mercoledì 1 luglio 2009

MA QUANTO CI COSTA PROMUOVERE CHI NON LO MERITA?

“ItaliaOggi” dedica un articolo alla ricaduta economica dell’aumento dei ripetenti nel prossimo anno scolastico, con le prevedibili conseguenze sul numero dei docenti e del personale ata (Boom di asini: costeranno 500 milioni in più). Il maggior rigore delle valutazioni si ritorcerebbe quindi contro il rigore finanziario.
Ma quanto sono costati al paese decenni di lassismo, cioè di svalutazione del merito, dell’impegno, della serietà? Quali danni hanno inferto all’economia, al livello dei servizi e delle professioni, non meno che all’etica pubblica? Quanto, infine, hanno occultato le insufficienze della scuola?

Intanto anche su “Sussidiario.net”, il quotidiano on line vicino alla Compagnia delle Opere, si discute sull’aumento delle bocciature. Sul numero di oggi (martedì 30 giugno, anche se questa nota viene pubblicata dopo mezzanotte) Giancarlo Tettamanti (Essere bocciati è un male per i ragazzi? Peggio il buonismo…) risponde a Giovanni Cominelli (Bocciare: a cosa serve?) ricordando che nessuna riforma delle scuola e della didattica potrà mai azzerare le responsabilità di un ragazzo riguardo ai suoi risultati scolastici.

8 commenti:

Papik.f ha detto...

Occorrerebbe innanzitutto mettersi d'accordo sul significato della scuola. Se dev'essere un luogo di crescita e maturazione dei giovani, a questi deve spettare, tra gli altri diritti, quello di confrontarsi con difficoltà e ostacoli, anche rischiando di incorrere nel fallimento e di dover ripetere un anno o, persino, di dover riconoscere che il percorso intrapreso non è adatto a sé e, quindi, di doverlo cambiare. Se dev'essere un servizio destinato a degli utenti, secondo il termine tanto in voga negli anni d'onofriano-berlingueriano-demauriani, invece, a questi, come a tutti gli utenti dei pubblici trasporti, non si potrà chiedere altro che di pagare il biglietto e lasciarsi portare al diploma finale, uguale per tutti e a tutti assicurato (e, per ciò stesso, privo di qualsiasi valore reale).
Le questioni relative alla preparazione dei docenti, a quanto si debba fare per aiutare chi si trovi in oggettive condizioni di difficoltà, all'aiuto dato a ciascuno per individuare il percorso a lui più confacente, alla strutturazione di indirizzi e modalità di studio che mettano realmente in condizione chi vuole di recuperare il tempo eventualmente perduto; tutte queste cose sono giuste e doverose ma vengono "a valle", per usare il gergo sessantottino. "A monte" c'è quella scelta di base.

agapetòs ha detto...

E quanti milioni di euro sta spendendo lo stato italiano per i corsi di recupero? Sarebbe interessante avere una risposta precisa. E quanti ne spenderebbe in meno se ai corsi accedessero solo gli studenti davvero bisognosi e non quelli che non hanno mai aperto un libro o un quaderno?

Papik.f ha detto...

Perfettamente d'accordo con agapetòs. Il fatto che il contribuente sia tenuto per legge a pagare un corso di recupero fuori orario a chi, magari, ha una percentuale di presenze inferiore al 50% sull'orario di lezione è profondamente immorale e diseducativo (a parte, ovviamente, i casi di malattie gravi o situazioni familiari particolari, documentate), oltre che dannoso per l'erario.

Vincenzo Pascucci ha detto...

QUANTO CI COSTERA’ L’ILLUSIONE CHE “E’ TORNATO IL MERITO, E’ TORNATO IL RIGORE”?

di Vincenzo Pascuzzi

Cerco di replicare alla nota (volutamente provocatoria e tendenziosa?) del Gruppo di Firenze di oggi 1° luglio 2009, dal titolo “QUANTO CI COSTA PROMUOVERE CHI NON LO MERITA?”.

Prima di tutto, mi sembra che non ci sia nessuno che voglia promuovere chi non lo merita (anche se ci sono promozioni non meritate). L’autore o gli autori della nota dovrebbero specificare a chi si riferiscono. La questione è se maggiori bocciature indichino il ritorno del merito e del rigore. Io, e non sono il solo, dico di no.

