venerdì 8 gennaio 2010

LA COSIDDETTA “STRETTA SULLE ASSENZE”

Ieri alcuni giornali hanno ripreso una notizia già apparsa sul “Messaggero”: con la riforma delle superiori verrà estesa alle medesime una norma già vigente per le medie dal 2004 (e chissà perché non nel successivo grado di istruzione), per la quale chi si assenta per più di un quarto dell’anno scolastico non può essere ammesso a quello successivo o all’esame di maturità. La disposizione, contenuta nel regolamento sulla valutazione pubblicato lo scorso agosto sulla gazzetta ufficiale (articolo 17, comma 7), è in realtà estremamente mite, visto che un quarto dell’anno scolastico equivale a più di cinquanta giorni di assenza, e può colpire solo perché mette fine a una totale mancanza di limiti. Se ci si riflette, anzi, al di là delle intenzioni somiglia di più a una legalizzazione dell’assenteismo che non a una vera inversione di tendenza. Come se non bastasse questa larghezza di manica, “le istituzioni scolastiche possono stabilire, per casi eccezionali, analogamente a quanto previsto per il primo ciclo, motivate e straordinarie deroghe al suddetto limite”. Ebbene, sembra impossibile, ma anche su questo modesto passo avanti c’è chi ha avuto da ridire (il sindaco di Venezia Cacciari e il segretario della Cgil-scuola, Mimmo Pantaleo).

10 commenti:

ele58 ha detto...

Devo dire che la considero una misura sensata se accompagnata pero' in parallelo da altre misure che rendano la scuola di qualita' quali ad esempio selezione degli insegnanti, aumento degli stipendi, modifica dei programmi ministeriali e maggior selezione quando e' necessario.
Se questo non accadra' allora penso che abbia ragione Cacciari nel dire che e' solo una misura di facciata.

sergio casprini ha detto...

Saranno misure di facciata come eccepisce Massimo Cacciari, ma intanto se vogliamo proporre una "svolta" nella gestione della scuola, ritornare al merito e alla responsabilità per gli allievi e i docenti occorre stabilire un minimo di regole: dal numero delle assenze permesse alla correttezza del comportamento a scuola, altrimenti come sempre si parla del diritto allo studio, ma mai dei doveri che lo studio impone.
Sergio Casprini

ele58 ha detto...

Questa scuola non e' piu' una scuola di qualita' e fa acqua da tutte le parti. Si impara poco e male e devo dire che spesso ho pensato di tenere i miei figli a casa anche per lunghi periodi allo scopo di insegnare loro qualcosa.
Quindi se si vuole una scuola di qualita' (come era un tempo non troppo lontano) bisogna prendere provvedimenti sostanziali come quelli menzionati nel mio messaggio precedente e poi o contemporaneamente introdurre le regole.

Giorgio Ragazzini ha detto...

Cara Ele58, davvero non riesco a capire la sua logica, secondo la quale sembrerebbe che in una scuola-non-di-qualità non debbano vigere regole utili al suo buon funzionamento, quindi alla sua qualità. Perché questo è il punto: la qualità di una scuola è fatta anche di regole (sensate) che vengono fatte rispettare.

ele58 ha detto...

Quello che voglio dire e' che le regole e il buon funzionamento non bastano per fare una scuola di qualita'. Sono necessarie ma non sufficienti.

rossana ha detto...

Come al solito, si cerca di aggirare l'ostacolo anziché superarlo. Certo, è importante ripristinare le regole di un buon comportamento, ma il vero problema non è forse la "motivazione" che va scemando ogni giorno di più sia nei docenti che negli studenti? In uno scenario in cui si dà sempre più spazio all'utilità economica, al consumismo, alla tecnologia, che cosa deve insegnare la scuola di oggi? La scuola dove sta andando? Quali nuovi valori deve trasmettere? In che modo deve dare ai ragazzi la gioia dell'apprendere? Queste sono le domande cruciali alle quali occorre rispondere! Altro che il 5 in condotta o la nota di demerito per il numero delle assenze! Ci rendiamo conto oppure no che la Televisione, il Computer e tutta la tecnologia della comunicazione hanno spazzato via i valori di un tempo e svuotato i contenuti culturali del nostro patrimonio nazionale? Vogliamo trovare una risposta, delle risposte a queste inquietanti domande? Quale deve essere il modello educativo della nuova scuola, quale ruolo dovranno svolgere le moderne tecnologie, questo vogliamo sapere! E'troppo comodo scaricare gran parte della responsabilità sui docenti inadeguati e sui ragazzi svogliati, se la scuola si trova in un vicolo cieco!

Giorgio Ragazzini ha detto...

Cara Rossana, ma non era Lei che l'estate scorsa ci mandò un lungo testo intitolato "Rigore, etica, responsabilità: assenti nella scuola"? Ne abbiamo anche pubblicato un passaggio saliente il 19 luglio...

Teo ha detto...

