In una scuola che affoga tra "educazioni" e progetti ci si può trovare, come è capitato a un collega in una scuola toscana, di fronte ad un'intera classe che sostiene l'esame di stato, alla quale per cinque anni è stato negato quanto segue:
un verso di Dante, in cinque anni neanche un verso del più importante poeta italiano;
la lettura, per intero, di almeno un romanzo di un qualsiasi autore della letteratura italiana;
un verso, neanche un verso di Eugenio Montale, ragion per cui nessun studente di quella classe ha potuto svolgere la prima traccia e, cosa ancor più grave, ha potuto assimilare una qualsiasi "vibrazione" esistenziale da parte di uno dei massimi poeti del novecento.
Quello che più sconcerta è la quasi certezza che non si tratti di un caso isolato e che proprio per questo forse è opportuno tornare ad essere, nei programmi, coraggiosamente più prescrittivi.
(GdF)
domenica 29 giugno 2008
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1 commento:
Si. Onorevole Ministro è tutto vero quel che qui si narra. E tutto ciò accade perché: a) i genitori oggi possono opporsi al progetto lettura e quindi non comperare il libro in quanto costano troppo (l'equivalente di una settimana di merendine); b) i dirigenti acconsentono a ogni richiesta della cosiddetta “utenza” sicché proporre la lettura di Dante viene considerata un'esagerazione di invasati universitari. E confesso che alunni e genitori si sono opposti persino di comperare il Diario di Anna Frank offerto da un quotidiano a euro 4,90 (verbalizzato in consiglio di Classe!). E’ la scuola che ricalca le offerte al supermercato: studi/paghi poco e porti via tanto (il diploma). Si studiano (male) 6 materie al posto di 10; tanto lo sconto è assicurato! Questa è la verità.
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