Il gruppo dei presidi toscani che l'anno scorso si rivolse agli studenti con la lettera aperta Cari studenti, non è con le occupazioni che si difende la scuola pubblica tiene aperto il dialogo con un nuovo appello, presentato stamani a Firenze ai numerosi giornalisti presenti.
Leggi.
Video.
mercoledì 17 ottobre 2012
I PRESIDI TOSCANI AGLI STUDENTI: PROTESTATE CON RESPONSABILITÀ E INTELLIGENZA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
23 commenti:
Licia: protestare con responsabilità?
Io direi di non protestare affatto, tanto la scuola è al primo posto del governo tecnico; il lavoro idem, l'equità pure, bellissimo invito, mentre la nave affonda cercate di fare i poliziotti col fischietto che difendono l'indifendibile (coi vostri euro in tasca).
Lidia ha scritto...
Si protesterà con il voto degli studenti di 18 anni, di tutti i loro familiari, del personale della scuola alle Regionali (Sicilia, Lazio; Lombardia) poi alle Nazionali, provinciali, comunali.
Si protesterà con i ricorsi ai Tribunali e alla Corte Costituzionale.
Si protesterà davanti le sedi dei partiti, dei comuni, province, regioni, davanti le camere, davanti al quirinale, davanti le case dei politici e dei ministri.
Per strada e dappertutto, da veri "indignatos" europei.
Cara Licia, con tutto il rispetto Lei straparla. Voglio sperare che dipenda da una lettura disattenta del documento, a cui abbiamo collaborato e dove chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale non può trovare alcun riscontro alle Sue gratuite affermazioni. Forse le è anche sfuggito che abbiamo dedicato gli ultimi post all’obbrobriosa proposta governativa, ne abbiamo dato un giudizio durissimo e ci proponiamo di contribuire a combatterla, nei limiti delle nostre possibilità. Noi pensiamo però, forse diversamente da Lei, che l’indignazione non può in alcun modo giustificare l’abdicazione al nostro ruolo di educatori. La lettera dei prèsidi, non invita affatto gli studenti a stare buoni e zitti, ma ad abbandonare forme di protesta ormai screditate, come le occupazioni, o controproducenti e lesive dei diritti altrui. Mi auguro che Lei non sia tra i non rari colleghi che hanno in testa come principale strategia di lotta quella di delegare la lotta stessa agli studenti.
Sinceramente mi sembra che Ragazzini abbia ragione e mi sembra anche che la credibilità degli studenti sia molto compromessa dalle loro forme di protesta ancora quasi sempre piegate a cliché vecchiotti e poco originali, indi poco interessanti. Forse con altre forme e in altri modi potrebbero diventar più credibili e più originali indi più maturi come lo si diventa quando non si scimmiottano più i comportamenti codificati da altri.
En passant: gli indignados europei non hanno ottenuto un fico secco.
Lidia ha scritto...
Ma noi otterremo: abbiamo IL VOTO e i ricorsi alla Corte costituzionale.
Lidia ha scritto...
A proposito della lucidità in tempi difficili consigliata giustamente da papik.f nel precedente topic, mi sorge SPONTANEA una domanda:ma l'opinione pubblica ( cioè tutte le categorie lavorative) lo capisce che il Governo, se riuscisse a modificare unilateralmente il Contratto Nazionale degli insegnanti, creerebbe un precedente che poi lo autorizzerà a gestire a suo piacimento gli orari di lavoro e gli stipendi di tutti i dipendenti pubblici? TUTTI DICO! Se la gente capisse questo gli verrebbe la strizza e la finirebbe di essere contenta di quello che vogliono combinare agli insegnanti.
Chissà se la gente, a differenza di noi docenti, comincerà a protestare in modo...molto poco civile!
Speriamo che, in questo periodo difficile, governo, sindacati e politici trovino la strada giusta per comportarsi in maniera giusta, legale e solidale. Abbiamo bisogno di persone simili a De Gasperi e Togliatti, per esempio.
