martedì 20 novembre 2012

ANCORA MAMME CONTRO I COMPITI A CASA

Per i compiti a casa viene ora chiamato in causa perfino l’Osservatorio per i diritti dei minori, il cui presidente pretende di chiarire il problema interpellando cento studenti e aggiunge che “molte volte [?] i ragazzi devono impegnarsi su argomentazioni [sic] ex novo”, cioè non affrontate/i in classe. Continua a leggere.

12 commenti:

paniscus ha detto...

Io mi chiedo dove stia la vessazione e la minaccia, dal momento che nella maggior parte dei casi, i compiti, non li fanno comunque (oppure li fanno incompleti, raffazzonati, improvvisati, sbagliati o scopiazzati da qualcun altro), e non rischiano niente lo stesso...

Lisa

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

Ecco perchè io non mi faccio troppi scrupoli e do voti bassi a chi non porta compiti e non si impegna e alla fine d'anno con i miei colleghi bocciamo. I ragazzi i cui i genitori non hanno voluto richiedere il sostegno subiscono la stessa sorte.
Il risultato è un maggiore impegno l'anno successivo, un monito per gli altri e un lavorare finalmente in modo tranquillo. I genitori si sono adeguati. Alcuni, comunque, si sono adeguati dopo aver subito denunce personali e segnalazioni agli assistenti sociali.
Con le buone maniere si ottiene tutto...

Anonimo ha detto...

Lidia ha scritto...

Ma a nessuno è venuto in mente che la didattica, compresi i compiti a casa, fanno parte della libertà d'insegnamento del docente costituzionalmente definita?
Per cui, alle contestazioni dei genitori si può rispondere menzionando la legge suprema dello Stato (art 33, comma 1).
Io l'ho sempre fatto e anche l'ho messo per iscritto dopo la contestazione di un genitore avvocato. Le sue pretese e accuse sono scivolate su di un muro liscio.

pippo ha detto...

Ci vorrebbe un garante per l'intelligenza

pippo ha detto...

Mammaaaa, mormora la piccina
non voglio far lezioniii
accorre la cretinaaaa
le molla due bacioniii
la guarda poi negli occhi
corre a comprar balocchi
gridando alla maestraaa
che un fulmine la schiocchiiii

pippo ha detto...

par condicio

Mammaaa mormora il piccolettooo
che noia questa stooooria
la mamma scendendo giù dal lettooo
grida maestra troiaaa
così que moccoletto
s'ellummena de gloriaaaaaa

Rebert ha detto...

D' accordo la libertà d' insegnamento e l' intelligenza, ma prima un po' di sano buon senso. Come è possibile pensare di imparare qualsiasi cosa ( pragmatica o intellettuale) senza esercizio?!
Si impara a nuotare, a fare l' avvocato, a ricamare, senza esercitarsi a lungo?
Nessuno lo penserebbe mai ed invece, nella scuola, anche il semplice buon senso è scomparso. ( Ricordo un episodio che raccontò un collega, insegnante di Filosofia in un licepo pedagogico. Lui indicava alle studentesse diversi testi da leggere ( di filosofia, ovviamente) ed un giorno una di queste sbottò : " Ma insomma, mia madre si è diplomata proprio qui, senza aver letto nemmeno un libro!" E non era un rammarico, ma un vanto...).

Giorgio Ragazzini ha detto...

A Lidia: veramente Di Menna ha ricordato proprio la libertà di insegnamento. Lode a lui.

Enrico D ha detto...

Il compito compìto compitò,
ma dopo un quarto d'ora lui sbottò:
"O mamma sono troppi, non li fo!"
Lei disse:"Vo dal profe e gliele dò!"

pippo ha detto...

signora, come se permette
io son l'educator del suo ragazzo
-se non la smette io la prendo a tette,
mio caro professor der c....o
a casa vogliam serenità
e guardacce in pace la Carrà-.

pippo ha detto...

ah, me sbagliavo professore mio,
la Carrà la vedeva mamma e zio
io con mio figlio abbracciati e zitti
guardiamo la maria la de filippi
e nun s'azzardi più a daje le lezioni
perché, come c'empara la maria, le strappo li cojoni

Antonello ha detto...

Qualche settimana fa acoltavo Vittorio Sermonti in una trasmissione radiofonica.
"La noia è una componente fondamentale dell'apprendimento" è stata una sua frase che mi ha particolarmente colpito e che mi trova totalmente d'accordo.
Altro che "imparare divertendosi".....
Senza scomodare qualcuno la cui motivazione sarebbe stata sufficiente per generazioni di studenti italiani odierni, eppure si faceva legare a una sedia quando doveva studiare, è sufficiente pensare a una medaglia olimpica: questi giovani ( e i loro genitori...) sanno quanto e come bisogna allenarsi per vincerla?
E pensano che gli allenamenti di un nuotatore o di un saltatore in alto siano facili e divertenti?