martedì 30 ottobre 2012
LA SEMPLICITÀ DELL'ITALIANO CONTRO IL BUROCRATESE
Un piccolo libro della linguista Maria Luisa Altieri Biagi (Parola) in favore di una lingua semplice e precisa, la cui assenza (aggiungiamo noi) rende in genere illeggibile quello che si scrive sulla scuola. "La scarsa chiarezza - aggiunge la studiosa - rileva poca padronanza della materia e poca lucidità di analisi". Leggi
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3 commenti:
Una cosa semplice su cui insisto da anni, ma di cui in Italia, tutta presa alla rincorsa provinciale ai didatticismi e ai tecnologismi, nessuno riesce a farsi carico.
Non solo l'italiano come tale è sempre più povero e tende a importare passivamente, come sappiamo, dall'inglese o a importare non solo lessico, ma anche strutture.
E' infinitamente più povero ed elementare di 50 anni fa.
La scuola potrebbe e dovrebbe far leggere meglio e di più(tristi o non tristi è questo che le maestre dovrebbero fare).
Questo è quello che farei se insegnassi italiano, visto che nella mia breve vita d'insegnante ho constatato che i miei alunni più bravi e "letterati" al massimo leggevano Harry Potter o romanzetti fantasy genere vampiro.
E inevitabilmente vengono aiutati nelle prove Invalsi, perchè non capiscono. Non capiscono il senso di una comunicazione che non sia elementare,emotiva(quella tecnologica e "feisbuk" mi piace o non mi piace, viva o abbasso) , non capiscono un discorso ironico, iperbolico,non capiscono i sottintesi, e così via.
Ed è un discorso lungo, che implica anche il linguaggio cinematografico, visto che, a differenza di noi, che, anche in tv, potevamo vedere, che so,
De Sica o Fassbinder, o Truffaut, o altro, questi ragazzi - sentito dalle mie orecche - trovano "pesante" persino Verdone.
Se, come insegnanti non troviamo inevitabile sprofondare fatalisticamente in un nuovo basso impero o siamo d'accordo con Moretti (chi parla male - e scrive male - pensa male), questa è una delle prime occupazioni o preoccupazioni di cui farsi carico.
(lo dico anche in polemica sull'inaspettato e deludente intervento di Mario Pirani su Repubblica, due giorni fa).
E' vero, Raffaella, l' intervento di Pirani è stato inaspettato. La gioiosa accettazione dell' esistente ( come se il reale fosse razionale...), senza una vena di riflessione critica non è in genere atteggiamento del giornalista che io stimo molto. Bisogna tuttavia riconoscere a Pirani il coraggio di andare controcorrente e questo è un merito, anche se non coincide con ciò che pensiamo. Quanto a delusioni, l' articolo di oggi ( 31 ottobre) su " Repubblica" di Lodoli che analizza la ( supposta) perdita di interesse degli studenti verso le materie umanistiche è, a mio parere, noioso e ripetitivo. Sempre la piatta storiella, apparentemente realistica, che i ragazzi hanno altri interessi e che i docenti si devono adeguare.
Lidia ha scritto...
Dalla mia esperienza mi risulta che per predisporre i ragazzi ad una sana mentalità, a un buono studio e alla lettura non solo di romanzi, ma anche di riviste scientifiche e a seguire programmi televisivi di un certo spessore, è necessario creare una buona atmosfera di classe che poi, di riflesso, prosegue nelle loro case. Sapete come????
Proprio con la propedeutica e tanto deprecabile lezione frontale con tanto di disciplina ferrea in classe.
Da quando io e tanti miei colleghi siamo rigidi e ferrei i nostri alunni studiano a casa, i loro genitori non si lamentano dei troppi compiti che lasciamo, stanno tranquilli anche durante la ricreazione che fanno esclusivamente in classe e sfruttano al meglio le ore di lezione le quali alcune sono svolte (anche con documentari oltre che con esercizi) con la famigerata Lim.
Vedono documentari, fanno ricerche, scrivono molto, leggono i libri della nostra bibliotechina e si scambiano i libri personali fra loro.
Altro che "i docenti si devono adeguare" e "i ragazzi hanno perso interesse verso le materie umanistiche".
I ragazzi DEVONO ADEGUARSI.
Certi pedagogisti dobbiamo a tutti i costi mandarli a quel paese: HANNO ROVINATO LA SCUOLA EUROPEA E QUELLA ITALIANA con le loro sciocchezze create a tavolino per i gonzi.
Questi sono altri "pifferai magigi" da mettere belli imbottigliati in soffitta o in qualche museo degli orrori.
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