Sottopongo con piacere ai lettori del blog un documento umano, ancor prima che pedagogico, che un docente di un Istituto professionale dell’area fiorentina mi ha gentilmente trasmesso in fotocopia: la riflessione scritta di uno studente che a fine anno scolastico ha abbandonato la scuola in seconda superiore, dopo ripetute bocciature, per intraprendere un altro percorso formativo
Mi limiterò a trascriverla fedelmente nella speranza che possa essere letta almeno da qualcuno di quelli che “ad alto livello” si occupano di istruzione e che si ostinano a pensare e, ahimé, a permettere che l’obbligo scolastico si contempli solo nel sistema d’istruzione con conseguenze, nella formazione dei giovani, assai nefaste. Conseguenze che, da quanto si può leggere nel tema dello studente, appaiono ben intuibili nel percepire quanta frustrazione, alienazione e tristezza esistenziale gli abbiano procurato. Ma di questi perversi aspetti del nostro sistema scolastico, come Gruppo di Firenze, ci siamo più volte occupati.
Il ragazzo che ha scritto questa riflessione – chiamiamolo Gianni – è, come ho scritto sopra, un pluriripetente di un Istituto professionale da lui frequentato fino a poche settimane fa. Per sua fortuna, in questi giorni si è potuto iscrivere ad un percorso finanziato dalla Provincia di Firenze, finalizzato ad espletare l’obbligo formativo attraverso un progetto al di fuori del sistema scolastico tradizionale che gli possa dare, finalmente, la possibilità di cimentarsi con attività tecnico-pratiche, ridimensionando ad un terzo il peso di quelle tradizionalmente “scolastiche”.
Molti addetti ai lavori si ostinano a non voler diversificare le modalità con le quali i ragazzi potrebbero assolvere il nuovo obbligo scolastico. E’ probabile che molti di questi siano però favorevoli a concedere il voto ai sedicenni, ma agli stessi sedicenni ritengono giusto negare la libertà e la piena autonomia nel poter delineare il proprio futuro secondo le proprie aspettative e i propri desideri. Solo dopo ripetuti insuccessi scolastici si può concedere che si possano avviare verso una formazione veramente professionalizzante, ufficializzandola così come una sorta di ultima spiaggia per gli incapaci e immeritevoli. Non a caso così la percepiscono, anche a dispetto dei loro figli, i genitori e, giustamente, il ragazzo temeva che anche stavolta i propri sarebbero stati contrari a fargli abbandonare “la scuola”.
Buona lettura!
Tutto ricomincia da zero
Niente da fare, avevo fallito anche questa volta. La scuola non la sopportavo proprio, naturalmente sarei bocciato anche quest’anno e sono sicuro che i miei non l’avrebbero digerita, mi sembrava tutto finito finché la bella notizia arrivò: un corso speciale di pasticceria con un mucchio di ore pratiche e poca teoria. Wow sembrava veramente un sogno, l’unica cosa che guastava era: i miei avrebbero acconsentito? Tornai a casa tutto contento del mio progetto e miracolosamente acconsentirono senza obbiezioni. Dio esiste, e questa è la prova! Qualche giorno dopo incominciai il corso e fortunatamente stà andando alla grande; ho professori bravi, compagni ancora meglio, e i miei voti stanno andando bene, che voglio di +. Morale. A volte ripartire da zero è veramente positivo.
Mi limiterò a trascriverla fedelmente nella speranza che possa essere letta almeno da qualcuno di quelli che “ad alto livello” si occupano di istruzione e che si ostinano a pensare e, ahimé, a permettere che l’obbligo scolastico si contempli solo nel sistema d’istruzione con conseguenze, nella formazione dei giovani, assai nefaste. Conseguenze che, da quanto si può leggere nel tema dello studente, appaiono ben intuibili nel percepire quanta frustrazione, alienazione e tristezza esistenziale gli abbiano procurato. Ma di questi perversi aspetti del nostro sistema scolastico, come Gruppo di Firenze, ci siamo più volte occupati.
Il ragazzo che ha scritto questa riflessione – chiamiamolo Gianni – è, come ho scritto sopra, un pluriripetente di un Istituto professionale da lui frequentato fino a poche settimane fa. Per sua fortuna, in questi giorni si è potuto iscrivere ad un percorso finanziato dalla Provincia di Firenze, finalizzato ad espletare l’obbligo formativo attraverso un progetto al di fuori del sistema scolastico tradizionale che gli possa dare, finalmente, la possibilità di cimentarsi con attività tecnico-pratiche, ridimensionando ad un terzo il peso di quelle tradizionalmente “scolastiche”.
Molti addetti ai lavori si ostinano a non voler diversificare le modalità con le quali i ragazzi potrebbero assolvere il nuovo obbligo scolastico. E’ probabile che molti di questi siano però favorevoli a concedere il voto ai sedicenni, ma agli stessi sedicenni ritengono giusto negare la libertà e la piena autonomia nel poter delineare il proprio futuro secondo le proprie aspettative e i propri desideri. Solo dopo ripetuti insuccessi scolastici si può concedere che si possano avviare verso una formazione veramente professionalizzante, ufficializzandola così come una sorta di ultima spiaggia per gli incapaci e immeritevoli. Non a caso così la percepiscono, anche a dispetto dei loro figli, i genitori e, giustamente, il ragazzo temeva che anche stavolta i propri sarebbero stati contrari a fargli abbandonare “la scuola”.
Buona lettura!
Tutto ricomincia da zero
Niente da fare, avevo fallito anche questa volta. La scuola non la sopportavo proprio, naturalmente sarei bocciato anche quest’anno e sono sicuro che i miei non l’avrebbero digerita, mi sembrava tutto finito finché la bella notizia arrivò: un corso speciale di pasticceria con un mucchio di ore pratiche e poca teoria. Wow sembrava veramente un sogno, l’unica cosa che guastava era: i miei avrebbero acconsentito? Tornai a casa tutto contento del mio progetto e miracolosamente acconsentirono senza obbiezioni. Dio esiste, e questa è la prova! Qualche giorno dopo incominciai il corso e fortunatamente stà andando alla grande; ho professori bravi, compagni ancora meglio, e i miei voti stanno andando bene, che voglio di +. Morale. A volte ripartire da zero è veramente positivo.
2 commenti:
Vagnoli,a proposito del pasticcere...rifletta su questo fatto :la nostra società è impostata più sul dire ( i posti dirigenziali ce l'hanno grandi chiacchieroni, spesso ex-liceali) che sul fare, eppure una bella torta con strati di crema, di panna,decorata, necessita di conoscenza, equilibrio, manualità e non è meno importante di un discorso a un convegno, dove spesso"i mangiatori di parole,"sonnecchiano o sbadigliano per le frasi fatte che hanno dovuto ingurgitare.Questi degustatori o"sonnellier"quanto avrebbero gradito di più una fetta di torta, un tirami-su, attivatori di buon gusto e convivialità, che non appisolarsi sui luoghi comuni, spazi condivisi, protetti, ma quanto noiosi! Ebbene, nella nostra società, il bravo pasticcere Gianni non è considerato all'altezza di chi danteggia o pontifica sugli archi etruschi. Vorrei che anche lei e tutti quelli del vostro gruppo di Firenze, faceste un corso da pasticcere.Da queste chiare, fresche e dolci acque vi saluto, vi bacio e vi abbraccio Chiara Notte.
Mi trovo a scrivere questo commento, non tanto per la volontà di replicare con la mia personale opinione a questo post (che secondo il mio modesto parere contiene uno spunto di riflessione non indifferente, soprattutto per chi ha la responsabilità e dovrebbe avere la capacità di fornire un equa e ponderata cultura ai giovani studenti italiani), ma soprattutto per approfittare nel porgere i miei più sentiti saluti al Sig.Valerio Vagnoli, mio ex professore di Italiano e Storia presso l'ITC G.Peano tre anni or sono. Forse, se si ricorderà di me, avrà memoria di un alunno dedito alle materie umanistiche e, aihmé, molto scarso nelle materie d'indirizzo (Economia aziendale, Matematica).
Vorrei permettermi di rapportare la mia passata esperienza da ripetente con quella di Gianni, sottolineando inoltre una lacuna che, a parer mio, ammorba pesantemente il passaggio che intercorre tra la scuola media e la scuola superiore. La lacuna a cui mi riferisco consiste nello scarso orientamento scolastico che l'alunno ha a disposizione per la scelta dell'Istituto o Liceo più consono alle sue aspirazioni e capacità, o come preferisco chiamarle io, intelligenze. Purtroppo per quanto riguarda la mia esperienza e quella di altri miei coetanei, quest'orientamento non c'è stato; o almeno non a sufficienza. Tale scelta, poiché determinante per gettare le fondamenta del furuto lavorativo dello studente, dovrebbe risultare estremamente oculata; una scelta a cui dovrebbero partecipare assieme le due più grandi e importanti istituzioni che un ragazzo conosce a quell'età: la famiglia e la scuola. L'orientamento che ipotizzo dovrebbe consistere in un processo ben studiato e organizzato, così da indirizzare nel modo migliore la decisione del futuro liceale. Questo procedimento potrebbe forse aiutare a prevenire scoraggianti realtà come la mia, quella di Gianni e di altre migliaia di ripetenti italiani, ovviando al problema di trovare fin da subito la tipologia di studi più idonea allo studente.
Scusandomi se mi sono dilungato troppo sulla questione, ci terrei a salutare nuovamente il prof.Vagnoli, precisando inoltre che è stato una persona che mi ha trasmesso molto durante i miei anni di studi e che reputo ancora oggi come qualcuno che mi ha fornito grandi insegnamenti, non solo riguardanti il mero programma scolastico, ma inerenti anche la morale e il comportamento. Con questo concludo il mio commento, augurando una fantastica carriera al pasticcere Gianni. Un saluto, Andrea.
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