Alcuni giorni fa l’Ocse ha ammonito che bocciare non va bene: si mortifica il bocciato, si penalizza la classe in cui viene inserito, si creano emarginazione e disuguaglianza, si ritarda l’inserimento nel mondo del lavoro, si aggravano i costi dell’istruzione.
Ne riferiva tra gli altri “La Repubblica”, che ricordava la decisione austriaca di abolire le bocciature e la discussione in proposito avviata in Francia. “E pazienza - aggiungeva - per chi sostiene, come il ministro Gelmini, che ci sia il rischio di essere troppo ‘buonisti’ “. Ma a quest’ultima bisogna dare atto di un commento di elementare buon senso: “Noi non inseguiamo la bocciatura fine a se stessa, noi vogliamo portare i ragazzi a meritare la promozione”.
Che il sistema che sanziona l’impreparazione nella scuola italiana non sia esente da controindicazioni (salvo che nei casi di gravi lacune in moltissime materie) è evidente e l’abbiamo già rilevato in una precedente nota; che la scuola possa fare di più - in molti modi - per diventare più efficace è del tutto ovvio; ma che un sistema di istruzione possa dimenticarsi i valori del merito, dell’impegno e della responsabilità individuale è un puro e semplice suicidio. Giorgio Israel lo ha ricordato con la consueta efficacia in un articolo sul “Messaggero”.
sabato 6 agosto 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Ocse-Pisa, Gelmini e le bocciature. Bidelli e carabinieri
Il Miur è nudo (o è rimasto in mutande). Questo rapporto Ocse-Pisa, che ha cominciato ad apparire su siti esteri il 13 luglio (3) ma sui siti e giornali italiani solo un paio di settimane dopo, ha spiazzato completamente quella che è la politica (e la filosofia) del Miur da tre anni a questa parte. Infatti è dal 2008 che Gelmini propugna merito, severità, rigore, responsabilità; tutte espressioni per richiedere o minacciare maggiori bocciature come stimolo, unico e solitario, al miglioramento delle performance degli studenti. Gelmini cioè ha imboccato proprio la direzione opposta a quella indicata dall’Ocse-Pisa e ora si trova spiazzata, in fuori gioco.
LEGGI TUTTO L'ARTICOLO:
Ocse-Pisa, Gelmini e le bocciature. Bidelli e carabinieri
Tutti promossi persino in Germania
Bocciare, sostengono alcuni, non serve a nulla: i ragazzi non migliorano, anzi quasi sempre peggiorano. È un'inutile umiliazione, si perdono i contatti con i compagni. Sarebbe meglio cercare di assistere lo studente che rimane indietro, senza bocciature. La ragione vera, forse, è che ogni ripetente costa alle casse dello stato in media 5 mila euro. Una bella somma, se si calcola che ogni anno i bocciati a tutti i livelli sono circa 250 mila. Nella sua carriera scolastica, sempre secondo le statistiche, un ragazzo su quattro viene bocciato.
LEGGI TUTTO L'ARTICOLO:
Tutti promossi persino in Germania
Paura di essere bocciati
Credo che il grande errore nelle scuole sia di cercare di insegnare ai bambini un po' di tutto e di usare la paura quale motivazione di base.
Paura di essere bocciati, di non restare con la tua classe, etc.
L'interesse invece può produrre conoscenza che in proporzione alla paura è un'esplosione nucleare rispetto ad un petardo.
[S. Kubrick]
Posta un commento