giovedì 29 gennaio 2009

RILANCIARE L'ISTRUZIONE TECNICA? SÌ, MA CHE NE FACCIAMO DELL'ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE?

Un certo rilievo ha oggi sui quotidiani la ricerca/proposta dell’Associazione TreeLLLe sull’istruzione tecnica, vista anche come chiave del rilancio economico e come sbocco professionale per molti giovani, visto che l’offerta è oggi largamente inferiore alla domanda. Le proposte-chiave per il rilancio sono nel complesso sensate e in particolare quella di una didattica molto più legata ai laboratori e agli stage presso le aziende. Tra i vari articoli che ne parlano abbiamo scelto quello di Donata Bonometti sul “Secolo XIX”.
C’è però chi fa notare – come l’Associazione Docenti Italiani di Alessandra Cenerini – che oltre agli istituti tecnici esistono anche quelli professionali (per non parlare della formazione professionale) e critica duramente l’attuale tendenza bipartisan a far fagocitare i secondi dai primi. “Un'operazione seria, nel rispetto del dettato costituzionale, sarebbe stata la progressiva unificazione degli istituti professionali e con i corsi di formazione professionale".
Secondo l'ADi la Confindustria privilegia l'istruzione tecnica, perché "non ha bisogno degli istituti professionali, che producono un tipo di formazione conforme ai bisogni dell'artigianato, della piccola e media impresa, non ai propri". (Leggi tutto il documento dell’ADi).
Fin dal suo documento fondativo (§ 4) il Gruppo di Firenze ha preso posizione a favore di una formazione professionale profondamente riqualificata e fornita di mezzi adeguati. Gli istituti professionali, inoltre, la cui identità è attualmente deformata da una semi-licealizzazione, dovrebbero offrire a chi esce dalla scuola media percorsi più largamente imperniati sulle materie professionalizzanti e sui relativi laboratori.
Tutto questo, anche a prescindere dalle motivazioni economiche, in omaggio proprio al merito, inteso come talento valorizzato con impegno serio e costante, e alla libertà di scelta che tale valorizzazione implica. Infatti, quante potenziali attitudini sono soffocate dalla pretesa ideologica di imporre a tutti, nei dieci anni dell’obbligo, più o meno lo stesso genere di percorso?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e