Tra gli aderenti, anche Sartori, Galli della Loggia, Veca e Bodei
ROMA - Basta con «la corsa degli asini» e il bullismo impunito. Basta con il «diplomificio» della scuola-azienda e il falso egualitarismo. Quattro coraggiosi professori fiorentini (il «Gruppo di Firenze»), appoggiati da scrittori e intellettuali (Giovanni Sartori e Sebastiano Vassalli, Ernesto Galli della Loggia e Mario Pirani, Giovanni Belardelli e Giulio Ferroni, Lucio Russo e Sergio Givone, Giorgio Israel e Salvatore Veca, Giorgio De Rienzo e Aldo Schiavone, Piero Craveri e Gian Luigi Beccaria, Giorgio Allulli e Remo Bodei) hanno presentato ieri, nell' aula magna del liceo romano «Visconti», una lettera aperta ai partiti politici, alla vigilia delle elezioni. Comincia così: «Tutti, a parole, considerano centrale la scuola per il futuro del Paese. I partiti hanno però il dovere di esporre con chiarezza ai cittadini-elettori i loro programmi in materia di istruzione. Programmi che dovrebbero tutti aprirsi con questo preambolo: Sia le riforme, sia il governo e la vita della scuola a tutti i livelli dovranno ispirarsi ai criteri di merito e di responsabilità...». Parole-chiave attorno a cui sta nascendo a poco a poco un movimento trasversale, un «partito del merito e della responsabilità» che conta già parecchie adesioni (da Vicenza, Catania, Roma, lo stesso preside del «Visconti», Rosario Salamone, ieri virtualmente vi si è iscritto). Professori e intellettuali chiedono una scuola più rigorosa «dopo decenni di lassismo». Più esigente «sul piano dei risultati e del comportamento». In grado di restituire anche ai docenti, oggi «spesso demotivati e resi scettici da troppe frustrazioni», il prestigio e l' autorevolezza del loro ruolo. La lettera-appello (inviata pure al Capo dello Stato) si conclude così: «Ci attendiamo che giungano presto risposte convincenti e annunci di impegni precisi». Peccato, però, che ieri al «Visconti», malgrado gli inviti mandati per tempo, non si sia visto nessuno. Di nessun partito. Fa.C.
Fabrizio Caccia
Pagina 31(27 marzo 2008) - Corriere della Sera
venerdì 28 marzo 2008
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