mercoledì 16 settembre 2009

GIORGIO ISRAEL: "SI CERCA DI FABBRICARE IN PERFETTA MALAFEDE UN CAPRO ESPIATORIO"

Il professor Giorgio Israel è uno dei più incisivi e perseveranti sostenitori di una scuola seria, qualificata, rigorosa; l’unica, è bene ripeterlo e ripeterlo ancora, che serva a chi parte socialmente svantaggiato. Il facilismo scolastico è invece classista, perché da una scuola che dà e pretende poco escono attrezzati in modo adeguato solo i ragazzi che “partono bene”, come molti anche a sinistra (non tutti, però) hanno ormai capito.
Ebbene, nei giorni scorsi il professor Giorgio Israel è stato indicato su un blog come l’eminenza grigia delle leggi scolastiche di questo governo e il principale responsabile anche delle sofferenze dei docenti precari. Gravissimo poi è che sia stato prima qualificato come “l’ebreo Israel” e poi accostato a Marco Biagi, in quanto anche lui “puparo” di una riforma, quella del lavoro, per cui le Brigate Rosse decisero di assassinarlo. Di questo attacco intimidatorio e antisemita Israel scrive oggi sul “Giornale”, cominciando col precisare che la commissione sulla formazione dei nuovi docenti da lui presieduta non c’entra un bel nulla con il problema del precariato, che semmai contribuirà a prevenire attraverso l’istituzione del numero programmato nell’accesso ai percorsi universitari che abiliteranno all’insegnamento.
Va anche di nuovo sottolineato, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, che se la principale responsabilità dell’odissea dei precari ce l’hanno più o meno tutti i governi che si sono susseguiti negli ultimi decenni (interessi clientelari e scuola come ammortizzatore sociale) con l’evidente connivenza dei sindacati, una notevole influenza l’hanno avuta proprio i gruppi politici e sindacali di estrema sinistra. Che riuscirono a imporre negli anni settanta i corsi abilitanti non selettivi, in cui quasi ovunque si evitò il sia pur minimo accertamento sulla preparazione disciplinare e metodologica dei docenti. E che successivamente continuarono a battere sul “diritto al lavoro”, contando sul perpetuarsi delle sanatorie e senza preoccuparsi delle conseguenze a lungo termine.

14 commenti:

Myosotis ha detto...

Noto con piacere che a Firenze c'è gente che oltre ad avere il cervello lo sa anche usare.

Anonimo ha detto...

La Replica di Carlo Bersani:

"CHI E’ “NIPOTINO” DI GOEBELLS?"



http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6287

cotugnoprof ha detto...

Solidarietà piena al prof Israel...anche da uno che ha cambiato completamente parere sulla incosistente ministro della PI.
Anche lei comincia ormai,ogni dichiarazione, come tutti i ministri, con la litania:" premesso che è colpa della sinistra se....", come se, appunto, il suo primo ministro non stesse sulla scena a governare e far danni ormai da quindici anni..

Anonimo ha detto...

Ma da allora sono passati 40 anni!

« ... una notevole influenza l’hanno avuta proprio i gruppi politici e sindacali di estrema sinistra. Che riuscirono a imporre negli anni settanta i corsi abilitanti non selettivi, in cui quasi ovunque si evitò il sia pur minimo accertamento sulla preparazione disciplinare e metodologica dei docenti. ....»

Dagli anni settanta sono passati 40 anni o poco meno!

A cosa serve rivagare, polemizzare alla ricerca di responsabilità lontane? Forse a distogliere lo sguardo dagli ultimi 8 anni in cui la destra ha governato per quasi 6?

Servono soluzioni per la situazione attuale.

Il precedente governo Prodi aveva programmato l'assunzione di 150.000 precari. Quello attuale l'ha disattesa per 67.000 unità. Per questo alza la voce e indica responsabilità lontane.

Perché questo governo non ha - almeno - proposto uno scivolo per facilitare volontari prepensionamenti?

[Piena solidarietà a Giorgio Israel]

Giorgio Ragazzini ha detto...

