sabato 24 maggio 2008

LA GELMINI: CONTRO IL BULLISMO L'ORA DI EDUCAZIONE CIVICA di Giulio Benedetti

http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=I72FA&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1

("Corriere della Sera" del 24 maggio 2008)

Commento. Se il bullismo dipendesse da scarse conoscenze sulla Costituzione e sugli istituti fondamentali del vivere civile, saremmo a cavallo. Ma temo che nessuna analisi seria abbia preso in considerazione questa eventualità (lo dice uno che l'educazione civica la insegna). Secondo Dan Olweus, dell'università di Bergen in Norvegia (tanto per citare il primo studioso del fenomeno), il bullo è in genere il frutto di un'educazione insieme permissiva e poco affettuosa. E di permissività è tutt'oggi intrisa tutta la società, con il suo rispetto facoltativo delle regole, i suoi tabù sulle sanzioni. la sua incapacità di guidare i giovani con sollecitudine unita alla fermezza.
Se i genitori e gli insegnanti non recuperano con convinzione la loro "auctoritas", che è etimologicamente la capacità di far crescere, mancherà la base di ogni strategia antibullismo. Se al bullo si spiega che la sua libertà finisce dove comincia quella degli altri e poi gli si perdona un sopruso, quale dei due messaggi assimilerà?
Il Ministro dovrebbe invece puntare "in modo forte" sul rispetto delle regole, fare in modo che tutti gli Istituti abbiano e rispettino un regolamento di disciplina, anche le scuole elementari (dove i bambini capricciosi dicono alla maestra "Tanto non mi puoi fare nulla!") e delegittimare senza indugi il buonismo devastante inculcato ai docenti per decenni. E su questa base costruire strategie di recupero e di prevenzione. (GR)

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