lunedì 25 marzo 2013

PIRANI TORNA ANCORA SUL NODO VALUTAZIONE

Mario Pirani torna a parlare di scuola, come ha fatto tante volte meritoriamente: valutazione, mancanza di ispettori in Italia, selezione in base al merito nelle iscrizioni a scuole superiori con eccesso di iscritti. Continua a leggere.

32 commenti:

V.P. ha detto...

"Essere favorevoli alla valutazione dei docenti non significa però accettare qualsiasi modalità venga proposta."

concordo.

aggiungo che miur insiste a voler imporre una mala-valutazione (o cmq una valutazione calata dall'alto, non concordata, non condivisa) come taumaturgica dei mali, delle carenze e delle criticità della scuola. quasi fosse un termometro che cura la febbre e la malattia. così facendo miur vorrebbe appioppare ad altri (prof, d.s, "scuole") responsabilità che sono sue proprie.

altro aspetto è il costo della
valutazione che - al momento - viene ignorato.

segnalo al miur, a pirani e a chi vuole la situazione disastrosa delle attrezzature tecnologiche nelle scuole, che per i computer, vede la scuola italiana immobile (6 pc/100 studenti) nel quinquennio 2006-2011, raggiunta da turchia e gracia, sorpassata da romania, mentre spagna ne ha cinque volte di più (31 pc/100 studenti).

I computer nella scuola italiana: un disastro

V.P. ha detto...

Su 1.500 scuole neanche un ispettore

Papik.f ha detto...

Ancor prima che alla modalità occorrerebbe pensare alla finalità della valutazione. Il controllo nel tempo della concreta attività didattica svolta e degli esiti conseguiti, come potrebbe fare appunto un corpo ispettivo seriamente costituito (possibilmente su basi diverse dalla lottizzazione politico-sindacale), è un conto.
Suddividere una volta per tutte gli insegnanti in due caste, serie A e serie B, sulla base di un questionario puramente nozionistico (e più facilmente superabile da chi avesse seguito i corsi idonei con le agenzie formative meglio informate), come avrebbe voluto fare Berlinguer, è un conto ben diverso.
Ciò non esime tanti illustri "esperti", come appunto Pirani, dal continuare a rimpiangere che la seconda ipotesi non si sia verificata e ad additare gli insegnanti come reprobi per non aver voluto che si verificasse.
questo dimostra ancora un volta quale sia il livello di comprensione dei problemi della scuola da parte dei media, anche nella loro componente più qualificata.

V.P. ha detto...

"Ancor prima che alla modalità occorrerebbe pensare alla finalità della valutazione."

sono d'accordo.

riguardo alla finalità della valutazione, ritengo o ipotizzo che miur

1°) ritiene possibile così un miglioramento della scuola (apprendimenti dei ragazzi, qualità e impegno dei docenti) a costo zero o quasi;

2°) riverserà sui malcapitati insegnanti non-migliori molte o tutte le colpe - comprese le proprie - dell'inefficienza del sistema scuola. avrà così indicato capri espiatori!

3°) vorrebbe migliorare la propria immagine sia a livello nazionale che internazionale;

4°) nel caso di rifiuto o contestazioni di quanto proposto, avrà un alibi; dirà "volevo, me lo hanno impedito i prof, i sindacati, i partiti di sinistra, gli ideologizzati, ...."

V.P. ha detto...

Sostiene Pirani

Anonimo ha detto...

Sarà che sono stanco, ma l'articolo di Pirani mi è sembrato confuso...
A parte l'oscillazione Regazzini/Ragazzini e "abborre" con due b,non capisco la logica del ragionamento sulle scuole migliori: per prendersela coi genitori sembra considerare un fatto negativo che questi vogliano iscrivere i figli a buone scuole. Mah
Trovo anche significativo che parli di "prima liceo". E' la prima superiore, non la prima liceo, se non per alcuni.
Quando parla di scuola, Pirani mostra di parlare di qualcosa che conosce da molto lontano e con scarsa cognizione di causa. Alla fine spesso, anche se talvolta si può casualmente concordare, finisce per interpretare un senso comune abbastanza abusato, a mio avviso.

FR

Massimo Rossi ha detto...

