giovedì 24 febbraio 2011

UNA PRIMA ADESIONE ALLA VIA AUSTRIACA

Ci è stato segnalato un intervento del professor Maurizio Tiriticco (L’Austria insegni!) che parte dell’annuncio austriaco di eliminare le bocciature per delineare un’analisi della scuola italiana e per avanzare una serie di proposte che dovrebbero rivoluzionarla.
Si tratta di una buona sintesi di quell’insieme di idee che, sottolineando la responsabilità dell’istituzione e dei docenti, tendenzialmente àbroga - insieme al merito - quella degli allievi, che per nascere e rafforzarsi deve invece essere via via messa alla prova in misura adeguata all’età. I ragazzi, in questa visione, sono visti come oggetto di una buona o di una cattiva didattica e non - ovviamente entro certi limiti - come soggetto che si impegna o non si impegna, che accetta o rifiuta, che collabora o non collabora. Tra parentesi, l'autore cita in modo incompleto l'articolo 34 della Costituzione, che non garantisce senz'altro a tutti "di raggiungere i più alti gradi degli studi". Sono "i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi" che hanno questo diritto. La nuova scuola di Tiriticco va molto oltre la proposta austriaca nella parte propositiva, una vaga utopia di chiara impronta russoiana:
"Le classi d’età dovrebbero e potrebbero essere sostituite da gruppi di interesse e di motivazione, attivi per un dato periodo di tempo attorno a determinate iniziative: gruppi che nascono, maturano, invecchiano per infine sciogliersi e permettere ai singoli membri di riaggregarsi in altri nuovi gruppi, con altri interessi, con altre finalità: che saranno periodicamente rinnovati attorno a nuove ricerche, nuovi obiettivi; gruppi in cui l’età dei membri sia solo una variabile tra tante altre".
Degli insegnanti non si parla, ma si possono immaginare aggirarsi come premurosi facilitatori da un gruppo all’altro. Si prende così la scorciatoia del principio del piacere - tipica di chi sottomette il sogno alla cosa - al posto della via della realtà. I ragazzi non si formano per magia naturale appena li lasciamo liberi di farlo a proprio piacimento e secondo quello che detta loro il cuore. Gli adulti (genitori e insegnanti in particolare) non possono sottrarsi al loro ruolo di guida attiva e propositiva senza fare gravi danni, benché a volte l’esercitarlo possa risultare molto impegnativo e anche emotivamente costoso.

12 commenti:

Cirano ha detto...

eliminare voti e bocciature...così vediamo chi ci tiene veramente a mandare i propri figli a scuola per crescere e formarsi e non solo per i titoli.

Vincenzo Pascuzzi ha detto...

Pensiamo al dopo Gelmini: abolire le bocciature anche in Italia!

Il ministro dell’istruzione austriaco Claudia Schmied (partito socialdemocratico) ha annunciato l'abolizione delle bocciature scolastiche nel suo Paese a partire dal 2012. Così l’Austria intende unirsi ai pochi paesi europei che già adesso non adottano il sistema della bocciatura: Islanda, Norvegia, Gran Bretagna (forse ce n’è anche qualche altro).

In attesa di dettagli e approfondimenti sul caso austriaco, può essere utile discutere – come già si sta facendo - l’ipotesi dell’abolizione delle bocciature anche in Italia. Intanto, a coloro che potrebbero equivocare, ridacchiare, nutrire illusioni, accampare pretesti o strumentalizzare, va chiarito che l’abolizione delle bocciature non significa affatto promozione sicura e senza studio oppure diploma certo e automatico per tutti cioè una sorta di “successo formativo” certificato, sicuro, gratuito e senza sforzi. Tutt’altro.

Nel 2005, avevo proposto che i docenti tornassero a mettere in pagella solo voti veri. I loro voti veri. Non più i voti contrattati o imposti dal Consiglio di Classe e/o dal Preside in sede di scrutinio finale. Non più i “sei” rossi (o asteriscati o sottolineati) che mascheravano e truccavano insufficienze anche gravi o gravissime ( i 4, i 3, anche i 2; i 5 sono generalmente considerati quasi-sufficienze e perciò subito tramutati in 6 senza nemmeno discutere e perdere tempo). Negli scrutini finali i Consigli di Classe dovrebbero registrare la promozione e l’iscrizione all’anno successivo dei soli alunni con tutte sufficienze. Per gli alunni con insufficienze, le famiglie – in base a pagelle con i voti veri – potrebbero decidere loro stesse l’iscrizione, o meno, alla classe successiva con l’intesa ovvia e la responsabilità di sanare le insufficienze.

