L’intenzione manifestata da Marcello Dell’Utri di far riscrivere la storia della resistenza nei manuali scolastici all’indomani delle elezioni è già stata abbastanza sbertucciata dai commentatori. Rimane semmai insoddisfatta la curiosità sul come: una velina di Palazzo Chigi indirizzata a tutti gli editori? Il commissariamento pro tempore della case editrici? Come dicono i politici, però, “il problema esiste” (benché dagli anni settanta di passi avanti verso un maggiore equilibrio se ne siano fatti). Ed esiste non soltanto riguardo alla resistenza. Se come insegnante di lettere posso esprimere un auspicio è che i libri di storia, oltre a fornire una narrazione degli eventi passabilmente obbiettiva, mettano a confronto le tesi degli studiosi su alcuni temi storiograficamente più controversi. Citando passi delle loro opere o sintetizzandone le opinioni. È questo confronto di idee che veramente manca quasi sempre nei testi scolastici e che potrebbe illuminare i giovani sulla problematicità della ricostruzione storica.
Detto questo, mi pare giusto aggiungere una considerazione sull’ egemonia della cultura di sinistra, non a torto ricordata più volte da Berlusconi. Il leader del PdL non è solo un politico di indubbie capacità, ma anche il proprietario del Gruppo Mondadori, nonché produttore televisivo e cinematografico ed editore di giornali. Non era proprio possibile fare qualcosa di più per ricordare l’altra Shoah, quella provocata dalle rivoluzioni comuniste?
Anni fa cercai il film La confessione di Costa Gavras (1970), sui processi staliniani a Praga, per farlo vedere (altro non conoscevo) ai miei allievi di terza media. Appresi che nessun produttore ne aveva mai fatto una videocassetta.
Quanto dovremo attendere il diario di un’Anna Frank dell’est europeo o uno Spielberg che documenti, per le nuove generazioni, “il passato di un’illusione” con le sue tragedie?
(Giorgio Ragazzini)
giovedì 10 aprile 2008
SCUOLA: LIBRI DI STORIA CON TESI A CONFRONTO (con una postilla su Berlusconi e l’egemonia della sinistra)
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