mercoledì 30 novembre 2022

IL RICEVIMENTO DEI GENITORI COME COMPETENZA PROFESSIONALE DEGLI INSEGNANTI

 

Che la sintonia tra scuola e famiglia sia di grande importanza e possa influire positivamente sul rendimento e sul comportamento degli allievi sembrerebbe pacifico. Tuttavia il come coltivare questo rapporto solo raramente entra a far parte della formazione e dell’aggiornamento degli insegnanti. Eppure non da oggi una sollecitazione in questo senso viene dagli episodi di aggressione fisica o verbale nei loro confronti da parte di madri e padri scalmanati: un numero di casi relativamente basso, ma indicativo di un peggioramento della considerazione in cui è tenuta la scuola. E il modo in cui i rapporti con le famiglie vengono concretamente realizzati può senz’altro contribuire all’apprezzamento della qualità professionale dei docenti, nonché al prestigio di un istituto.

Ci sono in primo luogo gli aspetti organizzativi. La riuscita di un incontro dipende anche dal luogo in cui si svolge. Protezione della riservatezza, tranquillità, un ambiente curato evitano distrazioni e comunicano cortesia e rispetto, possibilmente una stanza ad hoc. I genitori non dovrebbero aspettare il proprio turno in piedi nei corridoi, ma avere almeno la possibilità di sedersi. Nei limiti del possibile, sarebbe giusto che il ricevimento avvenisse su appuntamento, come già avviene in alcune scuole. Disporre, a un’ora certa, di un tempo sufficiente per parlarsi, invece di aspettare in coda, per poi magari doversi accontentare di un incontro frettoloso, genera senza dubbio un senso di maggior considerazione. In questo modo, inoltre, chi lavora può sapere in anticipo per quanto tempo dovrà assentarsi.

Al ricevimento mattutino si aggiunge in genere quello pomeridiano, soprattutto in considerazione delle difficolta di chi lavora. In genere si tratta di due soli pomeriggi all’anno, con l’inevitabile sovraffollamento e un vero e proprio tour de force per i docenti con più classi e per i genitori costretti a lunghe attese.

Una parte di questi problemi, quella del tempo limitato messo a disposizione dei genitori per i colloqui, è originata da una normativa insufficiente. Il contratto della scuola, infatti, prevede che sia il Consiglio d’Istituto, su proposta del Collegio dei docenti, a definire le modalità, la frequenza e il tempo “per assicurare un rapporto efficace con le famiglie”, mentre l’ora di ricevimento è in realtà solo una prassi consolidata. Su questa base, e nonostante la grande disponibilità di moltissimi docenti, è difficile per la singola scuola assicurare qualcosa di più del minimo indispensabile. È doveroso quindi che questo impegno così necessario venga meglio definito e riconosciuto, anche economicamente.

Detto della necessità di un’organizzazione più vicina a quella che tutti consideriamo doverosa quando andiamo da un professionista di qualsiasi genere, è certamente il piano del rapporto personale con le madri e i padri degli allievi quello decisivo. Una maggiore preparazione per gestirlo e utilizzarlo favorisce la costruzione di una buona sintonia sul piano educativo, fondamentale per far sì che all’allievo-figlio arrivino messaggi coerenti dalla scuola e dalla famiglia. Inoltre, se si crea un clima di fiducia reciproca, i genitori possono essere fonte di informazioni utili ai docenti per conoscere meglio i propri allievi, con l’avvertenza che anche il tipo di domande e il modo di porgerle dovrebbe essere oggetto di una riflessione, al pari di come nell’ascolto si può trasmettere interesse e rispetto. Si dovrebbe anche tenere conto di quelle che la pedagogista Vittoria Cesari Lussu ha definito “le componenti sommerse della relazione”, tra cui quella probabilmente più diffusa è la paura di essere giudicati genitori non adeguati in base ai risultati e ai comportamenti dei figli.

E come ci si comporta di fronte a eventuali critiche, a modi scortesi, a sconfinamenti dell’interlocutore nel campo della didattica? Un docente dovrebbe essere preparato a evitare il tipo di reazioni che, nel linguaggio corrente, si indicano con l’espressione “farne una questione personale”, sforzandosi di mantenere l’autocontrollo. Del resto, il fatto stesso di pensare al colloquio come a un momento che comporta una specifica competenza professionale, facendone oggetto di confronto e di aggiornamento, già di per sé avvia una salutare presa di distanza dal coinvolgimento emotivo.

