domenica 27 febbraio 2011

BERLUSCONI E LA SCUOLA PUBBLICA

Le affermazioni di Silvio Berlusconi sulla scuola statale[1], fatte in questo momento con lo scopo non proprio recondito di risalire la graduatoria dei preferiti Oltretevere, hanno naturalmente provocato molte severe reazioni. È tra l’altro singolare che a screditare l’istruzione pubblica, in un momento in cui le si riconosce, con tutti i suoi difetti, il merito di aver contribuito in modo decisivo alla crescita civile dell’Italia unita, sia proprio il Presidente del Consiglio.
Su come sia configurata costituzionalmente la libertà di insegnamento (e sul fatto che la legge voluta dal Ministro Berlinguer preveda attualmente una disparità di regole tra pubblico e privato a favore di quest’ultimo), chi vuole può leggere o rileggere quanto scritto sul questo blog il 2 maggio scorso.
Tra i vari commenti, invece, ci piace segnalare quello pienamente condivisibile di Saro Salamone, preside del Liceo Visconti di Roma, un uomo di scuola le cui idee hanno molte affinità con le nostre e che tra l’altro ospitò nel suo istituto la conferenza stampa di presentazione della Lettera aperta ai partiti e ai candidati per le politiche del 2008 (Scuola: un partito trasversale del merito e della responsabilità).

Leggi l’intervista al prof. Salamone e di seguito una lettera aperta di Valerio Vagnoli (anche lui preside) al Presidente del Consiglio.


LETTERA APERTA DI UN PRESIDE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

di Valerio Vagnoli

Signor Presidente del Consiglio dei ministri, nella certezza assoluta che mai Ella leggerà queste mie poche righe, tuttavia Le scrivo anche perché scrivere è utile innanzitutto a chi lo fa. Forse a differenza di Lei, ho letto da ragazzo, grazie proprio alla segnalazione di un docente della scuola pubblica, il Messaggio dell’imperatore di Kafka, e so benissimo come vanno queste cose. Continua a leggere


[1] “Ciascuno deve avere il diritto di poter educare i figli liberamente e liberamente vuol dire di non essere costretto a mandarli a scuola in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell'ambito della loro famiglia".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo. Grazie da un giovane insegnante.
p.s. da quando ho 17 anni ho sempre sentito, da parte di quest'uomo, che oggi riveste la carica di Presidente del Consiglio, attacchi contro chiunque la pensasse diversamente da lui o cercasse un confronto sui contenuti; l'attacco meschino contro la scuola pubblica a fini di propaganda politica, mi spingono a pensare quanto diventa più complicato lavorare con i ragazzi, riportarli nelle regole, nella legalità, allontanarli dalle scorciatoie. Signor Presidente nonostante lei sia lì per disgregare, io continuerò con più voglia di prima. Anche lei si ostinerà a non mollare,a vedere dei nemici ovunque, ma in metà della mia vita ho imparato a conoscerla, le consiglio di costruire ospedali, forse rimarrà qualcosa di buono.

Anonimo ha detto...

Grazie anche da parte mia. Oggi grazie a voi inizio la mia settimana con uno spirito nuovo.

Anonimo ha detto...

Forse il Presidente si riferisce proprio alle scuole bulgare della Toscana?

anna ha detto...

Classi di trenta alunni, stipendi bassi e sogni, tanti sogni come giustamente fa notare il primo intervento. Io mi sento libera nella scuola pubblica, ma non lo ero quando lavoravo nella privata ( religiosa) che era molto interessata alla mia vita privata e di cosa parlassi in classe.