sabato 27 settembre 2008

IL PASTICCIO DELL'ARTICOLO 3, SECONDA PUNTATA

"Sono destituite di fondamento le notizie di stampa secondo cui con una sola insufficienza d’ora in poi gli alunni delle scuole primarie (elementari) e secondarie di primo grado (medie) verranno bocciati. Il Decreto Legge 137 prevede sì che occorra il 6 in ogni materia per essere promossi, ma questa non è una novità per la nostra scuola, perché, anche quando non vi era il voto, occorreva raggiungere la sufficienza in tutte le discipline di studio per non essere bocciati. Ma in quei casi l’eventuale bocciatura non era automatica, perché in presenza di insufficienze la decisione finale spettava al consiglio di classe. La situazione di eventuali insufficienze allo scrutinio finale, dunque, verrà risolta come già avviene oggi dalla decisione del consiglio di classe che considererà il livello complessivo di apprendimento e la maturità raggiunta dallo studente. L’intera materia della valutazione troverà, comunque, chiarimento definitivo a breve con il previsto regolamento."

Fin qui il comunicato del Ministero della Pubblica Istruzione. Ma se questa non è una novità, se la situazione di eventuali insufficienze... verrà risolta come già avviene oggi considerando il livello complessivo di apprendimento e la maturità raggiunta dallo studente, ci permettiamo di chiedere: che bisogno c'era di scrivere il terzo comma dell'articolo 3?
A questo punto non vorremmo che, per tacitare le polemiche, davvero restasse tutto come prima; e cioè con valutazioni "del livello complessivo" con quel che segue che portano non di rado a promuovere allievi con cinque, sei, sette insufficienze. Speriamo che il "previsto regolamento" indichi criteri un po' più rigorosi che guidino la valutazione finale, pur tenendo conto che non siamo alle scuole superiori; e differenziando le soluzioni per la primaria da quelle per la media. E se anche per quest'ultima si facessero di nuovo gli esami a settembre?

Intanto Luciano Canfora, storico e filologo di sinistra, intervistato da "Libero" va giù duro: la scuola è malata di cattiva pedagogia. Per finire, segnaliamo anche oggi l'intervento (molto documentato) di un insegnante: Abbasso la Gelmini ma non il 5 in condotta (da "Fuoriregistro").

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