giovedì 1 maggio 2008

CRONACHETTE DEL BUONISMO. "In fondo è solo maleducazione"

Non è un clamoroso episodio di bullismo, né un caso limite di docente assenteista, è un fatto tra i tanti che quotidianamente accadono nella scuola italiana, in questo senso esemplari di una assoluta “normalità”. La fonte è un collega che sappiamo essere in sintonia con le idee del Gruppo di Firenze, insegnante però in un istituto superiore toscano dove la politica del Dirigente in materia di condotta, rispetto delle regole (anche da parte dei docenti) e provvedimenti disciplinari è assolutamente agli antipodi.
Il fatto: una classe terza, priva di insegnante, viene smistata in biblioteca; una studentessa, maggiorenne, vorrebbe andare in cortile a fumare, la custode che sta sorvegliando la classe gli dice di no e si becca un “ ma tu che cazzo vuoi?”.
Un paio di giorni dopo il docente di cui sopra viene a sapere dell’episodio, constata che la cosa non ha lasciato traccia sul registro di classe e, d’accordo con il coordinatore, chiede la convocazione di un Consiglio di classe per proporre un provvedimento disciplinare. Il Dirigente convoca il Consiglio ma già anticipa che “in fondo si tratta solo di maleducazione.....”
Il Consiglio di classe: dopo che il Coordinatore ha relazionato sul fatto e una docente ha tenuto a sottolineare che la ragazza attraversa un periodo difficile e per questo è particolarmente nervosa, il docente incline alla fermezza, convinto che un simile comportamento debba avere una sanzione prima di tutto nell’interesse della ragazza, propone un giorno di sospensione. Si indigna a questo punto un altro insegnante, il quale non nega che l’episodio sia deprecabile, ma si chiede, presente il Preside, come mai in una scuola dove ne succedono di tutti i colori si decide tutto a un tratto di essere severi proprio con questa ragazza, con la conseguenza di un sette in condotta e di una inevitabile bocciatura ( gli viene fatto notare che tale norma è stata abolita ai tempi di Berlinguer). E che dire dell’esempio che danno molti colleghi che arrivano a scuola in ritardo? Su questo il docente severo non ha nulla da obiettare? Il Dirigente a questo punto invita il Consiglio a riflettere sul fatto che nell’episodio è grave soprattutto il tono particolarmente aggressivo, non tanto il linguaggio che, come è noto, è correntemente usato dagli stessi docenti nelle loro classi (sic). Il docente rigorista, premesso di non essersi ancora adeguato a tale orientamento pedagogico, chiede al Dirigente come regolarsi nel caso che uno studente gli dicesse con garbo “ Professore, mi scusi, ma Lei cosa cazzo vuole?”
Al termine della riunione il Consiglio delibera a grande maggioranza di spedire alla studentessa una ferma lettera di richiamo. Il coordinatore, rivolto al docente severo, dice che in fondo già il fatto che una simile lettera sia spedita è una significativa novità.

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