Ho letto l'articolo di Pirani e ne condivido la maggior parte. Secondo me una valutazione, dei dirigenti anzitutto e poi dei docenti, sarebbe giusta e necessaria; sappiamo tutti infatti, ed è inutile negarlo, che con i famigerati corsi abilitanti degli anni addietro, e con il placet dei sindacati, sono entrate in ruolo tante persone incapaci e impreparate. Sarebbe giusto che queste persone, se non licenziate, fossero assegnate ad altri compiti o inserite in ordini di scuola inferiori, come accade nei paesi anglosassoni, Australia compresa.
Quanto a differenziare gli stipendi in base al merito, mi sembrerebbe un principio sacrosanto, per superare l'avvilente egalitarismo che, dal '68 in poi, regna nella nostra scuola. Chi vale di più deve essere gratificato e pagato di più, non c'è nulla di scandaloso né di illegale. Non è vero che svolgiamo tutti lo stesso lavoro: ci sono mille modi per svolgerlo, con più o meno passione, più o meno merito, più o meno professionalità, e sarebbe equo e giusto che a gradi diversi di qualità corrispondessero stipendi diversi. E c'è anche una questione di quantità o mole di lavoro, che nessuno considera: un docente di matematica in un Liceo Scientifico o uno di Latino e Greco in un Liceo Classico hanno un impegno ed una mole di lavoro (anche per la preparazione delle lezioni) infinitamente superiore a quella di un insegnante di religione o di educazione fisica. La differenziazione degli stipendi potrebbe cominciare da qui,e sarebbe un primo passo verso una scuola più efficiente e più giusta.

Antonello ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Antonello ha detto...

Chi ha forse letto qualche mio post di certo non si sarà fatto l'idea che io sia un tifoso dell'egualitarismo.
Ma, come le persone anziane di solito fanno, ripeto quanto detto tante volte: in un Ospedale vengono forse date le pagelle ai Medici? Chi si farebbe curare da un Medico di serie B?
O un laureato è capace di insegnare, e va in aula, o non è in grado, per tutta una serie di motivi, e va a guadagnarsi il pane da altre parti.
E non sono affatto d'accordo sul fatto che alcuni Insegnanti lavorino meno di altri: da noi l'Insegnante di Religione, persona responsabile e disponibile (premetto: non sono cattolico né praticante né osservante anche se, penso come la stragrande maggioranza degli Italiani di oggi, potrei riconoscere nel cattolicesimo le mie radici culturali) con tutti i problemi familiari dei ragazzi di oggi, lavora moltissimo, ben oltre le diciotto ore di cattedra, per non parlare dei diciotto Consigli di Classe. Per cui non mi sfiora neppure l'idea che io debba essere pagato di più semplicemente perché in una Prima correggo 40 tavole di disegno geometrico x 25 studenti = 1000 tavole in un anno scolastico e lui no.
Ben misera concezione dell'insegnamento.

V.P. ha detto...

L'ACCANIMENTO SULLA VALUTAZIONE DELLE SCUOLE

V.P. ha detto...

Note in margine all'accanimento valutativo

Anonimo ha detto...

Pagare in maniera diversa persone che fanno le stesse identiche cose è ben difficile.

Quel che si dovrebbe fare è pagare di più chi si prende più responsabilità: se uno vuole fare le sue 18 ore sindacali si prende il suo stipendio base e basta.

Se invece un altro vuole prendersi la responsabilità di scrivere i libri di testo della scuola (come in Book in Progress), oppure di fare aggiornamento ai colleghi (avendone i titoli ovviamente), di fare attività di coordinamento e approfondimento decise dalla scuola...ecco un professore che lavora per più delle 18 ore base merita di essere pagato di più.

Una sorta di "stipendio modulare" che assommi le diverse funzioni che un docente potrebbe assumere all'interno della scuola. Funzioni che ovviamente sarebbero espletabili dai docenti migliori e più esperti.

Per quanto mi riguarda sarebbe la giusta soluzione per creare una carriera all'interno della professione docente senza creare disparità a parità di funzioni. Un approccio del genere chiamerebbe in causa la volontà dei docenti di fare di più, mettendoli un po' in sana competizione, aumenterebbe la produttività senza aumentare le ore in classe, offrirebbe alla scuola molta più autonomia (nell'ambito di una diversa cornice del governo della scuola, però).

Ad Antonello:

"Sarebbe giusto che queste persone, se non licenziate, fossero assegnate ad altri compiti o inserite in ordini di scuola inferiori"

Ecco, se potessimo liberarci da questa idea per cui più si è bravi e più si merita di stare negli ordini di scuola più alti, credo sarebbe utile per tutti. 1) Un insegnante mediocre e sfaticato lo è alle elementari quanto alle superiori. 2) Ogni ordine di scuola ha le sue specificità e le sue necessità, tali per cui per insegnare ad un bambino delle medie non è sufficiente "saperne un po', anche se non quanto un prof. di liceo".

Antonello ha detto...