Ecco una mail spedita a unitaonline(at)unita.it che credo possa essere utile da condividere:
"Buongiorno,
sono un docente di ruolo delle superiori.
Scorro oggi la vostra home page e, a differenza di quanto vedo su "La Repubblica", non trovo riportato nulla riguardo alla sconcertante presa di posizione del governo sui tagli alla scuola pubblica, con il passaggio dell'orario dei docenti a 24 ore - un taglio che rischia non solo di peggiorare enormemente la qualità della scuola, ma anche di rendere disoccupati moltissimi precari e di precarizzare docenti di ruolo, oltretutto riducendo di fatto il loro stipendio del 33% e svilendone la professionalità. Si tratta di decisioni gravissime, sia per la sostanza sia per la modalità totalmente antidemocratica e anticostituzionale con cui si vorrebbero imporre; decisioni che rischiano di innescare una spirale negativa pericolosissima anche per l'economia nazionale.
Possibile che non diate rilievo a questa notizia?
Deve anche essere chiaro che se il Pd e in generale la sinistra italiana non faranno in modo di fermare questo macello sociale, perderanno per sempre milioni di voti: quelli degli insegnanti, dei loro familiari, dei loro parenti.
Spero provvediate a far conoscere la gravità della situazione e la necessità di un intervento immediato.
Grazie.
FIRMATO"
Lidia ha scritto...
Per alcuni la razionalità dei docenti e la prova di non essere in burn out cos'è?
Il tacere di fronte alle ingiustizie e il non far nulla per difendersi?
Ho letto un articolo di Giorgio Israel. Grande come sempre!
SCUOLA/Israel:come sfasciarla in 12 mosse
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2012/10/18/SCUOLA-Israel-come-sfasciarla-in-12-mosse/330167/
e poi...
http://gisrael.blogspot.it/2012/10/un-commento-allintervista-del-ministro.html
Cara Lidia, come ben sai se segui il bel blog di Giorgio Israel, anche io ne sono un frequentatore. E trovo che abbia ragione molto spesso. Come quando s'indigna con coloro che usano a sproposito il paragone con la Shoah. Dovresti saperlo bene, visto che ne sei, condivisibilmente, un'ammiratrice. Poi, scusami se te lo dico, ma tra il non fare nulla e l'agitarsi scompostamente trovo ci siano molti gradi intermedi, tutti preferibili ai due estremi.
Piccolo racconto personale a proposito di quanto detto da Giorgio Israel, nel primo link postato da Lidia (ecco, a mio parere, un modo costruttivo di contribuire alla discussione), commentando il video di Vecchioni (che la pensione l'abbia reso un po' rammollito? ho sempre creduto che fosse un buon insegnante).
Sono reduce da tre ore di laboratorio CAD con un gruppo di nativi digitali, tutti ragazzi seri e interessati a lavorare. Ma non sanno creare una cartella, non sanno come copiare un file immagine da una chiavetta USB e importarlo in .dwg, non sanno che, importandolo senza copiarlo, se si stacca la chiavetta lo sventurato computer va comprensibilmente in tilt, non sono tanto bravi neanche a navigare (l'anno scorso una mia alunna mi ha detto "prof, ma lei è un hacker?"; e ho abbastanza esperienza per sapere che non mi stava prendendo in giro).
Insomma, questa dei nativi digitali dallo strepitoso cervello multitasking mi sembra un po' una fesseria, ma naturalmente cosa conto io davanti a un Chiarissimo e Magnifico Ministro e a un cantante progressista?
Quest'ultima affermazione mi richiama alla mente quanto ha scritto una volta un intellettuale che ai progressisti non è del tutto sgradito, Umberto Eco: "Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, bensì una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti".
Un'ultima osservazione: è ovvio che se avessi fatto 24 ore di cattedra settimanali nei miei 25 anni di insegnamento, tutte queste cose non saprei farle neanch'io. Perché non avrei avuto né tempo né forze per impararle.
Lidia ha scritto...
Caro Papik.f, da quello che hai scritto ho capito che l'impressione che ti ho dato è quello di una mia scomposta protesta, magari senza nè capo nè coda.
