rispetto ai
temi inerenti la politica e ad eventuali rapporti con i politici è bene che le
scuole siano prudenti ed evitino che dalle loro aule escano proclami e certezze
ideologiche. Si deve però accettare, anzi auspicare, che la scuola sia il luogo
per eccellenza della critica, della formazione civile e democratica soprattutto
attraverso la conoscenza del passato, del mondo contemporaneo e delle diverse
opinioni degli studiosi. In questo senso, solo in questo, essa ricopre il
nobile ruolo di educare i giovani alla politica. Senza infine dimenticare che
li dovrà accompagnare e aiutare a rendere utili e fruttuose le loro occasioni
di «democrazia diretta» come le assemblee: occasioni importantissime per
abituarli a essere autonomi e a occuparsi di problemi attuali. Molte volte però
prevale in loro la voglia di bruciare le esperienze, anche attraverso le
abitudinarie occupazioni. Ben vengano invece dei ragazzi in grado di fare bei
quadri e di organizzare delle belle mostre di arte contemporanea, stimolanti e
creative.
Valerio Vagnoli
"Corriere Fiorentino", 21 maggio 2019
1 commento:
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