Anonimo ha detto:

Ad Antonello:
"Sarebbe giusto che queste persone, se non licenziate, fossero assegnate ad altri compiti o inserite in ordini di scuola inferiori"

Io non mi sono mai sognato di dire, e tantomeno di scrivere, una frase siffatta, della quale neppure definisco il valore.
Per carità.

Anonimo ha detto...

Ho sbagliato: era Massimo Rossi. Molte scuse.

FR

paniscus ha detto...

da noi l'Insegnante di Religione, persona responsabile e disponibile (premetto: non sono cattolico né praticante né osservante anche se, penso come la stragrande maggioranza degli Italiani di oggi, potrei riconoscere nel cattolicesimo le mie radici culturali) con tutti i problemi familiari dei ragazzi di oggi, lavora moltissimo, ben oltre le diciotto ore di cattedra,


Ecco, chiariscimi bene questo punto, perché non l'ho mai capito:

per quale motivo l'insegnante di religione dovrebbe essere considerato qualificato (più degli altri) a occuparsi di problemi personali, familiari e psicologici dei ragazzi?

E perché mai dovrebbe essere tollerata, o incoraggiata, l'usanza che l'insegnante di religione si ritagli un ruolo che non dovrebbe avere, e che si butti temerariamente a improvvisarsi psicologo, assistente sociale, mediatore familiare, consulente legale e operatore sanitario...

...oppure, peggio ancora, che venga di fatto incaricato dal resto del consiglio di classe di agire come informatore sul campo, facendo chiacchierare i ragazzi dei loro fatti personali per strappare le loro confidenze, e poi riferirle?

Se la stessa cosa la facessi io, che insegno matematica e fisica, sarei praticamente massacrata, accusata di violare la privacy dei ragazzi, di entrare nelle questioni personali delle famiglie, e comunque di perdere tempo e non svolgere il programma della mia materia.

Quello di religione, oltre a tutti gli altri privilegi immotivati che ha, deve ritagliarsi anche questi?

Lisa

Antonello ha detto...

Anni fa esisteva nel mio Istituto un ottimo servizio di supporto costituito da una Psicologa, un Educatore e un Assistente sociale.
Fondi tagliati.
Meno male che se qualche ragazzo ("Ma che volete da me? Non vedo mia madre da un paio d'anni, mio padre esce alle cinque del mattino e torna la sera tardi, mia sorellina è anoressica, mangia e vomita..." mi disse anni fa un mio alunno, al quale chiedevo spiegazioni per certi suoi comportamenti) ha bisogno di parlare dei propri problemi c'è qualcuno che lo ascolta.

Massimo Rossi ha detto...

Nonostante le critiche che Antonello e "Anonimo" mi hanno rivolto (ma perché non mettete il vostro nome e cognome, come faccio io?), io continuo a pensarla allo stesso modo: cioè che il mestiere del docente è quanto mai vario e non tutti hanno lo stesso carico di lavoro. Non ho difficoltà a credere che nella scuola di Antonello l'insegnante di religione lavori, ma ho il sospetto che faccia ciò che non deve fare, perché entrare nei problemi familiari e personali degli alunni non compete al nostro ruolo, perché non siamo né psicologi né assistenti sociali. Di contro potrei citargli tante scuole dove l'insegnante di religione si limita a far chiacchiere con le classi, senza mai un compito da correggere, senza mai un impegno reale, e spesso trascorre l'ora facendo vedere film che neppure commenta; il fatto poi che partecipi ai consigli di classe non mi pare una gran fatica, considerato che tali riunioni ci sono due o tre volte all'anno. E non parliamo degli insegnanti di educazione fisica, che spesso si limitano a dare il pallone ai ragazzi e farli giocare. Vogliamo confrontare questo lavoro con quello di un docente di matematica in un liceo scientifico? A me pare che non ci sia confronto, e che non sia affatto giusto dare a tutti lo stesso stipendio, per impegni del tutto diversi.
Quanto alla destinazione di chi non è in grado di insegnare a ordini di scuola inferiore, io non intendevo dire che un docente della scuola media abbia meno meriti o difficoltà di uno del superiore; ma il livello culturale richiesto (almeno in senso tecnico) non è certo il medesimo, per cui un docente di matematica, ad esempio, che ha difficoltà ad insegnare in un liceo, può darsi che si troverebbe meglio alla scuola media. Tutto qua. Se poi il signor Antonello si scandalizza della mia frase "della quale neppure definisce il valore" sono fatti suoi. Io ho sempre rispettato le opinioni degli altri, e vorrei si facesse lo stesso con le mie.

Anonimo ha detto...

"ma il livello culturale richiesto (almeno in senso tecnico) non è certo il medesimo, per cui un docente di matematica, ad esempio, che ha difficoltà ad insegnare in un liceo, può darsi che si troverebbe meglio alla scuola media."