Non è così. Sono una persona attiva e pratica che raggiunge i suoi obiettivi in modo tutt'altro che scomposti, ma molto chirurgici e non sono la sola.
Se mi sono permessa di paragonare la situazione degli insegnanti a quella terribile degli ebrei sotto i nazisti è stato per dare fortemente l'idea a cosa si vuole arrivare, ossia ad una "eliminazione" degli insegnanti. Vuol dire che ho notato qualcosa nella scena pubblica che assomiglia prepotentemente a quell'opera di delegittimazione che poi ha portato alla tragedia umana che sappiamo e voglio far partecipi gli altri di questa mia opinione.
Per loro la tragedia umana è stata quella della eliminazione fisica dopo un processo di umiliazione. Per i docenti, e in generale il pubblico impiego, l'eliminazione consiste nel diminuirli di numero fino alla "soluzione finale" dell'alunno che studia solo davanti al pc e non a scuola, e il procedimento è quello sempre dell'umiliazione e dell'espoliazione graduale e continua di diritti, salute, mezzi, retribuzione, lavoro, dignità con il consenso dell'opinione pubblica.
Io ho molto rispetto per il popolo ebreo che ha subito persecuzioni per secoli fino alla Shoa.
Proprio per questo sono sicura che proprio loro, per loro dura esperienza, possono capire fino in fondo il mio discorso e paragone in quanto sanno cosa significhi delegittimazione di fronte all'opinione pubblica per poi essere eliminati definitivamente.
Chi più di un ebreo può capire qual è il procedimento per far fuori una razza o una categoria?
Riguardo al mondo della scuola, so anche il grande rispetto per l'istruzione che ha il popolo ebreo osservante. Infatti nel giorno del Sabato si riposano di tutto, ma si dedicano magari ancora di più allo studio oltre che allo stare assieme ai familiari e al coniuge.
Riguardo alla situazione attuale, il mio parere è quello di comprendere cosa sta succedendo, darsi da fare e fare delle scelte.
Questo discorso vale per i docenti, ma anche per chiunque.
Le mazzate e le ingiustizie le stiamo avendo tutti, tranne, purtroppo, alcune persone privilegiate per niente, volutamente, sfiorate dai provvedimenti.
Per cui il fatto di far pressione su Sindacati, partiti politici, opinione pubblica, governo è importante per costringere a rimettere tante cose a posto e ognuno per la sua parte.
Di questo faccio merito anche al gruppo di Firenze il quale sta facendo la sua parte impegnandosi nel blog nel denunciare e nel dare la possibilità di poter fare qualcosa di pratico come è quello di poter aderire alla petizione.
Dire: "non voglio più votare certi partiti o sindacati o seguire certe mentalità lassiste" è una presa di posizione importante (e farlo veramente).
Non credo affatto che bisogna aspettare gli altri per comportarsi diversamente: ognuno singolarmente faccia la propria parte e convinca (se può) gli altri.
Faccia pressione e non retroceda. Dia il buon esempio senza nascondersi dietro agli altri.
E, soprattutto, non si faccia più menare per il naso.
Lidia ha scritto...
Vorrei aggiungere ancora qualcosa al mio precedente discorso.
E' proprio per rispetto dell'esperienza umana del popolo ebraico e in memoria delle sue vittime che non si deve mai più far sì che qualsiasi essere umano possa subire minimamente IN OGNI CAMPO (personale, religioso, sociale, professionale, etc) quello che hanno passato loro (isolamento, dileggio, spersonalizzazione, sottrazione graduale di tutti i diritti con il consenso dell'opinione pubblica, allontanamento, eliminazione).
Machiavelli diceva nel Principe che il popolo che dimentica la propria storia è condannato a ripeterla.
Lidia ha scritto...
Scusate, è oramai un chiodo fisso, ma mi devo sfogare.
Sto seguendo "Piazza pulita", sono le 23:50 si sta parlando di tutto tranne che della situazione scuola e dell'aumento incostituzionale da 18 a 24 ore dell'orario di servizio dei docenti.
