mercoledì 30 gennaio 2013

C'È UN NESSO TRA CRISI ECONOMICA E SCUOLA RABBERCIATA, FORMAZIONE PROFESSIONALE SPREGIATA E UNIVERSITÀ SGANGHERATA?

L'editoriale di oggi sul "Corriere della Sera" è firmato da Gian Arturo Ferrari, manager editoriale e docente universitario. Una severa requisitoria conto la miopia dei governi, l'assenza di un chiaro e costante indirizzo riformatore, lo scarso peso dell'istruzione e della formazione nel dibattito elettorale. Leggi.

martedì 29 gennaio 2013

SUL "CORRIERE" TORNA ILTEMA DELLE COPIATURE ALL'ESAME. IL TEMPO PER PROVVEDERE C'È

Anche Luciano Canfora pone il problema delle copiature all'esame di Stato, suggerendo la sua ricetta. Si fa un po' più difficile fare finta di nulla per il prossimo ministro, Dio non voglia che sia lo stesso di ora. Ma è doveroso ricordare anche che: 1) è tassativo dovere dello Stato fare di tutto per impedire che si imbrogli; 2) che di conseguenza devono esserci anche sanzioni chiare e immediatamente applicabili, istruzioni precise ai docenti e una sostanziosa deterrenza per eventuali samaritani nelle loro file; 3) che la tecnologia copiogena si può sconfiggere con la tecnologia anticopioni, come suggeriva anche il preside Rembado l'anno scorso e come accade altrove; 4) che si educano i giovani molto più applicando che predicando le regole. Vedremo. (GR) Leggi l'articolo.

sabato 26 gennaio 2013

LA LEZIONE DELLA GERMANIA SUI MESTIERI ARTIGIANI

"Il Sole 24 Ore" di domenica scorsa pubblica una lettera di Elisa Massi sul sistema di istruzione tedesco, che al contrario del nostro valorizza molto l'artigianato, anche sul piano del prestigio sociale, non inferiore a quello di un professionista. Il sito www.zdh.de, quello dell'associazione nazionale del settore, fornisce anche in italiano informazioni su questo argomento.

lunedì 21 gennaio 2013

LA CATTEDRA CHE LOGORA: GLI EFFETTI DEL PRESUNTO "PART-TIME"

Su “Sette” il dottor Lodolo D’Orìa lancia un nuovo allarme: 24 insegnanti su mille soffrirebbero di psicosi, 120.000 di depressione più o meno seria. Sulla base di questi dati il tentato golpe del governo Monti sull’orario di cattedra (da portare a 24 ore settimanali) sembra a sua volta il parto di menti malate. Naturalmente bisognerebbe vedere quanto la mancata selezione attitudinale in entrata influisca su percentuali del genere. Ma chi conosce la scuola sa che il problema dell'usura esiste e come. Peraltro nessuno di “lor signori” – avrebbe detto un celebre corsivista del novecento -  si è mai disturbato a includere nella formazione dei docenti la gestione dei problemi di comportamento. Li hanno, anzi, incentivati con teorie educative prive di fondamento. Leggi.

mercoledì 16 gennaio 2013

LE VECCHIE IDEE SBAGLIATE NEL PROGRAMMA DEL PD

Primo biennio unitario nelle superiori; rifiuto di far frequentare la formazione professionale a chi esce dalle medie; stipendio più alto e possibilità di carriera solo ai docenti che svolgano a scuola le attività svolte oggi a casa; riforma degli organi collegiali “con l'aiuto di insegnanti, dirigenti scolastici, studenti, genitori, Ata”; allungamento del tempo scuola nelle medie.
Il programma del Pd ripropone con disperante prevedibilità  alcune vecchie e deleterie idee care alla Cgil. Il biennio uguale per tutti, lungi dal combattere l’insuccesso scolastico, provocherà l’esatto opposto, cioè l’aumento dei ragazzi frustrati e avviliti, a cui bisognerebbe invece offrire una qualificata formazione professionale, come dimostra l’esperienza vincente del Trentino. La permanenza degli insegnanti a scuola per “la correzione dei compiti, la preparazione delle lezioni, la formazione” in cambio di un aumento di stipendio, non può essere attuata decorosamente nella maggior parte delle scuole per totale mancanza di spazi appositamente organizzati e arredati, discriminerà chi deve per forza tornare a casa, infine tradisce smania di controllo e di irreggimentazione e il rifiuto dell’insegnante come professionista autonomo e responsabile. Quanto agli organi collegiali, non si vuole proprio prendere atto del fallimento ormai pluridecennale dell’idea di partecipazione inaugurata negli anni ’70, con la relativa confusione di ruoli, la demotivazione e l’assenteismo degli eletti (spesso privi della necessaria competenza), mancanza di numero legale mascherata da falsi verbali e così via. Con l’allungamento del tempo scuola si riafferma la logica quantitativa che si illude di migliorare gli apprendimenti con più ore e più insegnanti. In questo quadro, alcune proposte un po' più sensate non saranno certo in grado di scongiurare l’impatto devastante delle troppe vecchie idee sbagliate.  (GR)
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domenica 13 gennaio 2013

FORMAZIONE PROFESSIONALE: SARÀ L’ANNO IN CUI LA TOSCANA CAMBIA STRADA?

Con il rientro a scuola dopo la lunga pausa natalizia, gli studenti di terza media, insieme alle  loro famiglie, saranno sempre più impegnati nella scelta del loro futuro percorso di studi. Continua a leggere
[Pubblicato sul "Corriere Fiorentino", 12.1.13]

giovedì 10 gennaio 2013

LE BULLE IMPUNITE A VENTI GIORNI DALL’AGGRESSIONE A UNA COMPAGNA

Dopo il suicidio della studentessa quattordicenne perseguitata via internet e mentre si susseguono episodi di bullismo di ogni genere (anche nel senso che sempre più spesso si tratta di “bulle”), il garante della privacy sollecita più energia e compattezza per garantire a tutti il dovuto rispetto. A suo tempo il ministro Fioroni ebbe il merito di rendere più severo lo Statuto degli studenti proprio per contrastare il fenomeno, ma nel complesso le scuole non sono state abbastanza aiutate a fronteggiarlo con uguale fermezza, anche per via della vulgata che assegna ai bulli un sottofondo di scarsa autostima e insicurezza. Non è così, di regola, per il pioniere degli studi sul bullismo, il norvegese Dan Olweus, che dopo numerose indagini così si espresse in proposito: “I risultati ottenuti non confermano in alcun modo questa opinione comune; al contrario sostengono una tendenza opposta: i bulli mostrano infatti poca ansia e insicurezza e non soffrono di scarsa autostima, … il che non esclude che possano esserci singoli bulli sia aggressivi che ansiosi” (Il bullismo a scuola, p.36).
Anche da un episodio verificatosi all’uscita di una scuola pratese sembra emergere incertezza sulla linea educativa da seguire. Dal 19 dicembre, giorno della violenta aggressione di cinque allieve quindicenni a una loro coetanea, ancora non è stato deciso come punirle. Il preside ha motivato il ritardo con l’imminenza delle vacanze, ma (curiosamente) anche con l’opportunità di non sovrapporsi alle indagini dei carabinieri. In più non si capisce perché la vittima, rifugiatasi nella scuola, sia stata poco dopo invitata di nuovo a uscire. Staremo a vedere se un provvedimento esemplare compenserà o aggraverà il ritardo con cui verrà preso. (GR) 
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