Ma veniamo al contenuto della nota fiorentina. Non c’è dubbio che il governo ha impostato, affrontato, risolto (?) o avviato a soluzione – secondo lui – i problemi della scuola essenzialmente in termini economici e finanziari puntando decisamente a una drastica riduzione dei costi, ad ogni costo (scusate il bisticcio), a prescindere dalle conseguenze, dai risultati e limitatamente al settore istruzione statale. Ha chiamato questa sua azione “riforma” ed ha obbligato Gelmini a propagandarla come tale e a dire che era buona. La poverina ha finito per crederci veramente pure lei!

Con questa premessa il “boom degli asini: costerà 500 milioni in più” è sicuramente una testimonianza concreta del fallimento (almeno parziale) del “rigore finanziario”. Abbiamo cioè una scuola peggiore che forse costa economicamente come, o quasi, quella cattiva che c’era già. E abbiamo fatto tutto questo “casino” per averla! Bel risultato!

Per bilanciare questo aspetto, indubbiamente negativo, la nota in questione cerca di forzare uno sguardo al passato, ai “decenni di lassismo” chiedendo “quanto sono costati al paese”, ecc. Questo sguardo retroattivo non ha – a mio giudizio – nessuna utilità pratica, è un espediente puramente polemico o dialettico. Comunque nel passato recente abbiamo avuto come ministro Letizia Moratti che pure avrà qualche responsabilità almeno omissiva.

Indubbiamente siamo in presenza di un problema grave, vasto, complesso, annoso e di una falsa soluzione che, appunto, soluzione non è. Non serve guardare indietro quando la situazione era già grave o in incubazione. Ammesso che le cose stiano esattamente così, dov’era e cosa faceva allora chi parla oggi? E’ utile, conviene credere a una pseudo-soluzione? E cosa invece bisogna fare per trovare una soluzione reale? [segue]

Gruppo di Firenze ha detto...

QUANTO CI COSTERA’ L’ILLUSIONE CHE “E’ TORNATO IL MERITO, E’ TORNATO IL RIGORE”? [seconda parte]

Ma torniamo alla situazione attuale. E’ sorprendente che un ministro faccia gli “exit-poll” sulle bocciature! Poi, queste sarebbero aumentare dell’1,6% a giugno ma non sappiamo nulla di cosa accadrà a fine agosto con le verifiche sui “debiti”. Mi sembra questa percentuale sia scarsamente significativa e addirittura recuperabile entro agosto. Quindi potremmo star discutendo sul nulla. Le cause dell’aumento? Del tutto opinabile, soggettivo, magari opportunistico che sia tornato il merito e sia tornato il rigore. E’ vero che ci sono stati roboanti proclami ministeriali in tal senso ma hanno avuto scarsa concretezza e perciò scarso seguito e adempimento da parte delle scuole e dei docenti.

E’ certo che le scuole hanno avuto finanziamenti tardivi e insufficienti per i corsi di recupero (l’unica, anche se debole, terapia di qualche efficacia). I corsi sono stati brevi (4-10 ore in tutto) effettuati nel 2° quadrimestre (marzo-aprile) poco prima della fine dell’a.s. A settembre-ottobre 2008 le scuole non hanno potuto attivare né recuperi, né sostegno, né sportelli ma hanno dovuto credere al menzognero diktat dell’O.M. 92/2007: tutti i debiti recuperati entro il 31 agosto. Sappiamo bene che, in realtà, da 500 mila a un milione di debiti sono stati obbligatoriamente condonati. La conclusione più ovvia, lineare, logica è che l’aumento delle bocciature (se confermato ad agosto) è indice sicuro del peggioramento qualitativo dell’istruzione e della scuola.

Della nota fiorentina condivido il fatto che cerca di porre in capo a noi, al paese, alla nazione la valutazione relativa ai costi o delle bocciature o delle promozioni non meritate. Cioè di non limitare il bilancio a quello ministeriale o governativo. Allora, i circa 500 milioni in più sono quelli a carico del Miur relativamente all’incremento previsto dei bocciati. Il costo, sempre a carico Miur, di tutti i bocciati è stimato intorno ai 3 milioni di euro. Mentre il costo di tutti i bocciati a carico del paese, della nazione l’ho calcolato intorno agli 8 miliardi. Ovviamente sono valutazioni con un margine di incertezza. Comunque forse conveniva investire, ad esempio in corsi di recupero, invece di tagliare.

Se il Gruppo di Firenze è in grado di quantificare il costo annuale delle promozioni non meritate potremmo forse confrontare le due situazioni. Sto parlando seriamente e prescindendo dalla possibilità effettiva di aumentare la percentuale delle bocciature: al superiore, due anni fa, erano al 14%, l’anno scorso sono arrivate al 16%, forse quest’anno arriveranno al 17-18%. Sono percentuali patologiche che testimoniano il fallimento, altro che rigore e merito!