Devo dire che, quando venne presentato il "manifesto" del vostro gruppo presso il liceo "Visconti" di Roma, avevo salutato l'iniziativa con interesse e avevo espresso il mio più pieno consenso. Tuttavia, sto notando che la linea tenuta dal vostro sito si configura come un orientamento unilaterale con alcuni temi che vengono proposti in modo martellante: disciplina, rigore, sanzioni, voti di condotta, ecc. Alcune espressioni di dissenso che mi pare di leggere in queste ultime repliche forse dipendono anche da questa linea. Io vorrei che sottolineaste di più tematiche relative ai contenuti culturali, alla riforma dei programmi, all'interscambio scuola/università, a proposte concrete per valorizzare gli insegnanti migliori (il merito dovrebbe riguardare anche loro, non soltanto i discenti), e così via. Invece mi sembra che le poche volte che vi siete pronunciati su questi temi siete stati piuttosto generici oppure siete incappati in affermazioni alquanto discutibili, come quella che mette in dubbio "l’aumento di un’ora di matematica" al liceo classico, "in luogo di un potenziamento della storia dell’arte" (sul fatto che la matematica sia una disciplina "umanistica" lato sensu e che essa sia indispensabile anche per capire bene la storia dell'arte sono stati versati fiumi d'inchiostro. Rimando, da ultimo, a Imre Toth, Liberté et vérité. Pensée mathématique et spéculation philosophique, Paris, Éditions de l'Éclat, 2009). Tra l'altro a quanto pare le bozze dei quadri orario della Gelmini propongono un modestissimo aumento delle ore di storia dell'arte (ma una diminuzione rispetto alle classi minisperimentali) e appena un'ora in più di matematica (anche in questo caso si assiste a una drastica riduzione rispetto alle sezioni PNI). Ecco, io auspicherei una disamina più approfondita di questi temi, ad esempio sul modo di insegnare proficuamente matematica in un liceo classico anche con nozioni di analisi: ad esempio nel mio liceo abbiamo avuto uno studente medaglia d'oro mondiale alle Olimpiadi di matematica, poi entrato a Pisa alla Scuola Normale Superiore; tutto ciò si deve anche all'abnegazione e all'impegno di molti docenti il cui merito e i cui titoli di studio non vengono valorizzati adeguatamente. Forse il merito e la responsabilità, a mio modesto parere, si declinano di più valorizzando i docenti con il dottorato di ricerca che pensando a come assegnare il 5 in condotta agli allievi più indisciplinati e renitenti allo studio (problema quest'ultimo da non sottovalutare, ma per risolvere il quale basta semplicemente applicare le norme, senza tante discussioni).

Teo Orlando - dottore di ricerca in filosofia - liceo classico statale "Dante Alighieri", Roma.

rossana ha detto...

Egregio signore, non mi può accusare d'incoerenza, in quanto mai, e dico mai, negherei la necessità di un maggiore rigore nella scuola. Io sono una di quelle insegnanti cosiddette "severe", amo la disciplina, l'ordine e l'organizzazione nella scuola, anzi, credo fermamente che senza tali presupposti l'attività didattica non si può svolgere, tuttavia insisto nel dire che i problemi più grandi sono altri...

Giorgio Ragazzini ha detto...

Ringrazio il dottor Teo Orlando per l’ampio e argomentato intervento. Non c’è dubbio che il nostro gruppo si è prevalentemente occupato della “ragione sociale” indicata con chiarezza dal suo nome. Avevamo individuato nel binomio “merito e responsabilità” ciò di cui aveva prioritariamente bisogno la scuola italiana, un po’ come risanare le fondamenta prima di ristrutturare un edificio. Ed con questi “occhiali” che dal marzo 2008 abbiamo cercato di seguire e commentare attraverso il nostro blog quanto si muoveva nella direzione da noi voluta e ciò che invece vi si opponeva. In un certo senso è stato necessario essere “unilaterali”, così come a volte è necessario insistere con una terapia che solo se applicata a lungo e con costanza può dare risultati duraturi. È bene ricordare che “disciplina, rigore, sanzioni, voti di condotta” sono state parolacce impronunciabili, autentici tabù, fino a due-tre anni fa; e che se non fosse stato per Mario Pirani con i suoi articoli, per il ministro Fioroni che ora non ne parla più (e di cui la Gelmini ha in pratica proseguito l’opera), nonché per i firmatari dell’appello da noi promosso, saremmo probabilmente ancora più indietro sulla strada verso una scuola seria e qualificata. Quanti di quelli che oggi indicano altre priorità se lo ricordano?
Unilaterali per necessità, dunque. Non lo siamo stati, però, così tanto come suggerisce il suo elenco di temi. Per limitarci ai testi più recenti, vi si tratta di competenze, di lingua italiana, di formazione professionale (a cui abbiamo dedicato anche un convegno), di valutazione dei docenti. A proposito delle “proposte concrete per valorizzare gli insegnanti migliori”, abbiamo parlato più di una volta di riforma dello stato giuridico, di valorizzazione professionale, di nuove articolazioni della funzione docente, di maggiori responsabilità dei docenti nel governo della scuola autonoma. Su questi argomenti può andare a leggere la memoria preparata in occasione della nostra audizione alla Camera dei deputati pubblicata sul blog il 17 febbraio 2009.
Molto cordialmente, Giorgio Ragazzini.