Quello dei corsi abilitanti è un punto più o meno iniziale (ma si potrebbero citare, come fenomeno complementare collegato - in quanto ostile alla selezione in base al merito anche i picchettaggi per boicottare i concorsi ordinari). Ma il problema è che l'estrema sinistra ha continuato sulla stessa falsariga nei decenni successivi, sostenendo un accesso indiscriminato alla docenza. Il commento comincia però dicendo che i principali responsabili sono i governi e i maggiori sindacati, che, senza grandi proclami e avendo il potere di fare diversamente, hanno continuato a trattare di fatto la scuola come "ammortizzatore sociale". Il merito di Fioroni è stato quello di cercar di chiudere i meccanismi che riproducevano il fenomeno. Meno corretto è suggerire che il centrodestra abbia maggiori responsabilità dei centrosinistra.
Quindi: solidarietà ai colleghi precari, ma non senza la consapevolezza che a un certo punto il problema è diventato identico a quello del curatore fallimentare, che difficlmente può trovare sempre il modo rimborsare subito al 100% tutti i creditori...

20 settembre 2009 12.09

Anonimo ha detto...

"Dagli anni settanta sono passati 40 anni o poco meno!" Infatti è questa una delle tragedie italiane, che le ferite non guariscono mai. Si pensi che per vedere il film Katyn di Andrzej Wajda, boicottato perché sbugiarda l'incultura egemone, ho dovuto percorrere più di 200 Km. E dalla scoperta del massacro, nel 1943, di anni ne sono passati 66! La censura più retriva ha tempi lunghissimi.

Anonimo ha detto...

Dieci domande (imbarazzanti) al Ministro Gelmini [1/2]



1. Lei ricorda che la “riforma” che porta il suo nome è stata approvata nel 2008, senza nessun confronto vero, attraverso tre decreti-legge (112, 137, 154), poi convertiti in legge ordinaria con voti di fiducia, praticamente senza discussione alcuna? Non ritiene che questo metodo abbia determinato ostilità, disagio, sfiducia nel mondo della scuola, tanto da mettere a rischio ogni idea di innovazione e riforma? Perché non accetta di confrontarsi serenamente con gli operatori della scuola? Di ascoltare almeno le loro ragioni?

2. Lei non crede di esagerare mostrando insofferenza verso ogni forma di critica, dissenso, preoccupazione per l’attuale situazione della scuola? Non vede il rischio del conformismo di facciata? Lei ritiene forse che la scuola debba pensare all’unisono obbedendo ad alcune verità pedagogiche obbligatorie? E che la scuola debba essere “governata” attraverso interviste e dichiarazioni in prima serata e non – invece – ascoltata in profondità, per coglierne le difficoltà, ma anche le molte risorse che essa sa esprimere, magari silenziosamente?

3. Lei non percepisce che la scuola è un sistema sociale esteso (che si articola in 42.000 scuole piccole e grandi in ogni contrada del nostro paese), che quotidianamente si relaziona con ragazzi, genitori, comunità locali? E che sarebbe opportuno tenere conto di questa grande fonte di coesione e dialogo sociale, anche fornendo adeguati mezzi per sviluppare appieno le potenzialità dell’autonomia scolastica? O forse lei ritiene che la scuola sia un semplice apparato amministrativo dello Stato, un corpo inerte cui far applicare comunque leggi non condivise nel profondo?

4. Lei sa che la consistente riduzione dei finanziamenti pubblici per l’istruzione (circa 7,5 md in un triennio su un budget annuale di circa 42 md) crea una oggettiva difficoltà al funzionamento delle scuole, mette in forse alcuni aspetti qualificanti del sistema educativo italiano (integrazione dell’handicap, inserimento degli alunni stranieri, organizzazione della scuola di base, capillare presenza delle sedi sul territorio)? Lei sa che lo Stato italiano spende il 7,4% dei bilanci pubblici per l’istruzione a fronte del 9,0% della media dei paesi OCSE? Non ritiene che una scuola più povera renda il nostro paese più povero?

5. Lei è al corrente che una delle sue prime riforme (quella della scuola elementare) vede fortemente critici gli insegnanti ed una parte consistente dell’opinione pubblica? L’indagine Eurispes 2009 stima che quasi il 70% degli interpellati esprima preoccupazione per la riduzione degli orari scolastici e per la scomparsa del lavoro di equipe tra i docenti. Non si accorge di aver procurato un danno enorme ad uno dei settori più delicati e qualificati della scuola italiana, come attestano le indagini internazionali (Timss, Iea, ecc.) e la persistente fiducia dei genitori?

