mercoledì 25 novembre 2015

UN OCCASIONE DA NON PERDERE: IL CONVEGNO SU "PIETRO LEOPOLDO E LA TOSCANA LABORATORIO DEI LUMI"

Si torna finalmente a parlare di uno dei più grandi riformatori europei del ‘700, il cui governo in Toscana iniziò nel settembre di 250 anni fa (1765). Alcuni studiosi illustreranno i principali aspetti della sua intensa opera riformatrice che fece della Toscana un vero e proprio “laboratorio dei lumi”, avviandola alla modernità. Il convegno si svolgerà in quella che il Granduca  elesse a sua residenza preferita, la villa di Poggio Imperiale, da lui trasformata in una vera e propria reggia.

sabato 21 novembre 2015

OCCUPAZIONI, LE RESPONSABILITÀ DEGLI ADULTI

Ogni generazione ha i suoi meriti e le sue debolezze. Un tempo i genitori erano sostenuti da idee educative condivise e da un'autorità indiscussa, ma erano in media meno attenti ai bisogni affettivi dei figli. Oggi sono in genere più capaci di vicinanza emotiva, ma mancano spesso di fermezza; e lo stesso vale per molti presidi e insegnanti. Ma, se non si comincia già dai primi mesi a introdurre un bambino ai limiti e alle regole che la realtà impone, si dovrà poi faticare per risalire la china. In realtà una cornice normativa adatta alle varie età rende i figli più sicuri, aperti e sereni, mentre l'eccesso di protezione e di indulgenza produce più irrequietezza e conflitti.
Con l'adolescenza cresce il bisogno di definirsi in contrasto con i genitori, di cui non si sopportano le vere o presunte imposizioni. In questa fase bisogna che famiglia e scuola consentano più autonomia ai ragazzi, tenendo però ferme le regole fondamentali della vita familiare e di quella scolastica. E questo anche nel loro interesse. In un periodo di forte e ansiogena evoluzione devono trovare negli adulti dei saldi punti di riferimento, anche, e forse soprattutto, quando si scontrano con i loro princìpi e i loro no.
La storia delle occupazioni conferma la diffusa incomprensione di questa esigenza, che nella scuola implica la tolleranza di comportamenti illegali, la mancata tutela del diritto allo studio e lo spreco di ingenti risorse pubbliche proprio mentre se ne denuncia l'insufficienza. Il mondo degli adulti, con non molte eccezioni, ha risposto ai giovani col silenzio o con pelosa indulgenza (come alcuni politici), o con messaggi confusivi. Di recente il preside fiorentino Ludovico Arte si è così espresso su “La Repubblica”: "Le occupazioni sul piano formale sono illegali. Ma nella storia succede molte volte di utilizzare la violazione di una regola per contestare qualcosa. Lo hanno fatto persone di indubbia moralità per ideali nobilissimi." Vero, ma si trattava, come nel caso di Gandhi, di disobbedire a leggi ingiuste, per di più accettando, a riprova della serietà del disobbediente, le conseguenze dei suoi gesti (nel caso della Marcia del sale le bastonate della polizia). Se una scuola è occupata, invece, la polizia non dovrebbe sgomberarla, perché "il contrasto alla prepotenza non può avvenire con atti prepotenti come lo sgombero". Ma è prepotenza il ripristino della legalità? Infine, il preside afferma che a certe condizioni l'occupazione può essere un’esperienza positiva. In realtà così si impedisce ai giovani di percepire con chiarezza la differenza tra lecito e illecito. E maturare diventa ancora più difficile.
Giorgio Ragazzini
(“La Repubblica Firenze”, venerdì 20 novembre 2015)

giovedì 19 novembre 2015

ESPOSTO ALLA MAGISTRATURA SULL'OCCUPAZIONE DEL LICEO DI PORTA ROMANA

COMUNICATO STAMPA 
Esposto al Procuratore della Repubblica di Firenze
e  al Procuratore Regionale della  Corte dei Conti
sull’occupazione del Liceo Artistico di Porta Romana

In data odierna Andrea Ragazzini e Sergio Casprini del GRUPPO DI FIRENZE  per la scuola del merito e della responsabilità hanno inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Firenze e alla Procura Regionale della Corte dei Conti in relazione all’occupazione del Liceo Artistico di Porta Romana.
Nell’esposto, inviato per conoscenza anche al Sindaco di Firenze e al Questore, i due docenti scrivono che “come cittadini e come ex insegnanti  noi crediamo  che questa forma di protesta, quale che sia la motivazione, costituisca una grave lesione del diritto allo studio della grande maggioranza degli studenti del Liceo e un inaccettabile sperpero del pubblico denaro, con gli insegnanti impossibilitati a esercitare il loro ruolo, per il quale sono retribuiti dai contribuenti italiani.”
Chiedono pertanto al Procuratore della Repubblica e al Procuratore Regionale della Corte dei Conti “di valutare la sussistenza di motivi per prendere al riguardo i provvedimenti che riterrete opportuni, anche e soprattutto perché non abbiano a ripetersi in futuro.”

Firenze, 19 novembre 2015

sabato 14 novembre 2015

49 PRÈSIDI SOLIDALI CON LA COLLEGA DEL LICEO FIORENTINO OCCUPATO. “LE FORZE DELL’ORDINE INTERVENGANO PER RIPRISTINARE LA LEGALITÀ"

Probabilmente è la prima volta che un nutrito schieramento di dirigenti scolastici chiede esplicitamente alle forze dell’ordine di intervenire per restituire agli studenti, ai docenti e alla comunità l’uso di una scuola occupata, come legalità e Costituzione vorrebbero. E naturalmente va anche sottolineata l’importanza di una così consistente solidarietà alla dirigente coinvolta, fatto non frequente in queste situazioni. Resta lo sconcerto sulla riluttanza a intervenire tempestivamente da parte delle istituzioni quando è in atto questo genere estremo di occupazione, in cui viene calpestata una molteplicità di diritti, anche perché cosa che si traduce purtroppo in diseducazione alla legalità. (GR)

Il testo della lettera
I sottoscritti Dirigenti scolastici esprimono alla collega Annamaria Addabbo la piena solidarietà e il più sincero sostegno alla sua volontà di lottare perché il diritto alla studio della grandissima parte dei suoi studenti non sia calpestato da una minoranza che, da giorni, si è impadronita del Liceo di Porta Romana impedendo l’accesso all’edificio scolastico. Deprechiamo che sia stata completamente abbandonata da tutte le autorità che hanno competenza per garantire innanzitutto la legalità e il diritto alla studio. Questo diritto non può essere calpestato e non è più tollerabile che insieme ad esso siano buttati al vento decine e decine di migliaia di euro che lo Stato investe per garantire l’insegnamento. Auspichiamo che le forze dell’ordine intervengano per ripristinare la legalità.
Seguono le firme di Valerio Vagnoli, Roberto Curtolo, Andrea Marchetti e altri quarantasei dirigenti scolastici.
Occupazioni, i dirigenti si sentono soli

venerdì 13 novembre 2015

CHE DIREBBE PASOLINI (RITI, REGOLE, LIBERTÀ)

L'articolo prende spunto dall'occupazione in corso al Liceo artistico di Porta Romana a Firenze (già Istituto d'Arte). Una settantina di ragazzi, tra i quali alcuni di altre scuole, si sono barricati nella scuola da tre giorni. 

Ci risiamo con le occupazioni che, in alcuni casi, hanno assunto la forma di vera e propria prevaricazione violenta. In questi giorni, a distanza di 40 anni dalla sua morte, non sono mancati i richiami alla persona e alla personalità di Pier Paolo Pasolini e in occasione della recentissima visita del Papa a Firenze, l'applauso più intenso rispetto alle grandissime personalità cattoliche fiorentine del secolo scorso ricordate dal Cardinal Betori è andato a don Lorenzo Milani.
Rispetto a questa sorta di saturnali moderni che da decenni assicurano a sparute minoranze di studenti l'annuale appuntamento con il “rito” delle occupazioni, mi viene da chiedere cosa avrebbero scritto e detto queste due complesse e importanti personalità della cultura. Chi li conosce profondamente sa, senza tuttavia poterlo naturalmente dimostrare, per dirla con Pasolini, che entrambi si sarebbero fortemente indignati per quanto da decenni sta accadendo nelle scuole di certe aree del nostro paese sottoposte al rito delle occupazioni contrabbandate come forme di protesta. Ed invece, anche se gli studenti non vogliono sentirselo dire, proprio le occupazioni rappresentano a volte occasioni per la miglior iniziazione al consumismo, trasformandosi in discoteche, paninoteche, centri di avviamento al fumo e alla goliardia più sfrenata, come si evince dalla condizione in cui spesso si trovano le scuole alla fine dei saturnali.
Naturalmente con i ragazzi dobbiamo avere pazienza, molta di più di quanto ne avrebbe avuta per esempio don Milani che non rinunciava, anche per piccole trasgressioni, perfino alle sberle, e non rinunciare pertanto al dialogo. Ma occorre anche saper essere nei loro confronti degli adulti seri e metterli davanti alla loro responsabilità anche prendendo, quando occorre, misure drastiche sul piano disciplinare. A certi educatori, il solo accennare a delle misure disciplinari nei confronti anche di studenti delle ultime classi, fa venire in mente lo stato di polizia, o roba del genere. Ed invece forse ancor peggio dello stato di polizia è quello di stampo permissivista che permette il venir meno di qualsiasi obbligo nei confronti dei compiti che ciascuno di noi è chiamato a ricoprire, siano questi propri dei ragazzi e adolescenti o degli adulti. Recentemente una scrittrice, Dacia Maraini, grande amica peraltro di Pier Paolo Pasolini, ha affermato che più regole ci sono e più è garantita la libertà che, appunto, non consiste nel fare quello che si vuole senza pagarne peraltro il conto. Il conto, invece, nel caso delle occupazioni lo pagano innanzitutto gli studenti che vorrebbero andare a scuola e i cittadini che vedono sprecati i loro soldi perché ogni giorno in cui saltano le lezioni vengono buttati al vento migliaia e migliaia di euro.
Quello che ancora stupisce è che vi siano dirigenti e docenti disposti ad opporsi a questo sfacelo culturale accettando, nel silenzio immorale dell'apparato ministeriale, di essere spesso soli a rivendicare quello che in un paese civile e democratico dovrebbe essere ovvio: e cioè che la libertà di ciascuno finisce quando inizia quella degli altri. Se non siamo in grado di indurre i giovani a rispettare ciò, a che serve questa scuola?
Valerio Vagnoli 
(Corriere Fiorentino, 13 novembre 2015) 
Per saperne di più: Occupazione, la prova di forza e  Io, da sola a combattere l'illegalità.

lunedì 2 novembre 2015

BONUS PER L’AGGIORNAMENTO: MEGLIO AVERLO CHE NON AVERLO…

Il bonus di 500 euro per l’aggiornamento sta ricevendo molte critiche proprio da parte dei docenti, alcuni dei quali arrivano a rispedirlo al mittente, a quanto si apprende da molti commenti sul web. Eppure si tratta di una cifra non proprio miserevole e di una novità assoluta per la scuola italiana. Peraltro la libertà di spesa è molto ampia e legittima scelte tra loro diversissime. Si potrà usare per visitare mostre e musei, per acquistare libri, materiali informatici, film o per frequentare corsi di aggiornamento finalmente scelti e non imposti, come pur è accaduto in passato.
Il dubbio è che certi docenti non sarebbero stati consenzienti a prescindere e anche se la cifra fosse stata dieci volte più grande forse qualcuno avrebbe avuto da ridire. Gli insegnanti, e gli stessi dirigenti italiani, hanno molte ragioni per lamentarsi, ma se lo fanno ugualmente di fronte a novità anche simbolicamente importanti finiscono con rischiare di delegittimarsi, come sempre si delegittima chiunque sia per principio incontentabile.
Personalmente mi dispiace che i dirigenti scolastici non abbiano anche loro a disposizione questi 500 euro, perché, pur non essendo probabilmente sufficienti a coprire tutte le spese di carattere culturale, avrebbero tuttavia rappresentato un segno di attenzione per il nostro lavoro. Meglio che nulla mi sarei accontentato della possibilità di detrarre 250 euro in acquisto libri che un tempo era concessa ai docenti e che nell'indifferenza di tutti fu tolta. E non mi costava certamente fatica conservare in una busta gli scontrini delle librerie. Oggi agli insegnanti si concede molto di più e almeno varrebbe la pena apprezzare la novità. Quanto alle mostre o ai musei, anche pubblici, constato che ai docenti e al mondo scolastico in genere non si garantisce neanche quel poco di sconto che invece spesso si riconosce a chi ha la tessera di questa o quella associazione o catena di esercizi commerciali. Tuttavia quando ci troviamo, come in questo caso, di fronte a un pur piccolo ma concreto miglioramento rispetto al passato, i toni irrisori, negativi e ipercritici da parte di molti addetti ai lavori mi appaiono davvero incomprensibili. In questo come in altri campi è importante essere in grado di riconoscere qualche aspetto positivo anche nell’azione di governi e di ministeri che per il resto si contrastano aspramente. Con il vantaggio di presentarsi come oppositori credibili e non pregiudiziali. (Valerio Vagnoli) 

LA RISCOPERTA DI UN GRANDE RIFORMATORE: PIETRO LEOPOLDO GRANDUCA DI TOSCANA