giovedì 16 luglio 2009

E IL PRESIDE DISSE: MA PROFESSORESSA, COPIARE NON È UN REATO...

La collega Rossana Cetta ci ha segnalato un suo testo intitolato Rigore, etica, responsabilità: assenti nella scuola. Vi si riferisce tra l’altro il seguente episodio.

Mi è capitato di essere contestata dagli alunni di una classe perché durante i compiti in classe facevo una sorveglianza troppo attenta, impedendo loro il rituale passaggio di biglietti e sbirciatine sui libri di testo e sui temari. In quell'occasione fui richiamata dal preside il quale tenne a precisarmi che non è un reato copiare il compito da un compagno più bravo e che dovevo instaurare un clima di collaborazione e di maggiore distensione durante le prove di verifica”.

Ogni commento - come suol dirsi - è superfluo. O forse no.

Leggi tutto il testo.

2 commenti:

Giuseppe ha detto...

E' corretto alzare la valutazione finale di maturità di 2/3 punti, disapplicando ogni criterio prestabilito dalla commissione ed utilizzato per gli altri candidati, solo perchè la persona in causa ha una triste situazione familiare?
Invito casi che si ritengono contrari all'etica di un educatore

cotugnoprof ha detto...

I regolamenti di ogni Istituto dovrebbero contenere a chiare lettere il divieto di copiare i compiti in classe e i tentativi di attingere dagli altri cose che non si conoscono per rimediare alle proprie scarse competenze. Questo dovrebbe avere conseguenze anche disciplinari sul voto di condotta. Non è solo questione di serietà e di onestà,di cultura del lavoro e del merito ma anche principio didattico della verifica dei risultati per la successiva impostazione didattica. Purtroppo in molte scuole i colleghi lasciano correre a volte per eccessivo buonismo, a volte per l'ipocrisia di assolvere e di autoassolversi per gli scarsi livelli di istruzione che, invece, sono realmente ottenuti.