Se poi un genitore dimostra un’evidente incapacità di dialogare e diventa irrispettoso, bisogna evitare di farsi trascinare in un crescendo di botte e risposte, facendo presente che non ci sono le condizioni per proseguire in modo costruttivo.

In conclusione, anche se credo che siano molti i docenti in grado di condurre il ricevimento in modo appropriato basandosi sull’esperienza e sulle proprie attitudini relazionali, è però vero che la perdita di autorità di maestri e docenti e il diffondersi via social della presunzione di poter discutere con competenza su tutto hanno creato un terreno fertile per tensioni e conflitti prima rarissimi. Di qui il fatto che sia oggi necessario, ma anche interessante, dedicare la giusta attenzione a questo aspetto della professionalità di chi insegna.

Giorgio Ragazzini

Pubblicato sul “Sussidiario.net” il 30 novembre 2022

martedì 29 novembre 2022

INVIATO ALLE ISTITUZIONI EUROPEE L'APPELLO: "LA UE SOSTENGA CON VIGORE IL MOVIMENTO IRANIANO PER LA LIBERTÀ"

 

Al Parlamento Europeo
  
alla Commissione Europea 
al Consiglio Europeo

Un grande movimento che vede in prima fila gli studenti e le studentesse si sta battendo in Iran contro uno spietato regime tirannico in nome delle libertà nate in Europa. Libertà di cui nelle scuole i ragazzi studiano la storia, le lotte per conquistarle e per riconquistarle, l’importanza di difenderle. E allora perché le istituzioni europee – e, per la verità, anche quelle italiane – continuano, se non a tacere, a fare troppo poco?

Noi sottoscritti cittadini italiani chiediamo che l’Unione Europea, in base al dovere di ingerenza giustificato da gravissime violazioni dei diritti fondamentali – e in modo particolare di quelli delle donne – prenda immediatamente e con vigore tutte le iniziative opportune perché tali diritti siano finalmente garantiti anche in Iran. Prima che sia troppo tardi.

Anna Oliverio Ferraris     Elsa Fornero      Donatella Di Cesare     Giampiero Mughini     Gianfranco Pasquino     Paolo Crepet      Marco Bentivogli     Paolo Pombeni     Renato Mannheimer     Michele Zappella     Valerio Magrelli    Gennaro Malgieri    Giovanni Belardelli     Giulio Ferroni     Giuseppe Marazzita     Massimo Salvadori     Adriano Prosperi     Carlo Fusaro     Claudio Giunta     Dino Cofrancesco     Francesco Perfetti     Fulco Lanchester     Fausta Garavini     Andrea Del Re     Benedetta Baldi     Daniela Andreatta     Fabio Minazzi     Fulvio Cammarano     Guido Melis     Gabriella Sava     Giuseppe Nicoletti    Giuseppe Scaraffia     Giovanni Falaschi     Giuseppina Pisciotta Tosini     Alessandra Sanna     Luigi Settembrini     Loredana Sciolla      Luisella Battaglia     Marcella Corsi     Maria Serena Sapegno     Maria Teresa Imbriani      Marinella Pigozzi     Mila De Santis    Paolo Alessandro Biscottini     Patrizia Tosini      Silvia Ginsburg      Stefania Stefanelli     PierVincenzo Uleri    Renza Bertuzzi      Alberto Moreni      Alessandro Ponticelli      Andrea Becherucci      Anna Palma    Anna Rita Borelli     Antonella Braga     Antonella Foscarini     Rosamaria Di Guglielmo  Arnaldo Marcone     Berardo Pio     Bruno Maria Parigi     Carlo Decanini     Carlo Del Nero     Carmen Betti     Caterina Barone     Cristina Fumagalli    Daniela  Miele   Elena Pariotti   Elisabetta Palici di Suni    Eva Bovolenta    Emanuela Lustri    Fioretta Gualdi     Franca Novelli     Franco Montanari   Franco Vincieri    Gabriella Ricci    Gabriella Ronchini    Gianna Caroti   Giorgia Quagliola   Giovanni Cocco    Giovanni Cordini     Giuseppe Graziano     Giuseppina Anguillara      Guido Baldassarri     Isabella Sesti     Judith Siegel    Laura Marchesi     Laura Scarpellini     Letizia Bausi     Livia Marinetto     Marcella Corsi      Maria Cecilia Ortolani    Maria Luisa Doglio    Maria Santoni     Maria Teresa Valastro     Marinella Baschiera     Marta Biani     Marzia Gentilini     Massimo Ragazzini     Susanna Bausi     Teresa Pasqui     Valerio Giannellini     Valerio Vagnoli   Maurizio Cardinetti     Milly Mazzei     Nicoletta Nano    Paola Strazzulla    Paolina Silvagni    Paolo Bonanni     Patrizia Ragazzini     Patrizia Serafin     Romano Bernabei     Sabina Gambacciani     Sabrina Giontella    Salvatore Ingrassia      Silvio Riondato   Carmine Chiodo     Roberto Segatori     Luigi Alfieri