Questo sistema (appena accennato):
1) impone necessariamente, a carico della scuola, l’attivazione di seri corsi ed adeguate iniziative di recupero nel periodo estivo e durante tutto l’a.s. e poi di successive occasioni di verifica;
2) Instaurerebbe trasparenza e avvierebbe sinergia e collaborazione operosa tra scuola, docenti, genitori e alunni:
3) potrebbe scardinare la prassi incancrenita e perversa degli scrutini finali che – pur con le migliori intenzioni ma anche in interessata autotutela dei posti di lavoro – producono falsi in atto pubblico, promuovono (e danneggiano) chi non merita, chi sceglie poi di non recuperare e che sicuramente causerà difficoltà alla didattica nell’anno successivo;
4) taglierebbe l’erba sotto i piedi agli alunni che, a inizio a.s., operano la scelta ergonomica di non studiare affatto una, due o più materie confidando nei meccanismi – statisticamente e storicamente collaudati – di assoluzione e di condono caratteristici della prassi del sistema scolastico;
5) deve fondarsi sulla serietà, razionalità e oculatezza delle famiglie degli alunni con insufficienze nello scrutinio finale.

Roma, 24 febbraio 2011

Sergio Casprini ha detto...

"Quando nel ’62 innalzammo l’obbligo di istruzione, quando nel 77, anche sulla spinta di Don Milani, abolimmo voti e pagelle, e primi in Europa aprimmo le scuole agli handicappati, intendemmo imboccare la strada del “dare tutto a tutti” in materia di istruzione e di cultura, come primo livello di un’emancipazione anche sociale!" così dice Tiriticco nel suo intervento, pervicacemente rimanendo ancorato alle parole d'ordine del'68, "dare tutto a tutti", appunto con una visione della scuola demagogica ed egualitaristica con la conseguenza nella pratica di non dare niente a nessuno.
Demagogia evidente nel caso degli handicappati i quali soprattutto nelle scuole medie superiori vengono paracadutati nelle classi e sia pure con il supporto degli insegnanti di supporto sono costretti ad applicarsi in tutte le discipline senza che ci si preoccupi del loro reale livello di apprendimento. Egualitarismo astratto ed ideologico quando si pensa di eliminare le differenze di ceto e di censo nella scuola; e non si capisce o non si vuole capire che se una scuola non riconosce il merito o il demerito attraverso una rigorosa e giusta selezione è una scuola non democratica che discrimina ulteriormente i figli del popolo. Tra l'altro questi illuminati pedagogisti dovrebbero spiegarci come evitare oltre le bocciature della scuola anche le bocciature della vita, che grazie alle loro innovative proposte didattiche aumenterbbero invece che diminuire.
In conclusione se si guarda ai tassi di ripetenze negli ultimi anni il quadro drammatico con percentuali del 20/30% lo abbiamo in particolare nei primi anni delle scuole tecnico-professionali.
Non sara allora forse il caso di rivedere i curricoli di queste scuole, fondati su materie astratte-teoriche e non su materie professionalizzanti ( di laboratorio e di progettazione)? Anche Vincenzo Pascuzzi elude il vero problema (scuole differenti versus curricoli differenti) ed affida un ruolo demiurgico alle famiglie ed ad una rimodulazione dei corsi di recupero, auspicando che i fannulloni d'inverno ritrovino d'incanto impegno di studio d'estate. Invece Solo affermando il valore formativo della bocciatura possiamo provare ad individuare modelli didattici in cui la selezione, strumento fondamentale di verifica delle capacità degli allievi, sia meno rigida e fiscale.

V.P. ha detto...

Invece Solo affermando il valore formativo della bocciatura possiamo provare ad individuare modelli didattici in cui la selezione, strumento fondamentale di verifica delle capacità degli allievi, sia meno rigida e fiscale.
E' una frase che non capisco.

Sofron ha detto...

Come ha ben evidenziato Sergio Casprini nel suo commento, le idee dei Pedagogisti Illuminati come Maurizio Tiriticco sono del tutto in contraddizione con una vera promozione culturale e sociale degli studenti svantaggiati dalle condizioni di partenza. E, ciò che è altrattanto grave, il furor ideologico dei P.I., fallito il confronto con il principio di realtà, è sfociata nell’ipocrisia e nella disonestà intellettuale del truccare le carte in sede di scrutini finali. In questo il P.I. ha davvero “fatto breccia”! In attesa che la comica scuola del futuro sognata da Tiriticco diventi realtà, il P.I. si contenta di distruggere la credibilità della scuola reale.

Giorgio Ragazzini ha detto...

Penso che Sergio Casprini, con la frase riportata da Pascuzzi, alludesse a quanto si ipotizzava nel testo del post precedente, cioè la scuola "per livelli". E' però un fatto che nessuna riorganizzazione della didattica, così come nessuna rivoluzione metodologica e neppure un adeguato finanziamento della scuola possano funzionare se non si affronta il problema educativo sia a scuola che in famiglia. E tra le molte conferme che la questione è molto seria, si può tranquillamente annoverare il successo di SoS Tata sulla 7. Quanto alla scuola di Tiriticco basata su gruppi di interesse, che si fanno e disfanno armoniosamente, provate a immaginarci gli allievi di Marco Lodoli (vedi post del 25 febbraio)...