Gruppo di Firenze ha detto...

Il precedente commento è la seconda parte di quello di VINCENZO PASCUCCI

Gruppo di Firenze ha detto...

Rispondo a PASCUZZI (non Pascucci come erroneamente scritto precedentemente).

Solo due o tre precisazioni tra le diverse possibili. Lei dice: "Prima di tutto, mi sembra che non ci sia nessuno che voglia promuovere chi non lo merita". Forse lei non è un insegnante, altrimenti saprebbe che c'è invece un numero esorbitante di colleghi e di prèsidi, che per i più vari motivi (il cui insieme va appunto sotto il nome di "buonismo") sono propensi a fare strame delle valutazioni via via annotate sui registri pur di non assumersi responsabilità e trasformano in sufficienze quantità industriali di quattro e di cinque senza che gli venga in mente di fare qualcosa di scorretto. Purtroppo sono stati indotti per decenni a pensarlo.

Quanto allo "sguardo retroattivo", che lei ritiene inutile, si tratta semplicemente di questo: non è impunemente che una società conserva una scuola in cui una parte notevole degli allievi finisce per constatare che non è necessario sforzarsi più di tanto. Questo non può che incidere negativamente sulla preparazione media e provocare guasti di ogni tipo in cerchi concentrici. Se non si è d'accordo su questo, bisognerebbe essere disposti a sostenere che il livello dell'istruzione non ha alcuna influenza sulla società, tesi palesemente assurda. Temo d'altra parte che tutto questo sia difficilmente quantificabile in termini monetari, ma si tratta comunque di ben altro che 470 milioni di euro.

Anche lei come altri sostiene che le bocciature sono segno di fallimento, non di rigore. Quindi fino all'anno scorso la scuola non era tanto male e quest'anno è peggiorata. Peccato, verrebbe da dire, bastava promuoverli e si poteva continuare tranquillamente. Ma facendo l'ipotesi che qualcuno non abbia studiato poi tanto, sarà proprio così inutile il constatare che qualche in rischio in più si corre? Nessuna riforma della scuola, nessun diverso approccio alla didattica, pur necessari, potrà eliminare integralmente l'impegno e la fatica necessari per riuscire. A ciascuno le sue responsabilità.

Cordialmente, Giorgio Ragazzini

V.P. ha detto...

Sono aumentate le bugie.


In relazione alla nota di Giorgio Ragazzini preciso quanto segue.

E’ vero che ci sono numerose, troppe votazioni insufficienti (quattro, cinque e anche tre e due) che in sede di scrutinio quasi magicamente si trasformano in sufficienze. Questo è dovuto a una specie di deriva prodottasi negli ultimi due o tre decenni. Deriva incoraggiata dall’alto e assecondata di buon grado dai presidi (non tutti ma molti) con azioni, iniziative, forzature volte a limitare le bocciature. In genere i docenti non possono far altro che subire e piegarsi. Con gli anni si è creata una situazione che ha imprigionato gli stessi presidi e i docenti, una specie di dipendenza, di assuefazione. Nessuno vuole (meglio: vorrebbe) promuovere chi non lo merita ma poi è costretto a farlo. I bocciati con criteri di merito sarebbero molti di più degli attuali, forse il doppio e oltre. Come uscirne? Certamente non con provvedimenti episodici, a presunto brevissimo effetto: l’OM 92 di Fioroni e il “rigore” sbandierato della Gelmini.

Questa situazione è in relazione reciproca di causa-effetto con il disimpegno (e l’indisciplina) dei ragazzi: si studia poco perché tanto si è promossi lo stesso e poi bisogna promuovere anche chi non merita altrimenti le classi verrebbero falcidiate, le cattedre perse, le scuole accorpate o chiuse. Io sostengo che la percentuale di bocciati raggiunta (circa 16%) non è superabile, è una percentuale limite ormai indipendente dal profitto. Per questo i programmi svolti si sono ridotti e attenuati.

Già l’anno scorso la scuola “era tanto male”, quest’anno è un po’ peggiorata forse proprio dell’1,6% come le bocciature e nonostante molte scuole abbiano scrutinato tenendo presenti sia le saturazioni delle cattedre che l’aumento degli alunni per classe. Non è nell’interesse di nessuno dire, sbandierare che è tornato il merito, è tornato il rigore. Sono aumentate le bugie.

Altrettanto cordialmente,
Vincenzo Pascuzzi