6. Lei non ritiene che sia contraddittorio proporre il ritorno della figura del maestro unico nella scuola elementare, quando già nella scuola dell’infanzia operano due docenti contitolari (nel 92% delle sezioni), nella scuola elementare a tempo pieno 2 docenti contitolari per ogni classe (27% dei casi), che la grande maggioranza delle famiglie ha richiesto modelli arricchiti di tempo scuola (30 ore settimanali ed oltre), per i quali è comunque necessario garantire la presenza di più figure per completare l’orario, e che dunque è opportuno rafforzare il lavoro di team? Perché non si è messa nei panni dei tanti docenti elementari che in questi anni hanno lavorato insieme con passione e competenza, invece di irriderli affermando che il “modulo è morto e sepolto”?

- segue -

Anonimo ha detto...

Dieci domande (imbarazzanti) al Ministro Gelmini [2/2]


- seguito -

7. Lei non crede che di fronte ai grandi divari tra le regioni italiane, nei livelli di apprendimento e nelle condizioni strutturali della scuola, sarebbe opportuno un grande sforzo condiviso, al di sopra delle parti, per aumentare le risorse, rinnovare le strutture edilizie, metterle in sicurezza, migliorare la qualità degli ambienti di apprendimento, dotarli di adeguate tecnologie? Come si concilia questo con le consistenti riduzioni di impegni (anche finanziari) nei confronti del sistema pubblico di istruzione? con il clima di conflitto (o di rassegnazione) che si va diffondendo nella scuola? con difficoltà crescenti con il sistema delle autonomie locali?

8. Lei non è convinta che insegnanti e dirigenti motivati, preparati, competenti, capaci di fare “squadra” siano la migliore garanzia di qualità della scuola? Lei è al corrente che negli ultimi anni i fondi per la formazione in servizio dei docenti sono stati ridotti del 70%? Pensa forse che qualche piattaforma informatica possa sostituire il gusto, il piacere, la voglia di fare ricerca didattica, di incontrarsi, di formarsi, di ritrovare il “senso” del fare scuola? Lo sa che la Fondazione Agnelli propone di incentivare il lavoro d’equipe dei docenti, mentre lei suggerisce una differenziazione che fa trasparire la solitudine e la competizione tra i docenti?

9. Lei non pensa che i programmi, i curricoli, i progetti più significativi per elevare la qualità culturale della nostra scuola dovrebbero essere il frutto di una elaborazione condivisa, trasparente, qualificata, in dialogo permanente con le comunità scientifiche, professionali, il mondo della scuola? Lei sa che di molti gruppi, commissioni di studio, consulenti, “esperti” che operano per progettare il futuro della scuola non è dato di sapere nome, qualifica, provenienza?

10. Lei non crede che sia giunto il momento di esprimere qualche gesto di simpatia, attenzione, fiducia verso gli insegnanti italiani, invece di amministrare solo tagli, riduzioni, contenimento di spese? Non sarebbe il caso di lanciare qualche idea forte, di innovazione vera, di qualità culturale elevata, per creare motivazioni, entusiasmo, passione verso l’insegnamento e l’educazione? Tra gli insegnanti? Nei genitori? Nell’opinione pubblica?

Per favore ministro, risponda...

20.9.2009

http://www.scuolaoggi.org/system/files/Dieci%20domande.pdf

Anonimo ha detto...

Vorrei rispondere all'ultimo commento, che l'autore può trovare risposta diretta o indiretta alle sue domande "imbarazzanti" leggendo l'intervista di oggi sul Riformista (la stessa intervista è riportata nel blog del prof. Israel: gisrael. blogspot.com) e soprattutto in una intervista allo stesso docente dal titolo "Israel: troppi interessi miopi stanno affossando la riforma Gelmini (http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo =38328).

Anonimo ha detto...

L'UNDICESIMA DOMANDA

di Dedalus

Mar, 2009/09/22 - 9:45pm

Dopo le roboanti dichiarazioni del ministro Brunetta ("la sinistra per male vada a morire ammazzata") anche la Gelmini si allinea alle posizioni del berlusconismo oltranzista. In una intervista al Giornale di qualche giorno fa si lascia andare ad affermazioni pesanti, fortemente polemiche, per usare un eufemismo decisamente faziose nei confronti dell’opposizione. La sinistra in particolare è il bersaglio preferito: una manica di bugiardi, furbastri, ipocriti.

La sinistra, afferma la Gelmini, ce l’ha con me, anzi "mi odia", perché le ho tolto il controllo sull’insegnamento. La scuola italiana sarebbe stata in tutti questi anni una "fabbrica di consenso politico" della sinistra. La Gelmini si estremizza al punto di sposare le tesi classiche di Althusser sia pur rovesciandole e in questo modo rendendole demenziali. Secondo il filosofo francese la scuola aveva un ruolo significativo all’interno degli apparati ideologici dello Stato, vale a dire costituiva un tassello importante nel meccanismo di riproduzione dei rapporti di produzione e di potere capitalistici. Secondo Gelmini la scuola sarebbe un apparato ideologico di riproduzione del consenso dell’opposizione! Davvero una curiosa interpretazione. Come se al governo, negli ultimi dieci-vent’anni ed oltre ci fosse stata la sinistra, l’opposizione. Ed avesse avuto il controllo del sistema scolastico come nel ventennio democristiano.

Ma il ministro si lascia andare ad altre affermazioni fuori controllo e già dimostratesi poco attendibili. Questo giornale già ha scritto a proposito del preteso aumento del tempo pieno. Così come altri, ad esempio Emanuele Barbieri, hanno spiegato come e perchè non corrisponde al vero sostenere che il 97% del bilancio dell’istruzione sia risucchiato dal pagamento degli stipendi (la spesa per il personale rappresenta, secondo gli stessi dati MPI esaminati analiticamente, meno del 74% della spesa pubblica per l’istruzione).

Come pure il fatto che la responsabilità del precariato sarebbe della sinistra che in tutti questi anni non avrebbe fatto delle proposte concrete (quando si dimentica che il piano Prodi prevedeva l’assunzione di 150 mila precari, pur mettendo in atto il percorso di razionalizzazione degli organici previsto dal Quaderno Bianco).

Ma chi la tiene più la Gelmini? Ormai è un delirio di proposizioni senza fondamento oggettivo, connotate da aspetti polemici e fortemente ideologici ("difenderò fino alla morte il ritorno del maestro unico prevalente". Ministro, ci dia retta, ci sono cause più significative e soprattutto meno dannose…).

Colpisce anche la totale subalternità alle posizioni più estremiste della Lega (dialetto a scuola, no all’accorciamento dei tempi per la concessione della cittadinanza agli immigrati, ecc.) completamente dimentica di essere Ministro di una scuola in cui ormai le percentuali di stranieri sono oltre 700.000.

Ma quello che più colpisce di questa intervista è lo stile, aggressivo e polemico. Evidentemente Brunetta ha fatto scuola. Ci si dimentica di avere un ruolo istituzionale e si va a ruota libera. Da rimpiangere non solo la Moratti, che era una signora, ma forse addirittura Valentina Aprea, quand’era compresa nel ruolo di sottosegretario.

Insomma abbiamo letto su questo giornale le "dieci domande" che sono state rivolte al ministro (alle quali si guarderà bene dal rispondere). Abbiamo poi letto la lunga intervista del ministro Gelmini al Giornale. Ci viene spontanea e naturale allora un’undicesima domanda, del tutto appropriata: ma signor ministro, è sicura di avere il necessario equilibrio per fare il Ministro dell’Istruzione? L’hanno informata che ora ricopre il ruolo di Ministro e non più di attivista di destra della bassa bresciana?

Dedalus

http://www.scuolaoggi.org/node/4895

Anonimo ha detto...

http://kelebek.splinder.com/post/21329207/Giorgio+Israel%2C+Comedonchiscio#21329207

Kelebek a cura di Miguel Martinez

giovedì, 17 settembre 2009

Giorgio Israel, Comedonchisciotte, Vittorio Feltri e cose strane a Khabarovsk - 1 di 3

Lo so, la domanda è vecchia: ci sono o ci fanno?

Seguite attentamente.

