venerdì 16 gennaio 2009

IMMIGRATI A SCUOLA: SENZA LUNGIMIRANZA E BUON SENSO I NODI VENGONO AL PETTINE

Sempre più frequentemente i giornali danno notizia di scuole da cui i genitori italiani portano via i propri figli per iscriverli altrove. Motivo: la massiccia presenza di ragazzi immigrati, considerata, spesso non a torto, un ostacolo al normale svolgimento del programma, soprattutto per via dell’eccessiva disparità nella conoscenza della lingua. Capita oggi a Torino e ne dà ampio conto “La Stampa”, tra l’altro con un articolo di cronaca e un commento di Massimo Gramellini.
Va però ribadito che tutto questo è in buona parte il frutto di una visione ideologica, invece che pragmatica, dei problemi posti ovunque dall’immigrazione. Invece di affrontarli con lungimiranza e buon senso, si oppone la condanna e l’indignazione a corsi di lingua propedeutici all’inserimento a pieno titolo nelle classi; si stabilisce che il criterio principe con cui si inserisce un ragazzo in una classe è l’età e non la sua preparazione; si ribatte con supponenza a qualsiasi obbiezione o timore che la presenza di alunni stranieri è sempre e comunque “un arricchimento”; si abusa di termini come “razzista” e “xenofobo”, scoraggiando un dibattito franco e aperto; ed ecco che un giorno o l’altro la realtà presenta il conto.

(Per altre note sull’argomento digitare “immigrati” nella casella di ricerca “Cerca nel blog” in altro a sinistra)

Nessun commento: