lunedì 27 gennaio 2014

IN UNA SCUOLA DI NAPOLI GLI OCCUPANTI NON LA PASSANO LISCIA

Hanno occupato la scuola a più riprese combinandone di tutti i colori, cosicché sei sono stati sospesi fino al 4 marzo, due per 25 giorni, quattro per 16. Per la preside, hanno causato “un danno enorme a tutti gli altri studenti”, oltre a molte migliaia di euro per vandalismi vari, “senza considerare l’immagine lesa della scuola pubblica”.
Ma si lamentano come d’uso: è ingiusto, non può essere considerato un errore occupare la scuola, eccetera. La bussola educativa nazionale è talmente smagnetizzata, che quando si rientra nella normalità con una sanzione adeguata la cosa viene percepita come “abnorme”. Tanto di cappello, invece, alla dirigente Maria Antonella Caggiano e al Consiglio d’Istituto di un istituto alberghiero napoletano, che hanno operato nell’interesse educativo di quei ragazzi, oltre che dei loro compagni danneggiati e della collettività che finanzia la scuola pubblica. Leggi l’articolo di cronaca sul “Mattino”. Molto calzante il commento di Davide Morganti sul “Mattino”: Accettare le conseguenze.

sabato 25 gennaio 2014

NOSTRO DOSSIER SULLA SCUOLA (AL SEGRETARIO DEL PD E A TUTTI I POLITICI DI BUONA VOLONTÀ)

Nelle scorse settimane il segretario del Pd Matteo Renzi ha annunciato l’intenzione di coinvolgere il mondo della scuola in una larghissima consultazione. Abbiamo quindi deciso di mettere insieme un dossier che raccoglie sinteticamente le nostre principali proposte e glielo abbiamo inviato alcuni giorni fa. 
Naturalmente si tratta di idee a disposizione di chiunque – insegnanti e dirigenti, scuole, movimenti e partiti politici – le ritenga utili. Con questo spirito abbiamo pensato di pubblicizzare più ampiamente il nostro dossier, inviandolo in primo luogo ai principali organi di informazione e ai siti dedicati alla scuola. Leggi il dossier:
formato pdfformato word.

martedì 14 gennaio 2014

LETTERA A ILARIA CAPUA SULLA "SOTTOUTILIZZAZIONE" DEI DOCENTI E RISPOSTA DELLA PARLAMENTARE

Gentile Professoressa,
come può vedere dai commenti sul sito di “Tuttoscuola”, le affermazioni contenute nella sua intervista a proposito dei “privilegi” degli insegnanti hanno suscitato comprensibilmente indignazione e amarezza. Quelle che proverebbe anche lei, se qualcuno parlasse del suo lavoro di ricercatrice, mi perdoni la franchezza, con altrettanta superficialità e improvvisazione. Il fatto è che in Italia i problemi della scuola si studiano molto poco, forse perché si ritiene sufficiente l’idea che uno se ne fa prima come alunno e poi come genitore o nonno di uno o più bambini (magari capitati con insegnanti scadenti) per qualificarsi come esperti in materia. Ma come responsabile scuola di Scelta Civica e come vicepresidente della Commissione Cultura lei avrebbe il dovere di documentarsi un po’ meglio.
Faccio parte di un gruppo di lavoro sulla scuola (Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità) che ha sempre insistito (praticamente in solitudine) sulla necessità di non “coprire” il demerito e di mettere in condizioni di non nuocere i docenti che si rivelano gravemente scorretti o inadeguati, cercando di aiutare a migliorare chi è recuperabile. In altre parole, tutti gli allievi hanno diritto ad avere insegnanti “sufficientemente buoni”. Non è quindi per un riflesso puramente difensivo  che le scrivo, ma per una conoscenza piuttosto approfondita, benché pur sempre di tipo esperienziale, della scuola e degli insegnanti.
Insegnare può stancare molto, soprattutto se si prende sul serio questo lavoro. Ovviamente la fatica dell’insegnamento può essere più o meno pesante a seconda del livello di  motivazione e di educazione dei bambini e dei ragazzi che ti capitano, di quanto i genitori collaborano o ostacolano la tua opera, dei mezzi a disposizione e delle tue attitudini all’insegnamento. Ma descrivere come una sorta di part-time la docenza è davvero troppo.
Non la faccio lunga, ma le invio due spunti di riflessione. Il primo è un estratto da un “Dossier Scuola” (un po’ datato ma non è cambiato molto da allora)  pubblicato nel 2000 su “ItaliaOggi” e in cui si dimostra che l’impegno orario dei docenti italiani è analogo a quello dei colleghi europei; il secondo è un articolo del dottor Lodolo D’Orìa che si occupa da molti anni dello stress professionale degli insegnanti e delle sue conseguenze patologiche (lo stress correlato al lavoro è molto maggiore fra gli insegnanti rispetto alle altre categorie di dipendenti pubblici).
Cordiali saluti e buon lavoro,
Giorgio Ragazzini

Buongiorno Prof Ragazzini,
a volte, per far emergere i problemi veri che ha questo Paese bisogna far partire un dibattito anche a scapito della propria visibilità e della percezione di sé. Io non ho interesse ad essere rieletta e faccio parte di un partito piccolo che non ha spazio di manovra. 
So bene che nella scuola esistono degli eroi, dei professori preparatissimi che lavorano giorno e notte. So anche che nella scuola ci sono dei docenti che si approfittano e fanno il minimo indispensabile perché il contratto glielo permette. 
Con le mie dichiarazioni ho fatto ripartire una discussione morta  su una situazione che penalizza i migliori, e ho dato un assist al PD, che ora dovrà fare qualcosa. 
Saluti 
Ilaria Capua
 

domenica 12 gennaio 2014

L’ONOREVOLE CAPUA SUGLI INSEGNANTI: “NESSUN LAVORATORE HA COSÌ TANTI PRIVILEGI”

Ilaria Capua, illustre scienziata e vicepresidente della commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, nonché responsabile per la scuola di Scelta Civica, si aggiunge a tutti coloro che, come fece il ministro Profumo, hanno avuto il fegato di denunciare senza giri di parole i privilegi degli insegnanti, traendone le debite conseguenze in termini di orario di lavoro e di ulteriori mansioni (in questo caso, organizzazione di centri estivi). Ecco cosa ha detto fra l’altro a “Tuttoscuola”: “Il corpo docente è profondamente sottoutilizzato. Perché i professori lavorano 18 ore a settimana e hanno un giorno libero: questo oggigiorno non lo può fare nessun lavoratore. Occorre utilizzare gli insegnanti facendoli lavorare qualche ora in più a settimana: per contribuire al recupero degli allievi più fragili, per organizzare dei centri estivi, per andare incontro alle famiglie e ai bisogni della società odierna, diversa da quella di 20/30/40 anni fa, quando la scuola è stata arricchita di un corpo insegnante così numeroso. Penso che nessun lavoratore abbia così tanti privilegi.  I docenti dicono di essere pagati poco, ma secondo me non sono poi pagati così tanto poco. Se ci fossero le iniziative a cui ho accennato, sarebbe un uso di una grandissima risorsa, altrimenti sprecata e sottoutilizzata, ai danni di tutto il Paese”.
Rappresenta bene la maggioranza dei commenti all'intervista quello di Michele Bonicelli: “Facciamo cambio, onorevole, lei viene un po' in classe con la mia prima elementare di 28 alunni a 1.500 € e io vengo a fare interviste lungimiranti a Roma per 13.000 €... poi riparliamo di chi è privilegiato...”.
A dispetto dei ruoli che ricopre, Ilaria Capua evidentemente ignora parecchie cose sulla realtà della scuola. Chi vuole può rispondere (civilmente) alle sue affermazioni e contribuire così a colmare le sue lacune, scrivendo a questi due indirizzi di posta: capua_i@camera.it  e  ilariacapua2013@gmail.com. (GR)