Promosso dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità

giovedì 24 novembre 2022

APPELLO: L'EUROPA SOSTENGA CON VIGORE IL MOVIMENTO IRANIANO PER LA LIBERTÀ

 

Asra Panahi, la sedicenne pestata a morte 
dalla polizia perché, insieme ad altre compagne,
si era rifiutata di cantare un inno a Kamenei

Al Parlamento Europeo
alla Commissione Europea
al Consiglio Europeo

Un grande movimento che vede in prima fila gli studenti e le studentesse si sta battendo in Iran contro uno spietato regime tirannico in nome delle libertà nate in Europa. Libertà di cui nelle scuole i ragazzi studiano la storia, le lotte per conquistarle e per riconquistarle, l’importanza di difenderle. E allora perché le istituzioni europee – e, per la verità, anche quelle italiane – continuano, se non a tacere, a fare troppo poco?

Noi sottoscritti cittadini italiani chiediamo che l’Unione Europea, in base al dovere di ingerenza giustificato da gravissime violazioni dei diritti fondamentali – e in modo particolare di quelli delle donne – prenda immediatamente e con vigore tutte le iniziative opportune perché tali diritti siano finalmente garantiti anche in Iran. Prima che sia troppo tardi.

Anna Oliverio Ferraris     Elsa Fornero      Donatella Di Cesare     Giampiero Mughini     Gianfranco Pasquino     Paolo Crepet      Marco Bentivogli     Paolo Pombeni     Renato Mannheimer     Michele Zappella     Valerio Magrelli    Gennaro Malgieri    Giovanni Belardelli     Giulio Ferroni     Giuseppe Marazzita     Massimo Salvadori     Adriano Prosperi     Carlo Fusaro     Claudio Giunta     Dino Cofrancesco     Francesco Perfetti     Fulco Lanchester     Fausta Garavini     Andrea Del Re     Benedetta Baldi     Daniela Andreatta     Fabio Minazzi     Fulvio Cammarano     Guido Melis     Gabriella Sava     Giuseppe Nicoletti    Giuseppe Scaraffia     Giovanni Falaschi     Giuseppina Pisciotta Tosini     Alessandra Sanna     Luigi Settembrini     Loredana Sciolla      Luisella Battaglia     Marcella Corsi     Maria Serena Sapegno     Maria Teresa Imbriani      Marinella Pigozzi     Mila De Santis    Paolo Biscottini     Patrizia Tosini      Silvia Ginsburg      Stefania Stefanelli     PierVincenzo Uleri    Renza Bertuzzi      Alberto Moreni      Alessandro Ponticelli      Andrea Becherucci      Anna Palma    Anna Rita Borelli     Antonella Braga     Antonella Foscarini     Arnaldo Marcone     Berardo Pio     Bruno Maria Parigi     Carlo Decanini     Carlo Del Nero     Carmen Betti     Caterina Barone     Cristina Fumagalli    Daniela  Miele   Elena Pariotti   Elisabetta Palici di Suni    Eva Bovolenta    Emanuela Lustri    Fioretta Gualdi     Franca Novelli     Franco Montanari   Franco Vincieri    Gabriella Ricci    Gabriella Ronchini    Gianna Caroti   Giorgia Quagliola   Giovanni Cocco    Giovanni Cordini    Giuseppe Graziano    Giuseppina Anguillara     Guido Baldassarri    Isabella Sesti     Judith Siegel    Laura Marchesi     Laura Scarpellini     Letizia Bausi     Livia Marinetto     Marcella Corsi      Maria Cecilia Ortolani    Maria Luisa Doglio    Maria Santoni     Maria Teresa Valastro     Marinella Baschiera     Marta Biani     Marzia Gentilini     Massimo Ragazzini     Susanna Bausi     Teresa Pasqui     Valerio Giannellini     Valerio Vagnoli   Maurizio Cardinetti     Milly Mazzei     Nicoletta Nano    Paola Strazzulla    Paolina Silvagni    Paolo Bonanni     Patrizia Ragazzini     Patrizia Serafin     Romano Bernabei     Sabina Gambacciani     Sabrina Giontella    Salvatore Ingrassia      Silvio Riondato   Carmine Chiodo     Roberto Segatori 


