martedì 21 ottobre 2014

IL MITO DELLA PRIVATIZZAZIONE DELLA SCUOLA NELLE PROTESTE DEGLI STUDENTI

L'articolo e l'intervista che segue sono state pubblicati ieri, in ordine inverso, su "Orizzonte scuola".**   
Una delle parole d’ordine che più ricorrono nelle proteste studentesche è quella contro la “privatizzazione” della scuola pubblica. È un concetto mutuato dalla sinistra più legata al passato (a volte per il tramite di qualche docente che non ha ben chiaro il suo ruolo professionale), il cui significato resta in genere piuttosto vago. Continua. 
** Il titolo di "Orizzonte Scuola" forza un po' la tesi dell'articolo e dell'intervista definendo "fondamentale" l'apporto dei privati. Tra l'altro è prevedibile, e non solo per la congiuntura sfavorevole, che non sarà affatto facile trovare aziende disposte a finanziare in modo consistente le scuole. (GR)

11 commenti:

Massimiliano Barontini ha detto...

Che bello prof. Il riferimento a Zuckemberg, un bellissimo esempio di imprenditore che ha messo la cultura al primo posto e che valorizza la cultura degli utilizzatori di Facebook. Che bello, gli omprenditori sî che cogliono la scuola seria, quella con i membri esterni e che all' occorenza sappia bocciare e sappia essere giustamente severa. Gli imprenditori sî che vorranno spirito critico e capacità di muoversi autonomamente.
Come dice? Parla soprattutyo degli istituti tecnici? No, non ė vero, l' alternanza scuola lavoro e i privati nei Consigli di ammonistrazione saranno anche nei licei?
Come dice? Non ho capito quello che ha scritto? Davvero? A e sembra chiarissimo.
Si figuri che avevo pensato che l' autore di questo articolo fosse lo stesso che ha sostenuto la raccolta di firme per la reintroduzione dei membri esterni. Ma non può essere lo stesso, perchè quello delle firme SA che i membri interni o l' abolizione del valore legale del titolo di sudio È PROPRIO VOLUTO E SOSTENUTO DAGLI IMPRENDITOR a cui della formazione SERIA. di tutti i ragazzi come persone e cittadini non gliene frega nulla, ma al limite vogliono la formazione seria o di " imprenditori" o di " esecutori" a seconda del livello e delle intelligenze. Per gli imprenditori ed i figli degli imprenditori ci sono le ricche scuole private i cui pargoli poi vanno alla LSE. O altro per gli esecutori, che sappiano leggere enscrivere e poco importante ma caso mai è importante " il collegamento col mondo del lavoro" ( anche al liceo caro Ragazzini, anche al Liceo) se poi non sanno un tubo di storia italiana o mondiale , o altro, non importa. Mica voarremmo attardarci su questi rimasugli del passato?
Come dice ancora? Lei ha sempre difeso la cultura e la serietà? Be, mi chiedo se si rende conto delle conseguenze di certe scelte.
PS il fatto che nei consigli di amministrazione delle prossime scuole la " maggioranza sia saldamento in mano" alla parte pubnluca NON VUOL DIRE NULLA, A MENO CHE NON VOGLIA. Essere ingenuo. Nel momento in cui il preside dicesse: o si fa così o mancqno i soldi, TUTTI OBBEDIREBBERO.

Anonimo ha detto...

Aziende che finanziano le scuole? Ma quando mai? In un paese con un tessuto industriale distrutto le aziende chiedono elemosina allo Stato. Quando la nostra scuola non era travolta dai sussulti della modernità si trovava lavoro molto più facilmente. Nella mia disgraziata regione le scuole private serie hanno chiuso un dopo l'altra. Resistono alcuni miseri diplomifici.

Giorgio Ragazzini ha detto...

Caro Barontini,
per la cronaca, Mark Zuckerberg si è piazzato al primo posto nella classifica dei filantropi del 2013 con oltre 970 milioni dollari di donazioni.
L'alternanza scuola lavoro sarà obbligatoria nei tecnici e nei professionali (p. 108 della Buona Scuola), non nei licei. Personalmente ritengo che si trasformerebbe facilmente in una perdita di tempo.
Il promotore della petizione per il mantenimento dei commissari esterni è Giorgio Allulli, mentre l'autore dell'articolo l'ha firmata e diffusa a più riprese sul blog e sulla nostra pagina facebook (tant'è che Allulli ci ha ringraziato).
Non penso affatto cher gli imprenditori si precipiteranno in massa a finanziare le scuole e l'ho scritto in nota nel post. Io volevo mettere in discussione il modo acritico (e sempre uguale di anno in anno) con cui una parte degli studenti ripropone gli stessi slogan.
Quanto ai consigli d'istituto ho rilevato che, se vogliono usarli e non si fanno friggere il cervello, i poteri ce l'hanno e inoltre ci sono i limiti dettati dal regolamento dell'autonomia.


Massimiliano Barontini ha detto...

Professor Ragazzini: comanda chi ha i soldi! Lo vedo già il preside dire: " non fatevi friggere il cervello, se non passa questo finanziamento, niente laboratori, niente fondi extra" . Sulla solidarietà diAllulli, scusi, ma non vuol dire nulla. Una svista comune non trasforma, in sè, un errore in verità.
Le posso dire che molti licei ( classici, scientifici, linguistic, scienze sociali) della zona in cui insegno hanno accordi con enti locali e aziende già ora per " stage" e le assicuro che quelle esperienze, ancora non generalizzate, fanno sî che i ragazzi che vi partecipano siano......" alleggeriti" di impegni scolastici...... si capisce
per il bene di tutti.

pupipupi ha detto...

Gli studenti dovrebbero protestare per studiare di più e scrivere di più; per non essere trattati come consumatori di materiale informatico, per riavere sui libri la nostra storia, la nostra geografia e, soprattutto, la nostra letteratura.

pupipupi ha detto...

Sì, confermo quello che dice Barontini. Inoltre i presidi remano contro il loro stesso liceo se è troppo serio (specie se è classico) perché "tira poco": così gli creano vicino un indirizzo "alleggerito" che fa aumentare le iscrizioni, salva la loro poltrona e diminuisce il livello medio di preparazione degli studenti! La scuola alleva in se stessa l'ignoranza per incentivo ministeriale: un capolavoro.

V.P. ha detto...

«Non potete servire a Dio e a Mammona»
(Mt 6,24 e Lc 16,13)

Pippo ha detto...

Avanti popolo alla riscossa, tutti a roma a prova' la scossa che ce fa torna' regazzi anche se ppe' quelli veri, ahò, so' cazzi!

Enrico D. ha detto...

Pupipupi tocca un punto importante, cioè la contraddizione tra proclamare l'importanza della scuola pubblica e screditarla di fatto con occupazioni e scioperi, che oltre a far perdere molte ore di lezione e a far salire le azioni della scuola privata agli occhi di non pochi genitori, costano molto care ai contribuenti.

Anonimo ha detto...

Non sarebbe screditante protestre di pomeriggio.

Massimiliano Barontini ha detto...

Per Enico D. non so dove insegni tu, ma qui nessuno sciopero ha successo, così come pochissime, davvero poche, assemblee sindacali. Nessuno o quasi aderisce a scioperi. Negli ultimi 10 anni ricordo UNA sola giornata di sciopero credo 5 anni fa che abbia avuto un certo successo.... con grande sollievo degli studenti..... Nessuna scuola è occupata, almeno qui , Como, Varese, Monza