Ma perchè, perchè??????
E non c'è una congiura contro di noi da parte della stampa e della politica???
Altra notizia:
Il Miur si rifiuta di avere un confronto ad "Uno mattina" con una docente. Salta il palinsesto.
http://www.orizzontescuola.it/news/miur-rifiuta-confronto-docenti-salta-programma-mattina
Lidia: E' vero che se ne parla poco, ma non sono sicuro che questo sia un male, non vorrei avere dei talk-show pieni di uomini della strada a sostenere che gli insegnanti lavorano poco.
A mio parere certa trasmissioni rischiano di fare più danni che altro, un conto è fare un serivzio sulle reali condizioni degli edifici scolastici, che sarebbe utilissimo viste le ultime esternazioni del Magnifico Ministro (magari avessimo i banchi di formica verde!), un conto è affrontare un tema complesso come la funzione docente.
Comunque Luca Telese, leggendo i giornali alla radio su Rai3, ne ha parlato, in toni accesi (a nostro favore) e per due volte.
A proposito di quanto sostenevo nel precedente thread sulla poca fiducia che ho nell’appoggio dei sindacati, vorrei precisare che non ho notizie ma solo un sospetto. Quello che i sindacati stessi abbiano timore di alienarsi le simpatie di tutte le altre categorie che rappresentano se ci sostengono con troppa forza. Chissà quanti lavoratori di altri rami stanno pensando: “ma che vogliono questi, lavorano solo 18 ore, vogliono fargliene fare solo 24, e si lamentano pure?” Ciò non vale solo per i confederali, ma anche per i sindacati del pubblico impiego e della scuola: in quest’ultima, secondo me, non possiamo contare né sull’appoggio degli insegnanti della primaria, che 24 ore già le fanno, né dei Dirigenti. Basti vedere la dichiarazione del presidente dell’ANP, Rembado: questi ha criticato la modalità scelta dal governo ma affermando sostanzialmente, come un dato indiscutibile, la necessità che gli insegnanti lavorino di più.
Tutto questo, secondo me, deriva dal seguente processo sviluppatosi negli anni:
1. si è affermata l’irrilevanza dei contenuti a favore degli aspetti metodologici;
2. si è proclamato che, entro tali aspetti metodologici, centrali fossero le conoscenze di tipo psicologico anche nella finalità di assicurare a tutta la cosiddetta “utenza” il cosiddetto “successo scolastico”;
3. sulla base di quanto sopra, si è sostenuta e si sostiene la sostanziale equivalenza di tutte le discipline poiché quello che conta è “apprendere ad apprendere” (come se si potesse apprendere un processo senza esercitarlo e come se ciò non contrastasse con l’esistenza dei diversi indirizzi di studio che, peraltro, la succitata “utenza” sembra apprezzare, dato che si diversifica entro di essi);
4. a questo punto, evidentemente, si è potuta postulare la rilevanza, entro il cosiddetto “aggiornamento” dei docenti, soltanto delle suddette conoscenze psicologiche e metodologiche (naturalmente, nella versione approvata dall’amministrazione centrale o in quella di volta in volta sostenuta dalle varie “cordate” di funzionari-ispettori–dirigenti); del tutto irrilevante, invece, è divenuto l’aspetto dei contenuti a carattere disciplinare e interdisciplinare;
5. come conclusione di tutto questo, non è rimasta alcuna differenza sostanziale tra l’insegnamento primario e i due gradi di quello secondario, nel quale ultimo, un tempo, secondo la disprezzata concezione “gentiliana”, si riteneva fondamentale la cultura personale di ogni insegnante (vedi il mio Professore di cui parlavo nel precedente thread), nella convinzione che questi dovesse essere una figura autorevole in grado di riversare le proprie conoscenze sugli alunni, e non un facilitatore a zonzo tra i banchi (pardon, tavoli); mentre, da quanto sopra, discende immediatamente che il lavoro svolto all’interno dell’edificio scolastico è l’unico che conta.
