Sulla “Stampa” Alberto Bisin, docente di economia nella New York University, esamina i risultati dell’indagine internazionale sullo studio della matematica e delle scienze (TIMSS), i cui dati sono stati resi noti in questi giorni (Il bicchiere mezzo vuoto). E conclude che una vera riforma della scuola consisterebbe “nel lasciare più indipendenza alle scuole, ai presidi, alle famiglie”, soprattutto per quanto riguarda l’assunzione e la retribuzione dei docenti e la libertà di scelta dei genitori. Certo, scrivendo sui giornali bisogna essere sintetici. In questo tipo di interventi, però, manca in genere qualsiasi accenno alle difficoltà e ai tempi realisticamente prevedibili per la loro attuazione. Si tratterebbe di passare (in un periodo abbastanza breve da evitare che la scuola affondi nell’attesa) da un sistema del tutto impersonale – che non concede una virgola al merito – al libero mercato concorrenziale dei docenti e delle scuole.
Quanto sia realistico tutto questo alla prova della concretezza andrebbe forse esaminato meno superficialmente, a cominciare dal fatto che una vera e propria concorrenza tra scuole è irrealizzabile negli infiniti piccoli centri che possono offrire un solo esemplare per ogni tipo di istituto. Comunque parliamone, come suol dirsi.
Intanto, però, senza dover aspettare le calende greche delle grandi riforme, possiamo immediatamente fare qualche passo importante verso una maggiore serietà della scuola a tutti i livelli. E, quanto ai docenti, ci sarebbe già un efficace modo indiretto di valorizzare e stimolare il merito, come abbiamo detto più volte: quello di mettere i dirigenti in grado di colpire il demerito. Cioè i casi di conclamata inadeguatezza (incapacità cronica o sopravvenuta) o inadempienza (grave scorrettezza etico-professionale). Probabilmente non molti, ma dannosissimi per gli studenti interessati e per l’atmosfera morale complessiva della scuola italiana. Questo nel breve termine. Per il medio periodo, una rigorosa selezione in entrata, anche di tipo attitudinale. Niente di elitario, s’intende. Nessuna aspirazione a una casta di sublimi maestri perfetti. Ma un minimo di idoneità relazionale, oltre all’attrezzatura culturale, didattica e deontologica, vogliamo cominciare a pretenderla? (GR)
mercoledì 17 dicembre 2008
SCUOLA: GRANDI RIFORME E PICCOLI PASSI
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5 commenti:
Sono pienamente d'accordo sulla necessità di una pacata e seria analisi sulla valutazione. Nella scuola elementare, trovo difficoltà con le colleghe a trovare un punto di incontro per valutare l'alunno che è un bambino di 6/10 anni. Desidererei un parere su questo argomento, il voto secco, per me è riduttivo per un bambino in continua crescita. Certamente non sono stato mai convinto dei giudizi. Antonio Germino
Siamo proprio sicuri che tutti i dirigenti attuali siano infallantemente in grado di individuare e punire il demerito? Siamo proprio sicuri che dalla categoria dei dirigenti (che fino a prova contraria provengono dagli insegnanti attraverso una selezione che qualcuno potrebbe ritenere non sempre adeguata) il demerito sia completamente assente? Io, personalmente, sulla base di alcune esperienze personali, avrei qualche dubbio in proposito. E qualche conseguente timore per una valutazione del merito affidata all'insindacabile giudizio dei dirigenti. Naturalmente, le cose potrebbero essere diverse se i dirigenti, a loro volta, dovessero rispondere dei risultati conseguiti davanti a un'autorità esterna e autonoma.
Attenzione, mi riferivo non al demerito da individuare, ma a quello “conclamato” (vale a dire assolutamente evidente, clamoroso,incontrovertibile....). Personalmente ritengo – pur senza prove scientifiche – che la categoria dei dirigenti abbia una qualità media molto bassa. Ma fino a quando le norme e i possibili cavilli proteggeranno gli assenteisti a oltranza, chi offende regolarmente i ragazzi, chi proprio non ce la fa a insegnare, gli squilibrati patentati e compagnia bella, ebbene, i bravi prèsidi esiteranno a impegnare energie psicofisiche enormi spesso infruttuosamente e magari si arrenderanno dopo averci provato una volta, mentre quelli non bravi avranno un alibi per lavarsene le mani
IL PRECEDENTE POST E' MIO.
GIORGIO RAGAZZINI
In questi termini, sono d'accordo.
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