lunedì 27 aprile 2009

DOMANDA DI SCUOLA. UN NUMERO DELLA RIVISTA "ESODO"

Interventi:

Renza Bertuzzi, Perchè una Carta etica dei docenti
Paola Cavallari, Un protezionismo stolto
Giorgio Ragazzini, Condotta, deontologia, etica pubblica
Giancarlo Azzano, Scuola di massa, una scuola del disagio
Paolo Ferliga, Autorità e sentimento nel processo educativo
Paolo Ricca, " Serve" Dio nell'educazione?
Interviste

http://associazionesodo.webnode.it/


venerdì 24 aprile 2009

SCUOLA SERIA: LA RESPONSABILITÀ DELLE FAMIGLIE

Sul "Cittadino" oggi un articolo del dirigente scolastico Corrado Sancilio sulla collaborazione fra scuola e genitori nell'educazione dei ragazzi. Leggi.

ABBANDONO SCOLASTICO: UN DESTINO CHE SI PUÒ CAMBIARE

"Avvenire" di ieri riserva l'intera pagina 3 e un editoriale all'analisi della cosiddetta dispersione scolastica (a cui l'Isfol, l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, ha dedicato di recente un 'indagine approfondita) e ad alcune proposte in merito, basate sulle esperienze positive già esistenti. La soluzione del drammatico problema del rifiuto della scuola deve partire a nostro parere dal superamento di pregiudizi - di origine ideologica - riguardanti la formazione professionale come scelta alternativa all'istruzione liceale e tecnica.

Dispersi - Dietro il rifiuto dello studio - L'apprendistato, un volano - ... Ma è un destino che si può cambiare.

sabato 18 aprile 2009

NUOVI PRESIDI E VECCHIO QUIETO VIVERE

Nell'ultima "Lettera" dell'ASASI (Associazione scuole autonome siciliane) compare un articolo (vedi sotto) che la dice lunga sulla difficoltà di far rispettare, in molte scuole, le regole. Si badi bene, non da parte - in questo caso - degli studenti, ma di certi docenti e non docenti, che evidentemente continuano a pensare alla scuola come luogo ove tutto è possibile. Così si va dai Collegi dei docenti trasformati in assemblee sindacali, alla malattia che colpisce, contemporaneamente, tutti quanti gli impiegati di un Istituto, dopo che questi avevano avuto un contrasto con la dirigente. C'è di che riflettere, soprattutto alla notizia dell'invio dell'ispezione contro la preside che evidentemente aveva scardinato chissà quale diritto acquisito e comunque il quieto vivere di quel personale ATA; quieto vivere che tanto piace a taluni, che dovrebbero invece controllare il buon funzionamento della pubblica amministrazione.Quello che però fa ben sperare nel medesimo articolo è la constatazione, da parte dell'estensore, che i dirigenti vincitori dell'ultimo concorso sono ben intenzionati a riportare un po' d'ordine nella vita scolastica. Non che i "vecchi" dirigenti non lo abbiano mai fatto. Quello che però probabilmente si sottintende nell'articolo è relativo alle motivazioni fresche e autentiche che hanno gli ultimi arrivati. Segno evidente che rinnovare il personale della pubblica amministrazione serve, eccome; e che se viene selezionato con concorsi seri, ciò può garantire motivazioni che non sempre nascono da immissioni in ruolo ope legis, destinate solo a sanare situazioni pregresse. (Valerio Vagnoli)

LETTERE ANONIME E TENSIONI IN MOLTE SCUOLE CON I NUOVI DIRIGENTI

(Da "La letterina" ASASI n.193)

