venerdì 21 novembre 2008

SULLE "CLASSI PONTE" L'UNITA' SENTE UN ALTRO "ESPERTO" SCANDALIZZATO

Con le dichiarazioni di Berlusconi in appoggio alle "classi ponte", che erano poi state ribattezzate "di inserimento" - e che in realtà non sarebbero altro che corsi di italiano per facilitare l'integrazione nelle classi vere e proprie (vedi nel blog le note del 15 e del 17 ottobre), tornano i toni forti. Sull' "Unità" viene intervistato il glottologo Giuliano Bernini che "boccia senza appello" la proposta. Vale la pena di soffermarsi sulle argomentazioni.
Nella premessa della mozione si parla di "discriminazione transitoria positiva": "un'affermazione estremamente grave", commenta Bernini. Il quale evidentemente non sa che l'espressione "discriminazione positiva" fa addirittura parte della fraseologia politicamente corretta e indica quei provvedimenti, come le "quote rosa", volti a favorire gruppi e categorie sociali che in passato abbiano subito discriminazioni.
Il glottologo rileva poi, sempre nella premessa della mozione leghista, una notevole confusione tra soggetti diversi, tra i quali alcuni "non è affatto detto che non sappiano l'italiano", come i figli degli immigrati nati in Italia. Nel dispositivo della mozione, però, c'è scritto con chiarezza che i corsi saranno riservati a chi l'italiano non lo sa e che questo verrà accertato tramite dei test iniziali.
Per i bambini piccoli, aggiunge Bernini, quelli che arrivano non avendo ancora finito di apprendere la loro prima lingua, è l'italiano a diventarlo e di solito lo apprendono con facilità, mentre "diversa e più complessa" è la situazione quando arrivano da noi già adolescenti; un problema però "già affrontato da molti uffici scolastici provinciali e regionali con corsi di aggiornamento specifico per gli insegnanti di qualsiasi disciplina". Con quali risultati non viene specificato.
Infine il professore afferma addirittura - se non è stato travisato - che nel programma delle classi di inserimento "scompare l'insegnamento dell'italiano per far posto a temi propri dell'educazione civica, che è oggetto dell'apprendimento di tutti i ragazzi in età scolare".
Nulla viene detto sul fatto che corsi preparatori di alcuni mesi, massimo un anno, sono stati adottati in molti paesi europei; e che a favore di questa soluzione si sono schierati molti che nulla hanno a che fare con la Lega. Né l'intervistatore glielo ricorda.
Colpisce quindi la scarsa consistenza e la lacunosità delle argomentazioni in rapporto alla durezza dei toni ("parlano a vanvera", "questi pregiudizi segnano i bambini"...). Quanto al PD, che dovrebbe essere il referente politico del quotidiano diretto da Concita De Gregorio, pensiamo che farebbe meglio a lasciare da parte gli anatemi e a smettere di autoescludersi dalla possibilità di incidere politicamente, contribuendo invece attivamente alla migliore attuazione possibile della mozione leghista. Si tratta di individuare con chiarezza i destinatari del provvedimento e i criteri per selezionarli in modo corretto, stabilire i limiti di durata dei corsi e le risorse necessarie. E vigilare che non si verifichino "discriminazioni negative".
In qualcosa, quindi, possiamo dichiararci d'accordo con il professor Bernini: "Occorre una conoscenza oggettiva della realtà, per circoscrivere il problema, descriverlo e trovare le soluzioni più pertinenti".

2 commenti:

argo50 ha detto...

Signori miei il problema di questa sinistra, che ormai più sinistrata di così non si può, è che parla sempre o quasi, senza cognizione di causa. Io sono nella scuola elementare da ben 32 anni, sono convinto della necessità di questo inserimento perchè proprio, quest'anno ci è arrivato un bambino rumeno di sei anni che non parla italiano. La mia collega si sta facendo in quattro per iniziare un rapporto di fiducia, il bambino all'inizio, era spaventato, ascoltava con quei begli occhioni, ma non capiva niente. Dopo due mesi scuola riesce a dire "bogno" per dire bagno. I compagni lo guardano e ridono. Caro Veltroni, come ti sentiresti in quella situazione? Cari politici del NO, venite prima di Natale a farci visita. Siete degli irresponsabili. Vi dovreste vergognare, a giocare sulla pelle dei bambini.

Morpy ha detto...

Se i fanatici dell'anti-discriminazione avessero 10 minuti di pazienza allora potrebbero passare 10 minuti nei corridoi delle scuole durante la ricreazione e vedrebbero tanti gruppetti di tante nazionalità diverse che chiacchierano tra di loro per il semplice fatto che l'italiano non lo conoscono in quanto nessuno ha pensato di insegnarlo e questo vale anche per gli stranieri di 'seconda generazione' che non conoscono l'italiano perché in famiglia utilizzano un'altra lingua. Basterebbe un po' di pazienza e visitare una scuola.... per non pronunciare scempiaggini.