lunedì 30 marzo 2009

IL TRENTINO RESISTE NELLA TRINCEA DEL BUONISMO

Mentre il Ministro Gelmini, nel suo discorso al Congresso del PdL, dice che "nella scuola è cominciata la rivoluzione della responsabilità e del merito", il Trentino si propone come Vandea buonista: niente voto in condotta, niente recupero obbligatorio dei debiti e neppure voti numerici. Così vuole il governatore Lorenzo Dellai, che già in agosto si era espresso in questo senso («Per dare autorevolezza alla scuola non bisogna evocare punizioni pesanti, basta puntare sull'educazione»).
Lodevolmente critico il segretario provinciale della Cisl scuola. Leggi

mercoledì 25 marzo 2009

5 IN CONDOTTA: COMMENTI DEI COLLEGHI

La scuola in quanto luogo di istruzione, di scambi interculturali, di idee, di esperienze... deve essere un ambiente in cui alunni e insegnanti lavorano, condividono in modo sereno le loro giornate sempre nel massimo rispetto reciproco. Da qui si costruisce il "sapere". Quando tutto ciò non avviene, e questo sia da parte dello studente ma anche del docente, quando viene a mancare il rispetto per gli altri, per cose ed oggetti di tutti, allora è il momento di puntualizzare che qualcosa non va e va evidenziato perché tutti ne siano al corrente. Ecco che è arrivato in "soccorso" il fatidico CINQUE !!! Io sono molto daccordo!! Daniela Bizzarri

Benvenuto il cinque anche se non basta, anche se può creare, talvolta, alibi agli insegnanti (pochi, per fortuna) apatici e poco motivati. Ma ben venga il cinque, perché trasmette ai ragazzi, se non altro, la consapevolezza dei limiti che ognuno deve avere, soprattutto nei confronti degli altri. Serve a renderli consapevoli che rispetto all'irresponsabilità delle azioni ci sono delle conseguenze e che insieme alla comprensione e al dialogo vi deve essere la sanzione che forse smuove l'anima che resta spesso sorda al dialogo e alla comprensione degli altri. Ben venga il cinque, se serve a far capire ai ragazzi che le stiamo provando tutte, ma proprie tutte, pur di non abbandonarli all'indifferenza del loro destino senza confini. Ben venga il cinque soprattutto se vi sono educatori consapevoli della grande forza educativa del cinque! Giacomo

martedì 24 marzo 2009

LOTTA AL BUONISMO E ETEROGENESI DEI FINI

I frequentatori di questo blog sanno benissimo che la valorizzazione del merito e il contrasto a tutte le forme di buonismo sono la ragione sociale del Gruppo di Firenze. Tuttavia quanto stabilito dal Ministro per l'ammissione all'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo - e cioè la necessità di avere almeno sei in ciascuna disciplina - suscita non pochi dubbi per la tempistica (siamo a tre mesi dagli esami) e per gli effetti indesiderati che può innescare. Infatti, come è già stato notato, questa norma produrrà quasi certamente risultati di segno opposto a quelli auspicati (maggiore serietà e rigore), poiché è prevedibile che non pochi consigli di classe, in presenza di due / tre insufficienze non gravi, trasformeranno quelle insufficienze in sei, con due conseguenze molto negative:
▪ un quadro delle valutazioni alterato e non corrispondente alla realtà, inattendibile anche come fonte integrativa di informazioni per la Commissione di esame, in aggiunta al credito scolastico;
▪ un’ingiusta equiparazione, per quanto riguarda il credito scolastico, degli studenti con insufficienze con quelli che la sufficienza l’hanno raggiunta con le proprie forze. Per esempio uno studente potrebbe passare da una media “reale” compresa tra il 5 e il 6 (con un credito da 1 a 3 punti) ad una media tra 6 e il 7 (con un credito tra i 4 e i 5 punti).
C’è insomma un concreto rischio di “eterogenesi dei fini” rispetto all’obbiettivo auspicato di valutazioni più rigorose . Si può certo pensare a una formulazione più stringente degli attuali criteri di ammissione (nella Legge Fioroni si parla di “valutazione positiva”: un po’ vago); ma ci pare che un’ulteriore riflessione sull’argomento, rinviando il cambiamento al prossimo anno, sarebbe senz’altro opportuna.

lunedì 23 marzo 2009

SUL 5 IN CONDOTTA DECIDONO LE SCUOLE

Il nuovo schema di regolamento sulla valutazione delle materie e della condotta è molto diverso da quello che fu liquidato da Mariastella Gelmini all’indomani della sua emanazione. Purtroppo nella normativa nostrana per capirci qualcosa bisogna destreggiarsi tra un frasario involuto e una selva di rimandi a commi e articoli di leggi, decreti e regolamenti (ma possibile che non si possa almeno coordinare il tutto in un testo unico?).
Tuttavia sembra assodato che toccherà a ciascuno degli undicimila istituti italiani stabilire un criterio in base al quale un consiglio di classe potrà far ripetere l’anno a un allievo a causa del suo comportamento. Certamente sarebbe stato preferibile stabilire un indirizzo uniforme a livello nazionale, ma si tratta comunque di una tappa di grandissima importanza verso una scuola che educhi sul serio alla responsabilità.
Il testo dice: “La valutazione del comportamento con voto inferiore a sei decimi in sede di scrutinio intermedio o finale è decisa dal consiglio di classe nei confronti dell’alunno cui sia stata precedentemente irrogata una sanzione disciplinare ai sensi dell’articolo 4, comma 1," dello Statuto degli studenti “e al quale si possa attribuire la responsabilità” di comportamenti di particolare gravità (quelli previsti dai commi 9 e 9-bis dell’articolo 4 dello Statuto) o che comunque “violino i doveri di cui ai commi 1, 2 e 5 dell’articolo 3” del medesimo Statuto (Doveri degli studenti). Questi tre commi recitano:
1. Gli studenti sono tenuti a frequentare regolarmente i corsi e ad assolvere assiduamente agli impegni di studio. 2. Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti del capo d'istituto, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi.
5. Gli studenti sono tenuti a utilizzare correttamente le strutture, i macchinari e i sussidi didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio della scuola
.”
La norma è tutt’altro che cristallina. Vedremo come verrà interpretata e applicata dalle scuole.