Conseguenza finale: se tra l’insegnamento primario (che, tra l'altro, negli anni ha anch'esso subito analoghi attacchi) e quello secondario non c’è alcuna differenza, perché i docenti del secondo debbono essere dei privilegiati che lavorano un terzo di meno? E a questo punto, sì, sospetto che quel sottosegretario che appartiene appunto alla categoria dei docenti della scuola primaria abbia avuto un ruolo fondamentale nella proposta; ma non è altro che un mio sospetto, suffragato solo da qualche voce che gira in rete. Comunque, sul fatto che da almeno quarant’anni i docenti della primaria combattano una battaglia per l’estensione delle 24 ore a quelli della secondaria non ho dubbi e, anzi, informazioni di prima mano (si verificarono anche scissioni tra associazioni culturali dello stesso indirizzo ideologico, su questo punto, tra i due livelli di insegnamento).
A che titolo i presidi danno consigli agli studenti?
Scrivono ancora i presidi "toscani": «Care studentesse, cari studenti, a un anno dalla nostra lettera sulle occupazioni,....». Infatti, avevano già scritto - più numerosi - l'anno scorso quello che NON bisognava fare (per non disturbare la loro tranquillità?) e non quello che si poteva fare. La situazione della scuola non è certo migliorata, forse è peggiorata.
Non si capisce (almeno io non capisco) a che titolo, e in piccolo gruppo (e gli altri presidi?) scrivano appelli pubblici agli studenti. Non rientra certo nei loro compiti, credo. Si sostituiscono forse ai genitori? Ammoniscono o minacciano?
C'è la rete. Gli studenti hanno loro siti, blog, ml, .... si possono confrontare, informare, responsabilizzare autonomante.
Ad esempio:
Occupazioni a scuola, istruzioni per l'uso
Manifestazioni Studentesche 2011
E poi i presidi come valutano la situazione e cosa stanno facendo, o pensano di fare "loro" per la scuola?
A conferma di quanto dice Papik.f, quando ero nella Gilda degli insegnanti, che era federata (e ora un tutt'uno) con il SAM (Sindacato Autonomo Magistrale), via via veniva rilanciata l'idea di DIMINUIRE l'orario dei colleghi della primaria. Oramai questa differenza si tende a percepire come contraddizione, anche se andrebbero considerati i tempi meno sincopati con intervalli più ampi, che nell'insieme attenuano la differenza.
Lidia ha scritto...
L'intervento di papik.f merita da parte mia una riflessiva risposta per rispondere a tanti punti della questione. Non lo posso, purtroppo, fare di un colpo. Ho famiglia e non ho tanto tempo libero.Però alcune cose le posso mettere a fuoco.Avrà ragione sotto alcuni punti, ossia che non si vuole mettere sotto il fuoco di tiro dell'opinione pubblica, tramite la stampa, i docenti e tanto altro ancora.
Ma vorrei sottolineare come nel mettere al bavaglio la stampa vi sia individuato un notevole pericolo da scongiurare che sicuramente il Governo sa, e cioè far sì che non scappi di mano la patata bollente e si inneschi una rivoluzione in Italia senza precedenti se non in quella francese.
Qualcuno può ridere sulla mia riflessione, ma provi a mente fredda a immaginare gli scenari futuri e a fare un po' di psicologia sociale.
Gli altri lavoratori non hanno una cultura della protesta come i docenti e non hanno i nostri numeri.
Tale cultura era più forte negli anni passati e poi si è afflosciata e addormentata a causa di certi rituali dei sindacati che hanno imbrigliato, per come dire, le coscienze.
Ma il cadere in indigenza di circa un milione di docenti fra di ruolo e precari (non tutti i docenti hanno il marito o la moglie facoltosi oppure ministro) farebbe risvegliare di colpo tale cultura. Di già parecchi docenti hanno cominciato a partecipare a scioperi di lavoratori non loro, visto che i sindacati per adesso scherzano.
I docenti, inoltre, hanno altri sicuri appoggi che all'occorrenza possono essere coinvolti e accetterebbero l'invito senza problemi: gli studenti e...i centri sociali.
