La reazione di gran parte della sinistra ai provvedimenti del ministro Gelmini è purtroppo desolante. O il silenzio (imbarazzato?) o la caricatura. E pensare che la nuova titolare di viale Trastevere non ha fatto altro che proseguire la svolta del predecessore; e che diversi intellettuali di sinistra o centrosinistra hanno firmato l'appello per il merito e la responsabilità come valori fondanti della vita della scuola. Riguardo a Fioroni già avevamo notato, a suo tempo, come nessuno o quasi si fosse schierato ufficialmente a sostegno delle sue scelte in tema di serietà degli studi, e meno che mai i vertici dei partiti governativi, neppure la Margherita di cui è un dirigente. Oggi tace (come, se non ci è sfuggito qualcosa, la sua vice Mariangela Bastico) e rinuncia a rivendicare i suoi meriti, forse per la solita banale paura di portare acqua al mulino del governo. Eppure la campagna elettorale era stata tutta un proclama di impegno bipartigiano per la scuola. Non sorprende che le grida di allarme per il nuovo autoritarismo e la repressione del dissenso vengano da quella sinistra - di nuovo extraparlamentare - che anche in altri campi continua a incarnare il più consunto ideologismo: sono gli eredi di chi la scuola ha più contribuito a rovinarla. Ma già vedere discorsi dello stesso tono su un quotidiano di area PD come "l'Unità" fa cascare le braccia. Oggi è il turno di "Repubblica" con un articoletto di Edmondo Berselli che è davvero esemplare per il ricorso alla caricatura come fuga dall'argomentazione. L'impressione che se ne ricava è che del problema educativo odierno e della vita della scuola l'autore non abbia la minima idea e non si preoccupi di averla. L'importante è sparare sul governo e alimentare l'infantilismo politico, anziché un civile e informato dibattito.
lunedì 18 agosto 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento