domenica 18 maggio 2008

DEBITI FORMATIVI: SÌ A CORREZIONI, MA SULLA SERIETÀ NON SI TORNI INDIETRO di Sergio Casprini

In molti articoli e editoriali degli ultimi due mesi si è sottolineata più volte l’esigenza e l’urgenza di promuovere in tutti i campi della società i principi del merito e della responsabilità.
E questo è a maggior ragione necessario nella scuola. Negli ultimi anni il fenomeno del bullismo e soprattutto il basso rendimento scolastico dei ragazzi italiani aveva messo in allarme l’opinione pubblica, per cui opportunamente il ministro Fioroni ha introdotto dei momenti di recupero e verifica. I debiti formativi non saldati, infatti, erano diventati uno dei sintomi più evidenti della scarsa preparazione dei nostri studenti.
Ma in Italia esiste un po’ ovunque, come sappiamo, il partito del no e dello status quo; ne sono la prova le proteste delle organizzazioni studentesche e dei sindacati scolastici tesi a bloccare l’attuazione dei provvedimenti sui debiti scolastici e di ottenerne la revoca, spesso senza neppure riconoscere che quei provvedimenti vanno nella direzione di una scuola più seria.
Riassumendo: il Decreto Ministeriale dell’ottobre 2007 stabilisce alcune cose sacrosante, quali la fine degli indifendibili debiti formativi, un sostanziale, se non formale, ripristino degli esami di riparazione e corsi di recupero estivi come alternativa alle ripetizioni private. Invece le successive norme applicative, soprattutto quelle sui corsi di recupero durante l’anno scolastico, risultano allo stesso tempo confuse e troppo prescrittive, con la conseguenza di creare problemi organizzativi e di moltiplicare la possibilità di ricorsi da parte dei bocciati.
A questo ovviamente si è aggiunta la resistenza degli studenti a subire un controllo rigoroso della loro preparazione e forse anche, sotto sotto quella degli insegnanti più “perdonisti”. Stupisce però che in molti casi la protesta di docenti e presidi, anziché essere orientata a proporre delle correzioni degli aspetti più discutibili del provvedimento, dia proprio l’impressione di voler buttare il bambino con l’acqua sporca per tornare in sostanza alla situazione precedente, quando i debiti non saldati crescevano anno dopo anno.
Ci auguriamo che il Ministro Gelmini, che come deputata della precedente legislatura è stata autrice di un disegno di legge sulla promozione del merito nella pubblica amministrazione e nella scuola, sappia resistere al canto delle molte sirene, che, sia pure in buona fede, rischiano di perpetuare le condizioni per cui anche le nuove generazioni siano formate da bamboccioni ignoranti e nel caso peggiore da bulli e da spostati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Good for people to know.