Anonimo ha detto...

LA BOCCIATURA, e non l'abolizione del valore del titolo di studio e/o del valore degli scrutini, HA UN ALTO VALORE FORMATIVO ED E' UNA PRATICA EFFICACE E PRAGMATICA.

Ci si deve ancora far menare per il naso dai soliti pedagogici e filosofi distruttori della cultura e della scuola?
L'esperienza non insegna nulla e siamo ancora in mano a parolai borghesi/perbenisti?

Ottimo il libro della Mastrocola "Togliamo il disturbo".

Anonimo ha detto...

Sì. D'accordo. La scuola per livelli potrebbe essere un'ottima soluzione per ovviare a decenni di mediocrità e fallimento pedagogico.
Ma...scuola sola o supportata anche da servizi e strutture efficenti varie? Scuola Oxford insieme a Scuola Bronx e scuola parcheggio per handicappati? Che soluzione organizzativa? O...SCUOLA CINESE con meritocrazia, impegno degli alunni e dei docenti scontato e senza troppi scrupoli???

V.P. ha detto...

AMARCORD. Alberoni e le bocciature. (2006)

Anonimo ha detto...

Ma negli ultimi quarant'anni anche in Italia come in Finlandia non si è praticamente bocciato più e si è pensato di più a crediti e debiti formativi a valutazione in aggettivi piuttosto che a numeri oggettivi!!!

In Italia abbiamo avuto una scuola finlandese e non ce ne siamo accorti (come quando politicamente si diceva che in Italia pur non avendo il comunismo al potere però avevamo il socialismo reale).

Ma...avete visto gli effetti??? Analfabetismo di ritorno...

Un sistema scolastico come quello finlandese o austriaco per essere trapiantato in Italia deve prevedere attorno e dentro tutto quello che vi è in Finlandia o in Austria.

Qua pretendiamo di trapiantare in Italia un sistema scolastico straniero allo stesso modo di come un AGRICOLTORE PAZZO O SCEMO vorrebbe ottenere un olivo mettendo in terra una foglia invece che il seme o la piantina con le sue radici!

Anonimo ha detto...

ACHILLE ha detto...

E poi non ho capito una cosa...
Togliendo la bocciatura, il valore legale al titolo di studio, rendendo precari e senza pensione e valutabili i docenti e completamente dipendenti dai genitori e dai presidi faccendieri, non responsabilizzando i ragazzi e le famiglie, togliendo le "nozioni" e il "saper fare" nei programmi (niente programmi e niente compiti!), che tipo di scuola e poi società si vorrà costruire?
Villaggi turistici o scenari preistorici o da Afterday?

Chissà perché pensando a certe teorie pedagogice/sociali, mi viene un certo prurito alle mani e alla punta del piede...

Anonimo ha detto...

ACHILLE HA DETTO...

Dimenticavo...
leggendo l'articolo "Amarcord. Alberoni e le bocciature (2006)", mi sono venuti in mente degli articoli letti tempo fa in cui si diceva che in Inghilterra si volevano ripristinare le punizioni corporali per gli alunni; che in Francia e in Inghilterra il bullismo verso i docenti e alunni era a livelli indescrivibili al punto tale che parecchi docenti (e alunni)devono arrivare e partire dalla scuola a gruppi per non subire aggressioni e che nelle classi non era possibile fare nessun tipo di scuola (frontale o laboratoriale) ma la guerriglia fra i banchi era la normalità.

Sarebbero anche questi gli esempi stranieri da imitare in Italia oltre al fatto di rendere la scuola italiana priva di serietà, contenuto e di forma?
Ma perché la TRADIZIONE è considerato un oggetto da buttare, invece che il risultato scientifico di tante prove che hanno confermato quale è il miglior stile di apprendimento per avere uomini (e donne) capaci di essere buoni cittadini e lavoratori?

In altre società il vecchio non è sinonimo di "cattivo", di "inutile" bensì di saggezza, di esperienza. Gli scienziati dicono che una teoria è giusta dopo che è supportata da tanti esperimenti ossia da esperienza.
In Italia il "libera tutti" donmilanista, ha dato solo risultati nefasti. Che altri esperimenti (abolizioni di valore legale e di bocciatura) vogliamo?

Impariamo dal Giappone piuttosto, dove i più giovani quasi si scusano con chi è più grande di loro di non essere "abbastanza vecchi".
Gli indiani, i giapponesi sono più avanti di noi culturalmente e tecnologicamente da secoli e ci fanno una concorrenza spietata non a caso: per loro lo studio, la cultura e il rispetto del vecchio e della tradizione che ha dato buoni frutti, sono cose serie e non da buttare.
Chiedete ad un giapponese(o ad un asiatico) cosa ne pensa dell'abolizione del titolo di studio e della bocciatura e vedrete come vi guarderà scandalizzato e con un volto...o compassionevole o che mostra disprezzo.

Qui in Italia al massimo di "vecchio" apprezziamo solo l'antiquariato.