Io contesto proprio questo (che poi è quanto veniva detto prima): per insegnare i fondamentali, le concettualizzazioni, le abitudini e il metodo di qualsivoglia materia ai ragazzini, bisogna possedere la propria materia molto bene, e poi bisogna saper calibrare la didattica a seconda delle età ed essere molto attenti -quel che è il proprium del mestiere di insegnante, banalmente-.
Per certi versi è più facile insegnare greco o le disequazioni: molto si può dare per scontato, mentre chi insegna a contare e a fare le quattro operazioni non può dare nulla per "acquisito".

E' la stessa ragione per cui un pediatra non è da meno di un cardiologo, o un chirurgo o che so io.

Quanto all'anonimato, mi sono accorto che non mi sono siglato: FR
Dice: "E che me ne faccio della sigla?" Beh, almeno si capisce quali commenti vadano riferiti ad una sola persona. Quanto a non usare il nome vero, è per una sicurezza forse eccessiva, ma non voglio rendere conto sul posto di lavoro delle mie idee, che con nome è cognome in calce diventano facilmente reperibili.

FR

Gruppo di Firenze ha detto...

Per FR: può mettere direttamente la sigla al posto di "Anonimo". Basta scegliere tra le opzioni di firma "Nome/URL".

VV ha detto...

Che bel colpo se Napolitano avesse messo tra i saggi un paio di esperti di scuola e formazione, magari uno di questi poteva rispondere al nome di Fabrizio Barca che sta facendo un ottimo lavoro( ovviamente lo fa in silenzio e senza clamori, pertanto.... )per intercettare i fondi europei spendendoli assai bene e togliendoli pertanto alla gestione delle solite camarille che abbondano in certe regioni. L'altro nome, e non per par condicio, poteva rispondere a quello dell'assessore della regione toscana Stella Targetti che pur militando anch'essa in una formazione politica assai refrattaria a mettersi in discussione, dimostra, a differenza della gran parte dei suoi compagni di partito, di essere una persona assai attenta alle potenzialità della formazione professionale, quest'ultima vista come una vera occasione per formare giovani motivati ad impegnarsi in percorsi scolastici ove trovi ampio spazio anche una didattica improntata al saper fare.

V.P. ha detto...

"se Napolitano avesse messo tra i saggi un paio di esperti di scuola e formazione"

così magari avremmo rivisto gelmini, fioroni, moratti, berlinguer? chi più "saggi" di loro?

e magari anche profumo che sta indicando e tracciando la strada al suo successore!


ma la scuola NON è affatto priorità per i politici.

V.P. ha detto...

punti di vista:

I saggi di Napolitano

alessio ha detto...

VP coglie nel segno. Tra i saggi ci saremmo trovati la Moratti, da una parte, e dall'altra Berlinguer. Vale a dire due persone con la stessa idea di scuola.

Enrico D. ha detto...

"Che bel colpo se Napolitano avesse messo tra i saggi un paio di esperti di scuola e formazione".

Non ce li ha messi per il semplice motivo che un gruppo è per le urgenze economiche, l'altro per le riforme istituzionali. Se avesse voluto che si occupassero di scuola e formazione, avrebbe chiamato direttamente VV.

paniscus ha detto...

>>"se Napolitano avesse messo tra i saggi un paio di esperti di scuola e formazione"

>così magari avremmo rivisto gelmini, fioroni, moratti, berlinguer? chi più "saggi" di loro?


No, peggio ancora: avremmo rivisto Bertagna, Vertecchi e compari...

L.

V.P. ha detto...

diciamo che la scuola conta quanto il due di bastoni quando la briscola è spade, denari, coppe.

VV ha detto...

Enrico D ha scritto: "Se avesse voluto che si occupassero di scuola e formazione, avrebbe chiamato direttamente VV".
Il diretto interessato avrebbe declinato, permettendosi, invece, d'insistere sui nomi sopra proposti.

V.P. ha detto...

cioè gelmini, fioroni, moratti, berlinguer, bertagna, vertecchi, compari ?

VV ha detto...

No, Stella Targetti e Fabrizio Barca, quest'ultimo in particolare economista di razza ed in grado di percepire quanto sia importante la scuola per dare un senso, anche morale, all'economia.

V.P. ha detto...

"Fondamentale prendere più di petto il tema dei temi, in maniera di istruzione. E cioè come fronteggiare il fallimento dello Stato nel porre gli studenti tutti al medesimo punto di partenza. Perché allora non puntare di più sulla valutazione della scuola, non contro ma insieme agli insegnanti, combinandola con i processi autovalutativi interni", ha detto, invitando il sindacato a un "compromesso moderno" sul tema."