Il testo integrale dello schema di regolamento.

domenica 15 marzo 2009

ANNUNCIATO IL NUOVO REGOLAMENTO SUL 5 IN CONDOTTA

Non è ancora stato pubblicato perché deve passare al vaglio del Consiglio di Stato, ma l'essenziale del nuovo regolamento sulla condotta è stato comunicato ieri l'altro dal Ministro Gelmini in conferenza stampa. Aspettiamo il testo per un giudizio definitivo, ma certamente la nuova normativa può costituire una svolta storica; dipenderà anche da quanto si consoliderà, in un terreno devastato dal buonismo, la convinzione che far rispettare delle giuste regole è assolutamente essenziale per il funzionamento della scuola e della società. Da capire anche quale sarà esattamente il ruolo del Collegio. (Leggi la parte del comunicato stampa del Governo che riguarda questo tema).
Dopo che il regolamento precedente, commentato su questo blog il 19 gennaio scorso, fu di fatto delegittimato dal Ministro poco dopo averlo licenziato, sembra che siamo arrivati a una normativa che potrà costituire un reale deterrente non solo per i bulli, ma anche per i maleducati. Molti quotidiani di ieri (per esempio "La Stampa") sottolineano il ruolo di "cartellino giallo" assegnato a un primo provvedimento disciplinare (vedremo di quale entità).
Purtroppo sconfortante la reazione di Giuseppe Fioroni, deciso a rinnegare, in nome di un'opposizione pregiudiziale, il suo meritorio impulso verso una scuola più rigorosa: "Un'imbiancata superficiale su crepe profonde: questo rischia di essere il cinque in condotta senza una parallela azione di recupero dei ragazzi e senza aiutare le scuole, ormai allo stremo per mancanza di risorse e di personale". Per la sua collaboratrice Mariangela Bastico e per Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in Commissione Cultura, è addirittura"un trucco per distrarre l'attenzione dalle condizioni disastrose in cui versa la nostra scuola". Mimmo Pantaleo (Flc-Cgil)ora difende il precedente regolamento che in pratica rendeva possibile il 5 condotta solo in presenza di gravi reati (e in assenza di qualche segno di ravvedimento).
Segnaliamo infine un intervento sul "Messaggero" di Giorgio Israel, che tocca vari temi, oltre a quelli indicati dal titolo (La sfida della scuola è tornare ai contenuti).

sabato 7 marzo 2009

VOTO IN CONDOTTA COME LEGITTIMA DIFESA

Un lettore del "Corriere della Sera", risponde a una lettera che aveva definito una "resa" della scuola la (cosiddetta) valanga di 5 in condotta. E' la stessa logica per cui ogni bocciatura sarebbe un "fallimento della scuola", cioè la logica pluridecennale che ha cercato in ogni modo di disarmare e delegittimare gli insegnanti, a sostegno di una linea educativa indulgente e priva di fermezza.
Visti i risultati di questa impostazione rivelatasi deleteria anche per la serenità dei docenti, non c'è niente di scandaloso nel punto di vista espresso in questa breve ed efficace lettera al "Corriere". Leggi

lunedì 2 marzo 2009

FORSE LA SCUOLA STA DIVENTANDO PIÙ SERIA

Lo pensano molti commentatori dopo i dati sul 5 in condotta

Tutti i quotidiani riportano i dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione sui risultati degli studenti delle scuole superiori nel primo quadrimestre, con particolare attenzione ai numerosi 5 in condotta, oltre 34 mila. Pioggia, raffica, valanga le immagini più usate. Qualcuno sostiene che in definitiva non sono poi così tanti su un totale di circa due milioni e mezzo di studenti (sarebbe l’1,36%). Sarà, però le insufficienze sono fioccate nonostante che il decreto che ne regolava l’uso prevedesse il cinque esclusivamente per comportamenti puniti con la sospensione di oltre quindici giorni, anche se è vero che il Ministro ha di fatto svuotato questa disposizione ancora vigente annunciandone un’altra molto meno restrittiva. Inoltre molte scuole hanno chiarito che anche il 6 e il 7 in condotta, valutazioni formalmente non insufficienti, devono essere intesi come giudizi negativi. Tra le sintesi giornalistiche dei dati si può leggere quella molto chiara di Giorgio Dell’Arti sulla “Gazzetta dello Sport”.
Molti i commenti positivi, cioè propensi a considerare questi dati come una svolta verso un maggior rigore (vedremo a fine anno). Lo dice la preside di un istituto alberghiero sentita dalla “Stampa” (la maggiore indisciplina si registra nei tecnici e nei professionali). Lo conferma la professoressa Mastrocola sullo stesso quotidiano. Sul “Giornale” Michele Brambilla invita i genitori a prendere esempio dalla scuola. Sul “Messaggero” lo storico Giovanni Sabbatucci saluta “il ritorno all’onor del mondo dei tradizionali strumenti valutativi di cui la scuola si è sempre servita per premiare il merito e sanzionare il demerito”.