I protagonisti:

Giorgio Israel, matematico romano, ex-membro del Partito Comunista oggi su posizioni che potremmo definire di estrema destra. Di destra in quanto militante sionista - è firmatario o relatore di qualunque cosa si promuova a danno dei nativi palestinesi; ma di destra anche a proposito di molti altri temi, riguardanti in particolare la scuola e l'alleanza tra ebrei e cattolici conservatori.

Giorgio Israel comunque dà l'impressione di credere a ciò che dice e di essere disposto, almeno fino a un certo punto, anche a dialogare attraverso il suo blog.

Mariastella Gelmini, un'ingenua ragazza di provincia cui Silvio Berlusconi ha affidato il compito di spolpare la scuola in modo che non si debbano aumentare le tasse. Mariastella Gelmini ovviamente ha chiamato una serie di esperti a pensare per lei, tra cui proprio Giorgio Israel, cui è stata affidata la redazione del nuovo regolamento che disciplina l'accesso alla professione di insegnante, con relative ricadute su assunzioni e impiego.

Vittorio Feltri, ex-direttore di Libero, oggi strenuamente impegnato nel compito di far affogare il resto della destra nel troiaio in cui si è tuffato da solo Silvio Berlusconi. Vittorio Feltri è un signore che a suo tempo accusò il sottoscritto - in prima pagina sul quotidiano Libero e poi in televisione - di voler mettere "a ferro e fuoco" la città di Firenze.

Il sito Comedonchisciotte.org, il più importante raccoglitore di informazioni alternative e soppresse in Italia. Informazioni molto varie, e nessuno sarà d'accordo con tutto ciò che vi viene pubblicato; ma è proprio la varietà che rende Comedonchisciotte.org un sito prezioso.

Comedonchisciotte ha migliaia di lettori, alcuni dei quali frequentano un apposito forum non moderato e si commentano a vicenda. Se state leggendo queste parole, saprete perfettamente come è fatta l'aria fritta che gira in rete. Ecco, prendiamo qualche commento, vediamo, ma sì, dagli archivi del blog di Giorgio Israel:

"Siano benedetti Israele e il suo più grande alleato, che con i loro sacrifici tengono inchiodata questa belva grondante odio per tutti e che vuole azzannare il mondo - non Israele soltanto - per dominarlo come un inferno in terra, in conformità ad una religione che più che Dio (ah, i musulmani moderati!) mi evoca ricordi salgariani di dea Kalì."

"O i palestinesi accettano DUE STATI: O TORNINO IN ARABIA, PRIMA DI LORO LI' C'ERANO GLI EBREI, I ROMANI, E L'HOMO SAPIENS SAPIENS."


(segue)

Anonimo ha detto...

http://kelebek.splinder.com/post/21329207/Giorgio+Israel%2C+Comedonchiscio#21329207

Kelebek a cura di Miguel Martinez

giovedì, 17 settembre 2009

Giorgio Israel, Comedonchisciotte, Vittorio Feltri e cose strane a Khabarovsk - 2 di 3

(seguito)

Proprio come il blog di Giorgio Israel, anche il forum di Comedonchisciotte evidentemente ha qualche frequentatore sopra le righe, che in qualche lungo thread ha buttato lì queste parole:

"La Gelmini a questa riforma sta dando solamente il nome e la faccia. In realtà, l'artefice dietro le quinte di essa, il puparo, è l'ebreo Giorgio Israel. Come lo era Biagi, il riformatore della legge del lavoro, come lo è quel nano malefico di Brunetta."

Il tono è sgradevole, l'ebraicità di Giorgio Israel irrilevante. Come lo è la statura di Brunetta. "Artefice dietro le quinte" è anche un modo eccessivo di dire l'ovvio: che i politici sono dei furbetti ignoranti che si fanno scrivere le leggi da chi ci capisce. Ma tolto il tono sgradevole, da forum appunto, il messaggio non dice nulla di sbagliato. Non contiene la minima minaccia - il riferimento a Biagi è assolutamente corretto, e comunque a Brunetta non è certo successo nulla. Non c'è nemmeno una parolaccia.