Fabrizio Barca, 26 gennaio 2013

V.P. ha detto...

Scuola, dal ministero non arrivano i soldi. La preside: "Lo stipendio va a sorteggio"

La decisione senza precedenti al liceo Rosmini di Grosseto. Spiegano i vertici dell'istituto "A febbraio abbiamo dovuto estrarre a sorte i nomi dei supplenti da pagare, avevamo 5mila euro ne sarebbero serviti 12mila"

di Mario Neri - 5 febbraio 2013

Al liceo linguistico Rosmini di Grosseto per pagare lo stipendio dei supplenti usano il sorteggio. Una decisione senza precedenti. Non è un’angheria del dirigente scolastico ma succede a causa della mancanza di fondi. Così a febbraio invece di 11 docenti ne sono stati pagati soltanto 5. "E lo stesso potrebbe succedere anche per liquidare marzo", raccontano il dirigente amministrativo Giovanni Scarano e la preside Gloria Lamioni, "è assurdo, ce ne rendiamo conto, ma non potevamo fare diversamente. Purtroppo è una necessità a cui ci hanno costretto il ministero dell’Istruzione e quello del Tesoro". La lotteria dei precari, dicono, "in questa scuola si è resa necessaria a causa dei ritardi nell’assegnazione dei budget che ogni mese dovrebbero essere assegnati per pagare gli insegnanti in sostituzione".

"Siamo dovuti ricorrere al sorteggio per il mese di febbraio - continuano - All’inizio, dopo aver richiesto l’attivazione dei primi contratti di supplenza, ci hanno concesso 5mila euro, ma poi nel corso delle settimane abbiamo dovuto chiamare altri insegnanti. Ma dal Miur non hanno aggiornato i fondi e nemmeno ci hanno mai risposto alle nostre richieste incessanti di chiarimento". Per pagare tutti i precari sarebbero serviti altri 7mila.

"Una situazione in cui potrebbero trovarsi moltissime scuole toscane e italiane", lancia l'allarme Alessandro Rapezzi, segretario regionale della Cgil Scuola, "dovuta a una delle riforme volute
dal governo Monti e scattata a dicembre. Da fine 2012, infatti, dei pagamenti dei supplenti non sono più responsabili le singole scuole ma è tutto centralizzato. Gli istituti sono tenuti a inserire in una piattaforma informatica le generalità dei docenti chiamati attraverso le graduatorie e il loro presunto periodo di sostituzione. Poi però l’assenza del titolare si prolunga, da una settimana la supplenza può allungarsi a due o addirittura coprire un intero mese, ma il sistema informatico non accetta aggiornamenti. Insomma, la burocrazia si rende resposabile di ingiustizie sociali devastanti".

"Spero solo siano dei disservizi e che si risolveranno mettendo appunto la procedura telematica. Abbiamo dovuto scegliere un modo per stilare una graduatoria e abbiamo scelto quella del sorteggio. Lo abbiamo fatto di fronte alle rsu e con il consenso degli interessanti per rendere il passaggio il più indolore possibile - racconta la preside - ma devo dire è stato ed è mortificante non poter garantire il minimo stipendio a persone che hanno lavorato e dato un servizio allo Stato. Fra insegnamento e dirigenza sono nel mondo della scuola da oltre 20 anni e non mi era mai capitata una cosa così desolante".

La formula del sorteggio, confermano dal Miur, non ha precedenti. A viale Trastevere però la decisione presa dal liceo Rosmini non è piaciuta: "Comprendiamo le difficoltà dell'istituto e dei precari - dicono dal ministero dell'Istruzione - ma è la prima volta che si sceglie questa soluzione per far fronte a disagi dovuti a un nuovo metodo di pagamento che ha dato i maggior problemi a marzo e proprio adesso comincia a funzionare bene. La lotteria dei supplenti forse rischia di risultare controproducente per la tenuta sociale interna alla scuola".



Scuola, dal ministero non arrivano i soldi. La preside: "Lo stipendio va a sorteggio"

V.P. ha detto...

Per un clic errato, il post precedente è sfuggito e si pubblicato .... da solo.

Volevo titolarlo:

Chissà che ne pensano Pirani & C. (coloro che sono favorevoli - in modo acritico - alla valutazione fatta dall'Invalsi) di una scuola - anzi di un Miur - così? Cioè strabico: da una parte valutazione a tappeto, dall'altra il sorteggio degli stipendi ‼

P.S. Inutile chiedere al ministro Profumo.
Profumo e le sue promesse