Di buone intenzioni è lastricato l’inferno, recita l’arcinoto aforisma di Samuel Johnson, e quello che da anni succede nella scuola italiana in tema di pubblicazione dei risultati di scrutini ed esami ne è una limpida dimostrazione. Dopo che ormai da anni i voti dei respinti sono stati cancellati, per evitare a quegli studenti irreparabili traumi, a marzo un’ordinanza di Fioroni ha imposto di cancellare il voto dai risultati finali dell’Esame di Stato e di scrivere solo “Diplomato” o “Non diplomato”; qualche giorno fa il Ministro Gelmini ha disposto di sostituire queste dizioni con “Esito positivo” o “Esito negativo”. Entrambi i provvedimenti nascono dalla richiesta delle associazioni dei disabili di evitare che siano “riconoscibili” sui tabelloni gli studenti portatori di handicap gravi, che non ricevono un diploma, ma solo un attestato, senza voto.
La prima questione che si pone é: davvero queste decisioni sono nell’interesse dei ragazzi disabili? Davvero si fa qualcosa per la loro integrazione rendendoli il più “invisibili” possibile? O non si tratta piuttosto di quella piccola e comoda logica politicamente corretta secondo la quale un problema lo si risolve occultandolo e la realtà è meglio negarla che affrontarla? Verrebbe da dire che secondo questa logica è meglio che un ragazzo disabile se ne stia a casa, così nessuno sa della sua condizione, piuttosto che frequenti la scuola, dove il suo handicap diviene ovviamente noto a compagni e professori. Per di più questi provvedimenti non solo sono inutili per i presunti beneficiari, ma ottengono il risultato opposto a quello sperato: più imbarazzo e ipocrisia invece di una serena e rispettosa accettazione. Lo stesso vale per le penose contorsioni lessicali – come “diversamente abile” – con cui si pensa di edulcorare la realtà dell’handicap.
La seconda questione è il prezzo che la scuola paga per così discutibili esigenze con una totale mancanza di trasparenza delle valutazioni, sia degli scrutini finali che degli esami, che si è ormai deciso di considerare questioni strettamente private. Tutti nella scuola, dirigenti, insegnanti, studenti, considerano questa logica del tutto surreale, ma come per altre questioni la subiscono passivamente. E forse non ci si rende conto che senza trasparenza, e quindi nella totale assenza di quel controllo da parte di tutti che la pubblicità dei risultati assicura, vengono “segretate” anche eventuali decisioni arbitrarie, come promozioni immeritate o ingiuste bocciature.
Per il Gruppo di Firenze
Andrea Ragazzini
mercoledì 25 giugno 2008
COMUNICATO STAMPA - I VOTI SEGRETATI E LA DITTATURA DEL POLITICAMENTE CORRETTO
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1 commento:
Dal blog www.salveprof.splinder.it
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Mattinata di correzione degli elaborati nella commissione per gli Esami di Stato in cui presto servizio.
Pacchi di compiti di Italiano di qua ed elaborati di Matematica di là.
La terza prova è ancora sigillata nella busta. Verrà anche il suo momento.
La correzione avviene per aree disciplinari. Pertanto i Commissari si dividono in due gruppi a seconda delle competenze specifiche.
Il caldo è irresistibile, a dispetto dei ventilatori, ma i Commissari interni ed esterni lavorano alacremente. La prospettiva di un solo giorno più del necessario a friggere in quest'arsura di fine giugno tra Montale, gli integrali e i quesiti a risposta aperta, attiva le residue energie dei docenti.
Nel mentre va avanti il lavoro degli insegnanti l'esimio Presidente compulsa concentrato e ansioso l'Ordinanza Ministeriale che disciplina la bizantina normativa che istruisce le modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami.
Ad un certo punto, il Presidente erompe in una risata omerica che lacera, per fortuna, il clima serioso e tristagnolo che stava connotando il nostro lavoro e ci mette al corrente della novità procedurale che il Ministero ha approntato per quest'anno.
Si tratterebbe del fatto che, a conclusione dei colloqui, la Commissione pubblicherà, com'è ovvio, i risultati ma - e qui sta l'arguta trovata - i cosiddetti "quadri" recheranno per i promossi o per i bocciati solo l'algida dizione ESITO POSITIVO o NEGATIVO, mentre per ciò che riguarda il voto il singolo studente dovrà fare domanda in Segreteria didattica per conoscerlo.
Ascoltate le parole dell'esimio Presidente, non sapevo se ridere anch'io a crepapelle o se farmi attraversare da un velo di malinconia.
Con la scusa, infatti, della tutela della privacy, ai piani alti di Viale Trastevere - dove vengono partorite, con il concorso di illustrissimi sapientoni della pedagogia buonista che niente sanno e niente vogliono sapere dei caratteri agrodolci dell'arte di educare - hanno distrutto anche quel poco di poesia residua che era annessa al rito della pubblicazione dei "quadri" e hanno inferto un altro colpo alla necessità che gli studenti, persino nel momento culminante del loro percorso formativo, acquisiscano consapevolezza piena e matura delle proprie potenzialità come dei propri limiti. E quindi si dirigano sulla strada impervia della vita con i calzari giusti.
No, a Viale Trastevere si preferisce narcotizzare la coscienza degli studenti, ritardarne la crescita; si preferisce ipocritamente considerarli come delle monadi da tenere accuratamente al riparo dai confronti ed eventualmente anche dagli scacchi che la vita inevitabilmente ci propina.
Si preferisce, cioè, la deresponsabilizzante e diseducativa attitudine alla rimozione dei propri limiti, quando invece la piena coscienza di essi è la premessa necessaria per superarli.
Che tristezza, intuire che cosa ci sia sotto il freddo e causidico linguaggio di un'ordinanza ministeriale!
Gennaro Lubrano Di Diego
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