Promosso dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità

martedì 1 novembre 2022

SE IL MERITO HA A CHE FARE CON IMPEGNO E TENACIA (con buona pace di Darwin)

Se abbiamo bisogno di un medico, lo vogliamo competente e magari affabile. Se dobbiamo essere ricoverati, preferiamo un ospedale noto per la preparazione degli specialisti e l’elevata qualità dell’assistenza. Ci serve una badante? Ne cerchiamo una con ottime referenze. Abbiamo a che fare con la pubblica amministrazione? Ci fa piacere imbatterci in personale cortese ed efficiente. Quando poi si tratta di iscrivere un figlio a scuola, tutti ci auguriamo che abbia i migliori insegnanti. Insomma, sono infinite le situazioni in cui cerchiamo il merito.

Ma come fa una società a “produrre” persone capaci e affidabili nel loro lavoro, a qualsiasi livello? Intanto bisogna che il merito venga riconosciuto, che non si proteggano i disonesti, non si chiudano due occhi sugli incapaci, che si selezionino i migliori, qualunque cosa significhi nelle diverse occupazioni e specializzazioni. Ma, soprattutto, ci vogliono famiglie che sappiano educare e una scuola che prepari al meglio i futuri cittadini.

Su cosa sia il merito, però, e su come si promuova non c’è accordo. E quando se ne parla a proposito di scuola, come oggi succede per via dell’aggiunta del termine al Ministero dell’Istruzione, una parte dell’opinione pubblica reagisce come se si discutesse di un metodo di selezione darwiniana. “Dobbiamo svelare l'inganno delle parole: la scuola del merito è la scuola che smette di investire su chi è in difficoltà". “Temo che qui si intenda il merito conquistato attraverso la sopraffazione degli altri, la competizione sfrenata, i privilegi della nascita, la fedeltà a un’ideologia e all’obbedienza". " Lo vogliamo capire che la scuola non è un posto dove si vanno a selezionare i migliori, che pensarla così è il modo più antidemocratico che esista?” "Trovo sia sbagliato introdurre la parola merito: rischia di essere uno schiaffo in faccia per chi può avere tanti meriti ma parte da una situazione di diseguaglianza". "Questa parola merito accanto al ministero dell'istruzione è allarmante e preoccupante”.

Sul merito si è smesso di riflettere, da quando, molti decenni fa, ci si rese conto di quanto spesso i ceti sociali più svantaggiati avessero scarse possibilità di accedere alle superiori e all’università, benché nel secondo dopoguerra la scuola avesse cominciato gradatamente a funzionare come ascensore sociale. Da allora le cose sono molto cambiate: in meglio, perché i progressi del tenore di vita hanno permesso a strati sempre più vasti della popolazione di raggiungere i gradi più alti dell’istruzione; in peggio, perché la scuola è stata indotta a essere indulgente invece di adoperarsi per renderla più efficace. E tuttavia non è difficile chiarirsi le idee. Il talento innato da solo non è ovviamente un merito; e il merito non è soltanto l’eccellenza (anche se delle eccellenze la società ha comunque bisogno). Lo ricordava l’economista Giacomo Vaciago: il merito “è l’impegno profuso a far crescere la dote iniziale, qualunque essa sia”. Molti studi confermano quello che in realtà sappiamo tutti: la tenacia e la determinazione che si mettono nello studio, nell’allenamento e nel lavoro sono fondamentali per rafforzare le predisposizioni di cui ciascuno è dotato. Il segreto quindi non è nelle attitudini innate: quanti non le sfruttano perché rifiutano la fatica? Il segreto sta nell’impegno con cui si persegue uno scopo. Facciamolo comprendere ai bambini e ai ragazzi sottolineando tutte le piccole e grandi conquiste frutto di diligenza e lavoro assiduo, in modo da ridare, come un tempo si diceva “onore al merito”.

Giorgio Ragazzini