Ora, io sono un traduttore di manuali tecnici e un semplice blogger. Giorgio Israel è un signore che in questo momento sta scrivendo leggi che cambieranno le vite di migliaia di persone. E'quindi sorprendente che Giorgio Israel non venga trattato peggio di me - almeno una volta a settimana ricevo qualche insulto delirante, o su altri blog o direttamente nella mia casella di posta. Solo che io conosco Internet, e quindi non mi copro di ridicolo lamentandomene: al massimo, ogni tanto pubblico qualche piccola antologia per divertire i miei lettori.

Giorgio Israel è evidentemente meno ferrato di me, e dedica all'oscuro commento un intero post. Però si lamenta all'inizio in maniera piuttosto serena, sotto il titolo "Ecco cosa significa occuparsi di scuola". Ha il buon gusto, insomma, di non invocare il Grande Complotto Antisemita [1] .

In agguato c'è però l'avvoltoio umano, Vittorio Feltri, che il giorno dopo spara la vicenda del commentino in prima pagina sul Giornale.

Interviene il Ministro del Welfare, che prevede che dal commentino rinasceranno le Brigate Rosse:

«Le parole sono pietre - ha dichiarato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, appena venuto a conoscenza dei fatti - e possono ancora una volta determinare il clima nel quale qualcuno può rinnovare la follia del lungo terrorismo ideologico italiano. Ciò significa non abbassare la guardia e pretendere che anche la polemica più aspra rispetti le persone e sia contenuta nei termini di un confronto civile».

Sul Corriere della Sera, Gianantonio Stella grida "Libertà (troppa) di spazzatura online" e con un discorso contorto, sembra invocare "ronde telematiche". Paolo Granzotto sul Giornale se la prende con l'intera classe dei docenti: "Sul web i prof danno lezioni di violenza" è lo straordinario titolo (nulla fa pensare che l'autore del commentino fosse un professore), e conclude:

"Serve la voce grossa dello Stato, serve tagliar l’erba sotto i piedi all’eversione armata e omicida. Serve prenderli, quelli che si agitano nel brodo di cultura dell'estremismo, e schiaffarli in galera (per poi tenerceli, possibilmente)."


Non è certamente a questa drammatica "intimidazione" che si riferisce il presidente del sindacato scuola della CGIL, Mimmo Pantaleo, quando moralizza solennemente:

"Esprimiamo solidarieta' al professor Giorgio Israel per gli attacchi di cui e' stato oggetto e condanniamo ogni forma di intimidazione che nega il diritto di ognuno di esprimersi liberamente".

Del commentino sul forum di Comedonchisciotte parla persino il TG1, quello che è riuscito a non dire ancora una parola sulle prostitute del premier.

(segue)

Anonimo ha detto...

(segue)

http://kelebek.splinder.com/post/21329207/Giorgio+Israel%2C+Comedonchiscio#21329207

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giovedì, 17 settembre 2009

Giorgio Israel, Comedonchisciotte, Vittorio Feltri e cose strane a Khabarovsk - 3 di 3

(seguito)

Ma il testo più buffo, lo firma Fiamma Nirenstein assieme a 17 altri parlamentari - Antonio Martino, Alessandro Ruben, Enrico Pianetta, Gennaro Malgieri, Riccardo Migliori, Benedetto Della Vedova, Guglielmo Picchi, Giorgio Moles, Rocco Buttiglione, Gregorio Fontana, Edmondo Cirielli, Gianni Vernetti, Furio Colombo, Roberto Giachetti, Isabella Bertolini, Giuseppe Calderisi, Emanuele Fiano.

Non invento nulla:

"Ci troviamo di fronte a un aumento esponenziale di incidenti antisemiti in tutta Europa e nel mondo intero, come testimoniano i dati di molte autorevoli indagini conoscitive. La settimana scorsa alcuni ordigni sono esplosi di fronte a una scuola ebraica di Marsiglia; sabato sera una sinagoga di Khabarovsk, nella Russia orientale, ha subito la stessa sorte; ieri in Argentina, 58 tombe sono state dissacrate in un cimitero ebraico nella provincia di Buenos Aires".

Da Khabarovsk (ma avete guardato sulla mappa dov'è?) a Buenos Aires, passando per i guai della scuola italiana... Che poi magari saranno successe cose brutte a Khabarovsk e a Buenos Aires, ma quando si grida al lupo a proposito di un forum che conosciamo benissimo, c'è da chiedersi se non lo fanno anche altrove.

