sabato 27 dicembre 2008

LE CATTIVE MAESTRINE DALLA PENNA ROSSA

Lo stile di pensiero “politicamente corretto” in ambito educativo si traduce nella protezione a ogni costo dei figli o degli allievi: da qualsiasi prova, difficoltà, delusione o frustrazione. Purtroppo così facendo non si produce forza psicologica e morale, ma fragilità, pigrizia e scarso senso della realtà.
L’ultima trovata di questo benintenzionato filone pedagogico viene dal Regno Unito, dove si sta diffondendo il consiglio o addirittura il divieto (non si capisce bene) di usare la penna rossa per correggere gli errori degli allievi. Ne parla Cristina Nadotti su “Repubblica” (Addio penna rossa - “Quelle correzioni danno troppa ansia”). L’autrice simpatizza apertamente per questa nuova frontiera dei diritti umani.
Decisamente meno sintonici i commenti . Marco Lodoli sullo stesso quotidiano dà fondo al suo sarcasmo; Marcello D’Orta sul “Giornale” ipotizza un “Complesso Dickens” all’origine dei sensi di colpa britannici; Massimo Gramellini nel suo Buongiorno affianca la notizia a quella del licenziamento di una centralinista della Florida che rispondeva al telefono “Buon Natale”.

1 commento:

argo50 ha detto...

Buon anno a tutti. Il problema della penna rossa io l'ho risolto da oltre dieci anni. Scrivo un punto interrogativo alla fine del rigo dove c'è l'errore e il bambino si autocorregge. Antonio Germino