Ci giunge notizia che a Catania il dirigente dell’USP ha inviato un ispettore a un preside, in seguito al ricevimento di una lettera anonima. Apprendiamo anche che il dirigente dell’USP di Palermo ha invece la corretta abitudine di cestinare le lettere anonime e così pure il Direttore Regionale. Sarebbe opportuna una direttiva del Dr. Guido Di Stefano agli USP per spiegare che l’uso delle lettere anonime non è poi un metodo, né leale, né trasparente. Oggi ci sono molti modi per protestare contro eventuali comportamenti illegittimi dei dirigenti scolastici: la RSU, il giudice del lavoro, i sindacati, le lettere argomentate e firmate. È importante quindi che il dirigente dell’USP di Catania ci chiarisca se ritiene le lettere anonime un valido strumento di democrazia: perché è così, le scriviamo anche noi e almeno ci divertiamo un po’.Riceviamo invece molte lettere relative a conflitti che si sono prodotti in scuole nelle quali sono arrivati DS di nuova nomina. Generalmente, ci sembra di capire che si tratta di casi nei quali le scuole si trovavano in situazione di allegra baldoria o di sapiente anarchia: ore di lezione ridotte e non recuperate, lavoro straordinario non eseguito ma pagato, buoni d’ordine per acquisto di materiali di consumo fatti per telefono senza indagine di mercato, RSU che decidevano a chi dare gli incarichi retribuiti e via di questo passo. L’arrivo di dirigenti vincitori di concorso, intenzionati a riportare un po’ d’ordine, ha creato tensioni, boicottaggi (lettere anonime), si sono avuti collegi dei docenti trasformati in sedi di rivendicazioni sindacali e politiche. In una scuola media di Palermo, la settimana scorsa, si sono assentati per malattia contemporaneamente tutti e cinque gli assistenti amministrativi e il DSGA, dopo un contrasto con la preside. Sappiamo che la preside, che come noi non crede alle coincidenze, ha avvisato la Guardia di Finanza e l’USP. Sappiamo anche che l’unico fatto che si è verificato è stato l’arrivo di un ispettore contro la preside.Vorremmo chiarire che in Sicilia non c’è la stessa situazione che c’è nel Trentino, nel pubblico impiego. In Trentino lavorano tutti. Da noi c’é una parte del personale che non sa cosa voglia dire lavorare con impegno e competenze e pesa sul resto del personale che è costretto a lavorare il doppio. I presidi non hanno molti poteri per convincere i fannulloni a guadagnarsi lo stipendio, invece di lamentarsi addosso. Le nostre Autorità, che dall’alto ci osservano, dovrebbero capirlo. Mandino dunque dei segnali ai dirigenti per chiarire se è il caso che si impegnino in un’azione di risanamento, o se invece bisogna tirare i remi in barca e osservare con distacco la deriva dilagante.

Roberto Tripodi

giovedì 16 aprile 2009

LA CONDOTTA DEVE FARE MEDIA?

Pubblichiamo una nostra lettera a commento a un articolo di "Tuttoscuola" in cui se ne sostiene l'opportunità. La lettera è stata pubblicata sul sito della rivista.

Gentile Direttore,
a proposito del voto in condotta e dell'opportunità che faccia media, "Tuttoscuola" osserva che la scala di valutazione adottata è ormai analoga a quella delle materie e che non si vede il motivo per cui non dovrebbe fare media. Ma è così solo apparentemente, mentre, guardando meglio, si tratta di una scala del tutto anomala. Il cinque in condotta rappresenta il risultato di comportamenti così gravi o ripetuti, che comporta la non ammissione alla classe successiva o all'esame finale. Mentre nelle altre materie la gravità dell'insufficienza si può graduare (diciamo dal cinque al tre), in questo caso no. Quindi, se il sei in condotta si interpreta come propone in un articolo Tuttoscuola ("equivale a un sei in italiano o in matematica, significa che il comportamento dell'allievo è sufficientemente corretto"), sparisce ogni possibilità di valutazione intermedia tra una condotta tale da far ripetere l'anno e una davvero sufficientemente corretta. In questo modo, dando per scontato che la sanzione della ripetenza non sarà frequente, il risultato paradossale sarebbe quello di riconoscere come corretto il comportamento dei non pochi ragazzi che si comportano male, ma non fino al punto da essere bocciati.Ecco perché molte scuole, al solito arrangiandosi con il buon senso, hanno fatto sapere agli alunni e ai genitori che il sei e il sette indicano una condotta non soddisfacente (nella mia scuola media corrispondono rispettivamente a "spesso scorretto" e "non sempre corretto" degli anni passati). Ed ecco perché la condotta deve incidere, ma non fare media: perché in molti casi contribuirebbe impropriamente ad alzarla. E' giusto, invece, che abbassi significativamente, con un apposito punteggio negativo il credito scolastico negli esami di fine ciclo (e se ne potrebbe prevedere, d'altra parte, uno positivo per il nove e per il dieci). E a proposito di evitare gli occultamenti, colgo l'occasione per segnalare che il Collegio della scuola in cui insegno, di fronte all'obbligo di avere tutti sei per essere promossi, è orientato a segnalare con la dicitura "Voto di Consiglio" le sufficienze non effettive che si rendessero necessarie per non bocciare allievi che si ritiene opportuno mandare avanti nonostante qualche carenza non irrecuperabile. E concludo con una domanda: sarebbe opportuno tornare anche alle medie a una verifica settembrina?Grazie dell'attenzione,

Giorgio Ragazzini

(Gruppo di Firenze
per la scuola del merito
e della responsabilità)

(Aggiungiamo un'ulteriore - non nuova - considerazione: in una media tra dieci e più materie, quello della condotta è in ogni caso un apporto modestissimo - nel migliore dei casi un terzo di voto). Insomma, il classico topolino partorito dalla montagna.

Segnaliamo anche un'intervista del "Giornale" a Ernesto Galli della Loggia, in cui si parla di merito, ma anche della necessità che la formazione dei giovani continui ad avere come base il canone letterario e filosofico occidentale. Leggi.

giovedì 9 aprile 2009

ESAME DI STATO, IL 6 DI MEDIA UN CRITERIO DA RIPENSARE

Con l' Ordinanza Ministeriale n. 40 dell' 8 aprile si definisce finalmente il quadro normativo per l'ammissione all'Esame di Stato, con il ritorno, per questo anno scolastico, alla norma prevista da Fioroni proprio a partire dal 2008/2009 (D.M. n. 42 /2007, art. 1, comma 3) : è ammesso chi ha la media del 6, il prossimo anno si vedrà. Come gli era stato chiesto da quasi tutti, incluso il nostro gruppo, il Ministro è tornato sulla sua precedente decisione e la cosa è da valutare positivamente, ma non si può non rilevare che, a distanza di pochi mesi dalla vicenda del 5 in condotta, si è ripetuto lo sconcertante spettacolo di un provvedimento poco meditato e di una sucessiva marcia indietro.
Nel merito del provvedimento: la media del 6 è un criterio di ammissione certamente assai più sensato del precedente (vedi post del 24 marzo scorso), ma sarà il caso di riflettere bene prima di adottarlo in via definitiva, come alcuni chiedono. Infatti è un criterio che può risultare tutt'altro che rigoroso e consentire ammissioni di studenti con molte insufficienze, anche gravi. In una terza Liceo Classico, per fare un esempio, uno studente con 5 in Italiano,Latino,Greco,Inglese e Matematica può, anzi deve, essere ammesso all'esame se ha 8 in Educazione Fisica, 9 in Condotta e 6 nelle altre cinque materie. Oppure: in una quinta di Liceo Artistico uno studente sarebbe ammesso con sette materie su dodici valutate 5 avendo 7 nelle tre materie di indirizzo e 8 in Educazione fisica e Condotta.

sabato 4 aprile 2009

LA MATURITÀ SOSPESA

Non c'è ancora una decisione definitiva sulla conferma o meno del nuovo criterio di ammissione all'esame di Stato al termine delle superiori. L'annuncio che anche un solo 5 impedirà di accedere all'esame ha generato discussioni e obbiezioni nel mondo della scuola. Ne parla anche oggi "La Stampa" (Maturità, il rebus delle ammissioni). In questo blog ne abbiamo parlato il 24 marzo scorso. Le nostre considerazioni ricalcavano in buona parte il contenuto di una lettera al Ministro Gelmini da noi inviata in quei giorni, che concludevamo suggerendo il rinvio della nuova normativa all'anno prossimo.

giovedì 2 aprile 2009

PANEBIANCO: PIÙ EFFICACI GLI ESAMI IN ENTRATA DI QUELLI IN USCITA

Da tempo c'è chi propone di togliere valore legale ai titoli di studio per spronare le scuole e le università a dare una preparazione più seria agli studenti. Angelo Panebianco è stato sempre favorevole a questa soluzione, ma suggerisce un'alternativa in considerazione delle difficoltà di carattere giuridico che rendono problematico il provvedimento (Requiem per un esame).