Poi la Nirenstein e i suoi disegnano un quadro sempre più drammatico: in Svezia e in Algeria (?), alcuni quotidiani avrebbero criticato lo stato d'Israele.

"Su internet e' in aumento l'invasione di messaggi di odio antisemita. Noi, parlamentari della Repubblica Italiana, consapevoli della gravita' del momento, esprimendo la nostra piu' profonda solidarieta' al professor Giorgio Israel, invitiamo a prendere coscienza della pericolosa crescita dell'antisemitismo e a condannarne fermamente ogni forma".

Insomma, ci sono o ci fanno?

Nota:

1 Dopo, preso dall'eccitazione degli eventi, Giorgio Israel ruzzolerà clamorosamente con un nuovo post in cui se la prende con "gli allievi di Goebbels", nientemeno.

(fine)

Anonimo ha detto...

Tutti frutti

Libertà (troppa) di spazzatura online

Dopo l'attacco a Giorgio Israel, la tentazione di ronde elettroniche anti-razzismo

Raglio d’asino non sale al cielo, dice un vecchio adagio. E c’è da sperare che Giorgio Israel, docente di matematica alla Sapienza di Roma, autore di numerosi libri e centinaia di articoli scientifici e collaboratore di Mariastella Gelmini non se la prenda troppo per quelle scritte idiote e razziste apparse in un blog.

Incassata la solidarietà non solo del ministro dell’Istruzione ma di tanta gente che magari non condivide né lo spirito né la lettera della riforma ma trova insopportabile quell’infamia online («La Gelmini a questa riforma sta dando solamente il nome e la faccia. In realtà, l’artefice dietro le quinte di essa, il puparo, è l’ebreo Giorgio Israel. Come lo era Biagi, il riformatore della legge del lavoro, come lo è quel nano malefico di Brunetta»), il professor Israel ha buoni motivi per fare spallucce.

La rete, proprio perché è lo spazio più libero e sconfinato e anarchico che esista, è piena e strapiena di documenti straordinari e insieme di spazzatura. Ci trovi le encicliche papali in edizione integrale, i manuali d’uso del fucile Carcano- Mannlicher del 1891, le cronache medievali di Rodolfo il Glabro, le più raffinate riviste di scienze e insieme notizie pazze come quella raccontata da un giornale congolese secondo il quale alcuni anni fa, in seguito al malocchio di uno stregone, tutti e undici i membri di una squadra di calcio congolese, dal portiere all’ala sinistra, furono uccisi da un un fulmine che lasciò illesi i giocatori della squadra avversaria.

La sparata contro Israel, tuttavia, è solo l’ultimo segnale di un problema vero. Come può dimostrare il lavoro di monitoraggio quotidiano del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Internet è diventata anche in Italia la zona franca in cui si possono sfogare tutti i peggiori istinti razzisti che ribolliscono nella sentina della società. Contro i negri, i terroni, gli handicappati, i marocchini, gli albanesi, i finocchi, gli «altri »... Il sociologo Antonio Roversi, nel libro «L’odio in rete » scritto poco prima di morire, aveva capito tutto: il lato oscuro del Web «è popolato da individui e gruppi che, pur nella diversità di accenti e idiomi utilizzati, parlano tutti, salvo qualche rara ma importante eccezione, il linguaggio della violenza, della sopraffazione dell’annientamento nei confronti di altri esseri umani. Dietro quelle pagine web ci sono uomini e donne che nutrono un senti­mento antico che si pensava prosciugato dal processo di civilizzazione o quantomeno relegato in qualche nicchia inoffensiva e nostalgica del nostro pianeta, ma che invece si è riaffacciato con un’intensità per certi versi sorprenden­te ». Lo scriveva tre anni fa. E le cose sono perfino peggio­rate. Tema: niente «ronde» (informatiche) per beccare i razzisti in rete?

Gian Antonio Stella
16 settembre 2009

http://www.corriere.it/cronache/09_settembre_16/liberta_troppa_di_spazzatura_online_gian_antonio_stella_9eaa75c4-a281-11de-a7b6-00144f02aabc.shtml