Se poi dovessero coinvolgere altre categorie di lavoratori sarebbe la fine.
Capite cosa voglio dire e cosa potrebbe succedere. Gli scioperi e le sommosse di altri stati qui diventerebbero una barzelletta a confronto. Che non si illudano sul fatto che qui per adesso è tutto è tranquillo e tanti hanno votato senza sentire puzza partiti e persone che in altri posti li avrebbero cacciati a pedate: si potrebbe avere la tragica sorpresa di vedere all'improvviso scoppiare il tutto con una potenza inimmaginabile.
Nessuno dei potenti potrebbe essere al sicuro neanche scappando all'estero: ci sarebbe chi vorrebbe saldare i conti.
Il voto non dato che travolge i partiti tradizionali a favore di altri, sarebbe poca cosa rispetto a quello che potrebbe succedere.
Inoltre, mi preme chiarire che i docenti hanno dentro di se un'altra cultura che tutto sommato per vari motivi non si è mai spenta: quella della solidarietà. E' vero che tanti non hanno scelto le 24 ore frontali perchè dopo aver provato per un anno cosa significhi in termini di salute e anche di professionalità (è inutile, il carico di lavoro, ossia compiti da correggere e preparazione lezioni soprattutto) è troppo e decade la qualità.
A questo si aggiunge il fatto che tanti di noi, compresa io, non accettiamo spezzoni in modo da poter far lavorare gli altri colleghi precari.
Il governo in passato sperava di poter far assorbire gli spezzoni ai docenti di ruolo con le gratificazioni pecuniare, ma si è accorto che tantissimi (oggi trentamila) restavano scoperte.
(continua)
Lidia ha scritto...
(continua)
Ripeto. I docenti di ruolo non accettano gli aumenti di orario per due motivi o di salute e di qualità o per solidarietà.
Infine, cosa vedo io, misera tapina senza la visione di un tutto e con la speranza che si scongiuri con la buona volontà il male e il disastro, come soluzione?
Quello di agire da buon padre ( o madre) di famiglia.
Andrei a riorganizzare il tutto togliendo il voluttuario: niente o moderatissime spese militari (siamo un paese di pace e non di guerra, lo dice la Costituzione); andrei a ridurre tutte le prebende e spese politiche. Accorperei le spese per settore. Non è possibile che in Sanità, per esempio, ogni reparto compri macchinari con il risultato di avere doppioni (spesso anche inutilizzati) e anche con costi gonfiati perchè mi metto d'accordo con le ditte e io dirigente o impiegato mi faccio dare le tangenti.
Una lotta serrata alla corruzione e all'evasione fiscale (si sta cominciando a fare) in ogni senso, controllo incrociato delle dichiarazioni dei redditi con i patrimoni acquisiti e con i conti in banca degli ultimi DIECI ANNI PASSATI, e così via...
Posto un link con le BUONE INTENZIONI di un partito e con i commenti di tanti utenti:
http://www.partitodemocratico.it/doc/245174/le-bugie-sullorario.htm
Lidia ha scritto...
In aggiunta e continuando con il mio precedente discorso, dico che se il problema è andare a recuperare circa 180 milioni di euro quest'anno per le pubbliche, per mantenere intatti i saldi del bilancio del capitolo Miur, basta togliere le somme stanziate per le private che mi pare sia circa di 300 milioni di euro.
Anche la scuola privata è da inserire fra le spese voluttiarie e direi anche incostituzionali.
Infatti, nella Costituzione italiana all'art. 33 si recita: "L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.…omissis…".
Per cui si possono abolire i denari per le private e stornarli alle pubbliche e finirla per sempre con questa ulteriore pratica anticostituzionale.
Anzi, c'è da chiedere a qualche giurista (o anche all'Anief) come noi docenti delle pubbliche possiamo far tornare indietro i soldi versati alle private in tanti anni. Una bella lotta anche giuridica è possibile per avere più investimenti alle pubbliche e finalmente costruire scuole e retribuire adeguatamente i professionisti docenti per come si deve.
Posta un commento